5.

Come si fa a vivere quando tuo figlio sta per essere strappato dalle tue braccia?

Quando tutte le tue speranze crollano e ti ritrovi a piangere e a pregare Dio per far star bene il tuo bambino.

Piangi e ti disperi per lui, per il piccolo ometto che è stato in te per nove mesi e per un dannato momento, lo stai per perdere.

Pensi, pensi a quei momenti che hai passato con lui e come in un giorno all'altro, potresti non fare più quelle cose con lui.

Le torte insieme, i giochi, le coccole e le canzone che canti insieme a lui.

Ethan. Il mio piccolo ometto sta combattendo per la sua vita.

Il secondo uomo che amo di più nella mia vita, è in pericolo.

È passata una settimana da quel fottuto incidente e Ethan non vuole proprio svegliarsi.

Will invece sta bene, non era alquanto grave la sua situazione mentre quella di mio figlio si.

Perché alle volte il destino è così fottutamente crudele.

Prendersela con un bambino, il mio bambino.

Dopo che Ricky mi ha detto di Ethan e Will, Owen ha fatto venire il suo jet che ci ha portati immediatamente da nostro figlio.

Ho pianto e lo faccio ancora adesso.

Non mi capacito al pensiero che Ethan sta combattendo per la sua vita.

Lui dovrebbe gioire, giocare con me, la sua sorellina ed invece il destino ha voluto sfidarlo.

Oh buon Dio, ti prego fa che Ethan stia bene!

Will è sveglio, ha aperto gli occhi due giorni dopo l'incidente ma non possiamo ancora entrare a causa dello shock.

Ora sono seduta fuori la stanza di mio figlio, come una settimana fa ad aspettare.

Aspettando che quella vocina mi chiami.

Aspettando che Ethan apra quegli occhioni azzurri.

Heather è piuttosto nervosa, è come se riuscisse a sentire il dolore del fratello nonostante sia ancora piccolissima.

Non esco da quest'ospedale da una settimana e non voglio farlo.

Devo stare con lui sempre.

Owen è accanto a me che mi tiene stretta a lui cercando di farmi forza ma riesco a capire che sta male anche lui.

Cerca in tutti i modi di non piangere ma quando torna in ospedale con Heather, mi accorgo che i suoi occhi sono rossi per le lacrime.

Solo Dio sa quanto amiamo Ethan. Il nostro principino.

Apri gli occhi!

«Mrs Smith?», mi chiama il dottore e tenendo la mano a Owen, mi avvicino a lui.

Il suo sguardo è cupo, triste e ciò mi fa accapponare la pelle.

Ethan devi stare bene, ti prego.

«Vostro figlio sta rispondendo bene alle cure», inizia ed io tiro un sospiro di sollievo.

Il mio bambino è un guerriero.

«Però potrebbe rimanere paralizzato... La botta che ha preso quando era in macchina è stata talmente pesante da rompergli le vertebre lombari», dice e la mia pelle si riempie di brividi e gli occhi di lacrime.

«Non può essere operato?», domanda Owen cercando di non piangere ma la sua voce lo tradisce.

«Si, ma è un bambino di soli cinque anni, è un intervento troppo grande per lui e soprattutto ora che ha subito un trauma cranico, non lo consiglio», spiega il dottore ed io mi sento mancare l'aria.

Trauma cranico, paralisi, il mio povero bambino.

Perché lui? Perché lui deve soffrire così tanto?

Prima non cresce con la sua mamma per tre anni ed ora questo.

Non lo merita affatto.

Ricordo ancora quando il dottore mi disse che soffriva di depressione infantile.

Il mio mondo mi cadde addosso ma lo immaginavo, Ethan in quel periodo mangiava di meno e parlava pochissimo.

Si distraeva, piangeva sempre ed aveva incubi ogni notte.

Stava andando tutto bene fino ad adesso.

Perché il destino ce l'ha con lui?

«Si sveglierà?», domando con voce soffocata. Owen mi stringe di più a se.

«Non lo so Mrs Smith, ma il bambino sta davvero combattendo con le sue forze per aprire gli occhi», spiega il dottore ed io annuisco.

Usciamo dal suo ufficio e mi affaccio alla piccola finestra e l'osservo.

Non lo riconosco. Il suo bel viso, ora, è pieno di lividi.

Sulla testa ha una fascia bionda che gli copre tutti i capelli biondi.

È pieno di tubi e vorrei averli io al posto suo, nessun bambino merita questo.

