09 Beth.

Beth non amava l'istituzione scolastica ma odiava quando le persone non la rispettavano, soprattutto quando le persone in questione erano i professori. Beth rispettava la scuola perché sapeva che serviva per farsi una cultura, crearsi una personalità e trovare un buon lavoro; prendeva seriamente ogni impegno che la scuola le dava nonostante questi potessero intaccare i suoi programmi pomeridiani o aumentare la sua emicrania. E non sopportava quando, per stupidi imprevisti di poco conto, gli altri non prendevano la scuola seriamente come lei. 

Uno tra questi era il professor Gwendall, il suo professore di disegno. Quel giovedì pomeriggio si era assentato per un imprevisto dell'ultimo minuto. Peccato che Beth, durante la pausa pranzo, lo avesse visto salire in macchina di Jean, la nuova bidella poco più che trentenne della scuola, subito dopo essersi scambiati saliva sul cofano della macchina di lei, mentre lei era seduta a cavalcioni su di lui, come se fossero stati due ragazzini. Una scena da far venire il voltastomaco considerando che il prof. aveva il doppio dell'età della bidella.

Alla fine Beth si era ritrovata di giovedì pomeriggio senza la lezione pomeridiana di disegno. Non volendo andare a casa per restare da sola, aveva deciso di cominciare i compiti in biblioteca mentre aspettava che Christopher finisse i suoi allenamenti di football per poter andare insieme a casa sua a prepararsi per dibattito. 

Ormai era diventata una routine, la loro. Ogni martedì e giovedì lei andava a casa sua, facevano i compiti e poi danzavano. O meglio, lei danzava mentre Chris cantava. Amava quei momenti che aveva con lui, erano così veri e speciali che quasi non riusciva più a farne a meno. Beth, a Chris, era riuscita a confessare segreti, paure, incertezze e indecisioni che lei stessa, prima di dirli ad alta voce, non riusciva ad ammettere. Era speciale il modo in cui Christopher la faceva sentire e non vedeva l'ora di passare del tempo con lui perché, ormai, per lei era diventato quotidianità. Vivere Chris pienamente era diventato un po' come quando danzava, non riusciva a farne a meno e le faceva male ogni volta che doveva fermarsi perché troppo stanca o dolorante. Beth era sicura che di Christopher non si sarebbe mai stancata, ma non era altrettanto sicura che il suo amico non si sarebbe mai stancato di lei. 

Quel dubbio aveva cominciato ad assalirla il martedì precedente, dopo aver studiato dibattito. Christopher le aveva confessato di essere riuscito a fare il primo passo con la ragazza che amava e, da allora, Beth si sentiva irrequieta. Aveva paura che quella sintonia che tra di loro stava nascendo potesse spegnersi a causa di una ragazza, della quale Beth sapeva sin dall'inizio ma che ancora non aveva considerato realtà dato che l'argomento non era più saltato fuori. Quando quella sera sulla spiaggia lei e Christopher avevano parlato per la prima volta, lui aveva subito messo in chiaro che gli piaceva già una donna. Anzi, era proprio innamorato di lei. Prima o poi lui avrebbe fatto il primo passo, questo era certo. Beth sarebbe passata in secondo piano, anche questo era certo. E nonostante ciò aveva cominciato e continuato quella loro amicizia che era sicuramente destinata a fallire con trepidazione, sperando che magari qualcosa potesse cambiare le carte in tavola, che anche lei diventasse importante.

Beth non voleva che tutto ciò accadesse. Ci teneva sul serio a Christopher, teneva davvero ai bei momenti che passavano insieme sia a scuola che a casa e non voleva che tutto potesse rovinarsi a causa di una ragazza, della quale non sapeva niente. Ma tra l'altro, Christopher non aveva voluto dirle nemmeno perché la chiamasse "bambolina" dal momento in cui lei non aveva voluto dargli il suo numero di cellulare. Christopher era davvero testardo certe volte, eppure a Beth piaceva così tanto quando faceva il sostenuto o si impuntava. Il bello era che anche lei faceva le stesse e identiche cose, tra loro due era sempre una continua lotta. Quella del numero di cellulare durava ormai da un mese, quel giovedì sarebbero state esattamente quattro settimane da quando Beth era andata per la prima volta a casa di Chris. E nessuno dei due sembrava voler cedere e dare a ognuno ciò che l'altro voleva. A Beth sarebbe mancato così tanto tutto questo se Chris l'avesse messa da parte per stare con la ragazza di cui era innamorato. 

