4.

I quattro giorni qui sono volati.

Dopo aver finito il nostro round, abbiamo cenato ed i giorni seguenti Owen mi ha portato a vedere un po' il resto della città.

Meravigliosa.

Ma la paura di vedere Jacob, mi ha fermata nell'uscire spesso ed Owen ha totalmente capito ed ha accettato questa cosa.

Nella mia testa si formulano milioni di domande, perché è qui?

E se volesse parlarmi?

Dio, sto diventando paranoica di nuovo.

Scrollo le spalle e termino di preparare la valigia.

Prossima destinazione: Parigi.

Sono così emozionata, amo Parigi e ho desiderato andarci fin da bambina ed ora finalmente posso avverare questo sogno con mio marito.

Owen sta facendo la doccia quindi ne approfitto per chiamare papà.

«Pronto?», risponde con il suo tono serio.

«Papà»
«Oh ciao piccolina, come va la vacanza?», chiede con voce affannata.

Ma sta correndo?

«Si, tutto bene, papà ma stai correndo?», domando ridacchiando.

Mio padre è tutto tranne che un tipo sportivo, ed io ho preso sicuramente da lui.

«Veramente rincorrevo tuo fratello Daniel», dice per poi scoppiare a ridere.

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo, fa sempre guai e papà ha sempre avuto uno strano rapporto con lui.

Con me, Mike, Laurence e Ricky, papà ci abbracciava mentre con Daniel doveva sempre sgridarlo per le sue marachelle.

Una volta si presentò a casa con in mano un pacchetto di preservativi. Papà gli chiese il motivo e lui alzò le spalle.

«Pensavo fossero palloncini», disse ridendo e si beccò un ceffone da papà.
E poi spiegò che li comprò solamente per fare uno scherzo a Mike.

Infatti prima mise un po' di farina e dopo lo riempì con l'acqua, mentre dormiva, glielo scoppiò in faccia.

Papà lo mise in punizione ma non servì a nulla perché Daniel più sta a casa, più ti fa passare le pene dell'inferno dopo.

«Perché?», domando ridendo anch'io.

«Tutte le mie mutande erano piene di tequila», spiega ed io continuo a ridere.

Owen esce dal bagno e mi guarda confuso ma io continuo a ridere pensando a papà che corre appresso a Daniel.

«Come stanno i bambini? Mi mancano», dico calmandomi e faccio segno ad Owen di avvicinarsi.

«Stanno bene, Ethan è venuto stamattina con Will ha portato le ciambelle a tutti, sai quanto gli piacciono mentre Heather è un angioletto», spiega ed io sorrido.

È vero, Heather è un angelo. Non piange molto e se lo fa, vuole solamente le coccole.

Owen mi accarezza il fianco e cerco di non ridere per il solletico, appoggio la testa sulla sua spalla mentre papà spiega quanto Heather mi assomigli e quanto sia divertente come mamma.

La mia mamma.
Quanto mi manca. Io ed Ethan l'andiamo a trovare quasi ogni giorno ed ogni volta, gli porta una rosa.

Poi alle volte gli racconta di quanto lui avesse voluto conoscerla e gli parla di Owen ed Heather.

Mentre io rimango accanto a lui che gli accarezzo i capelli biondi ed ammiro la sua innocenza.

Il mio bambino e la mia mamma.

«Daniel, mascalzone se ti prendo!», sento urlare papà e dopo aver borbottato delle scuse stacca facendomi ridere.

Owen mi osserva come solo lui sa fare e mi porta una ciocca dei capelli dietro l'orecchio.

Ho già detto quanto ami quest'uomo?

«Perché ridevi?», domanda ridacchiando.

«Daniel ha imbrattato le mutande di papà con la Tequila», spiego e annuisce continuando a ridere.

Non smette e ciò mi fa capire che anche lui sta immaginando la scena.

«I bambini?», domanda posizionando l'accappatoio nella valigia.

«Stanno bene, fortunatamente Heather sopravvive all'uragano Daniel», dico ridendo e lui sorride.

Chiudo la valigia e scendiamo per andare all'aeroporto perché fra un paio d'ore abbiamo l'aereo per Parigi.

Il direttore dell'albergo si avvicina e stringe la mano ad Owen, anche la receptionist si avvicina ed io la scruto.

«Spero che abbiate gradito il soggiorno italiano», inizia il direttore e noi annuiamo mentre io però ho la totale attenzione sulla donna.

Continua a tenere gli occhi fissi su Owen e ciò mi fa bollire il sangue.

La guardo ad occhi stretti e stringo Owen di più a me.

«Oh certo che si, però altre persone sono state più attente alla visione americana», dico ammiccando alla donna ed il direttore rimane confuso dalle mie parole.

Vedo Owen sorridere sotto i baffi e dopo aver stretto di nuovo la mano all'uomo, ce ne andiamo ma prima mi giro e mando un bacio alla donna.

Beccati questa.
Dio, alle volte agisco proprio come Daniel!

Saliamo nell'auto che ci porterà all'aeroporto ed Owen scoppia a ridere.

«Alle volte sembra che ho sposato tuo fratello», borbotta tra le risate ed io rido insieme a lui.

Ha ragione.

Non appena arriviamo in aeroporto aspettiamo il nostro volo e quando finalmente possiamo imbarcarci, una figura familiare cattura la mia attenzione.

Quei capelli, quella pelle. Dio, mi sembra di aver visto Jacob.

Non è possibile, mi sta seguendo?

