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"Cara Annabeth,
sono rientrato a casa, ieri pomeriggio, e tu non c'eri.
Non ho capito subito che te ne eri andata. Lo sai che sono piuttosto sbadato.
Sono entrato in camera e il progetto della casa cui stavi lavorando non era più sulla tua scrivania.
Sapevo che non lo avevi ancora consegnato ai nuovi acquirenti, e questa cosa mi ha insospettito.
Così ho aperto l'armadio, e la metà dei tuoi vestiti non c'era più.
Sono uscito di corsa da casa, e ti ho cercata ovunque.
Ma, evidentemente, se adesso stai leggendo questa lettera, ala fine ti ho trovato.
So che mi sono comportato male, ma non avrei mai voluto che succedesse.
Semplicemente la situazione è diventata più grande di me, e non sono riuscito più a gestirla.
Non avrei mai voluto mentirti, né tenerti segreta una cosa del genere.
E tu sai quanto odio i segreti.
Ma adesso basta.
Non voglio perderti.
Ti dirò ogni cosa, anche se probabilmente non mi crederai.
Sono cinque anni che ti tengo nascosto questo, ma l'ho fatto per proteggere un amico che altrimenti rischierebbe la vita.
Conosci già i dettagli della morte di Luke, ma te ne sfugge uno in particolare.
Non è morto.
So che non mi credi, ma da cinque anni ti mento per proteggerlo.
È entrato nel FBI, e tramite le sue vecchie conoscenze si finge un infiltrato per incastrare colui che aveva commissionato la sua morte: Crono.
Quando è arrivata l'ambulanza, quel maledetto giorno, il suo cuore non batteva più. Poi hanno usato il defibrillatore, ed ha ripreso a battere.
Sono corsi in ospedale, operandolo d'urgenza e salvandolo.
Ma quando non aspettava altro che una visita da Talia, è arrivato un agente del FBI. Io ero presente, ecco perché sono stato coinvolto nel mantenere il segreto.
Mi tiene informato sugli sviluppi delle indagini, ecco perché a volte me ne vado dicendoti una bugia.
Ma adesso non succederà più.
Ti chiedo solo, Annabeth, di mantenere il segreto per il bene di Luke.

Ti aspetto a casa,

Percy."

Talia smise di leggere la lettera.
Il suo cuore batteva fortissimo, ed un'emozione incredibile si era impossessata di lei.
Annabeth era impallidita, tanto da doversi sedere sul divano.
-È vivo- sussurrò Talia- È vivo. È vivo. Annabeth, Luke è vivo!
La ragazza annuì, mentre prendeva il telefonino e componeva un numero.
Quando suonò di nuovo il campanello, Annabeth attaccò.
In qualche modo, sapeva che Percy era rimasto lì fuori, e ricevendo la sua chiamata era corso alla porta.
Talia aprì, e se un attimo prima era stata pervasa da un impeto di felicità, ora la rabbia si impossessò di lei.
Suo cugino l'aveva vista andare in pezzi, e poi rialzarsi lentamente.
Come aveva potuto tenerla all'oscuro?
E poi, tutto divenne lampante.
Quello strano senso di familiarità che aveva provato due giorni prima, quando quel ragazzo le si era avvicinato... era Luke!
E le impronte nella polvere nel suo vecchio appartamento...
Iniziò a tempestare di pugni Percy, ma lui le afferrò le mani.
A quel punto Talia urlò:- Dov'è?! Percy, dimmi dov'è!
-Talia, calmati!
-RISPONDIMI!
-Stamattina ha un'irruzione! Non puoi piombare così...
-PERCY, VOGLIO SAPERE DOVE VIVE!
-Apple Street 17.

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