24 Christopher.

Era domenica e Chris aveva finito da poco la partita di polo con una sconfitta, ma ciò nonostante la sua squadra si era ugualmente qualificata per la finale con un punteggio alto. Non appena era sceso dal cavallo, Rebecca gli era corsa incontro e gli aveva gettato le braccia al collo. Lo aveva baciato, lì davanti a tutti, e gli aveva detto che era stato fantastico. «Tu sei fantastica» le aveva sussurrato Chris sulle labbra senza trattenersi dal sorridere apertamente, poi l'aveva ribaciata. 

Stare finalmente con Rebecca era un sogno che diventava realtà, ma era da un po' che provava dentro di sé un senso di irrequietezza. Chris pensava fosse a causa di Beth, dei suoi sentimenti nei confronti dell'amica e del bacio del mercoledì precedente che lo aveva colto di sorpresa e aveva acceso di nuovo in lui il desiderio che aveva cercato di sopprimere. Era più forte di lui, Beth era un uragano e gli stava stravolgendo l'esistenza. Avevano provato a mettere le cose in chiaro, ma finivano sempre per cascarci. Era sbagliato, Rebecca non meritava di essere tradita così, ma Chris si era ripromesso che avrebbe preso una decisione e attuato una soluzione prima che le cose sfuggissero di mano. 

Oltre a questo, Chris sentiva che c'era dell'altro sotto. Riguardava sempre Beth e Rebecca, vedeva in loro sempre più somiglianze, l'idea che fossero sul serio gemelle aveva cominciato ad essere più reale che mai e, se le cose avessero continuato il loro corso in quel modo, probabilmente Chris ne avrebbe parlato con Vincent o con Philip e Jocelyn. Forse i genitori di Rebecca l'avevano adottata? Oppure avevano dato un'altra figlia in adozione? O forse Rebecca e Beth erano due sosia.. O qualsiasi altra cosa, perché non aveva mai visto due ragazze così simili in ogni minimo particolare. Partendo dal modo in cui parlavano alle loro passioni, avevano gli stessi gusti, facevano gli stessi gesti, erano praticamente uguali in ogni ambito della loro vita. E per Chris questo era solo un male, perché a causa di ciò confondeva i sentimenti che provava per l'una e per l'altra. E per entrambe provava qualcosa di forte.

Dopo la partita la sua famiglia e quella di Rebecca avevano deciso di passare il resto del pomeriggio alle piscine interne. Ormai erano a metà novembre, le temperature non erano infernali ma erano più fredde e non si riusciva più a fare il bagno all'aperto nonostante l'acqua termale avesse la temperatura di 37°. Bastava avere un po' di più le spalle al di fuori dalla superficie dell'acqua che si ghiacciava ogni singola parte del corpo. Chris lo aveva provato, il giorno prima aveva fatto una scommessa con Daniel su chi riuscesse a stare di più nella piscina all'aperto e chi perdeva doveva offrire la cena. Aveva perso Chris, non era per niente bravo a resistere al freddo. Infondo era californiano, era abituato al mare, al sole, al clima temperato caldo, alle sudate stratosferiche quando si usciva a piedi e alle serate in piscina per stare al fresco. Aveva vissuto il freddo poche volte, ovvero solo quando la sua famiglia decideva di passare le vacanze natalizie in Canada o a New York. Quei posto sì che erano freddi d'inverno. Inutile dire che Chris non aveva per niente goduto di quei momenti, bensì era stato a casa davanti al camino a studiare con addosso il pigiama in pile e coperta sulle spalle.

«Tuffo a bomba!» urlò Daniel tuffandosi e schizzando acqua a destra e a manca. 

«Daniel!» lo rimproverò Jocelyn togliendosi gli occhi da sole. «Ma ti sembra il modo?» continuò strofinando le mani sulle braccia per eliminare gli schizzi d'acqua.

«Mamma, sei tu che sei in piscina al chiuso e con gli occhiali da sole» disse Rebecca in soccorso a suo fratello. Chris soffocò una risata e le accarezzò i fianchi con le mani.

«E poi non c'è nessun divieto esplicito per i tuffi» continuò Daniel sghignazzando. Arrivò accanto a loro e diede il cinque a Rebecca, poi un'occhiataccia a Chris. «Spero che quelle mani non siano in posti indiscreti» 

Chris alzò gli occhi al cielo e abbracciò di più Rebecca. «Anche se fosse? C'è un divieto esplicito scritto da qualche parte?»

