5

I loved you in spite of
Deep fears that the world would divide us.

I could've spent forever with your hands in my pockets
Picture of your face in an invisible locket
You said there was nothing in the world that could stop it
I had a bad feeling

- Dancing with our hands tied

***

Il trillo fastidioso del comunicatore svegliò Padmè all'improvviso, e scattò a sedere sul letto. Gettò uno sguardo preoccupato ad Anakin, ma lui si limitò a girarsi dall'altra parte borbottando qualcosa sui soli non ancora sorti. Scuotendo la testa, Padmè gli diede un bacio leggero sulla chioma disordinata, poi si alzò e si diresse in salotto per rispondere alla chiamata.

Era Sabè. "Milady, credo che debba venire subito in Senato."

L'ancella era pallida e un'ombra le oscurava il volto. Un brutto presentimento si fece strada nel cuore di Padmè. "E' successo qualcosa?"

Sabè sembrò improvvisamente molto a disagio. "Padmè..." All'informalità dell'uso del suo nome Padmè si acciglio. Perchè Sabè si lasciasse andare in quel modo, doveva essere successo qualcosa di davvero grave. "Non hai guardato l'holonet stamattina?"

"No, mi sono appena svegliata." Confessò Padmè confusa, gettando un'occhiata al crono appeso alla parete. In effetti era mattina inoltrata, ma non così tardi da giustificare un allarme così importante da parte dell'ancella.

Sabè sospirò. "Il Senato è stato convocato stamattina all'alba. I Jedi hanno blindato l'edificio."

"I Jedi hanno fatto cosa?" Chiese drizzandosi a sedere sul divano e sporgendosi in avanti, praticamente cercando di entrare nell'ologramma.

Sabè le lanciò un'occhiata preoccupata. "Hanno bloccato tutti gli ingressi. A nessuno senatore è permesso uscire e nessuno non autorizzato può entrare. Dicono che dopo il tradimento del Cancelliere devono controllare chi era coinvolto."

Padmè aprì la bocca per protestare poi la richiuse. Se si fermava a pensarci su dopo lo scoppio istintivo di rabbia e indignazione in effetti aveva senso. Sicuramente i collaborati più stretti di Palpatine erano a conoscenza della vera identità dell'uomo e dei suoi piani oscuri per la galassia. Evitare che scappassero era prioritario, se speravano di sistemare ciò che i Sith avevano causato.

"Sarà difficoltoso riuscire ad entrare, allora?" Chiese Padmè. "Immagino che non mi permetteranno di unirmi a voi adesso-"

"Padmè," la interruppe Sabè. "Credo che i Jedi lasceranno di sicuro passare te senza problemi."

"Cosa intendi?"

Sabè si rabbuiò e la fissò con un'espressione orribilmente simile alla pietà. "I Jedi hanno mostrato al Senato i filmati della navetta. Il rapimento da parte di Ventress, la rivelazione di Palpatine e la sua morte. E anche..."

Sabè esitò. "Anche?" La incalzò Padmè, mentre il presagio si trasformava in reale paura.

"Anche il messaggio di Anakin per te." Concluse l'ancella, ora lievemente a disagio.

"Molto romantico." Aggiunse quando Padmè, la fissò completamente a corto di parole.

Padmè le gettò un'occhiataccia e ignorò il suo sorrisetto. "Quindi..."

Sabè sospirò. "E' su tutto l'holonet. Vi siete fatti due grandi reputazioni durante la guerra. Tutta la galassia è interessata alla vostra storia."

"Oh mio creatore!" Esclamò Padmè, gettando la testa all'indietro.

"E tra parentesi," aggiunse Sabè, ora guardandola con un'aperta espressione divertita. "Anch'io sono molto interessata. Ora che non è più necessario mantenere il segreto credo sia arrivato il momento di condividere un po' di storie."

"Smettila." Borbottò Padmè. "Non c'è niente da condividere."

L'amica alzò un sopracciglio. "Sono abbastanza sicura che non sia così. Com'è che ti ha chiamata? Angelo mio-"

"Ciao Sabè." La interruppe Padmè chiudendole la chiamata in faccia.

