11 Rebecca.
Rebecca sentì il sole pizzicarle il viso e darle fastidio. Socchiuse gli occhi e mugugnò arrabbiata per essere stata disturbata, poi si girò dalla parte opposta sentendo però un po' d'aria solleticarle il naso in modo quasi impercettibile. A fatica, Rebecca aprì gli occhi e quello che vide la fece restare di sasso.
Christopher era a letto accanto a lei. Era a petto nudo, probabilmente coperto dal lenzuolo per metà. Aveva gli occhi chiusi e i capelli scombinati sulla fronte, le sopracciglia corrugate e un'espressione quasi arrabbiata. Rebecca lo trovò adorabile, ma si chiese come fosse possibile che fossero a letto insieme. Con uno scatto diede un'occhiata al suo corpo e notò di avere ancora indosso i vestiti del giorno prima, sospirò di sollievo a quella visione ma rimase comunque abbastanza frastornata dal notarselo accanto dopo essersi svegliata. Così Rebecca decise di fare uno sforzo disumano per mettersi a sedere. Si guardò intorno notando di essere in camera di Chris, poi il suo sguardo cadde sulle vaschette di gelato vuote e il joystick della playstation sul comodino di lui. Allora collegò tutto, e capì che probabilmente si era addormentata guardando il film, che Chris non l'avesse svegliata e che, anzi, si fosse addormentato insieme a lei.
Rebecca non poté far altro se non sorridere come un ebete dalla situazione. Aveva dormito con Christopher nel suo letto e non aveva mai dormito nemmeno nel letto di Daniel per paura di russare o sbavare sul cuscino. Era una situazione del tutto nuova e strana ma che le faceva piacere, aveva dormito benissimo quella notte e si sentiva riposata. Che fosse stato merito del ragazzo addormentato al suo fianco?
Guardando l'orario dall'orologio appeso al muro, Rebecca si rese conto che fossero ancora le sei e mezza del mattino. Doveva alzarsi, o restare? Solitamente il sabato mattina andava sempre a correre, poi faceva i compiti e andava al Country Club dai suoi genitori. Da un lato avrebbe voluto seguire la solita routine, dall'altro invece sarebbe volentieri rimasta a letto a riposare ancora un po'. Stava troppo bene per alzarsi e andare via, sarebbe stato un peccato perdere un'occasione di così totale relax per cambiare una routine anche solo per un giorno. E poi, Chris era davvero troppo bello quella mattina.
Rebecca si stese di nuovo a letto girandosi verso il viso di Chris. Gli accarezzò leggermente la guancia morbida, sorridendo come una bambina alla visione adorabile e tenera del migliore amico di suo fratello ancora addormentato. Con delicatezza, gli accarezzò la linea del naso e il contorno delle labbra, salì sulle sopracciglia e poi gli toccò gli occhi. Tornò sul naso quando un sorrisino spuntò sulle labbra del moro, facendo sorridere anche Rebecca.
«Buongiorno» sussurrò lei senza smettere di sorridere.
«Buongiorno» mormorò Chris con la voce ancora impastata dal sonno. «Hai dormito bene?»
«Non ho mai dormito meglio.»
«Mi fa piacere, in effetti il mio letto è molto comodo» Rebecca annuì ridendo lievemente. «Vorrei davvero che questo non fosse solo frutto della mia immaginazione»
«Cosa stai dicendo?»
«Che sto sognando, non sei davvero qui. È un sogno bellissimo comunque»
Rebecca rise ancora e accarezzò il viso di Chris. «Apri gli occhi, Chris» Christopher aprì i suoi occhi blu e puntandoli in quelli di Rebecca. «Io sono davvero qui, non stai sognando»
Chris allungò la mano verso il fianco di Rebecca. Le accarezzò la schiena scoperta dalla maglia, poi salì su fino la spalla e poi il collo. «Non sei un sogno?»
«No, Chris» Rebecca accarezzò il collo di Chris facendolo rabbrividire. «Penso che ieri sera mi sono addormentata durante il film»
«Quindi non abbiamo visto la scena della bestia che diventa il principe?» la ragazza scosse la testa. «Allora dovremmo riguardarlo»
«Mi piacerebbe» annuì Rebecca provocando un sorriso a Chris, che subito dopo chiuse gli occhi.
«Che ore sono?» mugugnò lui sbadigliando. Tornò ad accarezzare il fianco di Rebecca con le sue dita calde, provocando alla ragazza brividi di piacere lungo il corpo.
«Le sei e quaranta, penso»
«E come mai sei già sveglia? Ti ho dato un calcio o roba simile?»
