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All the king's horses, all the king's men
Couldn't put me together again
'Cause all of my enemies started out friends
Help me hold onto you
- The Archer, Taylor Swift
***
Questa volta, Padmè irruppe nel Tempio direttamente dall'ingresso principale. Un paio di guardie completamente bardate di una strana armatura bianca fecero un debole tentativo di fermarla, ma non appena sfoderò la sua carta ID e la sua voce da senatrice arrabbiata, rinunciarono immediatamente e la scortarono nel centro comunicazioni, dove si trovava attualmente il Jedi che aveva richiesto di vedere.
Quando l'accolse, Obi-Wan aveva l'aspetto cadaverico di un condannato ai lavori forzati. Ombre scure gli cerchiavano gli occhi e aveva il viso più tirato di quanto glielo avesse mai visto. Padmè poteva scommetterci che non si era fermato un momento per riposare dalla fine della battaglia sopra il pianeta. Fu probabilmente la stanchezza a fargli esclamare in maniera informale, "Padmè?"
"Maestro Kenobi." Lo salutò Padmè, inclinando di un micrometro il capo.
Obi-Wan arrossì lievemente. "Perdoni la mia mancanza di buone maniere, Senatrice Amidala."
Padmè agitò una mano per segnalare che non era un problema.
Obi-Wan le lanciò un'occhiata incuriosita. "Cosa la porta qui all'improvviso?"
"Ho delle novità."
"Riguardo?"
Padmè si strinse nel mantello scuro che indossava e gettò uno sguardo preoccupato oltre la spalla di Obi-Wan, dove Mace Windu e Kit Fisto stavano fingendo in maniera pessima di non ascoltare ogni parola, mentre controllavano qualcosa su uno schermo. Il Maestro Windu in particolare continuava a guardarla di sottecchi. Per un attimo, Padmè esitò, timorosa di rivelare il loro segreto e mettere nei guai Anakin, ma quando incrociò i compassionevoli occhi di grigi di Obi-Wan, pieni di tristezza e abbattimento, ritrovò immediatamente la sicurezza di sé. Erano stati sette lunghi giorni di cocciuta speranza, che man mano che il tempo passava diventava sempre più sottile, sempre più effimera. Forse anche Obi-Wan aveva camminato avanti e indietro per la sua stanza, i pensieri rivolti al suo giovane apprendista sperduto tra le stelle.
"Ahsoka mi ha contattata. Ha trovato Anakin e lo sta riportando su Coruscant."
Stupore e sollievo si materializzarono per un secondo sul viso di Obi-Wan prima che la maschera impassibile da Jedi tornasse al suo posto, e aggrottasse le sopracciglia, e Padmè per un attimo dimenticò di essere incredibilmente irritata con lui per il suo comportamento alla riunione in Senato. "Perché ha contattato lei? Il Generale Tano era assegnata su Mandalore."
Ecco infatti. Quasi.
Padmè strinse gli occhi e buttò fuori l'aria dal naso. Si accorse di avere la mano destra stretta a pugno, una brutta abitudine a cui l'aveva contagiata Anakin.
"Perché sono l'unica a cui importa, Obi-Wan."
"Questo non è-"
"L'arrivo è previsto tra qualche ora." Lo interruppe Padmè, rivolgendosi direttamente a Windu, che aveva definitivamente deciso di intromettersi nella conversazione. "Preparate un hangar. La nave di Anakin è trascinata da quella di Ahsoka, quindi l'atterraggio potrebbe essere un po' difficoltoso."
Il Maestro Jedi sembrò sul punto di protestare, ma poi dovette riconoscere che Padmè stava dando della indicazioni molto sensate e si limitò ad annuire.
"E allertate il Centro Medico. Potrebbe averne bisogno."
Padmè osservò Windu allontanarsi lungo il corridoio e cercò di scacciare le immagine sanguinose di tutte le possibili ferite che Anakin avrebbe potuto avere.
"E adesso..."