Con questo in mente Beth fece anche lei una cosa non del tutto approvata dal codice scolastico, seppur non fosse vietata. Prese i libri e i quaderni sui quali aveva fatto i compiti e studiato rimettendoli nello zaino, diede un'occhiata all'orologio appeso alla parete e si rese conto che fossero ancora le quattro meno venti per cui mancava ancora un'ora alla fine degli allenamenti. Fattasi coraggio, mise lo zaino in spalla e raggiunse il campo da football. Molti ragazzi si allenavano a fare passaggi e tiri, altri ancora stavano correndo sulla pista da corsa. Tra di loro c'era Christopher che, sudato e con i capelli ricci leggermente umidi che gli bagnavano la fronte, era decisamente più carino del solito. 

Preso un respiro profondo lasciò lo zaino su una panchina accanto al coach che la guardò con circospezione, dopodiché cominciò a correre per raggiungere il suo amico mentre il coach non perse nemmeno fiato a richiamarla. «Giovani donne» mormorò. «Bastano un paio di muscoli e un po' di fascino per essere attratte da cose come la corsa. Forza femminucce, fatene ancora una serie da venti!»

Nel frattempo Beth aveva quasi raggiunto Chris. «Hey!» urlò per farsi sentire. 

Chris si girò e le fece un gran sorriso. «Hey bambolina, niente corso di arte oggi?» le chiese divertito, immaginando già la risposta della sua amica dato che lui era insieme a lei quando avevano visto la scena del prof. e della bidella che si baciavano senza pudore.

«Prima di tutto era disegno» puntualizzò Beth facendo alzare gli occhi al cielo a Chris. «Il prof si è improvvisamente sentito male» la ragazza calcò la parola "improvvisamente" dando un'altra occasione a Christopher per ridere. 

«E come mai non sei andata a casa?»

«Devo tornare con te, ricordi?»

«Potevo passarti a prendere a casa direttamente dopo»

Non se ne parla, Cooper. «Ho preferito studiare in biblioteca»

«E ora che ci fai qui?»

«Detective Caine, devo chiamare il mio avvocato o questa è solo una conversazione amichevole?» Christopher rise ancora trovando Beth adorabilmente acida e terribilmente simpatica. 

«Comunque non hai risposto alla mia domanda»

«Diciamo che sono qui per un motivo particolare» Beth tentennò sulle ultime parole, quasi non riuscendo più ad esprimersi. Sapeva cosa voleva dire, aveva appuntato un discorso mentale, ma durante la corsa aveva dimenticato tutto, troppo presa dai continui battibecchi che aveva con Chris, che nonostante tutto le facevano piacere. 

«Che sarebbe?» Chris la incitò a parlare muovendo una mano e rallentando un po' il passo permettendo a Beth di rimanere al suo fianco. 

«Mi dici perché mi chiami bambolina? E mi parli della ragazza che ti piace?» chiese Beth tutto d'un fiato. 

Christopher si fermò d'impulso in mezzo alla pista. Beth fece qualche passo avanti essendo troppo veloce per capire subito che doveva fermarsi, infatti stette quasi per cadere a faccia in avanti e sarebbe caduta se non fosse stato per Chris che l'aveva afferrata per le braccia. Il ragazzo la guardò negli occhi verdi. «Beth, sei seria? Tu sei qui per chiedermi questo? Non puoi aspettare dopo?»

Christopher non nascose il suo divertimento e Beth il suo disappunto. Strinse il pugno e batté il piede a terra. «È per via del fatto del numero di telefono, vero? Non vuoi dirmelo perché non ti ho ancora dato il mio numero!»

