3.
Sono sfinita. Quest'uomo è una macchina del sesso.
Dio, l'ho davvero pensato? Ah, sarà stato il troppo tempo con Daniel.
Nell'ultimo periodo abbiamo passato tanto tempo insieme dato che Owen è stato a New York per lavoro.
È venuto a stare da me per quel mese che Owen non c'era e me ne ha fatte passare di tutti i colori.
Una volta, ho portato Heather dal dottore e gli affidai Ethan.
Al mio ritorno, casa mia era irriconoscibile.
C'erano i giochi di Ethan sparsi per tutta casa e loro dove erano? In cucina a preparare pancakes.
La cucina era peggio del salone. Piena di zucchero e farina.
Per non parlare di quella volta che lo trovai a fare il pervertito sul mio letto, ripeto letto mio e di mio marito.
Lenzuola che poi ovviamente ho bruciato.
Sono abbracciata al mio uomo con la testa poggiata sul suo petto, riesco a sentire il suo cuore.
Alzo il viso e lo trovo a dormire, diversamente in aereo, ora dorme placidamente senza fare tutto quel fracasso.
Lo ammiro un po' ed è meraviglioso.
Il suo viso è così rilassato ed è coperto dalla barba che amo.
Gliel'accarezzo e lui mugola, ridacchio.
Sorride nel sonno ed ora sono io a trovarmi sotto di lui.
«Vuoi fare round due, Miss Smith?», sussurra malizioso ed io ridacchio.
Gli do una spinta e di nuovo sono io su di lui.
«Round due Mr Smith? Sarà al massimo la ventesima, non ho dormito per colpa tua», replico iniziando a baciargli il petto nudo.
In un attimo mi ritrovo di nuovo sotto di lui.
Inizia a baciarmi la pancia ed io inizio a ridere per il solletico.
«Smettila Owen, ti prego», urlo cercando di smettere di ridere.
Mi guarda sorridente e ritorna affianco a me.
Si sposta di più sul comodino e prende i suoi occhiali.
Mi alzo e mi godo quella visione.
«Allora, sei pronta per visitare Verona?», domanda con voce suadente allungandosi a me.
Annuisco entusiasta e dopo avergli lasciato un bacio, vado a vestirmi.
Canticchio sotto la doccia e dopo aver tolto la schiuma, esco.
Lego l'asciugamano e ritorno in camera dove trovo Owen parlare a telefono.
Sembra così attento, quando lo è si accarezza sempre il labbro, come sta facendo ora.
Mi avvicino a lui e lo abbraccio da dietro, inspiro il suo profumo e lo vedo sorridere mentre parla di lavoro al telefono.
Termina la chiamata e posa il cellulare sul comodino per poi girarsi verso me.
«Sei davvero sicura di non far il ventunesimo round?», sussurra malizioso ed io ridacchio allontanandolo.
«Va' a lavarti, voglio vedere Verona!», dico andando a prendere i miei abiti.
Ride e sparisce nel bagno.
Dopo essermi vestita, mi siedo sul letto e penso a quanto quest'uomo mi abbia cambiata.
In meglio.
Sono veramente felice ed è tutto ciò che abbia mai desiderato.
Subito dopo l'arresto di Jon e di Lily e la sentenza, Owen ha fatto di tutto pur che io mi dimenticassi di quel mostro.
Ha fatto in modo che i suoi giorni in prigione fossero lontani da noi, infatti lo ha fatto portare in Europa di nuovo.
Poi non mi ha lasciata sola un secondo.
Avevo gli incubi ogni notte, che lui potesse ritornare ed ogni volta Owen mi stava accanto pazientemente.
Ogni volta che mi arrivava un messaggio o chiamata, il panico prendeva il sopravvento ed insieme a lui abbiamo lavorato anche su questo.
Jon non poteva e non può più tormentarci e finalmente ora, sono dannatamente felice.
«A cosa pensi amore?», interrompe i miei pensieri Owen che ha solo un asciugamano alla vita.
Dio, è possibile rimanere incantata nonostante averlo in casa ogni giorno?
«Nulla», replico e lui annuisce.
Si veste velocemente e viene verso di me.
«Sei sempre più bella», sussurra vicino alle mie labbra.
