32 Rebecca.
-Becky, Chris, so che siete lì dentro. Volete aprire questa dannata porta o devo buttarla giù?!- Rebecca si alzò di scatto, Christopher pure. Sentirono battere di nuovo alla porta, poi Daniel urlare: -Volete aprirmi sì o no?!-
-Sta zitto Dany, lasciaci dormire.- mormorò Rebecca tornando a stendersi a letto e arrotolandosi tra le coperte. Christopher sorrise e si stese accanto a lei abbracciandola, facendo sorridere lei questa volta.
-Dai Becky, apri la porta. La colazione è quasi pronta, sono le sette.- Rebecca sbadigliò ancora prima di sbuffare.
-Sei una pizza, Dany.- mormorò sul cuscino, facendo ridere Christopher al suo fianco. La ragazza decise quindi di alzarsi controvoglia per aprire la porta al fratello, ma quando si tolse le lenzuola di dosso ebbe improvvisamente freddo. Si guardò il corpo e quello di Chris imbarazzata e con le labbra schiuse. -Ma allora non l'ho sognato.- disse, girandosi verso Christopher. -Era tutto vero.-
Christopher annuì e la baciò piano. -Adesso apriamo.- aveva poi urlato lui dopo aver dato a Rebecca un altro bacio a stampo. -E sarà meglio farlo altrimenti l'amico di sotto non riuscirà a contenersi ancora per molto.- sussurrò Chris sulle sue labbra, divertito dalla situazione e decisamente di buon umore.
Rebecca rise e si alzò prendendo il suo pigiama da terra e lanciando a Chris il suo. In pochi secondi si rivestì e stette quasi per aprire la porta quando il ragazzo la bloccò e le indicò la maglia che era stata messa al rovescio. Dopo aver aggiustato la maglia, aprì la porta rivelando un Daniel decisamente impaziente e dallo sguardo di fuoco. -Si può sapere che diavolo vi è preso?- urlò entrando in stanza con la sua vestaglia blu in pile. -Sono lì fuori da dieci minuti! Vi ci voleva così tanto per svegliarvi e aprire?-
Rebecca scoppiò a ridere alla vista di suo fratello così fuori di sé. Si portò una mano sul viso e la lasciò lì mentre scuoteva la testa. -Dany, sono le sette. Sai che ora come ora è difficile per me svegliarmi la mattina.-
-Poi stavamo solo dormendo.- continuò Chris grattandosi la testa. -Non vedo cosa ci sia di male nel dormire e non aprirti la porta.-
-C'è di male che vi siete chiusi a chiave in camera insieme. Fino a ieri neanche vi parlavate e stamattina vi ritrovo a dormire nello stesso letto, con il sorriso già a prima mattina, come se lo spirito del Natale abbia agito su di voi in anticipo di un giorno!- sbracciò Daniel rendendosi ancora più ridicolo davanti agli occhi di sua sorella e il suo migliore amico.
-Non c'entra niente lo spirito del Natale, Dany.- rise Rebecca incrociando le braccia al petto. Erano anni che per lei il Natale in sé non aveva più importanza, da quando era morto Terrence quella festa, per lei, non aveva più un senso. Poi col tempo aveva anche scoperto che il Natale non era una festa cristiana; in realtà aveva origini pagane derivanti dai Celti che festeggiavano il dio del Sole e dai Romani che festeggiavano i Saturnali, dedicati all'insediamento del tempio di Saturno, il dio dell'agricoltura. Quindi perché mai festeggiare una festa del genere, che aveva origini pagane, spacciandola per festa cristiana? Nella Bibbia non c'era neanche scritto che Gesù era nato il 25 dicembre. Daniel sapeva ciò che lei pensava del Natale, quindi le parve strano che avesse attribuito il loro buon umore allo spirito del Natale.
Però evidentemente aveva sbagliato a contraddire suo fratello ad alta voce, perché Daniel cambiò espressione rendendola ancora più shoccata. -Chris, non ti sei scopato mia sorella, vero?- quasi sussurrò volgendo lo sguardo al suo migliore amico. -Vero?!- ripeté, alzando la voce.
Christopher schiuse le labbra non sapendo cosa dire e Daniel fece un passo avanti verso di lui. Rebecca si mise in mezzo giusto in tempo, salvando molto probabilmente Christopher dal ricevere un pugno in faccia. -Daniel, stop.- disse con voce autoritaria, come quando parlava con Eros per insegnargli i comandi principali come zampa o seduto.
