20.

Io ed Owen siamo in macchina ritornando da Starbucks dove siamo stati per quattro ore.

Le quattro ore più belle, però.

Amo passare del tempo con mio marito, soprattutto perché ciò me lo fa amare ancora di più.

Abbiamo parlato, riso e soprattutto ci siamo amati con gli occhi.

Ogni giorno ringrazio Dio per avermi donato una persona così bella al mio fianco.

Colui che mi ha resa una persona forte e alcune volte, anche positiva.

Una persona che non mi abbandona mai nonostante la mia vita sia un continuo casino.

Lui c'è, sempre.

«Domani la mia piccolina compie ventidue anni!», interrompe il silenzio mio marito facendomi sussultare.

Gli sorrido.

«Già ma non è carino dire l'età di una donna ad alta voce», lo rimprovero facendolo ridacchiare.

Mi accarezza i capelli avvicinandomi a lui e gli lascia un bacio.

Sorrido a quel gesto ed accendo la radio.

É una canzone che avevo già sentito a casa di Laurence quando ho badato a Seth e Natalie, deve essere quella della sua cantante preferita.

Ogni volta che la sento, mi ricorda me e Owen.

Che lo amerò sempre come se non fossi mai stata distrutta.

Lo dirò come se non fosse mai stato detto.

Che grazie a lui mi sento così felice e che é grazie a lui se non mi arrendo alle mie battaglie.

Ascolto la canzone con un sorriso stampato in faccia come anche Owen. Guarda la strada sorridendo, mi avvicino a lui e gli lascio un dolce bacio sul braccio.

Il braccio gli si riempie di brividi e sorrido ancora.

«Ti accompagno a casa, vado a prendere i bimbi e ordino qualcosa da mangiare va bene?», domanda Owen ed io annuisco.

Sono stanchissima. Ho bisogno di un bel bagno caldo.

Quando finalmente arriviamo a casa, scendo dall'auto lasciando un bacio a Owen che sfreccia via per andare dai bambini.

Sorrido pensando alla nostra bellissima giornata ed entro in casa.

Appoggio la borsa sul tavolo e vado direttamente in bagno iniziando a preparare la vasca.

Mi spoglio e immergo il mio corpo nell'acqua calda. Un lieve gemito esce dalla mia bocca e mi rilasso completamente.

Chiudo gli occhi godendomi l'acqua che mi accarezza la pelle e all'improvviso una parte di me è come se stesse ricordando qualcosa.

«Oh andiamo! È solo un bagnetto!», dice con tutta la sua cattiveria Jon.

Vedo me in una vasca impaurita, ho il viso spento e riesco a sentire la mia preoccupazione.

«Si, ascolta il tuo amore. È solo un bagno, non vogliamo farti nulla», continua la voce familiare di Jacob che si avvicina alla vasca dove Jon è appoggiato e mi accarezza il braccio nudo.

Vedo la me che rimane al contatto di Jon ma riesco a sentire la sua voglia di urlare e scappare via.

Cosa mi hanno fatto quei bastardi?

Dio. Ho i brividi al solo pensiero.

«La-lasciatemi andare», sussurro ma entrambi ridacchiano guardandosi negli occhi con una tale cattiveria.

«Oh nono, noi ora abbiamo iniziato il divertimento!», dicono per poi afferrarmi i capelli facendo sentire anche a me ora, il dolore.

La me del ricordo piange e si dimena ma resta zitta quando Jon immerge la sua testa nell'acqua.

Jacob continua a ridere mentre io vorrei urlare, vorrei dire di smetterla ma non posso. È un ricordo. Dio.

È questo che mi facevano?

Perché non lo ricordo?

Jon alza il mio viso che è pieno di lacrime.
«Questo è per quando non ci ascolti! Ora, esci di qui e ci soddisfi a entrambi!», urla ed io  scuoto il capo.

Jacob mi butta di nuovo con la testa sotto l'acqua e quando esco annuisco.

Apro disperatamente gli occhi e la bocca per prendere un po' d'aria.

Rivivere quel ricordo o meglio ricordarlo, mi ha portato un senso di soffocamento.

È davvero questo, quello che mi facevano quei due mostri? E Hugh allora non c'entra?

Mi hanno quasi uccisa, tutto per avere il loro piacere personale.

Sono disgustata.

Nonostante questo ricordo, so di avere altri buchi nella mia memoria.

È tutto così sfocato.

Ci sono troppe domande a cui non riesco a dare risposta.

Non riesco a sopportare tutto questo, non più.

Esco dalla vasca venendo persuasa da un getto freddo che mi fa rabbrividire.

