16 Beth.

Beth era sugli spalti insieme ai suoi compagni a tifare per i Blue Lions, ovviamente per Christopher in particolare. Da quando era cominciata la partita Beth era più o meno concentrata.. Ma che dico più o meno, non lo era affatto.

La sua mente era ancora a qualche ora prima, a quando Chris l'aveva coinvolta in quell'impeto di passione, in quel bacio proibito che però si rese conto di aspettare da molto tempo. Ancora non riusciva a credere a cos'era successo tra di loro, né riusciva a togliersi dalla mente il modo in cui Chris l'aveva guardata non appena l'aveva vista poche ore prima fuori gli spogliatoi. In altre circostanze si sarebbe sentita in imbarazzo, sicuramente se fosse stato Jeremy a beccarla mezza nuda o Archie o qualsiasi altro ragazzo, Beth sarebbe scappata al primo luogo sicuro, avrebbe chiuso la porta a chiave e avrebbe aspettato che tutti fossero andati via per uscire allo scoperto. Invece, il fatto che fosse stato Chris a guardarla, ad ammirarla, non aveva fatto altro che accendere in lei la fiamma della passione. Beth non si era mai sentita più desiderata da qualcuno solo attraverso i suoi occhi, e Chris esprimeva desiderio da tutti i pori.

Beth aveva capito in un attimo le intenzioni del suo migliore amico. Avrebbe potuto fermarlo, avrebbe potuto smettere di giocare, soprattutto perché non voleva essere la rovina coppie di turno e Chris aveva più volte accennato che era già innamorato di una ragazza. Ma il desiderio di averlo vicino, di poter essere lei stessa la protagonista per lui per una volta e la voglia che aveva di poterlo baciare avevano avuto la meglio su tutto. E detta francamente, non se ne pentiva neanche un po'.

Aveva abbandonato i sensi di colpa per averlo baciato praticamente l'attimo prima di essere baciata. Quando Chris l'aveva fatta girare tra le sue braccia e aveva fatto quella battuta sulla costellazione, Beth già sapeva cosa sarebbe successo tra di loro. Addirittura aveva pensato che non si fermassero a un semplice bacio, ma Christopher era troppo galante e gentile per prendersi la cosa più preziosa che aveva dentro ad uno spogliatoio femminile. Fosse stato per Beth, lei si sarebbe fatta lasciar prendere dal momento. Avrebbe fatto accidentalmente cadere l'asciugamano, avrebbe visto la reazione di Chris e poi avrebbe agito di conseguenza se solo ne avesse avuto il coraggio.

Ma da un lato era stato meglio così, forse se fosse andata oltre si sarebbe pentita della sua scelta, dell'intero momento avuto insieme, e lei non voleva pentirsene. Si era già spinta troppo oltre facendo in modo che Chris la baciasse. Quello che aveva ricevuto era stato il suo primo bacio, non voleva sentirsi in colpa per aver dato il suo primo bacio al ragazzo che le piaceva perché era così, non poteva negrlo ancora a sé stessa: Christopher le piaceva, le piaceva in modo pieno e assoluto, e non voleva condividerlo con nessun altra.

Purtroppo però, sapeva che Chris non provava lo stesso per lei. Molto probabilmente l'aveva baciata perché era stato preso dal momento, aveva trovato una ragazza praticamente mezza nuda davanti ai suoi occhi e gli ormoni gli avranno detto "va da lei e baciala". Oppure Beth era stata talmente brava a punzecchiarlo che alla fine lui, esasperato, era ceduto e l'aveva baciata. Quando gli aveva chiesto cosa sarebbe successo dopo, Beth si non si aspettava grandi cose. Aveva pensato ad una friendzone secca, ma Chris si era comportato diversamente rispetto alle sue prospettive. Certo, durante l'ora che erano stati insieme sul campo prima che arrivasse il resto della squadra non si erano più baciati né avevano accennato a ciò che era successo poco prima tra di loro ma lo sguardo di Chris era rimasto lo stesso ed era lo sguardo di un uomo che stava guardando la sua donna con ammirazione e desiderio. E Beth amava sentire quello sguardo su di sé.