«Hey, ragazzi, io sono ancora qui» Rebecca si staccò da Chris e si girò per guardare entrambi in viso. Quanto sei bella, Becky.. «Ora vi lascio ai vostri divieti e non divieti, nel frattempo vado a fare compagnia alla mia splendida mammina che sta ancora cercando di pulire gli occhiali da sole» 

«Ruffiana» mormorò Philip facendo ridere Becky che, non curante, si avvicino a sua madre nuotando sott'acqua. 

Qualche secondo dopo spuntò la sua testa accanto alla scaletta. Con le gocce d'acqua che le accarezzavano dolcemente le curve del corpo snello, Rebecca era ancora più attraente. Chris si perse ad osservare i suoi movimenti. Con una presa decisa strinse le estremità della scaletta, si tirò su facendo forza sulle braccia, portò un piede sulla superficie in metallo e di alzò facendo leva anche con l'altro piede. Chris osservò estasiato quella visione che era diventata la sua ragazza. Aveva il corpo bagnato, le gocce le baciavano la pelle liscia come avrebbe voluto fare lui, la facevano risplendere. Con occhi bramosi, Chris percorse il corpo di Rebecca da cima a fondo. Si soffermò sui capelli, più lunghi a causa dell'acqua che li stava bagnando e che quindi le arrivavano poco sopra alle natiche. Rebecca prese a frizionarli con la mano cercando di eliminare l'eccesso dell'acqua. Poi scese con gli occhi sul collo e le clavicole esposte, che le davano un'aria elegante. Il seno non troppo grande, ma che lo stava mandando fuori di testa. Avrebbe voluto accarezzare quelle curve, sentirli a contatto con il suo torace. A quel pensiero morse le labbra e continuò a mangiare con gli occhi la sua quasi ragazza osservando il ventre piatto, il pezzo di sotto del costume, poi le gambe snelle e sode. Ma soprattutto, il pezzo di sotto del costume. 

Chris assottigliò gli occhi quando vide una punta nera grigia fuoriuscire dal costume di Becky, poco sopra l'osso del bacino. Possibile che fosse un tatuaggio? Come quello di Beth? Tornò con lo sguardo sul petto di Rebecca e osservò il suo fianco privo di tatuaggi, poi l'orecchio. Non c'era nessuno stelo di lavanda, né le onde, né nient'altro che accomunasse Beth e Rebecca se non la loro estrema somiglianza. Che questa gli stesse mandando in pappa il cervello? Possibile. Perché tornò con gli occhi sull'inguine di Rebecca, e non vide nient'altro se non il costume a brasiliana nero con le perline che stava indossando, oltre a una splendida pelle liscia e priva di tatuaggi. 

«Ti andrebbe di smettere di guardare mia sorella in questo modo? Non vorrei dire, ma stai sbavando» Chris si portò una mano alla bocca, notando in effetti di avere della saliva agli angoli delle labbra. 

«Mi dispiace» mormorò, ancora un po' stordito. Quella specie di flash, visione o come la si voglia chiamare che aveva avuto un attimo prima vedendo il tatuaggio di Beth sul corpo di Rebecca lo aveva mandato in confusione. 

Vincent nuotò accanto a suo figlio, osservando Rebecca, Myranda e Jocelyn sedute a bordo piscina. «Daniel, e tu quando ci porterai a casa una bella ragazza?» 

Daniel parve pensarci su qualche secondo. «Le nuove collezioni valgono come belle ragazze?» 

«Mio figlio è più ragazzo da una notte e arrivederci» Philip portò le braccia dietro la testa. «Come la ragazza di stanotte»

«Lei è stata più un incidente di percorso» mormorò Daniel prendendo posto accanto a suo padre. 

«Come può una ragazza essere un incidente di percorso?» chiese Vincent sinceramente divertito. 

«Diciamo che sarei dovuto andare io da lei. Ma c'era il suo ragazzo nella suite, quindi» Daniel alzò le spalle, Chris scoppiò a ridere scuotendo la testa. 

«Tu sei impossibile» mormorò ridendo. «Quante ragazze ti sei portato a letto in solo questi ultimi mesi?»

«C'è un tira e molla con la liceale di qualche mese fa» Daniel si passò una mano tra i capelli e lanciò un'occhiata eloquente a Christopher.

