20. nessuna lealtà verso un traditore
Quando si calmò e raggiunse il furgone rimasto ai piedi della collina sotto alla boscaglia, già seppe che la sua squadra si era già messa in moto. Joseph e Finn avevano aiutato Skye a raggiungere il mezzo, adagiandola sui sedili al meglio, poi erano partiti in cerca di scorte. Lama perlustrava la zona limitrofa al veicolo, non allontanandosi mai da Skye e disinfettandola ogni mezz'ora mentre Wave era andato a caccia di Icaro.
Quando Saleem raggiunse il furgone, gli altri non c'erano, trovò solo una Skye dormiente su uno dei sediolini anteriori, che si sentiva inutile per la maggior parte del tempo, ma era troppo stanca persino per darsi colpe. La luce interna rimasta accesa del veicolo illuminava il viso sudato e appiccicaticcio di lei. E Saleem, mentre restava di guardia alla loro momentanea base, non riusciva a non domandarsi a come era stata ingenua a fidarsi di uno sconosciuto, tanto meno in quelle terre.
Era sempre stata cosi?
Ma la sua rabbia, era ancora più profonda. La cosa che molto probabilmente più aveva detestato era la visione di quel viscido accanto a lei, ignara di chi era realmente.
Lanciandogli un'occhiata mentre dormiva, non riusciva ad immaginarsi un'altra Skye in un'altra vita. Doveva essere stata sicuramente una ballerina poiché quella sera era di scena sul palcoscenico. Era di Dover e diamine, Saleem non sapeva neanche dove si trovava o com'era fatto quel posto. Non era mai riuscito a metter muso fuori alle sue terre. Era sempre stato nel deserto o nelle città vicine sotto al regno di Gor.
Solo dopo alla guerra, si erano ogni tanto avventurati nelle altre città in cerca di superstiti e scorte.
Rimase con la mano a mezz'aria, era troppo sudata, avrebbe voluto toccarla per accettarsi che la febbre stesse calando.
Infondo stava dormendo, avrebbe potuto toccarla eppure... la sua mano rimase a mezz'aria prima di ricadere sul suo fianco.
Perfino ora che dormiva avrebbe voluto dirle che nessuno gli aveva chiesto di prendersi un colpo per lui, e che doveva soltanto eseguire due ordini:
Il primo era quello di rimanere al Villaggio perché non era entrata a far parte di quella missione.
Il secondo era quello di allontanarsi da Icaro nell'esatto momento in cui gliel'aveva gridato.
Doveva essere solo una missione per recuperare delle scorte, nulla di troppo complicato.
Lui e la sua squadra erano soliti a queste ronde.
Eppure, non sapeva come, si ritrovavano lì. In mezzo ad un bosco, tutti in pericolo.
Icaro avrebbe potuto smuovere truppe in questo bosco anche in quel preciso momento.
Avrebbe dovuto annullare la missione e portarli tutti in salvo. Erano abituati alla carestia, ce l'avrebbero fatta in qualche modo, la missione era solo rinviata e non annullata.
Ma poi realizzò che niente di tutto questo sarebbe mai dovuto succedere.
Lui avrebbe dovuto lasciarla lì, a quello spettacolo, forse se la sarebbe cavata in qualche modo...
Guardandola si sentì l'uomo più impotente della terra.
Avrebbe voluto che quel proiettile avesse centrato mille volte lui, piuttosto che lei.
E per questo, ne era certo, l'avrebbe odiata a morte.
L'aria fresca della notte era accompagnata dai primi cantericci degli uccelli che pian piano venivano svegliati dalla lenta alba di quel nuovo giorno.
E per tutta la notte delle truppe di Icaro non vi erano state neanche l'ombra.
Solo Wave e Finn colmi di provviste erano tornati alla base per fare rapporto a Saleem ma mai nessuno aveva voluto accettare il cambio.
Avevano riempito il furgone di scorte e si erano rimessi in viaggio per trovare altre erbe.
Superata la notte, anche Lama aveva stabilito di poter disinfettare la ferita fra un paio d'ore, era quindi andata in cerca di selvaggina.
Si erano tutti fatti in quattro tutta la notte per il proprio Villaggio.
Skye, indolenzita e infreddolita dalla febbre, aveva smesso di tremare da un po' e si era lasciata avvolgere dal giaccone che Saleem aveva recuperato dal furgone.