Ora Beth era seduta poco lontano dalla linea di bordo campo. Accanto a lei c'erano alcuni ragazzi che urlavano e bevevano birra a più non posso nonostante non avessero ancora compiuto ventun anni, ma per il resto la vista era perfetta. Da quella posizione aveva una visuale completa di tutto il campo, davanti a lei aveva la panchina con la squadra di casa e ogni tanto aveva beccato Archie a fissarla. Quel ragazzo era fantastico quando andava a casa sua e lei era Rebecca, quando invece si trovava a scuola lo trovava fastidioso. Più che lui come persona, trovava fastidiosi alcuni commenti o atteggiamenti che aveva nei confronti di Beth. Se non lo avesse conosciuto anche altrove lo avrebbe considerato antipatico e ficcanaso, ma in realtà Archie era una brava persona. Beth si attaccava a questi pensieri per riuscire a vedere Archie come lo aveva sempre visto. In quel momento, però, stava davvero facendo fatica a digerire il suo sguardo penetrante. Che cavolo aveva da guardare? Fosse stato per lei, sarebbe andata dal coach a dirgli di tenere d'occhio la sua squadra affinché guardasse il gioco e non la folla, ma non voleva risultare antipatica, né in primis ne aveva il coraggio.

Questo perché il coach Evans era praticamente un fascio di nervi perché la squadra ospite era più brava del normale e i ragazzi facevano fatica a tenere il passo o passare in vantaggio. Ogni qual volta segnavano dei punti, i Templari segnavano a loro volta. Alla fine il risultato era sempre pari o quasi, mai superiore di troppi punti e questo rendeva i giocatori nervosi. Chris, in particolare, era più nervoso del solito. A guidare la squadra era fantastico, in più era un ottimo quarterback e aveva fatto anche dei touchdown, ma si vedeva che era nervoso e pensieroso. Così tanto pensieroso da non rendersi conto del giocatore avversario che gli stava correndo incontro, infatti mentre stava per tirare fu travolto da un bue di minimo centoventi chili che lo fece sbattere a terra come se Chris fosse stato un giocattolo inanimato.

Beth si alzò in piedi portandosi le mani alla bocca guardando Chris steso a terra che non si muoveva. Jeremy e altri compagni di squadra lo accerchiarono, l'arbitro fermò il tempo e due paramedici corsero in campo. A Beth salì il cuore in gola a guardare la scena, il football era uno sport molto duro e di contatto e sapeva che Chris avrebbe sempre corso il rischio di farsi male, ma non avrebbe mai pensato di vederlo cadere a terra davanti ai suoi occhi. Con uno scatto balzò vicino il bordo campo, era divisa dall'erba da una staccionata che avrebbe scavalcato facilmente. Chris era stato atterrato poco lontano da lei, praticamente lo aveva proprio davanti agli occhi. Qualcuno gli aveva tolto il casco e gli stava gettando sul viso un po' di acqua fresca. A quel contatto, Chris mosse le braccia e ne portò una al viso. Beth sospirò di sollievo nel vedere il suo amico mettersi a sedere e guardarsi intorno, ancora un po' stordito.

Quando poggiò lo sguardo su di lei, Beth mimò con le labbra: «Stai bene?»

E Chris le sorrise rassicurante alzando il pollice. «È okay» aveva mimato a sua volta.

Facendosi aiutare da Archie il suo amico si alzò. Si toccò un po' la testa, la scosse velocemente e prese il casco da terra. Urlò che potevano continuare perché stava bene e Beth tornò a sedersi al suo posto.

Chris riprese a giocare meglio di prima. Dava comandi più specifici, usava schemi di gioco più complessi ma decisamente fruttiferi. Dopo esser stato atterrato riuscì a fare un touchdown, che fece esultare l'intera platea e mormorare gli avversari. Beth non ne sapeva niente di football, ma riconobbe alcune prese e tattiche che poco prima Chris le aveva insegnato, o meglio aveva provato a insegnarle. L'unica cosa in cui Beth era davvero brava era danzare, figuriamoci se, con il corpo esile che si ritrovava, riusciva a calciare o tirare la palla da football bene almeno un quarto di quanto la tirasse bene Chris.

A metà partita Beth andò a prendersi una bottiglia d'acqua mentre osservava i ragazzi discutere in cerchio. Aspetto l'inizio del tempo successivo e la fine della partita, che arrivò prima di quanto Beth pensasse presa com'era dal gioco. Lasciata la bottiglia vuota sugli spalti, la ragazza corse verso il campo che si stava riempendo di studenti che volevano festeggiare la vittoria insieme alla squadra. Trovato Christopher, Beth gli corse incontro e lui aprì le braccia pronto ad accoglierla. Con un salto, la ragazza si ritrovò in braccio al suo migliore amico, mentre lo stringeva in un abbraccio fiero.