Chris era a conoscenza del tira e molla con Evelyn, la ragazza che Daniel aveva conosciuto qualche mese prima alla festa in spiaggia, quando lui e Beth si erano avvicinati. Da quello che Daniel gli aveva raccontato, Evelyn era una ragazza fantastica, sia a letto che durante ogni altro ambito della giornata. Aveva spesso mangiato o "dormito" a casa sua quando i genitori di lei erano via, e si era trovato così bene da tornarci ogni volta. Daniel però aveva un difetto: non era bravo nell'intraprendere una relazione seria. Non che non considerasse le ragazze speciali, bastava osservare il modo in cui trattava e amava sua sorella; bensì, lui stesso non si definiva tipo da relazione stabile, per cui cosa avrebbe garantito a una fidanzata se ne avesse avuta una? In due mesi, oltre ad Evelyn era andato a letto con almeno una ragazza diversa a weekend. Lo sfizio di una notte, nessun impegno o complicazione. Il piacere di stare con ragazze diverse, di scoprire i punti deboli di qualsiasi, e poi passare a quella dopo, per non cadere nella monotonia. 

Stava di fatto che, negli ultimi mesi, da quando Daniel aveva conosciuto Evelyn alla fine lui tornava sempre da lei. La chiamava la sera, quando non sapeva cosa fare, per chiederle come stava. Le scriveva messaggi durante il giorno, solo per parlare con qualcuno di qualsiasi cosa. E andava da lei ogni qual volta lei ne avesse bisogno, perché voleva farlo. Da quando Daniel l'aveva conosciuta, andare a letto con altre ragazze aveva quasi perso valore ai suoi occhi. Ma nonostante tutti i segni che spingevano Chris a credere che il suo migliore amico fosse finalmente pronto ad intraprendere una relazione seria, Daniel ancora non si era deciso ad accettarlo. Diceva che era impossibile per lui innamorarsi di una ragazza di sei anni più piccola. «Una ragazza bellissima, sexy, con un quoziente intellettivo quasi più alto del mio, innamorata dell'arte e con una mano fantastica non solo nel disegnare cerchi perfetti senza compasso» aggiungeva poi lui ogni volta che finiva per parlare di lei con Chris. 

«La bionda?» chiese Vincent sinceramente interessato. 

Daniel storse il naso. «Evelyn non è bionda. È rossa, un rosso che però va tanto nel mogano. La cosa fantastica è che sono naturali, e hanno un contrasto perfetto con i suoi occhi blu e la carnagione chiara e le lentiggini sulle gote e le labbra carnose e-» Chris rise, al che Daniel alzò gli occhi al cielo. «L'ho fatto ancora, vero?» Chris annuì. 

«Ma se ti piace così tanto perché non ti ci metti insieme?» chiese Philip portando entrambi gli avambracci sul bordo piscina. 

«Non è così semplice, papà. Quando hai davanti ai tuoi occhi una sola cosa, avere una ragazza fissa non è la soluzione. Potrei finire per tradirla e ferire i suoi sentimenti. Piuttosto meglio non farlo e quindi non cominciare proprio una relazione» 

«Non so se tuo padre ti ha mai raccontato del mio passato da playboy, al tempo del liceo e dell'università» disse Vincent, attirando l'attenzione di suo figlio e degli altri due uomini. «Ero una vera calamita per le donne, ovunque andassi riuscivo sempre a fare colpo. Per me erano tutte uguali. Bianche, scure, ragazzine o donne mature, una donna era una donna e se ne avevo la possibilità, perché non approfittarne?» 

«Vedo che mi capisci» mormorò Daniel. 

«Ma io non ero davvero soddisfatto, Daniel. Lo pensavo, ma la verità era che non provavo soddisfazione nel fare sesso con una ragazza qualsiasi, perché non provavo emozioni per lei. Quando poi ho incontrato Myranda la mia vita è cambiata completamente. Non è stato facile abbandonare il mio stile di vita precedente, avevo sempre timore di ricadere nel peccato, ma l'amore mi spingeva sempre a non arrendermi. E francamente, Myranda è sempre stata fantastica a letto. Penso di aver scoperto con lei cosa voglia dire provare vera soddisfazione in una rapporto sessuale» 

«Papà, che schifo» borbottò Chris portandosi una mano sul viso.