Qualcosa vuole quando fa così. Alzo gli occhi al cielo e gli do un buffetto sul petto.
«Ruffiano, cosa vuoi?», ridacchia ed alza le spalle.
Mio, è tutto mio, per sempre.
«Non posso dire a mia moglie che è bella?», sussurra baciandomi dolcemente.
Arrossisco come al solito al suo complimento e dopo quel bacio scendiamo per avviarci alla nostra avventura a Verona.
«Devo avvisare alla reception che non pranziamo qua», dice Owen andando alla reception ma io lo fermo.
Non voglio che quella donna guardi ancora mio marito.
«Vado io», replico e sento Owen ridacchiare. Stronzo.
Arrivo alla reception e la donna sembra riconoscermi perché abbassa il viso.
«Mio marito voleva farle sapere che pranzeremo fuori», dico con un ghigno e lei annuisce imbarazzata.
Soddisfatta, ritorno dal mio uomo e prendo il suo braccio ed usciamo dall'hotel.
Owen non fiata ma continua ad avere quel sorriso che assume quando è divertito.
«Dove andiamo?», domando interrompendo il silenzio.
«Balcone di Giulietta», risponde sorridente.
Mi viene in mente quella volta quando eravamo a Miami ed io ero svenuta a causa del bruttissimo scherzo di Jon.
«Hannah, io morirei per te. Se ti succedesse qualcosa, io mi toglierei la vita subito. Facciamo che tu sei...um...tu, Hannah Davis sei la mia Giulietta. Ed io il tuo Romeo.», disse ed io gli baciai la guancia.
«Oh Romeo, perché sei tu mio Romeo?», replicai.
Ciò mi fa sorridere ed infatti Owen se ne accorge.
«Pensavo a quando tu mi avevi definito la tua Giulietta», dico e sorride.
«E lo sei ancora, morirei per te, soprattutto ora che abbiamo giurato eterno amore», replica ed io gli stampo un bacio.
Lo amo troppo.
Scendiamo dall'auto e ci avviamo a piedi.
Vediamo una splendida facciata ricoperta di mattoni con un portale in stile gotico, entriamo dentro.
All'interno c'è una statua di bronzo di Giulietta e si vede il famoso balcone dove i due innamorati si sono giurati amore.
Distolgo lo sguardo dal balcone quando noto che Owen continua a fissare la statua.
«Pensavo che Giulietta avesse tette più grandi», borbotta ed io gli do uno schiaffo e scoppio a ridere.
«Dai, fammi una foto, poi la facciamo vedere a Daniel», dice ed io ubbidisco.
Si mette in posizione, sorride e con le mani tocca il seno finto della statua.
Ridacchio e scatto la foto.
«Meglio che Romeo non sappia che hai toccato le tette alla sua amata», ride e mi lascia un dolce bacio sulla guancia.
Si avvicina alla guardia e parla un po' con loro.
Io nel frattempo resto un po' ad ammirare la statua di Giulietta.
Amava così tanto Romeo da morire per lui, cosa che farei anche io per Owen.
«Hanno detto che si può entrare, voglio affacciarmi al balcone», dice Owen venendo di nuovo verso di me.
Gli afferro la mano ed euforica seguiamo le altre persone che stanno salendo.
L'interno è meraviglioso, ci sono tantissimi abiti dell'epoca ed un letto.
Finalmente arriviamo al famoso balcone e ci affacciamo.
Mi tengo stretta ad Owen dato che soffro di vertigini e lui mi stringe a se.
Appoggio la mia fronte alla sua ed i nostri respiri diventano tutt'uno.
«A quale stella, a quale Dio
Devo la nostra passione
Chi vorrà mai su in cielo
Ma perché sei tu Romeo?»
Lascio Owen e sento giù una ragazza cantare, non capisco molto dato che parlo poco l'italiano ma ho capito Romeo.
«A quale stella, a quale Dio
Devo il suo candido cuore?
Si compia il sogno in fretta
Di Romeo e Giulietta
Combatterò se devo
Abbatterò quel muro
Ma se è un diritto mio
Dov'è il peccato, Dio?»
Continua a cantare e questa volta si aggiunge un ragazzo.