Lanciò via il comunicatore e si prese la testa fra le mani. Tutti sapevano. Il segreto che avevano custodito tanto caramente negli ultimi quattro anni era di dominio pubblico. La galassia ne era a conoscenza. La Regina di Naboo lo sapeva, i Jedi lo sapevano, le sue ancelle lo sapevano, il Senato lo sapeva, sua madre lo sapeva. Oh, sua madre l'avrebbe uccisa. E anche Sola. E se fosse stata costretta a lasciare l'incarico in Senato? E se Jedi avessero espulso Anakin? Tutto il loro futuro appariva come un gigantesco punto di domanda.

Padmè sospirò e si fece forza. Una cosa alla volta. Afferrò un datapad e si infilò nella sua cabina armadio. Si infilò un abito blu scuro con una cintura di gemme abbinata. Poi si sedette alla specchiera, accese il suo droide parrucchiere, che iniziò a sistemarle i capelli in un'acconciatura ordinata. Nel frattempo, Padmè accese il datapad e scorse tra gli hologiornali.

Erano ovunque. Ogni testata annunciava il tradimento di Palpatine e la loro relazione. Ma non avevano niente di meglio di cui occuparsi? E come avevano potuto i Jedi darli in pasto ai media senza prima nemmeno avvertirli?

Il droide terminò la sua acconciatura e Padmè scattò in piedi come furia. Mentre attraversava la camera da letto, sentì un rumore di coperte e Anakin alzò appena la testa.

"Perchè sei vestita?" Le chiese, la voce rauca dal sonno e gli occhi semichiusi.

"Non preoccuparti. Tu continua a dormire." Disse piano Padmè, bloccando la sua marcia e sedendosi sul letto.

"Che ore-"

"Sht." Lo interruppe Padmè, appoggiando brevemente le labbra sulle sue. "Dormi, Any."

Anakin sorrise e chiuse gli occhi, riaddormentandosi all'istante. Padmè rimase a fissarlo per qualche secondo, la fronte rilassata e i capelli scompigliati e l'espressione tranquilla e pacifica che così raramente appariva sul suo viso. Padmè avrebbe voluto non doverlo svegliare mai nel mondo caotico in cui erano appena precipitati.

"Milady?"

La voce gentile di C3PO la riscosse dai suoi pensieri. Il droide protocollare dorato era fermo sulla porta.

Padmè si alzò in fretta e lo raggiunse in corridoio.

"C'è il Maestro Kenobi alla porta, Milady. Chiede di poter essere ammesso."

Padmè si irrigidì. Che diamine voleva Obi-Wan da loro? Sapeva che suo marito teneva molto a lui, ma personalmente lei non riusciva ancora a perdonargli la mancanza di azione che aveva manifestato quando Anakin era disperso.

"Fallo salire." Disse Padmè a denti stretti riprendendo la marcia verso l'ingresso.

Padmè era talmente furibonda che quando aprì la porta del salotto quasi la scardinò. Il Maestro Kenobi le comparve davanti, tunica perfettamente stirata e barda tagliata di fresco. Padmè soffocò l'impulso di sbattergli di nuovo la porta in faccia. Per quanto fosse infuriata a morte con i Jedi in quel momento, era anche una Senatrice e aveva delle responsabilità che non potevano essere dimenticate a causa dei suoi conflitti personali.

"Maestro Kenobi." Lo salutò freddamente, badando che il suo viso non trasmettesse nessuna emozione. "Posso esserle d'aiuto?"

Obi-Wan le lanciò uno sguardo quasi di commiserazione e la rabbia di Padmè schizzo ad altezze vertiginose. "Non trovi che queste formalità siano un po' inutili, Padmè? Ci conosciamo da anni e credo che tu sappia benissimo perché sono qui."

Padmè alzò un sopracciglio. "Tu non sei forse un membro del Consiglio Jedi e io una Senatrice del Senato Galattico?"

Obi-Wan apparve sorpreso, ma annuì.

"Allora queste formalità, come le chiami tu, sono assolutamente necessarie."

Obi-Wan accusò il colpo ed ebbe la decenza di apparire contrito. "Mi perdoni, M'Lady." Disse, abbassando il capo in un breve inchino. "Non intendevo essere scortese. Speravo solo di poter affrontare la questione di cui ti devo parlare come due amici, tutto qui."

Padmè strinse gli occhi. "Se il Consiglio Jedi vuole discutere con me di qualche argomento deve prendere contatti con il mio staff. Sabè vi fisserà un appuntamento non appena sono libera."