Philip rise. «Ricordo ancora la prima volta che sono stati a letto insieme, Vincent mi ha raccontato ogni dettaglio più di dieci volte tanto che era emozionato»

Anche Vincent rise per poi continuare. «Ciò che voglio dire, Daniel, è che è vero, non è facile. Quando si ha uno stile di vita simile bisogna fare uno sforzo ma credimi, per amore ne vale la pena. In più di vent'anni non ho mai tradito mia moglie e ogni volta che andiamo a letto insieme provo emozioni diverse. Prova solo a pensare a quello che hai provato con Evelyn e quello che provi con qualsiasi altra ragazza. Se davvero pensi che ne valga la pena lasciare le cose come stanno, allora fallo. Ma se è Evelyn che vuoi e che pensi possa cambiarti la vita, allora scegli lei. Vedrai, non te ne pentirai»

Quando Vincent disse queste parole, lo sguardo di Christopher vagò finché non si posò su Rebecca. In quel momento era seduta sul lettino e rideva con Myranda per qualcosa. Come se avesse sentito lo sguardo del moro su di sé, Rebecca girò lo sguardo verso Chris. Gli fece l'occhiolino, poi gli sorrise prima di tornare a girarsi verso sua madre che stava ridendo per una battuta di Jocelyn. Il cuore di Chris accelerò i battiti in un attimo, facendogli quasi mancare il respiro. Possibile che solo uno stupido sorriso potesse fargli battere il cuore in quella maniera? Chris non voleva crederci. Eppure ne aveva la prova.

Ma se è Rebecca che vuoi e che pensi che possa cambiarti la vita, allora scegli lei.
Vedrai, non te ne pentirai. 

Poi Chris pensò a Beth, come se pensare a Rebecca richiamasse in automatico l'attenzione di lui sulla sua migliore amica. Pensò al bacio che lei gli aveva dato qualche giorno prima dopo dibattito, al bacio che lui stesso aveva ricambiato. Il tutto era cominciato perché Beth si era ingelosita per le attenzioni che lui aveva dato alla nuova arrivata e non a lei stessa, e poi erano finiti per baciarsi per dieci minuti buoni fuori la scuola, all'attenzione di tutti gli studenti e docenti. Ma a nessuno dei due era importato, gli sguardi degli altri non erano importanti tanto quanto era intenso il momento, né tanto meno erano importanti quanto era importante Beth per lui.

Ma se è Beth che vuoi e che pensi che possa cambiarti la vita, allora scegli lei.
Vedrai, non te ne pentirai. 

Perché deve essere così difficile? pensò Christopher. 

E con questo pensiero passò l'intero pomeriggio e anche gran parte della serata. Christopher cercò di non dare troppo peso alle sue emozioni, ma Rebecca era come se lo leggesse nell'animo. La sua ragazza aveva capito che c'era qualcosa che non andava, ma come poteva dirle che era a causa di un'altra ragazza, per la quale lui stesso provava qualcosa e che era la copia identica di lei, che stava così? Così tentò in qualche modo di mascherare le sue emozioni, di sorridere il più possibile, di passare quanto più tempo possibile da solo con Becky, ma il senso di irrequietudine non andò via. 

Tornato a casa, Chris portò in lavanderia ciò che aveva portato con sé al Country Club e andò a preparare lo zaino per la scuola. Non cenò per mancanza di appetito e ne approfittò per studiare per una verifica di inglese che avrebbe avuto l'indomani, poi verso le dieci scese in salotto dove i suoi genitori stavano guardando un vecchio filmino di famiglia. 

«Hei, vieni a sederti con noi? Dopo c'è anche il momento in cui nasce la tua Becky» chiese Vincent a suo figlio che acconsentì. 

Nonostante fossero molto lunghi, Chris amava guardare vecchi filmini di famiglia. Quando lui e Savannah erano piccoli, Vincent era solito filmarli praticamente in ogni momento della loro vita. Grazie a questo, Chris aveva il video del suo primo touchdown in assoluto, segnato all'età di soli quattro anni, quando era ancora nei pulcini della squadra di football a cui il papà lo aveva iscritto. E Savannah aveva una raccolta di gran parte di tutte le sue figuracce live, perché sua sorella aveva il difetto di imbarazzarsi troppo quando il papà la filmava così finiva col fare qualcosa di imbarazzante a causa della vergogna, cosa che la faceva imbarazzare di più. 

In quel momento, nel video si vedeva una Savannah di soli cinque anni alle prese con un pupazzo di neve. Non appena nel video si rese conto di essere ripresa, arrossì e schiuse le labbra, poi inserì troppo la carota sul viso del pupazzo facendola fuoriuscire dal retro della testa. Vincent era scoppiato a ridere mentre gli occhi di Savannah si erano riempiti di lacrime ed era scoppiata a piangere. Al che, suo padre aveva deciso di lasciare la videocamera a Myranda per sistemare il pasticcio che aveva involontariamente combinato. Prima di tutto prese sua figlia tra le braccia e la consolò. Poi tolse la carota dal viso del pupazzo di neve e la inserì correttamente, facendo tornare a ridere la bimba tra le sue braccia. 

