1.

Nuova scuola, nuova vita.

Queste sono le quattro parole più ripetute da ogni matricola prima di iniziare il nuovo anno scolastico.

Pensano che cambiare scuola significhi ricominciare tutto da zero e quindi avere un'altra possibilità per essere ancora più felici e bla, bla, bla.

Ma volete sapere la verità?

Questo mito resiste solo per il primo mese di scuola e dopo torna tutto come prima: "uffa questa scuola fa schifo" oppure "non vedo l'ora che finiscano tutti e cinque gli anni"...insomma, delusioni su delusioni.

Per questo non voglio farmi aspettative sul mio primo anno al liceo. Sono sempre stata asociale e senza amici e così sarà anche per questi cinque anni.

Ho solo un' amica, sempre se così si può chiamare. Si tratta di Ashley Stendhal.
Già, proprio la ragazza perfetta dai capelli biondi e gli occhi azzurri, figlia di genitori perfetti, che vive in una casa perfetta, con però un carattere tutto fuorché perfetto.

È così viziata, ipocrita ed egocentrica del tipo "io sono la sola e unica regina, levatevi sudditi" non so se mi sono spiegata.

Ci frequentiamo solo per il piacere delle nostre madri, amiche fin dall'infanzia.

<<Emma ma che ci fai ancora a letto?!>> parlando del diavolo, ecco spuntare Ashley in camera mia che, con voce stridula, interrompe i miei pensieri.

<<Esiste la parola bussare>> rispondo scocciata e con la voce ancora impastata dal sonno "e poi la domanda è che ci fai tu a casa mia a quest'ora" puntualizzo scrutandola.

È vestita completamente di rosa, persino l'elastico che le raccoglie i ricci capelli è fucsia.

<<Mi ha fatto entrare tua madre, vuole che ti accompagni a scuola, ora però ti alzi?!>>

Comincio a fare il letto e non posso fare a meno di tossire insistentemente all'odorare l'eccessivo profumo che emana la ragazza di fronte a me.

<<Si può sapere quanto profumo ti sei spruzzata addosso? Rischio di soffocare>> domando agitando la mano di fronte alla mia faccia.

<<Beh non sarebbe un dispiacere per tutti>> ridacchia.

<<Sei in vena di battute vedo>> rispondo infastidita.

<<Già, ma ora sbrigati non vorrai farmi fare tardi il primo giorno di liceo, insomma che impressione darei?>> domanda con aria drammatica sistemandosi il rossetto. <<O mio dio sarebbe terribile, sbrigati!>> si risponde da sola, agitandosi.

A volte mi chiedo cos'ho fatto di male per meritare un'Ashley Stendhal nella mia vita.

<<Ma è un giorno come tutti gli altri>> mi dirigo verso l'armadio alla ricerca di qualcosa da indossare.

<<Invece no, oggi è il giorno in cui tutto cambia. Insomma nuova scuola, nuova vita, lo sanno tutti!>>

Non posso credere che l'abbia detto davvero. Ecco un' altra di quelle persone che verranno deluse dalle loro stesse aspettative.

Alzo gli occhi al cielo e senza dire niente mi dirigo verso il bagno, lasciando sola Ashley a specchiarsi in camera mia.


Alla fine siamo riuscite ad arrivare a scuola puntuali.

L'edificio è molto più grande rispetto a quello che mi aspettavo. È come una grande casa gialla, con, però, poche finestre di colore verde.

La maggior parte degli studenti è concentrata sul cortile al centro, mentre il resto si trova nella caffetteria affianco alla palestra o deve ancora arrivare.

Prima che possa rendermene conto Ashley si è già fiondata a rimorchiare un ragazzo piuttosto carino seduto su una delle panchine di fronte all'entrata. Tanto carino quanto stupido, dato che, a quanto vedo, ha già abboccato come un pesce e sta dando il suo numero alla mia "amica".

Per fortuna non frequentiamo gli stessi corsi e non siamo capitate nella stessa classe, altrimenti sarebbe stato un problema per me.

Manca ancora un po' di tempo prima dell'inizio delle lezioni quindi ne approfitto per dirigermi alla caffetteria per fare colazione, dato che per colpa della fretta che mi ha trasmesso Ashley non ho potuto toccare cibo.