Lego un asciugamano e vado in camera.

Sembra che Owen ed i bambini non siano ancora tornati, allora decido di chiamarli per sapere se va tutto bene ma due mani mi bloccano.

Non riesco a voltarmi per capire chi sia. Sento un ago entrare nel mio collo e dopo nulla, buio.

                                 ***
«Perché le facciamo questo?», domanda Jon rammaricato accarezzandomi il viso.

La me del sogno o del ricordo, sta dormendo beatamente ma con un viso triste.

«Non ti starai mica innamorando di una sedicenne?», domanda Jacob.

Jon mi guarda con un lieve sorriso mentre l'altro ha un espressione disgustata.

«Davvero Jon? Forse devo ricordarti il perché le stiamo facendo queste cose?», domanda ancora Jacob mentre Jon rimane a guardarmi con un viso triste.

«Perché Jacob? Perché? Perché devo picchiarla e fingere di essere un mostro quando io davvero la amo. Davvero vorrei renderla felice come la prima volta!», quasi urla Jon alzandosi e mettendosi di fronte all'amico.

«Ti dimentichi cosa ha fatto a mio fratello

                                       ***
Mi muovo faticosamente per il dolore al capo, un freddo bestiale mi trapassa le costole.

Non riesco ad aprire gli occhi ma qualcosa mi dice che non mi trovo a casa mia.

Con una mano faticosamente mi strofino gli occhi aprendoli finalmente e davanti a me trovo il viso sorridente di Jacob.

«Oh ti sei svegliata!», dice ridendo e ciò mi infastidisce ancora di più.

Lo guardo disgustata mentre con una mano cerco di prender la coperta e coprirmi perché sono completamente nuda.

Nuda davanti gli occhi di un mostro.

«Già ti ho vista nuda, cara Davis», dice ed io gli lancio un'occhiataccia.

«Dove sono? Cosa vuoi da me?», domando indietreggiando quando lo vedo camminare verso di me.

Vado a finire con la testa nel muro e ciò mi fa capire che non posso più scappare.

Ridacchia abbassandosi ed io scontro gli occhi suoi pieni di cattiveria.

Allunga una mano verso il mio viso ma io lo sposto. Deve togliere quelle luride mani di dosso.

«Farti pagare per ciò che hai fatto a mio fratello», sussurra sorridendomi.

La cosa che ha detto nel mio ricordo.

Ma ora, chi cazzo è suo fratello?

«Tuo fratello?», domando confusa.
Non ricordavo che Jacob avesse un fratello o meglio non ricordavo nemmeno di conoscerlo prima della riabilitazione.

«Si, il nome Justin.. Ti ricorda qualcosa?», dice camminando in questa piccola stanza.

Justin.. Justin.. No.

Non ricordo nessun Justin e cosa avrei fatto a questo ragazzo per meritarmi quella schifezza?

Dio.

Voglio andarmene da qui, voglio tornare a casa da mio marito ed i miei figli.

«No», rispondo seccamente mentre Jacob continua a camminare avanti e indietro.

Ridacchia fermandosi all'improvviso e venendo di fronte a me.

«Però ti ricordi di me», sussurra.

Purtropppo, si. Ma vorrei tanto dimenticarmi di lui.

Vorrei ricordarmi di tutti tranne di lui. È un mostro, non me l'aspettavo così insomma pensavo che Jon fosse il cattivo ed invece lui lo è.

Dio, cosa diamine sto dicendo?

Queste persone fanno schifo tutte. Meritano di soffrire come hanno fatto soffrire me, mi sento così vuota.

La sola vicinanza sua mi sta facendo venire un'angoscia assurda.

«Ricordi l'assurda cosa che tu mi hai fatto ricadere nei problemi dell'alcol e bla bla bla», dice e purtroppo devo annuire.

«Eppure quello non ero io..», continua.

Ma cosa sta blaterando. Io me lo ricordo, ricordo il suo viso sorridente quando veniva in camera mia.

Ricordo perfettamente quando ha bevuto e quando ha sniffato con me.

Ricordo i suoi occhi marroni guardarmi ogni volta felice. Li ricordo troppo perfettamente.

«Ebbene, mia cara Hannah non ero io. Era lui, mio fratello Justin», dice mostrandomi una foto.

Ci sono lui ed il ragazzo che ho visto al funerale di Jon. Sono identici, stessi occhi, stessi tratti marcati e poco gentili.

Quindi per colpa mia, suo fratello ha iniziato a drogarsi di nuovo?

Cazzo. Non ci sto capendo nulla.