Rebecca scosse la testa. «No, mi sveglio presto tutti i giorni e penso che il corpo si sia abituato a svegliarsi a quest'orario. Di sabato mattina vado sempre a correre»
«Però rimarrai con me stamattina, vero?»
«Certo che rimarrò con te, Chris.»
Christopher sorrise e, delicatamente, avvicinò Rebecca a sé. Con discretezza, poggiò la testa sulla spalla di lei mentre con le braccia le circondò il busto. Le diede un bacio sulla mandibola, poi uno sul collo.
«Posso stare così?» le chiese e lei annuì. «Grazie per essere passata ieri sera. Non mi piace mai litigare con Daniel, sapevo che prima le cose tornassero al proprio posto avrei dovuto aspettare ma allo stesso tempo non volevo restare da solo. Mi hai sorpreso vendo da me»
«È a questo che servono gli amici, no? Ho notato da come mi hai sorriso ieri sera prima di andar via che avevi bisogno di qualcuno e credimi, non so perché, ma ho pensato che avessi bisogno di me e sono venuta» ed era vero.
La sera precedente, quando Christopher era andato via da casa sua poco prima della cena e senza salutarla, sapeva che era successo qualcosa e che stava male. I suoi occhi blu le erano sembrati spenti anche se a distanza, il sorriso che le aveva fatto era più un sorriso di circostanza che sincero. Rebecca sapeva che era stato a causa di Daniel se Chris era andato via così scoraggiato, così aveva urlato a suo fratello quanto stupido fosse stato a non sistemare subito le cose e, dopo aver avvertito i suoi, era andata al supermercato e poi a casa di Christopher a piedi. Non sapeva cosa fosse successo tra Daniel e il suo migliore amico, ma conosceva suo fratello e sarebbe stato capace a tenere il punto per giorni e si era sentita spinta a fare lei stessa qualcosa. Infondo, Chris stava spesso con Beth e Beth considerava Chris il suo migliore amico. Ormai erano legati, con una corda invisibile e sempre presente. Erano entrambi legati l'uno all'altra, senza neanche saperlo, né forse volerlo. Erano legati e niente avrebbe potuto sciogliere quel legame, neanche loro stessi, perché era più forte di ogni altra cosa e più resistente di qualsiasi altro materiale. Rebecca era a conoscenza di tutto questo e stava imparando ad accettarlo. Ormai, Christopher Cooper era entrato a far parte della sua quotidianità.
E da quando c'era lui, tutto aveva assunto un colore diverso. Da grigie e spente, le sue giornate si stavano colorando con colori diversi a seconda della situazione: erano allegramente gialle, diventavano rosso passione, poi speranzose con sfumature verdi, ottimisticamente arancioni. Insomma, la vita di Rebecca e quella di Beth erano migliorate nell'ultimo mese. Il tutto grazie al ragazzo che stava beatamente riposando sulla sua spalla, mentre le accarezzava la pancia coperta dalla maglia e ogni tanto le baciava il collo.
Chris era diventato troppo prezioso per abbandonarlo o deluderlo. I sentimenti di Rebecca si stavano intensificando, non sapeva dire cosa stessero diventando e la spaventavano oltre a piacerle. Rebecca sapeva che stava percorrendo una strada senza ritorno. Quello a cui stava andando in contro era un qualcosa di più profondo e complesso, che le faceva battere il cuore ma anche tremare le gambe dalla paura. Sarebbe stata in grado di gestire questa cosa, qualunque cosa fosse stata?
«Sei davvero speciale, Rebecca» mormorò Chris sul collo della ragazza che arrossì al complimento. «Domani sera io, Daniel, Archie e Timothy andiamo al cinema, ti andrebbe di venire con noi?»
«Non pensi che io possa essere di troppo in una serata tra uomini?»
«Non sei di troppo, piccola. Daniel è tuo fratello e Archie e Timothy se ne faranno una ragione, tanto a loro piace la tua compagnia. Abbiamo già scelto il film e abbiamo un altro posto in macchina, ma anche se non ce l'avessimo avuto avrei preso la mia auto per portarti. Allora, vieni?»
Rebecca annuì, nonostante non avesse capito bene tutta la frase di Chris. Si era fermata al "Non sei di troppo, piccola". E aveva continuato a pensare "Mi ha chiamato piccola!" durante ciò che aveva detto dopo.
Chris mormorò «Perfetto» dandole un altro bacio sulla guancia, facendola letteralmente impazzire dalla contentezza che stava provando in quel momento.
