~•3•~
Era passata una settimana dall'inizio del tirocinio all'agenzia di Endeavor e, insieme ai ragazzi del primo anno, sono riuscita ad aiutare l'eroe numero 1 nelle sue missioni, arrivando finalmente a superarlo. Nel secondo giorno di lezione ci aveva detto che il nostro compito per le vacanze di Natale sarebbe stato proprio quello di arrivare prima di lui sul campo di battaglia e noi gli avevamo dimostrato di esserne capaci. Quei tre ragazzini erano forti, ero già certa che sarebbero stati dei grandi eroi.
L'unico problema, però, era che Endeavor negli ultimi giorni si comportava in modo strano e stava sempre incollato a quel libro che ci aveva dato Hawks. Ero sempre più convinta che ci fosse qualcosa sotto, perciò nel weekend mi decisi che gli avrei chiesto spiegazioni.
Era lunedì mattina e mi svegliai più energica del solito. Infilai la divisa e presi la cartella con il mio costume, la licenza da eroe e tutto ciò che mi sarebbe servito all'interno.
Uscii di casa e mi avviai verso l'agenzia dell'eroe, della quale oramai sapevo la posizione a memoria.
Una volta che fummo arrivati tutti iniziammo la nostra solita pattuglia mattutina, poi tornammo in agenzia per pranzare: era il momento giusto.
Finii velocemente il mio pranzo e mi avvicinai a Endeavor. "Allora... posso farle una domanda, Number One?" Lui annuì. "Bene... ultimamente la vedo sempre con quel libro, sfoglia in continuazione le stesse pagine. C'è per caso qualcosa che non va?" Espressi così il mio dubbio all'eroe. Lui sospirò e mi rispose "Qualcosa di grosso, ma non sappiamo bene i dettagli." Alché io mi incuriosii, iniziando a chiedere. "A riguardo di cosa?"
"Ho detto che non lo sappiamo con certezza, ma credo che abbia a che fare con-"
"I Villain, giusto? Ci sono sempre di mezzo loro, anche alla Shie Hassaikai sono venuti ad incasinare tutto"
"Sì, ma se vuoi una risposta lasciami finire! Le persone come te sono proprio quelle che non sopporto. Non sono affari di voi studenti per ora" Borbottò lui, lasciandomi un po' delusa per non essere riuscita a scoprire altro.
"Tranquilla, l'ha detto anche a me. Non puoi proprio fare a meno di comportarti così, eh, Endeavor?" Esclamò qualcuno proveniente dall'ingresso. Alzai lo sguardo e vidi che era Hawks. Come ci aveva detto al nostro incontro una settimana prima, era venuto a trovarci.
Si prese il permesso di avanzare all'interno della stanza dove eravamo situati noi, venendo tutto ad un tratto circondato da dipendenti che lo lodavano e gli facevano domande; bastò però lo sbattere delle mani di Endeavor sulla sua scrivania per far tornare tutti ai propri posti. Sospirò e si alzò per raggiungere Hawks "Che ci fai qui?"
"Avevo detto che sarei venuto, no?"
I tre ragazzi della 1A si unirono a me ed Endeavor e salutarono il numero 2, ognuno a modo proprio.
Endeavor lanciò un'occhiata d'intesa ad Hawks, il quale si fece improvvisamente serio, come l'ultima volta, e annuì in risposta. Ero sicura riguardasse il libro, avevo sempre più dubbi a riguardo.
L'eroe alato rivolse nuovamente lo sguardo verso noi tirocinanti per poi soffermarlo su di me. Lo osservai anch'io: i suoi lineamenti erano familiari, non capivo perché avessi sempre più la sensazione di conoscerlo già. Non si riuscivano a scorgere bene i suoi occhi a causa del visore che indossava ma, anche se fossi stata capace di vederli, in quel momento non avrei mai capito che cosa stesse pensando. L'eroe si girò verso Endeavor e, indicando verso di me con il pollice, chiese: "Visto che finite gli allenamenti il tardo pomeriggio, lei può farsi trovare davanti all'agenzia? Avrei bisogno di parlarle."
( punto di vista di: Hawks )
"[...]Avrei bisogno di parlarle. Sempre che tu sia d'accordo" chiesi ad Endeavor, rivolgendomi alla ragazza.
È da quando l'ho vista al festival sportivo di due anni prima che ho capito il suo potenziale, ma ho anche notato che c'era qualcosa che le impediva di tirarlo fuori al massimo.