«Io non me lo ricordo Jacob. Davvero, lasciami andare», lo supplico ma sembra non ascoltarmi.

Continua a camminare avanti e indietro, ridendo fastidiosamente.

«Lasciarti andare? Davvero, Hannah? No. Devi soffrire come ha sofferto lui», dice sedendosi di fronte a me.

«Per colpa tua mio fratello è andato in overdose più di dieci volte. Per colpa tua mio fratello ha rotto qualunque rapporto con la nostra famiglia. Per colpa tua mio fratello ha amato così tanto da distruggersi», continua parlandomi con un tono schifato.

«Perché si, si era innamorato della dolce Hannah. Colei che gli aveva fatto battere il cuore per poi distruggerlo, ti ricordi?», dice ed io scuoto il capo.

Non ricordo nulla.

Non sembrava innamorato di me, avevamo una bella amicizia ma niente di più.

Santo Dio, voglio solo mio marito. Voglio affondare il mio corpo nelle sue braccia e sentire il suo calore che ora ho tanto bisogno.

«Tu hai dato tutta la colpa a lui solamente per la paura di essere picchiata da Jon quando poi glielo dicevamo noi di farlo, lui non voleva perché come al solito, si era innamorato. Ancora devo capire cosa trovano in te ma va bene.. L'hai distrutto. Lo hai reso un uomo terribile. Ti venerava ed invece tu hai tradito la mia e la sua fiducia perché si, Hannah io avevo fiducia in te. Sembravi così gentile e pura ed invece.. Ti sei trasformata in un diavolo», dice ed i suoi occhi si fanno lucidi.

Io... Non volevo. Non volevo far del male a suo fratello, non ero in me. Ero un'altra persona a causa della droga. Mi piaceva far del male alle persone solo perché mi avevano fatto loro del male.

Avere del potere su qualcuno, mi rendeva felice e finalmente, qualcuno pendeva da me ed io potevo giocarci.

Ma non ne avevo intenzione. La droga mi stava mangiando il cervello, sarei morta.

«Ti prego, mi dispiace. Per tutto ma ora lasciami andare. Ti supplico», sussurro tremando.

Sono nuda in questa stanza gelida. Mi verrà un accidenti.

Scuote il capo uscendo dalla stanza. Sento le chiavi nella serratura e ciò mi fa capire che sono chiusa dentro.

Mi accascio al pavimento piangendo.

Ho freddo. Sono gelida. In più non so cosa sta per farmi quel mostro.

Voglio tornare a casa dai miei bambini.

Mi sento stanca e senza forze, mi sento in colpa per tutto ciò che ho fatto a quel Justin e soprattutto per aver coinvolto la mia famiglia.

Per colpa mia il mio bambino è su una sedia a rotelle e probabilmente ora, Owen sarà disperato.

Sua moglie è scomparsa da un po' di tempo e lo immagino già nel panico e si starà toccando quei bellissimi capelli.

Sorrido.

Mi accoccolo di più nella coperta cercando calore ma inutilmente.

Sento la porta aprirsi di nuovo, vedo Jacob con in mano strani oggetti.

«Ora mi diverto», dice avvicinandosi con un oggetto e mi strattona violentemente.

Una scossa.

Il mio corpo si rilascia facendomi cadere a terra.

Urlo per il dolore che si propaga per tutto il corpo.

Sento i capelli essere presi, mi alzo senza la coperta rimanendo a corpo nudo davanti a Jacob.

«Ora, dato che ti piaceva molto veder mio fratello sniffare... Ora lo farai tu. Davanti a me», dice mettendomi avanti una bustina.

La apre mettendola sul tavolino, mi butta avanti ad essa e mi porge un dollaro arrotolato.

La guardo. La tentazione è alta.

Vorrei farlo ma no, non devo. Cosa insegnerò ai miei figli? Di usare queste schifose sostanze, no.

«N-no», biascico alzando il viso verso di lui e mi sorride in modo macabro.

Mi prende di nuovo i capelli dandomi uno schiaffo che mi fa girare il viso.

La pelle mi brucia.

All'improvviso va tutto così lentamente, sento uno sparo. Jacob lascia i capelli cadendo a terra privo di vita, cosa che faccio io.

Tremo.

Vedo mio marito correre verso di me e mi prende fra le sue braccia mandandomi tutto il calore che ha.

«É tutto finito, amore mio. È tutto finito», dice cullandomi.

È finito tutto.

Ora finalmente possiamo essere una famiglia normale.

Io, il mio ricominciare e i nostri bambini.

                                THE END.

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