Owen nel frattempo mi traduce tutto e ciò mi fa rimanere ancora più ammaliata da quella canzone.
Mi volto e lo abbraccio.
«Vuoi ballare Miss Smith?», domanda ridendo ed io annuisco.
Ci facciamo trasportare da quella bellissima canzone e alla fine ci baciamo.
Un applauso generale interrompe il nostro bacio e solo ora mi accorgo che una ventina di persone ci stava osservando ed una ci ha perfino fotografato.
Sorrido imbarazzata e scendiamo giù.
Owen va dalla persona che ci ha scattato la foto ed io dai due ragazzi che cantavano.
«Wow siete stati fantastici!», dico e loro mi sorridono e ringraziano.
«Che canzone era?», domando.
«In Italia hanno fatto un musical 'Romeo e Giulietta -Ama e cambia il mondo, questa canzone si chiama proprio 'Il balcone'», inizia la ragazza.
«E allora perché non cantarla proprio sotto il balcone di Giulietta?», continua il ragazzo ridendo ed io faccio lo stesso.
Mi congratulo di nuovo con loro e ritorno da mio marito che nel frattempo è attento su qualcosa che ha in mano.
«Amore», si volta verso di me e mi sorride, mi mostra la nostra foto e i miei occhi si fanno lucidi.
Siamo così belli. Così felici.
«Sei la mia Giulietta, amore mio», dice stringendomi in un abbraccio.
Inspiro il suo profumo, profumo di amore e casa.
«Ma alla fine muoiono», replico ridacchiando e lui alza le spalle.
«Però abbiamo qualcosa in comune a loro», continuo e lui mi guarda confuso.
«Tua madre, mi odia», replico io e lui scoppia a ridere.
Da quella volta che in ospedale gli ho quasi tirato tutti i capelli, non ha mai chiesto di me ed io e Owen non ci siamo mai più avvicinati a lei o Nico.
Per il bene nostro e dei nostri bambini ed a noi è andato bene così.
Ci avviciniamo al muro dove ci sono tantissimi foglietti e ne scriviamo uno anche noi.
"Alla persona che mi ha donato vita e amore. Mi ha dato una meravigliosa figlia. Alla persona che amo più di qualunque cosa, che nonostante quanto fossi un disastro, è rimasto con me.
Owen Smith, ti amo.
Tua Hannah Davis Smith."
Chiudo il biglietto e torno vicino ad Owen che sta finendo di scrivere.
Appena finisce ce li scambiamo ed io lo leggo.
"Alla persona più bella del mondo, colei che ha reso il mio cuore un posto nuovo. A quale stella, a quale Dio, devo il suo amore? Grazie per Heather, grazie per avermi reso un uomo migliore.
Hannah Davis Smith, ti amo.
Tuo idiota, PER SEMPRE!"
Lo guardo e perché mi emoziono sempre?
Attacchiamo i biglietti al muro e usciamo fuori, lo abbraccio forte come gratitudine per tutto quello che fa per me.
«Ti amo», sussurra ed io sorrido.
«Anche io».
Ci avviamo in auto ed Owen ha detto che stiamo per andare a pranzare, finalmente perché ho una fame tremenda.
Appena arriviamo, scegliamo subito cosa mangiare ed in dieci minuti ho già qualcosa da mettere sotto i denti.
Owen però all'improvviso diventa serio ed io gli domando cosa è successo e lui mi fa cenno di guardare dietro di me.
Jacob è qui. Perché Jacob è in Italia?
Dannazione, non voglio rovinarmi la luna di miele.
Sospiro pesantemente e ritorno a guardare mio marito.
«Owen, voglio uscire di qui. Ti va di fare il ventunesimo round?», ammicco e lui ridacchia.
Non devo farmi vedere da Jacob, dopo che ho scoperto che lui ha mandato quel tipo a violentarmi, non gli ho parlato più.
Anche perché mi sento ancora così in colpa.
Paghiamo ed usciamo senza farci vedere, ce ne torniamo in hotel ed iniziamo quel famoso round.
•Oh damn, perché ora Jacob è in Italia? Who knowsss. Niente, vi amo.
Besitossssss
— Smjle💋
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