«Wo, wo, wo, wo. Calma, tigre, non ti scaldare così tanto che ti si arrossano le guance e dopo non sei più solo spaventosa e bella ma spaventosa, bella e divertente» Chris alzò le mani e accennò a un sorriso ma Beth continuò ad avere un cipiglio sul viso e lo sguardo da "non ammetto risposte non inerenti alla domanda". «Senti, Beth, come prima cosa penso che chiunque sarebbe d'accordo con me a dire che è una sciocchezza non scambiarci i numeri. È da un mese che siamo diventati amici mentre sono quattro anni che ci conosciamo. Vieni a casa mia due volte a settimana, pranziamo insieme tutti i giorni a scuola e passiamo tutto il tempo libero che abbiamo tra una lezione e un'altra insieme. Per quale ragione non dovresti darmi il tuo numero?»

«Perché-»

«Cooper, il coach ha detto che devi continuare il giro altrimenti te ne fa fare altri dieci» Archie Withman interruppe bruscamente Beth e lei non seppe se doverlo ringraziare o fulminare seduta stante, nel frattempo decise di ignorarlo. 

Archie Withman era uno degli amici più stretti di suo fratello insieme a Thimoty Saldana e ovviamente Chris. Archie era stato bocciato per due volte al liceo quindi aveva quasi diciannove anni mentre Thimoty ne aveva venti e stava studiando antropologia all'università di San Diego. Soprattutto dal primo, Beth si era sempre tenuta alla larga quand'era a scuola, passando insieme meno tempo possibile e parlandogli solo se strettamente necessario. Anche se era stato bocciato due volte, Archie non era stupido e sapeva riconoscere una bugia quando la sentiva. Beth era a conoscenza dei sospetti che nutriva nei suoi confronti e se fosse venuto a conoscenza della sua vera identità in quel momento sarebbe stato un disastro. Beth avrebbe perso tutto ciò a cui ancora si stava abituando ma che la faceva stare bene come non stava bene da tempo. 

Christopher ricominciò a correre e Beth lo seguì. «Che ne dici se ne parliamo dopo, bambolina?»

«Ma-»

«Parlare di cosa?» si intromise Archie facendole stringere i denti dal nervoso. 

«Non sono affari tuoi» sputò acida Beth pentendosene subito. «Scusa Archie, non volevo essere dura, solo che sono cose private»

Archie passò lo sguardo prima su Beth poi sul suo amico. «Chris, vedi di risolvere che la tua amica mi piace di più quand'è silenziosa» 

«Okay, bambolina? Aspettami sugli spalti. Andiamo a casa e ti spiego tutto»

Beth sospirò. «Va bene, okay, come vuoi tu» disse. Velocemente fece retro front e fece per avvicinarsi alla panchina del coach quando Christopher le prese il polso. 

«Beth, tu sei la mia migliore amica. Okay? Lo sarai sempre»

Beth schiuse le labbra sorpresa da quella dichiarazione. Chris le baciò dolcemente la guancia prima di tornare a correre, Beth invece si toccò il viso e, con un sorriso da ebete, tornò verso il coach che la guardava con un sopracciglio alzato. «È stata di suo gradimento questa passeggiata, signorina Lew-volevo dire, Beth?» Beth annuì ancora un po' stordita dal bacio, non dando peso al prof. che stava per chiamarla col suo vero cognome - cosa che sapeva non dovesse fare. «Perfetto, quindi ora esca gentilmente dal campo che mi sta distraendo i giocatori»

Beth annuì ancora e non obiettò. Con ancora la mano sul viso che scottava e lo zaino in spalla, attraversò il campo da football e andò a sedersi sugli spalti. 

Da lassù la vista era spettacolare. Riusciva a vedere il verde del campo da football, i ragazzi che giocavano, sullo sfondo grandi grattacieli, il cielo ancora azzurro con il sole che era ancora alto ma che da lì a poco sarebbe calato in uno splendido tramonto. Beth si soffermò a notare quanto bello fosse vedere uno stormo di uccelli che volavano in cielo in cerchio, andando poi verso il basso e di nuovo verso l'alto, come se stessero danzando. Si ritrovò a pensare a quanto bella fosse la Creazione e a come l'uomo la stesse rovinando per raggiungere i propri interessi personali, principalmente economici. Si sentiva in colpa per come l'egoismo umano e il desiderio di arricchirsi stesse rovinando l'atmosfera o i ghiacciai, ad esempio. O per quei poveri animali che morivano ogni anno per la plastica nei mari.