I due rimasero a letto ancora un bel po' prima di alzarsi, coccolandosi di tanto in tanto ma principalmente restando l'uno avvinghiato all'altro, e parlando sporadicamente. Verso le otto del mattino Christopher lasciò il bagno a Rebecca affinché potesse lavarsi e prepararsi, le prestò alcuni vestiti di Savannah e le diede uno spazzolino nuovo, dopodiché sistemò alla bell'e meglio la camera. Venti minuti dopo Rebecca lasciò il bagno a Chris e si guardò allo specchio dell'armadio per farsi una coda alta e sistemarsi il trucco sui tatuaggi che aveva dietro al collo e sull'orecchio.
Anche se erano anni che aveva fatto quei due tatuaggi, Rebecca ancora non aveva trovato il coraggio di dirlo ai suoi genitori. Sapeva che i suoi non avrebbero accettato una simile trasgressione, più di tutto sua madre. Jocelyn era una donna a modo di origini francesi, che amava l'alta moda e considerava la pelle il primo vestito di alta moda in assoluto, perfetto già così com'era. Rebecca era d'accordo su quello che la madre diceva, ma spesso lo trovava un po' estremistico. È vero, la pelle è il più bel vestito che potesse esser mai stato creato, ma niente vieta ad un bel vestito di essere perfezionato dalla persona che lo indossa affinché possa essere perfetto per lei. Rebecca non aveva fatto tatuaggi appariscenti o osceni, ma aveva voluto ricordare qualcosa imprimendolo sulla sua pelle. Il sole e la luna dietro al collo che rappresentavano il costante susseguirsi dei giorni e la perseveranza che si doveva avere per portare a termine i propri obiettivi giorno dopo giorno; lo stelo di lavanda sull'orecchio che era il suo fiore preferito perché in passato era stato il fiore preferito di Terrence; un'onda marina stilizzata sul fianco, poco sotto al seno, che rappresentava il luogo che lei e Terrence più amavano oltre al luogo in cui era nata; e infine la piccola galassia che aveva tatuato poco sotto l'osso del bacino, vicino l'inguine, che rappresentava l'immensità che per lei aveva l'universo e l'importanza che aveva lei nonostante questo fosse così vasto. Ogni tatuaggio per lei aveva un significato speciale e aveva fatto attenzione affinché nessuno di questi potesse essere troppo appariscente o azzardato. Certo, il tatuaggio all'inguine rientrava in entrambe le categorie, ma almeno poteva coprirlo con gli slip e il jeans. Invece, i tatuaggi all'orecchio e dietro al collo necessitavano di costanti ritocchi. Rebecca si era ritrovata a dover girare con correttore, fondotinta, cipria e lacca per capelli in borsa, in caso avesse dovuto fare un ritocco veloce affinché nessuno se ne rendesse conto.
Rebecca finì di ritoccare il trucco proprio quando Christopher uscì dal bagno. Sistemarono ancora un po' la camera e poi scesero a fare colazione. Ad aspettarli in cucina c'erano Myranda e Vincent, che salutarono Rebecca con un caloroso abbraccio. «Stai pure quanto vuoi, la mamma sa che sei qui» le aveva detto Myranda tenendola per le spalle. «Ieri sera mi ha chiamato per sapere se era tutto okay e le ho detto che vi eravate addormentati»
«In effetti ci siamo addormentati proprio come due polli» mormorò Chris prendendo un sorso di latte e caffè.
Rebecca rise e poi fece colazione insieme a lui. Mangiarono pancakes con burro d'arachidi e fragole, il tutto accompagnato da una tazza di spremuta d'arancia e una di caffè. Dopo essere restati a parlare un po' con Vincent e Myranda, i due decisero di passeggiare un po' sotto le prime luci del mattino prima di tornare ognuno alle proprie case e poi rivedersi al Country Club nel pomeriggio.
La ragazza trovò piacevole passare così tanto tempo con Christopher, stava talmente bene in sua compagnia che quasi le dispiacque quando lui l'accompagnò a casa e la salutò con un dolce bacio sulla guancia. Rebecca rimase imbambolata sulla porta nel vederlo andar via, poi si fece coraggio ed entrò in casa sua andando subito a salutare i suoi genitori con un po' di timore. Rebecca si aspettava che la sgridassero o che le dicessero quanto irresponsabile fosse stata nel non avvertiti e al farli preoccupare, invece la salutarono entrambi con un abbraccio e le chiesero come avesse passato la serata. Solo suo padre si dimostrò un po' geloso e infastidito dal fatto che avesse passato la notte nel letto di un ragazzo ma il letto in questione era di Christopher, il figlio del suo migliore amico, per cui non c'era niente da preoccuparsi e Philip lo sapeva bene.
Dopodiché, Rebecca andò direttamente in camera sua e cominciò a fare la valigia per il weekend siccome non l'aveva ancora preparata. Cominciò col prendere il pigiama e vari prodotti per la cura della persona quando Daniel entrò in camera sua e si chiuse la porta alle spalle.