Padmè cercò di chiudere la porta, ma il Jedi la bloccò con la mano. "Lo so che Anakin è qui." Disse, abbandonando definitivamente il tono di educata cortesia. "Devo parlare con lui. È importante."

"No."

"No? Senatrice, capisco che le emozioni possano averle offuscato leggermente il giustizio, ma l'intera Repubblica è in pericolo. Se ha un minimo di rispetto per il suo popolo-"

Padmè perse la pazienza. Comprendeva benissimo quello che stava cercando di fare Obi-Wan: cercava di farla sentire in colpa, in modo che diventasse collaborativa, sottovalutando immensamente il rapporto tra lei e Anakin. Non era stato soprannominato il Negoziatore per caso. Be', per quanto le riguardava il Maestro Jedi stava per andare incontro ad una cocente sconfitta.

"Mi creda, Maestro Kenobi, ho il massimo rispetto per il mio popolo e per quello della galassia. So bene quello che è successo e riconosco che abbiamo davanti a noi moltissimo duro lavoro per aggiustare le cose. Noi tutti, dal Senato ai Jedi, siamo stati degli idioti arroganti, che si sono fatti manipolare come marionette da un assassino avido di potere. Quindi sì, riconosco anch'io che è necessario agire il più in fretta possibile. Ma siccome si potrebbe argomentare che nella nostra lotta per gli ideali ci siamo dimenticati degli esseri viventi della galassia, ignorando i danni che stavamo causando loro, questo è un errore che non intendo ripetere con nessuno e men che meno con colui a cui tengo più che all'aria che respiro."

Obi-Wan la stava fissando con gli occhi spalancati e l'espressione lievemente sorpresa. Padmè intuì che fosse stupito dalla sua reazione accalorata e che molto probabilmente non fosse a conoscenza della profondità del rapporto tra lei e Anakin.

"Anakin è esausto e sconvolto e lo lascerete riposare finchè non sarà lui stesso a dirvi che è pronto per incontrarvi, non un momento prima." Dichiarò Padmè. "E ora fuori da casa mia."

Stava per sbattere finalmente la porta, quando una risatina alle sue spalle la bloccò. Padmè si voltò e vide Anakin appoggiato allo stipite della porta del corridoio che li guardava sorridendo. Era ancora in pigiama ed era chiaro che si fosse appena alzato dal letto. Il sorriso sghembo con cui la osservava e la scintilla divertita nei suoi occhi la fecero quasi arrossire.

"Non sai quanto ti adoro quando fai così." Dichiarò, scuotendo lievemente la testa. Era il primo sorriso genuino che gli vedeva fare da quando era tornato su Coruscant e Padmè si sentì immediatamente più calma.

"Fallo entrare." Disse piano Anakin e Padmè aggrottò le sopracciglia. "Meglio togliersi subito il peso."

"Sei sicuro?" Chiese Padmè, con voce dubbiosa. Anakin non sembrava per niente riposato, aveva delle ombre scure sotto gli occhi, che sembravano tormentati da qualche oscuro dramma interiore.

Anakin annuì e si lasciò ricadere sul divano, stropicciandosi gli occhi con la mano sinistra. Padme fece un respiro profondo poi si spostò di lato e lasciò entrare Obi-Wan, che sembrava vagamente a disagio. Padmè si sedette di fianco ad Anakin, incombendo su di lui come un avvoltoio protettivo, e Obi-Wan si accomodò sul divano di fronte.

Tutti e tre rimasero in silenzio. Quando la situazione stava per sfociare nell'imbarazzante, Anakin si schiarì la voce. "Allora, Grievous che fine ha fatto?"

Se il tono casuale l'aveva sorpreso, Obi-Wan non ne diede segno sul viso. "Scappato con un piccolo gruppo di droidi. Stiamo perlustrando l'Orlo Esterno per stanarlo."

Anakin annuì ed esitò. "Ventress?"

"Sotto controllo al Tempio."

Anakin arricciò il naso, ma non commentò. Scambiò un'occhiata con Padmè e le offrì esitante la mano, che lei prese intrecciando le dita con le sue. "Avete visto la registrazione delle telecamere della navetta?"