Il mondo è bello perché è vario o il mondo è brutto perché è avariato?

Beth non sapeva più cosa pensare della terra. Avrebbe voluto fare qualcosa, se le fosse stato possibile, ma sapeva che non era nelle sue possibilità. Beth era una ragazzina ma sapeva che rivolte o scioperi non sarebbero serviti a nulla, né studiare politica e diventare qualcuno di importante sarebbe servito. La lotta contro l'ingiustizia ci sarebbe sempre stata, perché l'ingiustizia era insinuanta anche all'interno di enti che avrebbero dovuto combattere per eliminarla. Ma l'amore del denaro e di avere una posizione sociale migliore avevano sempre la meglio, anche quando si trattava di salvare il pianeta. Beth non avrebbe potuto farci niente, doveva solo aspettare che qualcosa cambiasse e sapeva che prima o poi, le cose si sarebbero sistemate e di certo non per volontà umana.

Beth rimase sugli spalti per un'altra mezz'ora. Il piacere del bacio era finito, lasciando spazio e sentimenti di indecisione e incertezze, così decise di farsi una passeggiata per schiarirsi le idee. Si alzò dagli spalti, raggiunse il parcheggio e lasciò un biglietto sulla macchina di Chris con scritto:

Faccio una passeggiata fino a casa tua per schiarirmi le idee. Ci vediamo direttamente da te. xoxo, -Beth.

A Beth piaceva camminare, soprattutto la mattina quando l'aria fresca le solleticava il viso e non c'erano ancora tante auto in giro. Spesso camminava anche durante il giorno o la sera, quando non riusciva a dormire. Camminare era un po' come leggere o ballare perché la calmava, ma principalmente camminava quando voleva riflettere su una questione. E, in quel caso, erano i suoi sentimenti nei confronti del suo amico l'argomento delle sue riflessioni.

Rebecca aveva passato con Christopher un sabato stupendo. A distanza di giorni ci pensava ancora con il sorriso sul viso. E Beth passava con il suo amico dei momenti stupendi come quelli passati quando Terrence era ancora vivo e lei non era così sola. La voglia di non perdere Christopher era certamente dovuta al tipo di perdita che aveva avuto in passato, tra l'altro era stato quello stesso tipo di perdita a non farla affezionare a nessuno durante i precedenti quattro anni. Christopher era ormai entrato nel suo cuore, non avrebbe sopportato di poterlo perdere a causa di una ragazza. Doveva mettere in chiaro le cose fin da subito, altrimenti sarebbe stato meglio per lei interrompere la loro amicizia prima ancora che le cose potessero degenerare.

Dopo venti minuti la ragazza arrivò a casa Cooper e lasciò che Belinda le aprisse il cancello ma non la porta. Le domestiche conoscevano Rebecca ma non conoscevano del tutto Beth, questo perché lei non voleva che potessero riconoscerla. Era anche quello il motivo per cui Beth non aveva portato Chris a casa sua, avrebbe ovviamente capito tutto ma al moro non era sembrato necessario andare a casa di lei quando lui stesso aveva casa sempre vuota.

Beth aspettò Chris seduta su un amaca posta nel giardino anteriore della casa. Il ragazzo arrivò a casa alle cinque, andò subito ad accoglierla dopo aver parcheggiato l'auto accanto a lei. Scese dal pick-up tenendo in mano il biglietto che gli aveva lasciato, quando le fu vicino glielo porse. «È in casi del genere che mi piacerebbe avere il tuo numero, così potresti mandarmi un messaggio su WhatsApp piuttosto che lasciarmi biglietti sul cruscotto» Beth alzò le spalle e si morse le labbra sentendosi colpevole. Chris le mise un braccio sulle spalle e le sorrise per rassicurarla. Poi con tono amorevole le disse: «Dai, andiamo dentro»