Padmè si voltò verso Obi-Wan. D'un tratto, non sembrava più impassibile, solo molto triste e colpevole. Padmè sospirò e gli appoggiò una mano sul braccio.
"Adesso aspettiamo."
***
Anakin non si rese esattamente conto di come entrarono nell'orbita di Coruscant, trascinati dalla nave di Ahsoka e Rex. Aveva speso tutte le energie che gli rimanevano per coordinare l'aggancio delle due astronavi, la voce della sua padawan l'unico carburante che gli era rimasto, e la sua spossatezza aveva ridotto il trambusto del traffico di Coruscant ad un vago ronzio di sottofondo.
Il sobbalzo della nave che toccò terra svegliò Anakin dal torpore in cui era caduto. La rampa venne abbassata e un filo di luce filtrò all'interno dell'abitacolo. Anakin si coprì gli occhi, abituati alla penombra dello spazio. D'un tratto, tutto ciò che era successo su quella maledetta astronave gli crollò addosso all'improvviso. Realizzò di trovarsi nel cuore della Repubblica e di aver ucciso il suo Cancelliere. No, ricordò a sé stesso, un Signore dei Sith. Ma doveva ancora dimostrarlo. E se non gli avessero creduto?
All'improvviso, non riusciva più a respirare. Istintivamente, cercò di affidarsi alla Forza, ma i suoi sensi stanchi gli impedirono di concentrarsi e la famigliare energia calmante gli scivolò via come sabbia tra le dita.
"Skywalker."
Ventress si era alzata a fatica e stava in piedi su gambe instabili. Aveva alzato un sopracciglio e lo fissava confusa. Anakin deglutì a fatica e cercò di convincere i suoi polmoni ad espandersi e ad accettare l'aria. Appellandosi a tutta la sua forza di volontà, artigliò i braccioli del sedile e si alzò. Il mondo vorticò intorno a lui per qualche secondo, ma alla fine riuscì a recuperare una sorta di equilibrio. Barcollò fino a Ventress, che gli mise un braccio intorno alla schiena e lo stabilizzò.
"Non ti faccio strisciare giù da questa nave solo perché hai dato un piccolo contributo all'eliminazione di Dooku." Ringhiò Ventress.
Anakin esalò un risatina. "Non avevo dubbi." E poi tacque, perché lo sforzò di mettere un piede davanti all'altro senza cadere e senza vomitare era troppo grande.
Anakin e Ventress scesero dalla rampa sorreggendosi a vicenda, troppo esausti per preoccuparsi di che cosa li avrebbe aspettati una volta a terra. Anakin intravide un gruppo di persone che si stava avvicinando loro e guardandosi attorno vide che erano atterrati in un hangar del tempio Jedi. Il primo a raggiungerli fu Obi-Wan, che ignorò totalmente Ventress e afferrò Anakin per un braccio, aiutandolo a reggersi in piedi.
Anakin lo fissò e cercò di trovare negli occhi chiari del suo Maestro un po' di sicurezza. "L'ho ucciso." Mormorò. "Lui era-"
"Anakin." Disse piano Obi-Wan, e il tono rassicurante e famigliare riuscì in qualche modo a calmarlo in minima parte.
Obi-Wan, però, non riuscì a concludere qualunque cosa stesse per dire perché Padmè era arrivata correndo e d'un tratto erano l'uno nella braccia dell'altra e Anakin poteva di nuovo respirare. Si strinsero forte ignorando totalmente lo sguardo teso di Obi-Wan e quello degli altri Jedi che nel frattempo si erano uniti a loro. Anakin seppellì il viso nella spalla di sua moglie ed inalò il suo profumo delicato, cercando di scacciare l'odore del fumo e dell'elettricità e il fantasma delle parole di Palpatine. Tu la perderai e niente potrà mai evitarlo.
Padmè stava mormorando come un mantra il suo nome con un tono di voce che variava dal sollevato, al terrorizzato, all'infuriato. Anakin si ritrovò a sorridere inconsapevolmente. "Sto bene." Sussurrò.