«Sei stato fantastico, Chris! Gli avete fatto il culo a strisce a questo branco di idioti!»

Chris scoppiò in una sonora risata mentre continuava a stringere il corpo della sua migliore amica per i fianchi. «Da quando usi questo genere di linguaggio, bambolina?»

«Da quando li avete stracciati!» Beth rise a sua volta e scese dalle braccia di Chris continuando però a tenere le sue braccia dietro al collo di lui. «Sono davvero fiera di te. Ci fossero i reclutatori di Princeton ti offrirebbe subito una borsa di studio. Ed io ho capito che sei stato grande nonostante non ne capisca niente di football»

«Beth-»

«Christopher Cooper?» un uomo in giacca e cravatta chiamò Christopher, che si girò immediatamente verso di lui. L'uomo gli tese la mano «Mi chiamo Sean Gleeson, faccio parte dello staff dei Princeton Tigers»

A Chris si illuminarono gli occhi a quelle parole. Beth schiuse le labbra, incredula. «È un piacere conoscerla, signore» il moro strinse gli strinse la mano. 

«Io coordino l'offensiva e alleno i quarterback assieme a Mark Rosenbaum. Hai del talento, ragazzo, e avevo pensato che potremmo fare una chiacchierata con calma uno di questi giorni» Sean porse a Chris un biglietto da visita che prese quasi con mano tremante. 

«Piacerebbe anche a me, sarebbe fantastico parlare con lei. La chiamerò domani così potremmo metterci d'accordo» 

Sean porse di nuovo la mano a Chris, lui la strinse con più forza e con un sorriso che, secondo Beth, avrebbe potuto fare invidia al sole. Poi Sean si rivolse a lei e fece un breve inchino che la ragazza ricambiò. Quando si fu allontanato di qualche metro, Beth tornò a guardare il profilo del suo amico. Chris era decisamente sorpreso, ma sprizzava gioia da tutti i pori oltre al sudore. Di getto, Beth lo abbracciò di nuovo alzandosi sulle punte dei piedi per riuscire ad arrivare almeno un po' alla sua altezza invano. Christopher era alto più di un metro e ottanta, mentre Beth non raggiungeva nemmeno il metro e sessantacinque. 

«Hai parlato ed è arrivato» le sussurrò Chris all'orecchio facendola sorridere. «Grazie, bambolina» 

«Prego, bambolo» Beth si staccò un po' in modo tale da essere sempre abbracciata a Chris, ma anche da poterlo guardare negli occhi. «Se non fosse per la carica che ti ho dato io prima non penso che saresti riuscito a dare il meglio di te in questo modo. Quindi sì, penso di essere io la causa della vittoria e del biglietto da visita che hai in tasca» 

«Oh, sul serio?» chiese Chris e Beth annuì decisa. 

«Certo che sì. Hai qualcosa da obiettare?» 

«No, certo che no, signorina. Lungi sia da me obiettare alle sue parole. Non vorrei mai offendere la sua onnisciente persona» le mani di Chris strinsero di più i fianchi di Beth portandoli più vicino a sé. «Mi chiedo se però sia possibile provare ancora un po' quella carica che mi hai dato prima» 

Beth si leccò le labbra prima di aprirle in un sorriso. «Quindi stai ammettendo che ti è piaciuto baciarmi»

Chris non rispose e fece per tuffarsi di nuovo sulle labbra di Beth, quando una voce fece ghiacciare entrambi. «Allora vedo che stiamo già festeggiando per la vittoria» 

Quando Beth riconobbe a chi apparteneva la voce, strabuzzò gli occhi e si allontanò subito dal suo migliore amico anche se a malincuore. Si portò una ciocca di capelli colorata dietro l'orecchio, osservando gli occhi verde chiaro di suo fratello Daniel scrutare con interesse sia lei che Christopher. «Daniel? Cosa ci fai qui?» mormorò Chris, rosso dall'imbarazzo e improvvisamente teso. 

«Ho finito di lavorare prima per non perdere la partita, sapevo quanto fosse importante per te e non potevo non tifare per il mio migliore amico. Vedo però che hai già chi tifa per te» Daniel guardò Beth e Beth riuscì a leggere il mondo in quello sguardo.