Entrambi entrarono in casa. Ad accoglierli c'erano le due domestiche che, dopo un veloce saluto, scomparirono dalla loro vista per andare a preparare la merenda ai due ragazzi. Beth si sentiva in imbarazzo essendo così in stretto contatto con Chris, soprattutto dopo quello che gli aveva chiesto. Con la banale scusa del «Ho lo zaino pesante, lo svuoto un attimo» scappò dalle braccia di Chris e si avvicinò al tavolo. Tolse tutto ciò che sarebbe loro servito per dibattito mettendolo sul tavolo, nel frattempo Chris era andato a sedersi sulla parte lunga del divano e la guardava tenendo il gomito sul bracciolo e la testa sulla sua mano.

«Vieni qui» le disse e Beth sospirò. Fece per sedersi al suo fianco quando Chris aprì le gambe. «Non lì, qui» Ancora più in imbarazzo, Beth si sedette tra le gambe di Chris, la sua schiena a contatto con il petto del suo amico. 

«Non stavo bene anche di fianco a te?»

«No, perché non avrei potuto abbracciarti così» Chris avvolse le sue braccia attorno al corpo della ragazza stringendola a sé. Beth chiuse gli occhi a quel contatto, sentendosi così bene tra quelle braccia. «Stai bene?»

«Così o in generale?»

«Tutte e due»

«Sì» mormorò. 

Chris le diede un bacio tra i capelli e sussurrò un «Bugiarda, so che c'è qualcosa che ti turba» Beth non rispose subito, si limitò a sospirare. Chris aumentò la presa sulle sue braccia e la strinse di più a sé. «È per le domande che mi hai fatto prima? Vuoi sapere qualcosa in più sulla ragazza che mi piace?»

«No, cioè sì. Cioè, non proprio..» Beth balbettò facendo sorridere Chris. «È che quello che c'è tra di noi mi piace. Ho finalmente un amico che mi capisce, posso contare su una persona con cui riesco ad essere me stessa. Con te non ho paura di sbagliare e non vorrei perdere tutto»

«Beth, tu non perderai niente, sono io a rimetterci se mi allontano da te» Chris accarezzò le braccia di Beth mentre lei sistemava meglio la testa sulla sua spalla, il più vicino possibile al collo. «È vero che sono innamorato ed è vero che farei di tutto per questa ragazza, ma non potrei mai abbandonare te. Non c'è nessuna persona al mondo capace di capirmi come riesci a capirmi tu, neanche Daniel che è il mio migliore amico da sempre riesce ad arrivare al mio cuore come tu ci stai riuscendo. Tu sei speciale per me, non potrei abbandonarti mai»

«Sì ma io ho paura lo stesso, Chris. È già successo in passato e non potrei sopportarlo se dovesse succedere ancora» Beth abbatté un muro parlando dell'abbandono che aveva subito quattro anni prima a causa della morte di Terrence. 

«Cosa successe?» chiese Christopher davvero interessato.

Beth sospirò cercando di trovare le parole giuste per raccontare di Terrence senza essere troppo esplicita, in modo tale che Chris non avrebbe potuto comparare le due storie e capire che fossero lo stesso episodio. E che Beth era in realtà Rebeccca Lewis. «C'era questo ragazzo, era il mio migliore amico. Eravamo inseparabili, eravamo uno la metà dell'altro. Poi all'improvviso mi ha lasciato. Ha portato con sé una parte del mio cuore» Beth sentì Chris irrigidirsi dietro di lei, avvertì la tensione dal modo in cui aveva preso a stringere i denti. «Non lo ha fatto apposta ma-»