Suo fratello si fermò e assottigliò gli occhi. -Con che coraggio lo avete fatto, Becky? Di là di sono mamma e papà, nell'altra stanza c'ero io, dannazione!-
-Daniel, mi dispiace, io-» Rebecca alzò la mano zittendo Christopher che aveva cominciato a parlare per scusarsi.
-Dany, questa notte è stata la più bella di tutta la mia vita. Sai bene quanto io sia innamorata di Chris e stanotte sono stata così bene..- disse piano Rebecca prendendo le mani di suo fratello.
Daniel si addolcì un po'. -Ma Becky, se le cose non dovessero cambiare, tu come starai dopo, sapendo che hai perso la cosa più preziosa che avevi con il ragazzo che è la causa di tutto?-
-Non so cosa succederà, ma Chris è rimasto con me. Forse tornerà ad essere arrabbiato, forse tornerà ad ignorarmi, o forse potremo ricominciare insieme. Sta di fatto che io non ho perso nulla, perché ho donato la cosa più preziosa che avevo alla persona che io ritenevo giusta e tu lo sai. Fidati di me, Dany. So di aver fatto la cosa giusta.-
Daniel abbassò lo sguardo, poi abbracciò sua sorella. -Ho esagerato, piccola.- le disse, poi le baciò la guancia. -Mi dispiace essere stato così scorbutico.-
-Più idiota direi.- rise Christopher grattandosi la testa.
-Tu sta zitto che ho ancora voglia di tirarti un pugno.- disse Daniel continuando ad abbracciare sua sorella, al che Christopher rise.
Poi strappò praticamente dalle braccia di Daniel la ragazza, facendola girare tra le sue braccia e dandole un bacio a stampo sulle labbra. -Posso coccolarla un po' io? Sai com'è, ci hai bruscamente svegliati.- mormorò Chris mettendo le sue braccia attorno al ventre di Rebecca.
Daniel alzò gli occhi al cielo. -Guarda te. Prima non si parlano e poi finiscono per restare appiccicati come due cozze, il tutto nell'arco di nemmeno un giorno. Giovani, valli tu a capire.-
Rebecca e Chris risero ascoltando Daniel e osservandolo uscire fuori dalla stanza. Risero così tanto che dovettero tornare a stendersi sul letto, l'uno accanto all'altra, spalla contro spalla. -Questo è il risveglio più insolito che io abbia mai avuto.- disse Rebecca ridendo. Si girò verso Chris e lo guardò negli occhi.
-Ma anche il più bello, non è così?- le chiese lui accarezzandole la guancia.
Lei annuì. -Ora che succederà?-
Christopher diede un altro bacio a Rebecca, quasi a voler compensare quelli che in tre settimane non si erano dati. -Non lo so, Becky. Stanotte ti ho detto che non me la sentivo di tornare con te e ora invece sento di non riuscire a fare a meno di te. Mi hai stregato ed io non lo so come mi sento, ma so che ti amo. E, se tu vorrai, potremmo provarci. Ma questa volta voglio che ci diciamo tutto, qualsiasi cosa, perché non devono esserci bugie tra di noi. Per te va bene?-
Rebecca fece un sorriso immenso e gioioso. Tornò ad abbracciare Christopher, poi lo riempì di baci. -Te lo prometto, niente più bugie. Mai, mai, mai più!- promise, stringendo ancora Christopher. -Mio Dio, non ci credo che mi stai dando un'altra possibilità.-
Christopher accarezzò Rebecca in viso. -Neanche io, Becky, ma quello che provo per te è troppo forte perché io possa accantonarlo. Sono stato innamorato solo di te per anni, poi arriva ad un certo punto nella mia vita una ragazza che riesce a mettere in dubbio ogni cosa, per cui perdo la testa, e poi scopro che quella ragazza sei sempre tu. Ho amato ogni parte di te, Rebecca. E vederti adesso in questo mix di entrambe mi eccita da morire.-
Rebecca abbracciò di nuovo Christopher prima di baciarlo. -Ora scendiamo che non voglio che Daniel spifferi tutto a papà o a Vincent.- lei sorrise sulle sue labbra, lui le baciò il sorriso.
-Va bene, bambolina.-
Bambolina. Rebecca avrebbe voluto urlare dalla gioia. Erano settimane che non la chiamava così, o meglio, che non chiamava Beth così perché Beth ormai non c'era più. Era Rebecca, solo Rebecca, e Christopher aveva appena chiamato Rebecca "bambolina", proprio come chiamava Beth, ad attestare che quell'unione tra i due mondi gli piaceva e che ci avrebbe provato davvero se solo Rebecca, questa volta, non gli avesse mentito.