Chris pensò a quando era piccolo, ai momenti passati insieme alla sua famiglia, dalle litigate alle giornate in spiaggia, sia i momenti belli che quelli brutti. La loro non era una famiglia modello, avevano sempre avuto alti e bassi nel corso degli anni, ma alla fine nessuna famiglia è mai stata perfetta. Ciò che conta davvero è avere rispetto gli uni per gli altri, perdonarsi quando ci sono torti o incomprensioni, lasciarsi guidare dall'amore. Christopher amava la sua famiglia, con tutti i suoi difetti e le sue complicazioni. La amava e sapeva che ci sarebbe stata per lui sempre, come lui ci sarebbe sempre stato per loro. Anche per sua sorella, che nonostante fosse una rompiscatole e una so tutto io, era una parte importante della sua vita e lo sarebbe sempre stata. 

D'un tratto il video si interruppe e venne inquadrata una donna che urlava. «Ma hai ripreso anche Jocelyn che partorisce?» rise Christopher abbassando il volume della tv. 

«Hei, qui sta venendo al mondo la tua ragazza» mormorò Vincent. 

«Non stiamo ancora insieme, papà. Più o meno» Chris venne catturato da un pianto, il pianto di Rebecca. Philip prese in braccio la bambina, in sottofondo si sentivano le urla di Vincent e Myranda e un altro pianto, probabilmente quello di Chris. Lui e Rebecca avevano pochi mesi di differenza, erano praticamente nati e cresciuti insieme. E ora si ritrovavano ad essere quasi fidanzati. Quante sorprese ti riserva la vita. 

Il video fece un altro piccolo salto in avanti. «Hei Terrence, hai visto la sorellina? Guarda che bella, amore di papà. Visto? Sai come si chiama? Rebecca» Chris provò una stretta al cuore a vedere Terrence, di solo un anno, arrampicarsi tra le braccia del papà per arrivare sul letto dov'era seduta Jocelyn, avente tra le braccia la piccola appena nata. 

«Rebecca? Perché un nome così strano?» aveva chiesto Daniel seduto su una sedia accanto a Savannah, entrambi con le gambe a penzoloni. 

«Non è strano, Daniel. Il mio papà dice che è italiano» disse Savannah, facendo ridere Chris. 

«Brava, piccola. È italiano, perché alla zia Joe piaceva un nome italiano. Prova a ripeterlo, Terrence» Philip prese Terrence e lo avvicinò a sua sorella. «Rebecca» 

«Bec» mormorò Terrence. «Beth!» ripeté, con più convinzione. «Beth, Beth, Beth!» urlò eccitato. 

E Christopher schiuse le labbra e si portò una mano tra i capelli ricordandosi di Terrence, del modo in cui chiamava sua sorella minore, di tutto. Terrence e Rebecca erano una cosa sola, e lui non si limitava a chiamarla Rebecca o Becky come tutti gli altri. No, lui la chiamava Beth, perché nessuno la chiamava in quel modo. Beth sembrava più il diminutivo di Bethany, non di Rebecca, così nessuno avrebbe potuto "scoprire la sua identità", diceva lui. E in più, Beth era il primo modo in cui Terrence aveva chiamato sua sorella. Beth. Beth come la Beth che era la sua migliore amica, come la Beth che lo stava mandando in confusione, come la Beth che aveva appena scoperto essere Rebecca, la sua quasi ragazza. 

Ora si spiegavano le somiglianze, ora si spiegavano le emozioni contrastanti, ora si spiegavano i momenti di confusione più totale. Rebecca era in realtà Beth, la sua migliore amica, e ne aveva la certezza. 

Come un razzo, Christopher salì in camera sua. Prese una foto di Rebecca, una delle tante che le aveva fatto di nascosto, e una di Beth che avevano fatto in gita a Los Angeles. «Non posso crederci» si disse, provando una stretta allo stomaco. «No, non può essere!» urlò, portandosi le mani sulla fronte. 

In un flash, a Chris passarono tutti i momenti passati con Beth. Tutti gli abbracci, i baci rubati, le confessioni, le lacrime, le risate. Tutto. E anche il momento in cui aveva confessato a Beth di essere innamorato di Rebecca. E lei aveva continuato a far finta di nulla nonostante sapesse la verità, nonostante sapesse tutto di lui. 

Christopher non poteva crederci. Essere tradito in modo simile, dalla donna che si ama. Si sentiva ferito, tradito, umiliato, beffeggiato. Ma più di tutto, sentiva di avere il cuore spezzato. 

Rimaneva solo una domanda a cui dare risposta: Perché? 
Presto, lo avrebbe scoperto.

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