No, Hannah non diventare paranoica. Non ti sta seguendo nessuno.

«Piccola, tutto bene?», mi risveglia Owen ed io annuisco.

Parigi stiamo arrivando!

                            •••
«Hannah, amore sveglia, siamo arrivati», sussulto quando la delicata voce di Owen mi sveglia.

Mi strofino gli occhi e sorrido quando lo trovo davanti a me.

Mi alzo e dopo aver preso le nostre valigie, ci dirigiamo verso un tipo che il cartello col nostro cognome.

«Bienvenue à Paris», dice l'uomo ed io sorrido fingendo di aver capito cosa abbia detto.

«Ci ha dato il benvenuto», sussurra Owen ed io gli sorrido grata.

Sono una frana in francese e in qualsiasi lingua. L'unica lingua che so è lo spagnolo ma solo grazie a mia madre.

«Oh, grazie, g-r-a-z-i-e», scandisco bene le parole per farmi capire dal tipo e lui scuote la testa divertito.

«So parlare inglese», dice l'uomo col suo adorabile accento francese ed io sorrido imbarazzata.

Owen ridacchia, gli do un pugno nello stomaco e finge di farsi male.

L'uomo ci accompagna in hotel e aspetto Owen per andare su.

«Amore andiamo?», domando e lui scuote il capo.

«Vai in camera, devo sistemare delle cose con Jordan, appena salgo voglio trovarti pronta, ti porto fuori», spiega ed io annuisco.

Entro in camera e se quella di Verona era bella, questa lo è ancora di più.

Le pareti sono azzurre e bianche con delle tendine dello stesso colore.

Un enorme letto con coperte di seta azzurre, ci sono dei mobiletti di legno di ciliegio e sopra uno di essi un'enorme televisione.

Che non guarderete, ammicca la mia vocina e solo ora capisco di cosa sta parlando.

Dio, come sono pervertita.

Apro la valigia e prendo un vestito, un vestito speciale.

Me lo ha comprato Owen quando siamo andati a fare compere per la luna di miele.

«Questo lo metterai a Parigi, la città che tanto amiamo», disse ed ora posso metterlo.

Il vestito è a spalle larghe con dei fiorellini. Molto carino.

Mi lavo e lo indosso. Mi trucco leggermente ed indosso un paio di orecchini sempre regalo di Owen.

Mi guardo allo specchio e sorrido alla mia visione.

Il mio corpo con la gravidanza è migliorato, ora ho più forme e mi sento così bene.

«Amore ecc-», sento Owen e non appena mi giro sembra quasi che la sua bocca gli caschi a terra.

«Wow», è l'unica cosa che riesce a dire e si avvicina a me.

«Come sto?», dico e l'unica cosa che lui fa è guardarmi ammaliato e sorride.

«Ben- Wow. Solo wow», dice ed io ridacchio.

«Okay marito, dove mi porti?», alza le spalle e scompare in bagno per lavarsi.

Odio quando non mi dice dove andiamo anche se alle volte ne vale la pena.

Quando finalmente mio marito è pronto, ci avviamo, dove? Non lo so.

«Ora ti bendo», lo guardo ed ammicco, lui ride.

«Pervertita», dice per poi bendarmi.

Ho seriamente paura del buio, stringo la mano di Owen e mi accorgo che siamo in macchina.

Quando però si ferma, scendiamo dall'auto e seguo Owen qualsiasi parte mi stia portando.

Mi sembra di sentir il suono dell'ascensore. Owen non fiata e ciò mi fa ancora più paura.

Quando finalmente l'ascensore si ferma, mi prende di nuovo la mano ed usciamo.

L'aria serale di Parigi mi accarezza il viso ed è una cosa bellissima.

Sento Owen dietro di me e quando toglie la benda, lo spettacolo che mi si presenta avanti è qualcosa di mozzafiato.

Riesco a vedere tutta Parigi.

La Tour Eiffel, Dio, è così enorme.

Mi volto verso Owen e lo vedo seduto ad un tavolo. Mangeremo qui? Davanti a questa visione?

Owen mi prende la mano e sposta la sedia e mi fa sedere.

Mangiamo tutto e ridiamo pensando ai giorni a Verona e alla tizia della reception.

«Via», dice all'improvviso Owen. Lo guardo confusa, allungo una mano sulla fronte per vedere se scotta.

«Tesoro stai bene?», domando e lui ripete via quando all'improvviso partono i fuochi d'artificio.

Mi giro e rimango sorpresa quando appare la scritta:' Te amo princesa'

Mi alzo e mi godo quella sorpresa mozzafiato quando sento Owen dietro di me.

Mi volto e lo bacio, Dio, lo amo con tutta la mia vita.

Nessuno ci potrà mai separare, mai.

                          •••
In due giorni Owen mi ha fatto visitare Parigi da cima in fondo.

Sono esausta!

Siamo stati al Louvre, abbiamo visto l'Arco di Trionfo, poi abbiamo fatto shopping sull'Avenue des Champs-Élysées.

Ed ora mi sto finalmente riposando fra le braccia del mio uomo quando però il mio cellulare squilla.

Mi alzo cercando di non svegliare Owen e rispondo.

«Pronto?», rispondo con voce appannata.
«Hannah sono Ricky devi tornare, Ethan e Will hanno avuto un incidente, sono in condizioni critiche.»


Damn. Quando avevano trovato un po' di pace, poof. Non odiatemi, io vi amo!
Besitosssss
— Smjle

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