Insieme scesero al piano di sotto andando in sala da pranzo, dove Jocelyn e Myranda stavano apparecchiando la tavola parlando con Savannah che allattava il piccolo Jason. Philip invece dava da mangiare ad Eros, che probabilmente era andato via dalla stanza quella stessa notte prima che Rebecca chiudesse a chiave la porta, mentre Daniel e Vincent osservavano la neve cadere mentre bevevano probabilmente un the' caldo dato il fumo che usciva dalle tazze.
Quando i ragazzi fecero il loro ingresso, Savannah urlò -Heilà, guardate un po' chi si sta avvicinando tenendosi per mano. E chi lo avrebbe mai detto che la vacanza avrebbe già portato i propri frutti?- dopodiché diede uno sguardo al suo bambino dicendogli -Tu invece stai tirando un po' troppo, dovresti fare meno male alla mamma, sai?-
Christopher attirò a sé Rebecca mettendole una mano attorno alla vita. -Questo si chiama karma, sorellina.-
Rebecca rise e si sentì in imbarazzo sotto lo sguardo di tutti, soprattutto quello di Daniel e suo padre. -Allora ecco dov'era finito Christopher, Daniel. Era con tua sorella.- disse Philip prendendo posto a tavola accanto a sua moglie. -Ditemi, ragazzi, preferite uova e bacon o crepês con crema alle nocciole?-
Rebecca si sedette accanto a Savannah e Christopher accanto a lei. -Io prendo una crepês.- disse Rebecca prendendo una frittella già ben arrotolata. -Ho una fame pazzesca questa mattina.-
Christopher si avvicinò al suo orecchio e, prima di darle un piccolo bacio, le sussurrò -Chissà perché.- facendola arrossire.
La colazione proseguì meglio del previsto, soprattutto dal momento in cui Daniel aveva accantonato la gelosia fraterna ed era tornato ad essere il ragazzo giocherellone di sempre. Finita la colazione, Rebecca prese le sue pillole non facendosi vedere da nessuno come di consueto, dopodiché andò a lavarsi e a vestirsi per poter passare la giornata a Manhattan assieme alla sua famiglia e quella del suo.. amico? ragazzo? Nonostante avessero passato la notte a fare l'amore, Rebecca non sapeva ancora come definire Christopher. Sembrava averla perdonata, le aveva addirittura dato un'altra possibilità, ma Rebecca ancora non sapeva se potevano o meno definirsi una coppia. Forse non era ancora il momento di deciderlo, forse doveva lasciare le cose andare da sé. E come stavano andando nelle ultime dodici ore erano perfette.
Indossato un maglione beige a collo alto e corto fino all'ombelico, una gonna marrone a vita alta che arrivava poco più su del ginocchio, un paio di stivaletti dello stesso colore della gonna e un cappotto beige, Rebecca finì di prepararsi truccandosi poco gli occhi e spruzzando un po' di profumo. Dopodiché rifece il letto, prese il collare e il guinzaglio di Eros, legò il cucciolo sentendo che gli uomini erano pronti e che aspettavano solamente le donne in salotto.
Rebecca scese le scale tenendo ben stretto Eros che avrebbe voluto correre per casa rischiando di far capitombolare la sua padrona, poi arrivò in salotto. -Wow, sono davvero la prima ad essere scesa?- scherzò Rebecca, perché conoscendo Jocelyn e Myranda era sicura che sarebbe stata la prima.
Vincent e Philip sussurrarono in coro -Non me ne parlare.- facendo ridere tutti in salotto.
Rebecca si sedette accanto a Christopher, che le baciò la guancia. -Sei davvero bellissima.- le disse prendendole la mano.
Rebecca osservò l'abbigliamento di Chris: maglione a collo alto bianco, pantalone a sigaretta stretto alla caviglia, mocassini al piede. -Sei decisamente bellissimo anche tu.- sussurrò Rebecca all'orecchio di Chris, dopodiché poggiò la testa sulla sua spalla e sbadigliò. -Non immagini quanto io stia sentendo la mancanza di sonno.-
-Ero sveglio insieme a te, Becky. So bene quanto tu la stia sentendo.- il ragazzo rise e anche lei lo fece. -Facciamo così: stasera ce ne stiamo a letto senza uscire, guardiamo "Una Poltrona per Due" in tv e poi si vedrà. Ci stai?-
Rebecca sentì già l'eccitazione crescere. -Ci sto.- disse, sperando che quel "poi si vedrà" fosse riferito a quello che lei pensava: ovvero trascorrere la serata tra baci ed effusioni come avevano fatto durante la notte scorsa.
A conferma di ciò, Christopher mormorò -Se ci arrivo a stasera.- accarezzando la schiena di Rebecca.