Obi-Wan lo fissò in silenzio per alcuni lunghi secondi e Padmè potè quasi percepire l'elettricità tra i loro sguardi, cose se fossero impegnati in una complicata disputa mentale. "Anakin." Disse alla fine. "Sono informazioni sensibili, che riguardano solo l'Ordine." Non la guardò mai, ma Padmè percepì chiaramente che le parole volevano invitarla a lasciarli soli. Valutò brevemente l'ipotesi di tirargli un vaso di porcellana sui denti.

"Padmè rimane." Ribattè Anakin secco.

"Anakin, i Jedi sono la tua famiglia. Questa potrebbe essere considerata una questione di famiglia." Protestò Obi-Wan, sporgendosi in avanti verso il suo ex padawan.

"Ed è per questo che lei rimane!" Sbottò Anakin, stringendo i pugni e fremendo di rabbia. Padmè gli lanciò un'occhiata preoccupata e gli accarezzò piano le nocche della mano, facendogli rilassare le dita. Si concesse solo un piccolo sogghignò all'espressione colpita di Obi-Wan, che si ritrasse all'indietro sul divano e assunse un'aria decisamente meno invadente.

"3PO." Disse Padmè. "Puoi portare la colazione ad Anakin, per favore?"

"Certo, M'lady." Rispose il droide protocollare, sparendo all'interno dell'appartamento.

Anakin la fissò, alzando un sopracciglio. Padmè si limitò ad alzare le spalle.

3PO ricomparve poco dopo con una tazza tè caldo e un piatto di biscotti. Anakin le lasciò la mano e iniziò a mangiare.

"Allora," disse Padmè. "Illuminaci sul piano dei Jedi."

Obi-Wan aggrottò le sopracciglia, ma rispose con voce pacata. "Abbiamo bloccato il Senato. Stiamo controllando ogni senatore e ogni assistente e contatto di Palpatine, per scovare i suoi alleati. È palese che ne avesse."

Anakin annuì. "Ottimo."

"Maestro Kenobi," intervenne Padmè. "Hai dimenticato la parte in cui avete trasmesso i filmati della navicella in diretta in tutta la galassia. Compreso il messaggio privato di Anakin."

Anakin lasciò cadere un biscotto nel tè. "Avete fatto cosa?!"

Obi-Wan ebbe la decenza di apparire pentito. "Non avevamo altra scelta. Se avessimo manipolato il video sarebbe stato sospetto."

"Era un messaggio privato!" Sbottò Anakin. "Credo fosse facilmente intuibile!"

Obi-Wan aprì le braccia. "Mi dispiace, ma la situazione è disperata."

Anakin sbuffò e chiuse gli occhi, facendo dei respiri profondi per calmarsi. Padmè immaginò che stesse usando la Forza per rilassarsi e non strangolare Obi-Wan sul posto come si stava trattenendo lei.

"Okay." Mormorò alla fine. "Ventress?"

"Al Tempio. Quando tutto si sistemerà la consegneremo alla giustizia."

"Mi ha aiutato." Esclamò Anakin. "Avete visto i filmati. Ha ucciso Dooku. Ha catturato il Cancelliere. Senza di lei non ce l'avrei mai fatta."

Obi-Wan si irrigidì. "Per questo credo che tu debba venire al Tempio. La tua testimonianza è fondamentale per capire bene il da farsi."

Le spalle di Anakin si afflosciarono. "D'accordo."

"Mi dispiace che tu non abbia avuto più tempo riposare."

Anakin inarcò un angolo della bocca. "Ci sono abituato."

Padmè si alzò. "Vado a chiamare la scorta. Devo andare anch'io in Senato."

"Non ce n'è bisogno." Rispose Anakin, alzandosi a sua volta. "Ti accompagniamo noi. Due Jedi sono una scorta sufficiente per te?"

Padmè alzò gli occhi cielo al suo tono divertito. "Sì, se nessuno dei due ha intenzione di lanciarsi giù da un speeder in corsa."

"E' successo una volta. Una sola. Te ne dimenticherai mai?" Protestò Anakin.

Padmè sogghignò. "Mai."

Obi-Wan tossicchiò e entrambi si voltarono verso di lui. Arrossendo lievemente, Anakin si schiarì la voce. "Vado a cambiarmi e arrivo."

"Spero tu possa perdonarmi per essere entrato nella tua stanza al Tempio." Disse Obi-Wan, allungandogli una tunica Jedi piegata, che Padmè non aveva notato.