Quando sono entrato nell'agenzia, lei stava spingendo Endeavor a spiegarle cosa c'era dietro il libro che avevo dato loro e, essendo qualcuno di capace e di cui probabilmente mi potevo fidare, decisi di darle delle spiegazioni, e chiarire con lei il mio punto di vista. Era l'unica eroina che ho mai incontrato che non mi ha sin da subito adulato o squadrato dalla testa ai piedi. Certo, l'avevo sentita dire che sono forte, ma è totalmente diverso dal resto dei fan, anche dagli altri tre ragazzini che erano con lei. Volevo saperne di più, perciò parlarle da solo sarebbe stata la situazione adatta per chiarirsi.
Ottenni una risposta affermativa da parte di Endeavor, al che mi girai verso la ragazza e le rivolsi un sorriso alzando il pollice alla mano destra. Salutai i ragazzi e i dipendenti del Numero uno e uscii dall'edificio, pronto a ricominciare quell'inferno di missione che avevo deciso di accettare.
( punto di vista di: Aya )
Finimmo gli allenamenti intorno alle sei e trenta della sera, dopo essere riusciti a far arrestare due villain e far quasi esplodere Todoroki ( diciamo che Bakugo si è "un po'" arrabbiato ).
Finita la cena veloce in agenzia riaccompagnai Todoroki, Midoriya e il biondo contrariato che lo stessi aiutando ai dormitori dello Yuuei, approfittando per fare un saluto a mia sorella che saltò in aria dall'emozione quando seppe che dovevo fare una semplice chiacchierata con l'eroe Numero 2.
Corsi in fretta a casa per togliermi la divisa e mettermi qualcosa di decente, trattenuta qualche istante dalle domande di mia madre, tanto dubbiosa quanto preoccupata del perché l'eroe alato avesse chiesto di vedermi. Sinceramente me lo stavo chiedendo anch'io da tutto il pomeriggio.
Mi ripresentai davanti all'agenzia del Numero 1 e in pochi secondi era davanti a me, solo lui, Hawks: "l'eroe un po' troppo veloce" come dicevano i giornalisti.
"Salve" salutai io, accennando un piccolo inchino per cortesia. Sentii ridacchiare, al che alzai la testa. "Ragazzina, abbiamo solo pochi anni di differenza, così mi fai sembrare vecchio" mi corresse lui.
"Allora perché mi chiami ragazzina?"
Lui esitò e, sorridendo compiaciuto, ammise: "Hai vinto tu." Mi feci scappare una risata, poi gli chiesi perché avesse chiesto di vedermi. Come temevo ma allo stesso tempo speravo ( volevo dare conferma ai miei sospetti ), si incupì. "Hai presente il libro che vi ho regalato la settimana scorsa?" Annuii in risposta. "Stamattina sembravi curiosa di saperne il contenuto, suppongo che tu abbia notato la tensione sia mia che di Endeavor"
"Sì, speravo mi dicesse qualcosa a riguardo"
L'eroe mi guardò negli occhi, alzando il suo visore, e mi porse la mano.
"Ti fidi di me?"
"Sei l'eroe numero 2, dovrei fidarmi, ma non so se-"
"Fidati"
Titubante gli presi la mano. Lui sorrise come suo solito "copriti le orecchie". Si riabbassò il visore sugli occhi e mi prese il fianco, stringendomi e alzandosi in volo.
Mi coprii un'orecchio con una mano e l'altro lo premetti contro la giacca di Hawks, a cui mi stavo allo stesso tempo reggendo per paura che potessi cadere. Aprii gli occhi e la vista della città dall'alto me li fece spalancare. Non avrei mai immaginato potesse essere così bella la Tokyo immensa dalla quale per forse troppo tempo mi sono sentita schiacciare.
È questo che ha la fortuna di vedere ogni giorno? mi chiesi, meravigliata ogni secondo di più da quello che stavo vedendo.
( punto di vista di: Hawks )
Non potevamo parlarne lì, qualcuno dell'Unione mi avrebbe potuto scoprire. Decisi di portarla in qualche posto in alto, dove era difficile che ci potessero vedere e quasi impossibile che ci sentissero.