«Hann vado a prenderti qualcosa da mangiare okay?», interrompe i miei pensieri Owen, annuisco e prima di andarsene mi da un bacio in fronte.

Mi siedo fuori la sua stanza e chiudo un po' gli occhi data la stanchezza ma una voce mi chiama.

È il dottore.

«Mrs Smith, il signor Fitzgerald ha parlato, ha chiesto di lei», spiega ed io annuisco e vado da lui però prima chiedo all'infermiera di tenere d'occhio Ethan.

Entro nella sua stanza ed anche lui è irriconoscibile. Ha un braccio rotto ed un livido sul viso, è stato fortunato.

Il suo sguardo è cupo, appena mi vede però fa un lieve sorriso.

Lo ricambio e mi siedo accanto a lui.

Tra di noi cala un silenzio quasi imbarazzante, ma Will è triste e si vede, come lo sono anche io.

«Hannah è sempre colpa mia», dice con un filo di voce per poi scoppiare a piangere.

Mi giro verso di lui e lo stringo fra le mie braccia, nonostante ciò che è successo tra noi gli voglio bene. È il papà del mio bambino.

Si stringe forte a me e caccia tutte le sue frustrazioni, piange e si dispera.

Il mio cuore è rotto, non riesco a sopportare tutto questo.

«Cosa è successo?», sussurro e lui si allontana asciugandosi le lacrime.

«Eravamo in auto, andava tutto così bene ma poi i freni hanno smesso di funzionare», spiega ed rimango interdetta sull'ultima frase.

«I freni hanno smesso di funzionare?», domando e lui annuisce.

Come è possibile?

«Non so come sia successo, faccio controllare l'auto tantissime volte, lo sai che sono un fissato», spiega, «ma i freni questa volta non hanno funzionato e mi pare una cosa alquanto strana».

È una cosa stranissima, è vero, Will fa controllare la macchina sempre soprattutto ora che ha un figlio.

Mi sembra una cosa alquanto strana che da un momento all'altro, i freni abbiano smesso di funzionare.

«Dovremmo parlarne con la polizia», suggerisce ed io lo guardo stupita.

«Non crederai mica che qualcuno ci stia facendo del male di nuovo?», alza le spalle.

«Non lo so Hannah, non so più nulla. Voglio solo che Ethan si svegli», continua ed io annuisco.

Gli lascio un bacio sulla guancia ed esco, ritorno da Ethan e ringrazio la donna che ha badato a lui.

Entro in camera e mi siedo accanto a lui.

Prendo la sua piccola manina e la stringo, il mio amore.

Il mio guerriero.

Una lacrima bagna il mio viso ma non importa.

«Amore di mamma... Ci manchi lo sai? Il tuo sorriso, i tuoi occhioni, le battutine che zio Daniel ti ha insegnato», inizio ma la mia voce è calata in un sussurro.

«Tu sei un guerriero amore mio, sei il bambino più forte del mondo quindi ti prego vinci questa guerra», continuo ed ormai le lacrime solcano sul mio viso.

Le asciugo e cerco di continuare a parlare.

«Ricordi quella canzone che cantavi sempre? Quella di Demi? Skyscraper... Quella che sembra esser scritta proprio per noi, la ricordi?»

Quella canzone è la sua preferita.
Parla che nonostante tutto, noi ci rialzeremo sempre come grattacieli.

Non importa quante volte ci facciano cadere, noi ci rialzeremo sempre.

«You can take everything I have
You can break everything I am
Like I'm made of glass
Like I'm made of paper
Go on and try to tear me down
I will be rising from the ground
Like a skyscraper
Like a skyscraper...», la canto fra le lacrime ma nulla, Ethan non vuole aprire quegli occhietti.

Abbasso il viso sul letto e piango quando però sento qualcuno stringermi la mano.

È lui. Il mio bambino.

«Mamma...», sussurra ed io mi alzo sorridendo fra le lacrime ma il suo viso è totalmente cambiato, è teso.

«Mamma, le gambe. Non sento le gambe», quasi urla e disperato cerca di aggrapparsi alle mie braccia.

Urlo all'infermiera di entrare ed io stringo il mio bambino cercando di calmarlo.

Gli spiegherò che non potrà camminare per un po' ma non adesso, ora voglio solo stringere il mio bambino.


Buongiorno e buon ferragosto a tutti! Vi lascio con un piccolo ricordo di Will e Hannah dato che abbiamo avuto un loro momento :3
Besitosss ( e sempre grazie!💗)

— Smjle

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