Anakin allungò una mano automaticamente, ma poi la ritrasse. "Non ce n'era bisogno. Ce li ho i vestiti."

Obi-Wan alzò un sopracciglio. "Vestiti puliti, intendevo. Quei quattro stracci bruciacchiati con cui sei tornato su Coruscant possono a malapena essere considerati degli indumenti."

"Anch'io intendevo vestiti puliti, Obi-Wan."

"Li hai già lavati?"

"No. Intendevo-"

"E' necessario affrontare adesso questa discussione?" Scattò Padmè, incrociando le braccia.

Anakin apparve a disagio e sparì in camera velocemente lasciando Padmè ed Obi-Wan da soli. Padmè si dedicò a fissare il Jedi con un'espressione impassibile.

"Come fa Anakin ad avere vestiti puliti qui?" Chiese all'improvviso Obi-Wan. Evidentemente la questione lo stava opprimendo al punto da vincere l'imbarazzo e porle direttamente la domanda.

"D'accordo che ho molti vestiti, ma credi davvero che non abbia liberato un parte della cabina armadio per Anakin?" Rispose Padmè alzando un sopracciglio perfetto.

Obi-Wan aprì la bocca, ma Anakin riapparve in quel momento, vestito di tutto punto e fu costretto ad interrompersi.

In silenzio uscirono dall'appartamento e si diressero all'hangar dove Obi-Wan aveva parcheggiato lo speeder, Obi-Wan davanti e Padmè e Anakin dietro. Anakin le aveva preso la mano e le stava disegnando cerchi sul dorso.

Quando raggiunsero il velivolo, Anakin si diresse verso il posto del pilota. "Guido io." Annunciò. "Devo rilassarmi."

Obi-Wan non protestò e fece per salire al posto del passeggero davanti, ma Padmè gli tagliò la strada, aprendo la portiera e salendo, fissandolo con un'espressione di sfida. Obi-Wan sospirò e si arrese, prendendo posto sul sedile posteriore.

Il viaggio avvenne in un silenzio imbarazzante. Anakin guidava stranamente piano, rispettando quasi i limiti di velocità, come se non volesse davvero arrivare a destinazione. Quando il Senato della Repubblica entrò nel loro campo visivo, Padmè rabbrividì. Sembrava davvero sotto assedio, con truppe di cloni che pattugliavano gli ingressi e navi Jedi che sorvolavano lo spazio areo.

Anakin mandò un codice di autorizzazione e dopo qualche minuto alcune navi si aprirono formando un corridoio in cui passare. Anakin manovrò la nave attraverso il blocco e atterrò su una piattaforma. Un clone si avvicinò loro e Padmè riconobbe il Comandante Cody della legione di Obi-Wan.

"Generale Skywalker, Generale Kenobi." Li salutò. "Senatrice Amidala."

"Puoi scortare la Senatrice Amidala al sicuro all'interno, Cody?" Chiese Anakin.

Padmè alzò gli occhi cielo. "Non c'è bisogno di-"

"Si invece." Protestò Anakin. "C'era un kriff di Signore di Sith che si aggirava per il Senato."

Padmè doveva concedere il suo punto di vista. Aprì la portiera e fece per scendere, quando la mano di Anakin si strinse alla sua e la ritirò all'interno. Padmè gli lanciò un'occhiata interrogativa, ma Anakin si limitò a metterle l'altra mano sulla guancia, accarezzandogliela delicatamente, e poi a darle un rapido ma intenso bacio sulle labbra.

"Ci vediamo dopo." Mormorò a qualche millimetro dalla sue labbra.

Padmè era sicura di stare sorridendo stupidamente co.e un'idiota in quel momento. Gettando uno sguardo allo specchietto retrovisore, vide Obi-Wan che fissava ostinatamente fuori dal finestrino, probabilmente vicino all'autocombustione per l'imbarazzo visto il colore rosso accesso delle sue guance.

"Ci vediamo dopo." Ribadì Padmè, stringendo un'ultima volta la mano di Anakin e smontando dallo speeder.

Cody la scortò lungo la piattaforma di atterraggio e Padmè si voltò giusto in tempo per vedere lo speeder di Anakin e Obi-Wan che spariva nel traffico di Coruscant.

***
BUON ANNO SKYCOSI!

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