Capitolo 2:La libertà, si ottiene uccidendo

Era tornato a Londra senza altri grossi problemi.

Si diresse in un vicolo che conosceva molto bene, privo di telecamere e con gente poco raccomandabile, pochi oramai erano persone oneste in quel schifo di mondo, entrò in un cancelletto che conduceva ad un corridoio assai stretto, spinse un mattone assai logorato, spingendolo attivò il congegno, il quale mosse un pezzo di muri al suo fianco rivelando delle scale a chiocciola verso il basso.

Scese le scale. Si trovò in una stanza. La sua stanza, la sua casa, conteneva un sacco a pelo, un tavolo con una sedia di ferro, leggermente arrugginita alle gambe, un frigo ricaricabile a luce solare (l'unico problema era che erano il buio e con la luce artificiale non funzionava assai bene), due armadi: uno per i vestiti, uno per i coltelli. Infine una porta che conduceva ad un piccolo bagno, è quello era al completo, non mancava niente e funzionava perfettamente grazie all'aiuto di un suo vecchio amico, o meglio dire al suo maestro.

Era stanco, si tolse la tuta e indossò i suoi abiti da "lavoro" : Pantaloni da ginnastica stretti, la maglia di sotto estiva e una felpa con cappuccio nero, privi di qualsiasi marca o qualcosa che li distingueva, infine indossò il mantello nero, indossò anche un bavero dello stesso colore, in modo tale da non far capire bene chi fosse.

Il mantello non era normale: conteneva delle tasche interne contenenti coltelli affilati come rasoi, erano messe in un ordine po' difficile da capire dove stavano gli esplosivi, i coltelli fumogeni, quelli normali o con la scossa e altri vari, tutti collegati ad un congegno sul polso che a movimenti precisi faceva uscire il coltello selezionato.

Uscì quando la luna era alta, attraverso la radio aveva capito che aveva attirato l'attenzione su di sé, come al solito, girò in vari vicoli, Londra era piena di strade strette qua e là, il che gli faceva comodo quando doveva far perdere le sue tracce. Camminò per un' ora circa finché non s'imbatté nel bar Lokoswì, un bar russo dove circolavano molto spesso imbroglioni, truffatori, ladri, assassini o cacciatori di taglie. Quest'ultimi non si vedevano molto spesso.

La polizia l'avrebbe potuto chiuderlo se non era un buon punto per tenere d'occhio i criminali per poi usarli come possibile capro espiatorio, ogni tanto si scopriva che c'era qualche agente sotto copertura ma, Kori li buttava ogni volta fuori a pedate.

Kori era il barista e proprietario del bar, lavorava con lui il fratello Nikolai e il cuoco tedesco Agilolf, nessun altro lavorava in quel bar a parte loro.

Appena entrò tutti i chiacchiericci si zittirono. Non era un buon segno di norma, fino a quando sentì la voce di Kori, lo esultò< Bel colpo ragazzo! Davvero niente male il casino che hai fatto! Offro un giro di vodka a tutti!> Tutti risero ed esultarono creando un coro stonato per alcuni secondi, tranne lui. Non era facile unirsi ad un gruppo, soprattutto se la persona di cui parlavano era lui. Si sedette ad un tavolo nel centro, poteva essere una pessima idea ma, gli piaceva sfidare chi aveva intenzione di ucciderlo. Nikolai gli si avvicinò con un bicchiere di vino, poi chiese< Dimmi un po' , perché non vai a divertirti con qualche ragazza facile?> Il giovane scosse la testa, prese il bicchiere e rispose con sarcasmo< Che bella figura farei da giustiziere?> Nikolai sorrise, triste< Più che un giustiziere sembri un terrorista se non salvi nemmeno una persona....>.

Il ragazzo si fece cupo, in fin dei conti era vero, finora aveva sempre ucciso ma, pur con l'idea di liberare l'oppressione tirannica di Drey Xold. Almeno aveva scatenato la paura tra i politici, i quali non sapendo chi fosse in realtà, avevano speso di certo qualche milioni di litios (la moneta del momento) per ingaggiare killer poco pericolosi o capaci di scoprire l'identità di chi vuole rimanere nell'ombra.

Dilettanti più che altro.

Sentì un rumore di tacchi avvicinarsi, si girò lentamente mentre gli uomini ridevano e confabulavano tra loro, una donna con una pelliccia di un lupo marrone sulle spalle gli si avvicinò al tavolo. Alta, capelli lunghi e biondi tinti, occhi marrone chiaro, aveva un tatuaggio sulla spalla sinistra scoperta, aveva abiti eleganti color nero, di cui essi facevano scoprire le spalle e i gomiti ma, stretti ed elastici. Molto utili per assassini o cacciatori di taglie, Nikolai lanciò uno sguardo di avvertimento al ragazzo.