Suo fratello non era arrabbiato, né irritato. Piuttosto, era decisamente deluso dal comportamento della sorella. Chris, rendendosi conto della tensione che c'era tra i due, poggiò un braccio sulle spalle della sua migliore amica. «Lei è Beth, Dany. La ragazza di cui ti ho parlato. Bambolina, lui è Daniel, il mio migliore amico»

«Piacere» mormorò Beth imbarazza, abbassò di nuovo lo sguardo e si strinse nelle braccia. 

La verità era che si sentiva tremendamente in colpa nei confronti di tutti. E non voleva sentirsi così, perché sapeva che non era giusto. Lei aveva agito in buona fede all'inizio, non credeva che le cose si complicassero così tanto, né si immaginava che avrebbe finito per provare qualcosa per il migliore amico di suo fratello. E continuava a mentire perché sapeva che, se avesse detto la verità, Christopher avrebbe sofferto. Si sarebbe sentito tradito, forse ingannato, e Beth non voleva che il suo migliore amico soffrisse a causa sua. Chris era diventato l'unica cosa bella che aveva oltre alla danza, in vita sua nessuno oltre a Terrence era riuscito a far sentire Beth o Rebecca vive almeno un po', grazie a lui aveva di nuovo una speranza e riusciva a vedere un suo possibile futuro. Beth non voleva perdere l'unica persona che davvero amava. Non ora che l'aveva finalmente trovata. 

Fu per questo che stette in silenzio mentre Chris e Daniel scambiavano due chiacchiere sulla partita. Anche se il football non era lo sport preferito di suo fratello, Daniel riusciva comunque ad intraprendere una conversazione su uno sport che conosceva poco grazie alle sue splendide qualità oratorie e di apprendimento. Beth avrebbe voluto assomigliare a suo fratello maggiore, un po' in tutto. Lui era forte, determinato, bello, intelligente e creativo. Beth non aveva nemmeno una delle qualità che aveva Daniel nonostante avessero lo stesso sangue, anche per questo da piccola era sempre stata un po' invidiosa. Vedeva che lui eccelleva in tutto, si poneva obiettivi e li raggiungeva, lei invece non era mai nemmeno riuscita a dire a suo padre che voleva diventare una ballerina. 

Dopo un po' Beth si sentì scuotere la spalla. «Hai sentito?» le chiese Chris facendole aggrottare le sopracciglia. «No, non hai sentito. Daniel ha chiesto se volevi venire con noi a festeggiare per la vittoria. Ci sarà anche Timothy, un altro nostro amico, e Archie. So che non vi state molto simpatici, ma ti piacerebbe lo stesso venire a mangiare qualcosa con noi?»

Beth guardò suo fratello e poi di nuovo il suo migliore amico. «Posso anche rifiutare?» chiese, con tono speranzoso. 

Christopher sorrise e scosse la testa. «No, bambolina. Te l'ho chiesto per educazione, ma tu vieni e basta. Vado a prepararmi, aspettami fuori con Daniel» 

Chris non le diede neanche il tempo di ribattere che andò via verso gli spogliatoi. Beth rimase da sola con suo fratello, temendo il peggio che sembrava non arrivare mai. Entrambi camminarono in silenzio lungo i corridoi e arrivarono fuori la macchina del moro. Beth la aprì avendo lei le chiavi e si sedette al posto guida tenendo le gambe a penzoloni. 

«Cos'è successo tra te e Chris?» chiese dopo un po' Daniel. 

Beth sapeva già che glielo avrebbe chiesto, così si era preparata anche la risposta: «Cosa vuoi sapere nello specifico?» 

«Perché hai la sua maglia e perché stavate per baciarvi, per cominciare» Daniel strinse i denti e chiuse gli occhi. «Cavolo, non sai che rabbia quando vi ho visti così vicini. Chris è il mio migliore amico e pensavo che non avrei mai avuto voglia di spaccargli la faccia, ma suppongo che ci sia una prima volta per tutto» 

Beth alzò l'angolo della bocca verso l'alto. «Prima ho dimenticato la mia maglia nell'armadietto e lui mi ha prestato la sua altrimenti avrei dovuto girare nuda per i corridoi. E prima stavamo per baciarci perché già ci siamo baciati» quasi sussurrò Beth, come se dicendolo ad alta voce la magia scomparisse. 

Sorprendentemente Daniel non parlò per qualche minuto buono e Beth non lo prese per un buon segno. «Finirete per farvi male entrambi, Becky» le disse poi Daniel dispiaciuto. 

«Finirei per farcene comunque» rispose Beth.

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