Appena uscita dal bar non posso fare a meno di notare un gruppo di bulletti che se la sta prendendo con un povero ragazzo che porta gli occhiali.

La cosa che mi stupisce è che questi ragazzi sono più grandi eppure, invece di essere più maturi, sono sempre più idioti.

<<Ehi lasciatelo in pace>> ordino dirigendomi verso di loro.

A rispondermi è quello che sembra essere il capo di questa mandria di scemi :<<ehi ragazzi guardate è arrivata l'eroina fallita di quest'anno>> ride insieme ai suoi scagnozzi che ovviamente ignorano la mia richiesta.

Mi viene quasi da ridere dal ridicolo ad ascoltare le parole che escono dalla bocca di questo razza di idiota.

Il ragazzo preso di mira mi fa cenno di lasciare stare, ma non ho nessuna intenzione di andarmene senza dare una lezione a questi stupidi bulli.

<<Sarò anche un'eroina fallita, ma almeno ho un cervello>> rispondo incrociando le braccia e guardando il bulletto dritta negli occhi color ghiaccio, con aria di sfida.

I due scagnozzi lasciano finalmente andare il ragazzo con gli occhiali e spalleggiano il biondino davanti a me.

<<Senti ma chi ti credi di essere per venire qua ad insultare Erik eh?>>

Erik, un nome così bello sprecato
per un ragazzo così stupido.

<<Mi chiamo Emma, non piacere di conoscervi e voi sareste? Ah no aspettate, non mi interessa>>.

Mi volto verso il povero ragazzo che hanno maltrattato finora per chiedergli come sta, ma Erik mi afferra il polso ed io istinvamente gli lancio il caffè, ormai freddo, addosso.

<<Non toccarla mai più>> mi difende il ragazzo alle mie spalle.

<<Non finisce qui>> sussurra uno dei due scagnozzi prima di andarsene, finalmente.

Ignoro queste parole e aiuto il ragazzo con gli occhiali ad alzarsi, il quale mi ringrazia.

<<Non devi ringraziarmi, davvero, ho sempre odiato le persone come Erik>>

<<Beh ognuno odia tipi come Erik, tranne qualche ragazza con la sindrome di Stoccolma>> sorride e lo imito.

Deve aver visto anche lui "La casa de palel", serie spagnola che io ho amato letteralmente.

<<Comunque piacere, sono Liam>>

<<Emma>>

<<Ah e mi dispiace per il tuo caffè>> guarda in basso sistemandosi gli occhiali.

Cavolo è vero, quello stupido di Erik mi ha fatto così arrabbiare che ho finito per buttare l'unica cosa per cui ero venuta fino a qui.

<<Nah figurati, è solo un caffè. E poi ne è valsa la pena, insomma hai visto la sua faccia quando gliel'ho lanciato addosso?>> lui all'inizio sembra pensarci su, ma quando incrocia il mio sguardo scoppiamo a ridere entrambi.

<<Sai sei davvero in gamba, nessuno ha mai osato mettere i bastoni fra le ruote ad Erik, ma attenta perché troverà sicuramente il modo per ricambiare>>

Ovviamente ho già programmato che Erik avrà intenzione di vendicarsi, ma non sono preoccupata, insomma non ho mai avuto reputazioni da difendere o roba del genere.

<<Bene, vorrà dire che ci divertiremo a spegnerlo ancora>>

<<Grazie ancora, ti devo un favore>> sorride timidamente mentre tira fuori un biglietto dalla tasca <<ecco tieni il mio numero, puoi chiamarmi se ti va>>

Ehm ok...un ragazzo mi ha appena dato il suo numero?

Magari è solo un modo carino per ringraziarti.

Giusto, la mia coscienza ha ragione.

E poi chissà magari è la volta buona che mi faccio qualche amico.

<<Contaci>> sorrido prima di mettere il biglietto nel mio zaino e dirigermi verso la mia classe, lasciando solo il ragazzo moro.

Spazio autrice

Ehilaaa grazie a tutti per aver letto fino a qui!
Fatemi sapere cosa ne pensate dei personaggi e del capitolo in generale se vi va!♡

Domandina: avete mai conosciuto qualcuno come Ashley nella vostra vita?
Io no, fortunatamente!

Aggiorno appena posso, baci
Bea♡

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