La donna prese la sedia di fronte, la sposto quel poco per sedersi e mise entrambe le braccia sul tavolo, aveva in entrambe le mani due coltelli svizzeri, li teneva in modo esperto, lo stava guardando come se aspettasse un suo attacco. Il ragazzo bevve il vino, lo poso con naturalezza, chiese< Vuoi uccidermi qui o fuori?> La donna non si scompose, fece segno al barista, Kori le si avvicinò< Desidera?> La voce in risposta era di una calma da far gelare il sangue< Un bicchiere del tuo miglior vino, usa un bicchiere vecchio....mi servirà> Il ragazzo non si scompose< Immagino qui, sono pronto> .

Non molte persone si erano accorte di cosa stava per succedere, la donna ricevette il suo bicchiere con dei graffi,poso uno dei coltelli svizzeri e lo prese, lo bevve senza staccargli gli occhi di dosso e appena le labbra di lei non toccarono più il bicchiere girò velocemente il braccio in modo da romperlo in testa al ragazzo.

Grazie ai suoi allenamenti fermò il braccio di lei, prendendole l'avambraccio e torcendoglielo, la donna però non si diede per vinta e usò il coltello svizzero nell'altra mano, fece un affondo il quale venne intercettato, per il Lanciatore di Coltelli, usare le sue armi predilette contro di lui era un grave errore: diede con la mano libera una botta al polso della donna, interrompendo l'affondo come una macchina di lotta, ricaricò il braccio tirandole un pugno in piena faccia.

La donna stordita, mollò il bicchiere che finì nelle mani del ragazzo, pronto a tirarglielo. Il bicchiere volò e colpì la spalla, procurandogliene vari tagli, solo a quel punto il giovane sollevò il tavolo contro di lei facendola cadere a terra e mentre questa cadeva, notò il proprio coltello svizzero volare che finora non era stato usto, prima che lui lo prendesse e con uno scatto veloce glielo piantasse nella gola.

Per un attimo ci fu il silenzio totale, il sangue di lei continuava ad espandersi.

Tutti tornarono a parlare tra loro come se niente fosse successo. Scappava ogni tanto il morto nel bar dei russi e a loro non faceva mai piacere, visto che toccava sempre a loro pulire.

Infatti il Lanciatore se ne uscì subito dopo, era il momento di sparire dai locali e occuparsi dei fatti, doveva assicurarsi che nella sua città non accadessero fatti dispiacevoli. Fu per fortuna se si accorse di ben tre uomini con delle maschere con raffigurati scheletri variopinti, si dirigevano in una via molto buia, erano vestiti di nero, il che lo fece insospettire, tirò fuori due coltelli e li seguì.

Alcune volte si girarono, sicuri di non essere seguiti, ovviamente non avevano pensato ad un ragazzo che semplicemente aveva usato le scale antincendio per seguirli attraverso i tetti; in fin dei conti saltare da un tetto all'altro era un ottimo esercizio se non fosse che poteva avere dei crampi alle gambe e braccia.

Dopo una decina di metri, i tre uomini si fermarono davanti ad una porta di legno, con quel poco di luce che c'era si vedeva che aveva almeno vent'anni quella porta. I mascherati tirarono fuori delle pistole con dei silenziatori, il Lanciatore fece mente locale e capì che potevano essere degli immigrati nascosti dalla malavita.

Fece un fischio udibile con il seguente risultato che i tre uomini si girarono per vedere due coltelli piantare nelle teste di due di loro, di cui uno era un coltello da provare, non andò secondo i suoi calcoli, sarebbe dovuto esplodere il manico, sparando una decina di proiettili di piombo, purtroppo alcuni volarono anche troppo in alto, ferendo leggermente l'avambraccio sinistro.

Ovviamente si era messo un po' al riparo, ma non abbastanza velocemente perché anche il timer non doveva aver funzionato correttamente, si sporse e vide l'ultimo uomo cadere.

< Questo non è stato peggiore, rispetto agli altri esperimenti. Non si dovrebbe festeggiare così i diciotto anni di un ribelle?> Disse fra sé, poi scosse la testa, doveva smetterla di parlare da solo, poteva rivelarsi un errore.

Scese e scavalcò i cadaveri, almeno l'esplosione non aveva fatto trambusto.

Entrò nella casa, si accorse che proveniva della luce in una stanza, un attimo dopo si sentì un interruttore attivarsi e la luce svanì. Avanzò nel buio e trovò la maniglia della porta, l'apri e sentì una voce con un accento straniero dire< Grazia!> Un brivido gli percorse sulla schiena, il suo maestro gli aveva spiegato qualcosa su chi veniva dalle altre ex-Nazioni e "Grazia" significava pietà.

C'era un uomo e una donna di colore, forse africani, nonostante non potevano vedergli il sorriso di soddisfazione che aveva, gli parlò calmo< Gli uomini che erano qua fuori sono morti, vi consiglio di trasferirvi> Così dicendo uscì dall'abitazione, giusto in tempo per vedere qualcuno che gli colpì la nuca con qualcosa di duro.

Il buio l'avvolse.

Ciao ragazzi! :D

Chi ha colpito il protagonista?

Altri 5 stelline e pubblico.

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