«Come si può non lasciare una persona apposta, Beth? Si è comportato da perfetto idiota e da bastardo con te. Io non sono così, non ti farò mai una cosa del genere» Beth strinse la lingua tra i denti per il modo in cui aveva chiamato suo fratello. Ma infondo Chris non sapeva la verità, quindi non poteva prendersela. «Beth, tu sei la mia bambolina. Tu mi hai dato dei consigli stupendi, mi sostieni sempre e mi hai anche insegnato a ballare. Anche se tu e la ragazza che mi piace siete molto simili fisicamente, tu sei completamente diversa da lei. Sei estroversa e non ti piace farti mettere i piedi in testa, sei testarda e tremendamente infantile molte volte e altrettante volte lo sono anch'io con te. Amo i nostri battibecchi, le nostre conversazioni stupide o quando parliamo seriamente come stiamo facendo adesso. E amo tenerti stretta tra le braccia e strapparti un sorriso, tu meriti tutto il bene del mondo e sono disposto a dartelo. Giuro che non toccherò mai i nostri momenti insieme per stare con lei. Ripeto, è vero, la amo e farei di tutto per lei, ma tu sei la mia migliore amica. Non riuscirei più a vivere senza di te, sei la mia quotidianità»

Beth si commosse a sentire tutte quelle belle parole, soffocò un singhiozzo e si girò un po' per poter allacciare le braccia al collo del suo amico e continuare a piangere indisturbata. Christopher le accarezzò le spalle e i capelli sciolti, la strinse ancora di più tra le sue braccia e le baciò teneramente la fronte e la testa nel tentativo di tirarla su di morale. Beth fu coccolata come mai prima di allora. Neanche quando era morto Terrence aveva ricevuto tutte quelle attenzioni, ma in quel caso era perché lei non voleva avere contatti con il resto del mondo e quindi neanche conforto. Con calma, qualche minuto dopo si calmò. Con mano tremante si asciugò gli occhi e sistemò anche le lenti a contatto che avevano preso a darle fastidio avendo pianto. 

«È tutto okay?» le chiese dolcemente Christopher e lei annuì. Chris le accarezzò i capelli e soffermò la sua mano sul collo di lei, mentre Beth tornava ad abbracciarlo. Restarono in quella posizione per svariati minuti, finché Beth non si calmò del tutto. Chris, per smorzare la situazione, disse con tono divertito «Sai che amo i tuoi tatuaggi?»

«Quali conosci?» rispose di rimando con una domanda Beth. 

«Perché, quanti ne hai?»

«Un po'» mormorò lei tirando su col naso. Non aveva voglia di battibeccare troppo, non dopo quello sfogo di pianto sul suo amico. 

«Be', adoro lo stelo di lavanda qui» Chris le toccò la cartilagine interna dell'orecchio. «È il tuo fiore preferito, immagino»

Beth annuì. «Ne adoro il profumo»

«E poi mi piace tantissimo il tatuaggio che hai qui, dietro al collo» Chris le toccò il punto immediatamente sotto l'attaccatura dei capelli, dove Beth aveva tatuato uno spicchio di luna e un cerchio che era il sole. «Questo che significato ha?»

«Quando sono stata male per l'abbandono di quel mio amico, mi sono chiusa in casa e non volevo più uscire. Dopo mesi mi sono resa conto che stavo perdendo tempo, la vita continua ad andare avanti anche senza di te. Puoi stare male quanto vuoi, ma il sole cala ogni giorno, la luna sorge ogni notte, le giornate passano e il tempo vola. Mi ricorda che non devo sprecare tempo se voglio essere felice, perché i giorni passano e le circostanze non cambiano se non sei tu a volerlo e a fare qualcosa a riguardo»

Chris rimase in silenzio per un po', contornando con le dita i due tatuaggi, facendole provare brividi che andavano dritti al ventre. Poi «È proprio vero» disse.
«Hai altri tatuaggi?»

«Altri due, ma non ti dirò dove sono» 

«Perché, li hai fatti in qualche posto proibito, tipo sul sedere?» Beth schiuse le labbra e arrossì imbarazzata. Chris, non vedendo la sua amica rispondere, la prese delicatamente per le spalle e la girò verso di sé. «Lo hai fatto davvero sul sedere?» 