«Ciao anche a te, fratellone» disse lei scorbutica. Amava suo fratello, ma non voleva che lui invadesse la sua privacy in modo così impertinente. «Sai che è buona educazione bussare prima di entrare? Se fossi stata nuda?»
«Becky, perché non hai ancora detto a Chris di essere Beth?» chiese subito Daniel.
E Rebecca schiuse la labbra dallo stupore oltre che dalla domanda. «Che cosa?» domandò, quasi in un sussurro.
Suo fratello fece un respiro profondo e poi un passo avanti. «Ti ho chiesto perché non hai ancora detto a Chris di essere Beth, non è difficile da capire»
«E tu come- e perché- ma-» Rebecca provò ad articolare una frase, ma non riusciva a trovarne le parole. Perché ancora non aveva detto la verità a Christopher? Semplice, perché le andava bene così. Beth per lei era tutto ciò che non poteva essere con Rebecca, e a Chris piacevano entrambi i due mondi. Forse era da egoisti, ma in quel modo avrebbe avuto Chris tutto per sé sia a scuola che fuori. Anche perché ormai non poteva dirgli la verità, era passato troppo tempo e sapeva che il suo amico sarebbe rimasto deluso da lei e sarebbe andato tutto in frantumi. Le cose stavano andando così bene per entrambe, dire la verità sarebbe stato liberatorio da un lato, ma condannante dall'altro.
«Rebecca, ti rendi conto di star mentendo al mio migliore amico? E al tuo migliore amico? Perché da quello che ho sentito, tu e Chris passate insieme molto più tempo di quanto in realtà ognuno di noi avesse mai pensato. Stai fingendo di essere due persone ed è già sbagliato di per sé, ma non puoi prendere in giro un ragazzo solo per il semplice sfizio di farlo!»
«Io non sto prendendo in giro nessuno, Daniel!» urlò Rebecca mettendosi di fronte a suo fratello. «Rebecca non può essere Beth! Beth è più libera di Rebecca, può fare quello che le piace senza che nessuno le dica niente e senza farsi mettere i piedi in testa da nessuno! Io odio chi sono e essere Beth è l'unica cosa che mi fa provare un po' di serenità in questa vita che non sento mia»
«Questo però non vuol dire che tu debba giocare con il cuore delle persone, Rebecca. Non si fa, è sbagliato, è da persone crudeli e tu non lo sei»
«Io non sto giocando con il cuore di Christopher, Daniel» puntualizzò Rebecca alzando l'indice. Era vero, gli stava mentendo e fingeva di essere due persone diverse, ma quello che viveva con Chris era tutto vero. Non lo stava prendendo in giro.
«Reb, Christopher considera Beth la sua migliore amica e te come un qualcosa di speciale. Come pensi che starà quando scoprirà la verità? Perché prima o poi la scoprirà, puoi starne certa, questa farsa non potrà andare avanti per sempre. Ti dico io come finirà: con entrambi che avrete il cuore spezzato. E il tutto a causa di una bugia che potresti potuto evitare di aver detto»
Rebecca abbassò lo sguardo sentendosi tremendamente in colpa. Non aveva pensato a spezzare il cuore di Chris, non era nemmeno minimamente nei suoi pensieri. Non voleva fargli del male, lei stessa sapeva di non poter fare a meno di lui. Ugualmente non poteva dirgli la verità, sarebbe stato troppo doloroso ammettere di aver finto per un mese intero di essere due persone diverse. Ma se suo fratello avesse avuto ragione? Avrebbe perso Chris per sempre.
«Daniel-»
«No, Rebecca, ora mi ascolti. Sono tuo fratello maggiore e so cos'è bene per te ed è bene per te che domani sera tu dica la verità a Christopher su tutto, prima che la situazione si complichi. Voglio che tu lo faccia, altrimenti potrai considerare morto anche me oltre che Terrence e ti ritroverai davvero da sola. Posso accettare tutto, anche il fatto che tu faccia finta di essere una persona che non sei, ma qui si stanno mettendo in mezzo i sentimenti di due delle persone che più amo al mondo. Tu sei mia sorella, Chris è il mio migliore amico, e non permetterò che un tuo capriccio vi rovini entrambi. Ci siamo intesi? Domani sera dirai tutta la verità a Christopher, e non accetto un no come risposta»
Daniel uscì fuori dalla stanza, lasciando Rebecca sola insieme alle sue lacrime e un sapore amaro in bocca. Forse la consapevolezza di aver sbagliato, o di esser stata una sciocca a far passare così tanto tempo prima di dire la verità. Nel frattempo il danno era stato fatto, e a Rebecca restava un domanda importante: sarebbe riuscita a sistemare tutto, o avrebbe rovinato tutto come al solito?
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