Le consigliai di coprirsi le orecchie o il vento forte le avrebbe danneggiato l'udito per un bel po' di tempo. La presi per un fianco stringendola a me e spiccai il volo. Potevo scorgere l'espressione incantata aprirsi sul suo viso. Sorrisi, sta volta spontaneamente. Sentivo il suo battito cardiaco accellerare e mescolarsi al mio. Avevo dimenticato la sensazione che si prova a volare con qualcuno. Con Tsukuyomi era stato diverso, ma allenarlo mi ha fatto capire molte cose e sono fiero di averlo scelto proprio io.
Arrivammo a pochi metri dalla casa ormai abbandonata dove vado solitamente per stare tranquillo, per allontanarmi un po' dalla realtà. La strinsi più forte per scendere in planata senza che si facesse male. Atterrammo sul tetto della casa. "Quassù è improbabile che ci sentano" spiegai, senza che mi chiedesse niente. "È così tanto grande questo segreto?" Mi domandò poi. Io mi sedetti al limite del tetto, lasciando i miei piedi penzolare a metri e metri di distanza dal terreno. Sospirai. "Diciamo che è un segreto il fatto che lo stia dicendo a tutti." La ragazza si sedette vicino a me e, staccando gli occhi dal cielo, mi guardò come se cercasse di percepire i miei pensieri.
Avendo notato la sua curiosità decisi di smettere di girare attorno alla questione e andare dritto al punto. "Gli ideali di Destro, il fondatore dell'armata di liberazione dei super poteri, rinasceranno tra quattro mesi con Ri-Destro, suo figlio, che ha fondato un'armata di centoundici mila uomini. Con loro c'è anche l'Unione dei Villain. Insieme si chiamano... Fronte di Liberazione del Paranormale, ecco. Un nome più lungo no, eh?" Risi alla fine per non sprofondare. Mi avevano messo come infiltrato nell'Unione dei Villain per scoprire le loro intenzioni, questo non potevo dirlo così in giro come se niente fosse.
"Quindi... ci attaccheranno in più di cento mila e tu stai diffondendo il messaggio in segreto in modo che non cambino idea sul piano d'azione?" Mi chiese.
"Esatto" risposi io
"E se non ce la dovessimo fare? Sì ok, siamo in tanti anche noi eroi, ma che ne sappiamo se sono o non sono più forti di n-"
"Ecco, è anche di questo che volevo parlare. Sin da quando sei entrata allo Yuuei ho capito che sei molto forte, ma ti ho sempre vista insicura, timorosa di usare al cento per cento il tuo potere. Cosa c'è che non va?" Le posai una mano sulla spalla per farla tranquillizzare.
Sospirò. "Il mio quirk mi permette di manipolare le paure dei miei avversari in modo da fargli perdere la forza psicologica per combattere. Questo lo sai, no?" Annuii, l'avevo visto al festival. "Mi dicono sempre: 'le proprie paure vanno superate', ma io non riesco mai a superare la mia. Far stare male la gente è l'ultima cosa che vorrei nella mia vita, come faccio ad essere un eroe se l'unica cosa che faccio è far soffrire?! Nella mia testa si ricreano le stesse immagini che vedono le persone che sto guardando negli occhi, ogni volta che manipolo le paure di qualcuno quelle mi rimangono impresse nella mente per sempre. Tu hai mai avuto lo sguardo disperato di qualcuno davanti al tuo?"
"Sì" risposi io, senza esitazione, poi mi tolsi il visore e la guardai dritta negli occhi. "Bravel, eroina del coraggio, dai fedeltà al tuo nome e mostra ciò che sei. Va bene?" Le alzai il mento con pollice e indice. "E io ti aiuterò." Sapevo ciò che si prova a vedere lo sguardo privo di speranza negli occhi di qualcuno, a sentirsi dire che il proprio potere non serve a niente e ad avere paura di tutto ciò che ci circonda.
( punto di vista di: Aya )
Appena disse il mio nome da eroe sentii un brivido percorrere lungo la mia schiena. Mi strinse a se e per un momento non ho capito più nulla. Ho appoggiato la testa sulla sua spalla. Ci avevo appena parlato per la prima volta e già lo trattavo come se fosse il mio migliore amico, eppure mi era così familiare... davvero era disposto ad aiutare proprio me tra tutti gli eroi esistenti in Giappone?
( punto di vista di: Hawks )
Non sapevo neanch'io perché, ma ero disposto ad aiutarla. In lei stavo vedendo il me del passato e non mi andava giù che qualcuno soffrisse ancora come ho fatto. È solo grazie a quella bambina se sono diventato un eroe, adesso è compito mio esserlo. La dovevo aiutare ed è quello che avrei fatto, costi quel che costi.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top