«No, certo che no!» sbottò Beth imbarazzata. Abbassò lo sguardo rossa in viso e si mordicchiò un un'unghia finta tornando a guardare Chris. «Però dall'altro lato»

Chris schiuse la labbra stupito dalla dichiarazione di Beth. «Hai fatto un tatuaggio sulla tua-»

«No! Cioè, si ma non proprio. Non è proprio lì, lì, è più su. Cioè. Oh, che imbarazzo!» Beth si portò entrambe le mani sul viso e si tuffò sul petto di Christopher che che cominciò a ridere dalla reazione della sua amica. 

«Quindi mi stai dicendo che ti sei fatta due tatuaggi hard, sul posto più intimo di una donna?» le chiese ridendo e Beth continuò a tenere le mani sul viso e il viso sul petto di Chris. 

«Non è proprio così» mormorò. Facendosi coraggio, si allontanò dal petto di Chris e si girò verso di lui inginocchiandosi sul divano. 

Il ragazzo la guardò dal basso schiudendo le labbra. La situazione si stava facendo più calda del previsto?

«Uno è sullo sterno, sono delle onde perché io sono nata praticamente al mare. L'altro invece è tipo qui» Beth indicò la parte immediatamente inferiore all'osso del bacino. Chris seguì la mano della ragazza con sguardo quasi perso. «Segue la linea del bacino e scende verso il basso ma non arriva mai lì, lì»

«Non ho capito dov'è, posso vederlo?» Chris poggiò entrambe le mani sui fianchi di Beth preso da un'improvvisa e insensata voglia di scoprire di più di lei e del suo corpo. 

«Ovvio che non puoi, Chris» lo beffeggiò Beth sedendosi sulle sue gambe piegate. «Non lo ha mai visto nessuno, non lo sanno nemmeno i miei»

«Quindi vuol dire che non lo ha mai visto nemmeno nessun ragazzo con cui hai passato una notte focosa?» Beth si morse le labbra, imbarazzandosi ancora di più. Chris capì al volo quello che l'espressione della ragazza volesse dire e «Sei ancora vergine? Davvero?» le chiese. 

«Be', sì? Che c'è di male?» Beth si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 

«Sei una conservatrice? Di quelle che vogliono fare sesso solo dopo il matrimonio?»

Beth annuì. «Non ci trovo nulla di male. Darò la cosa più preziosa che ho all'uomo che sposerò, che sarà anche l'uomo che mi amerà incondizionatamente per il resto della mia vita»

«Sembra quasi una bella favola questa, Beth» Chris le accarezzò dolcemente il viso. «Ma spero che un giorno troverai un uomo così. Poi mi farai sapere quale sarà stata la sua reazione quando avrà visto il tuo tatuaggio sexy»

Beth ridacchiò imbarazzata e guardò Chris. Rilassato sul divano, con la testa leggermente piegata all'indietro e un sorriso compiaciuto sul viso, era bellissimo. I suoi occhi erano un qualcosa di meraviglioso, le labbra pure e il collo.. Messo così in bella vista era stupendo. Beth non ragionò sulle sue azioni quando si sedette a cavalcioni su di lui. Né ragionò sulle sue azioni quando portò la testa sulla sua spalla e gli baciò il collo. Chris l'abbracciò per l'ennesima volta ma a Beth non dispiacque. Quel ragazzo era davvero un dono dal cielo, che non avrebbe mai lasciato. 

Fu per questo che gli disse «Dopo oggi pomeriggio ti sei meritato il mio numero sulla rubrica» facendolo sorridere. 

E lui le rispose. «E tu ti sei meritata un bel weekend con me al Country Club. Tra due mesi ci sarà la finale di polo e mi piacerebbe tanto che tu venissi a vedermi. Che ne dici, sarebbe possibile?»

Beth strabuzzò gli occhi. Sì, sarebbe stato possibile, ma questo avrebbe anche significato dover essere due persone contemporaneamente perché anche Rebecca avrebbe assistito alla gara con la sua famiglia.

«Va bene, vedrò di esserci» rispose Beth, nonostante ci fosse una domanda che aveva preso a vorticarle per la testa.

Sarebbe stata pronta, alla fine dei due mesi, a veder mandare in fumo tutto ciò che era stato e poteva essere tra di loro? O sarebbe riuscita a sistemare la situazione prima?

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