Padmè sbuffò sonoramente e lo strinse ancora più forte, facendogli quasi male. "Ti conviene. Altrimenti sarò io stessa ad ucciderti."
Anakin avrebbe voluto ridere, abbracciarla ancora a lungo, baciarla e scappare con lei da qualche parte dove avrebbero potuto stare da soli, lontano dal caos in cui erano precipitate le loro vite, ma percepiva già altri Jedi che venivano nella loro direzione.
La terza persona che gli si avvicinò fu Ahsoka. Padmè lo lasciò andare con riluttanza, ma gli passò un braccio intorno alla vita con fare protettivo, accarezzandogli piano la schiena. Ahsoka lo salutò stringendoglisi al collo così forte da rischiare di strangolarlo. "Mi sono quasi stancata di salvarti la vita, Skycoso."
"Io no." Esalò Anakin.
Ahsoka sbuffò. "Giuro che se mi spaventi ancora così..."
"Furbetta." Disse Anakin, prendendola per le spalle. "Grazie." Disse piano, guardandola negli occhi.
Ahsoka lo fissò in silenzio ed annuì.
Intanto intorno a loro si era radunato un campanello di gente. Anakin riconobbe il Maestro Windu e il Maestro Fisto, che osservavano la scena con espressioni corrucciate. Si erano immediatamente concentrati su Ventress e l'avevano afferrata per le braccia. Lei non aveva protestato e Anakin intercettò il suo sguardo, gettandole un'espressione di scusa.
"Lei non- mi ha aiutato a..." Balbettò Anakin, frustrato dalla propria inabilità di formare una frase di senso compiuto. Intercettò lo sguardo di Obi-Wan. Il suo Maestro lo fissava con l'espressione più incerta che gli avesse mai visto. Era a pochi passi da loro e dava l'impressione di volergli offrire il suo aiuto, ma evidentemente qualcosa nella stretta possessiva di Padmè doveva dissuaderlo.
"Ventress deve essere curata." Riuscì ad articolare Anakin e le parole sembrarono spossarlo ancora di più. "Mi ha salvato la vita."
Non era esattamente la verità, ma tecnicamente non avrebbe mai potuto vincere e sopravvivere contro due Signori dei Sith da solo. La sorpresa danzò sul viso di Obi-Wan, che annuì lentamente e non mise in discussione le sue parole.
"Adesso andiamo dritti al centro medico." Ordinò Padmè perentoria e si diresse verso l'uscita dell'hangar, trascinandosi dietro Anakin, che riusciva a stare in piedi solo grazie all'appoggio di sua moglie. Ahsoka lo affiancò dall'altro lato e gli si infilò sotto l'altro braccio, aiutando Padmè a reggere il suo peso. Anakin le lanciò uno sguardo di gratitudine.
"Aspettate." Li interruppe Obi-Wan. "Deve prima fare rapporto. Dov'è il Cancelliere? Che cosa è successo?"
Ahsoka si voltò verso di lui con i denti scoperti. "Non era la tua priorità, ricordi Obi-Wan?" Ringhiò ed Obi-Wan indietreggiò istintivamente. "Il vostro interrogatorio dovrà aspettare."
Anakin sobbalzò colpito dalla veemenza della risposta di Ahsoka, e voltò appena la testa verso Obi-Wan. "La scatola nera della nave. Guardatela."
Non ebbe tempo di sentire o vedere la risposta di Obi-Wan, perché Padmè dovette decidere che stavano perdendo troppo tempo e ricominciò a camminare, non lasciando ad Anakin altra scelta se non di seguirla.
Mentre sfilavano via sotto lo sguardo confuso e teso dei Jedi, Anakin si chinò verso sua moglie e le appoggiò la guancia contro la tempia. "Sei il mio eroe." Sussurrò e Padmè ridacchiò.
"Come sempre."
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