Ma di certo lì, davanti ai suoi genitori e quelli di lei, non poteva permettersi di andare oltre. Il desiderio rimase quindi ben presente in entrambi, durante tutta la mattinata.
Ciononostante, rivedere New York fu a dir poco incredibile. Completamente bianca e addobbata a festa, la Grande Mela era davvero suggestiva. A Central Park si sentiva odore di dolci e zucchero filato; i negozi di giocattoli erano aperti e la gente entrava ed usciva a fiumi; le persone giravano con decine di borse in mano a testa nella speranza di riuscire a concludere i regali; poi c'erano i soliti newyorkesi che camminavano con una ventiquattrore in una mano e il cellulare nell'altra, mentre parlavano di affari probabilmente. Stava di fatto che quel giorno le famiglie Lewis-Cooper si divertirono da matti.
All'interno del Central Park era stata allestita una pista di pattinaggio sul ghiaccio e tutti, tranne Myranda che non sapeva pattinare e aveva tenuto Jason, avevano voluto provarla. Rebecca si sentì una pattinatrice sul ghiaccio e provò a imitarne le mosse facendo ridere tutti. -Sei una ballerina fantastica, ma come pattinatrice fai un po' schifo- le aveva detto Christopher, poi l'aveva baciata sulle labbra ridendo insieme a lei.
Quel giorno sembrò quasi un sogno per Rebecca, che da tre settimane stava vivendo una vita di lacrime e pensieri tristi. Ora invece, grazie a Christopher era tornata a sorridere, a sentirsi rinata, viva, ma soprattutto in pace con sé stessa. Lui era la sua fonte di felicità, si rese conto. Da quando Terrence era morto nessuno, tranne Christopher, era stato in grado di smuovere il suo umore essendone addirittura la causa di ogni sfumatura. Christopher era il suo angelo, molto probabilmente. Era il suo angelo e lei ne aveva ignorato la potenza fino a qualche mese prima, quando il fato aveva voluto che si incontrassero davvero, che si scoprissero davvero.
Ne avevano passate tante da quando si erano incontrati quella sera di settembre alla festa in spiaggia. e ora si ritrovavano ad essere solo sé stessi e ad amarsi per quello che erano, non per quello che volevano far credere agli altri. E faceva stare entrambi così bene.
Alle due del pomeriggio le loro famiglie si fermarono a vedere lo spettacolo de "Lo Schiaccianoci" tenuto dal New York City Ballet. Rebecca rimase così estasiata da quello spettacolo da affermare che, un giorno, avrebbe anche lei voluto partecipare ad uno spettacolo del genere. -Un giorno lo farai, Becky.- le assicurò Chris mentre uscivano dal teatro. -Venerdì avrai un colloquio con la Juilliard, solo dei pazzi non noterebbero il tuo talento quindi puoi dirti già ammessa.-
Rebecca sorrise e baciò Chris con un bacio a stampo. -Non so come io abbia fatto queste tre settimane senza di te.-
-Anch'io non saprei stare senza di me, in effetti. Penso che mi mancherei.-
La giornata passò in fretta e, verso le cinque, quando era ormai buio, i loro genitori decisero di andare a comprare qualcosa per la cena mentre Rebecca e Christopher insistettero per tornare a casa perché, a detta loro, si erano stancati troppo durante la giornata. Arrivati a casa, Rebecca lasciò Eros a girovagare per le stanze mentre lei si girò verso Christopher e gli prese il cappotto.
-Possiamo anche anticiparla la serata, vero?- disse a voce bassa guardando Chris negli occhi.
Il ragazzo capì al volo e prese Rebecca per mano. La portò al piano di sopra, nella stanza di lei, e non fece neanche in tempo ad aprire la porta che lei gli gettò le braccia al collo e lo baciò con passione e intensità. -È da stamattina che ti voglio, Chris.- sussurrò lei lasciando cadere il cappotto e togliendo quello di Christopher.
Il ragazzo le mise una mano sul fianco e la tirò di più a sé. Petto contro petto. Sguardo contro sguardo. -Allora sai benissimo come mi sento io, perché è da quando mi sono svegliato che muoio dalla voglia di tornare a fare l'amore con te. E stavolta senza preoccuparci che qualcuno possa sentirci.- disse Christopher accarezzando con i polpastrelli la schiena di Rebecca da sotto la maglietta. -Permetti adesso di lasciare che sia io a guidare il gioco?-
Rebecca sorrise e avvicinò il suo volto a quello di Christopher accarezzando il suo collo con le unghie. -Con estremo piacere.- sussurrò, dando il via alle danze.
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