Skye pensò che a suo modo, Saleem le era stato vicino e forse era stato anche un po' premuroso da parte sua quello di recuperarle una giacca e adagiarla sopra di lei, ma continuava a non capire lo scudo contro che le aveva inalzato contro.
Alle prime luci dell'alba, quando il buio si era fievolmente dissolto del tutto, Skye aveva riaperto le palpebre mentre sentiva sussurrare Lama e Saleem poco lontano, pochi istanti dopo, la vide andar via con ancora un cesto per la selvaggina.
Ammirava da lontano il profilo armonioso di Saleem concentrato nel tagliare della legna fresca.
Più l'osservava e più aveva paura che si fosse rotto qualcosa fra loro, qualsiasi cosa essa fosse stata.
Non avevano parlato del suo incontro con Icaro, in realtà non le aveva più parlato proprio, e non era sicura che volesse che lo facesse, essendo che ogni volta le ringhiava contro che non avrebbe dovuto ne seguirli ne fidarsi di uno sconosciuto e ne prendersi un colpo per lui.
Eppure lei l'avrebbe rifatto. Forse perché si sentiva un peso per il Villaggio e un impedita rispetto alla squadra. Per questo voleva riscattarsi. E comunque l'avrebbe fatto per qualsiasi membro della squadra.
O almeno sperava.
«Ti senti meglio?»
La voce pacata e lontana di lui la fece deconcentrate dai suoi stessi pensieri.
Era stata beccata in fallo a guardarlo, distolse impulsivamente lo sguardo, quasi potesse negare di esser sveglia da un po'.
«Mai stata meglio» Mentì, provando lentamente a mettersi seduta. Lui le riservò uno sguardo più tagliente della lama che aveva fra le mani, chiaro segno che il sarcasmo non era ben gradito in quella conversazione, e continuò nella sua impresa.
Con una smorfia di dolore che comunque Skye tentò di camuffare, si risistemò meglio sul sedile, rimanendo ancora avvolta dalla giacca.
«Ora dobbiamo parlare.» concluse, colpendo con un colpo secco il suolo così che l'ascia rimanesse bloccata.
Sì avvicinò alle porte del furgoncino aperte, appoggiandosi ad una di esse con le braccia incrociate e lo sguardo rivolto alla ragazza seduta accanto.
Quindi era arrivato il momento di parlarne, pensò Skye.
«Come l'hai conosciuto? Ti ha detto qualcosa di importante? Tipo se è ancora al Palazzo? I suoi piani? Sa di noi? Gli hai confessato del Villaggio?» iniziò, con una raffica di domande a cui neanche Skye riuscì a star dietro.
Ma ci provò.
«Non ricordo molto. Ma una cosa non posso dimenticarla» confessò, un dolore più profondo della ferita, si fece largo in lei.
Ci aveva fatto i conti per tutta la notte, almeno la parte in cui era rimasta sveglia e cosciente.
Ma era comunque inutile girarci intorno, erano tutti in pericolo e da quel incontro, lo erano nettamente di più.
«Sì...Gli ho svelato l'esistenza del Villaggio. E che esso si trova sotto terra. Non gli ho detto dove precisamente... ma ora sa» ammise, con la voce piatta nonostante una parte di lei, avrebbe voluto urlare.
Saleem fece roteare il capo oltre la sua spalla rivolto verso di lei. La guardava dall'alto verso il basso, non fece trapelare assolutamente niente dal suo viso.
Sì aspettava che sfollasse, che le desse la colpa perché dopotutto era interamente suo il misfatto.
Invece la guardò solo, prima di riportare gli occhi sull'alba in lontananza. Una delle più belle fra l'altro.
Il cielo lasciò spazio alla palla di fuoco che colorò di toni caldi tutta la volta, essa si spezzò in due fra la notte e il giorno.
I raggi illuminarono gli occhi scuri di lui che si limitò a scrollare le spalle.
«Troveremo una soluzione. Bisognerà avvisare Adil il prima possibile» disse infine, come se non lo avesse appena informato di averli traditi e aver rivelato informazioni di vitale importanza al loro più infimo nemico.
«E con lui ci parlerò io soltanto» avvisò.
Lei non provò a giustificarsi, oltre al odio di Saleem, Skye doveva sopportare anche l'odio che in quel momento lei stava riservando a se stessa.
«Immagino che ora vorrai ancora di meno la mia presenza nella squadra» sussurrò, togliendosi lentamente la giacca e appoggiandola al sedile accanto.
Vedeva come fingeva una finta calma, guardandolo meglio, era impossibile non notare i muscoli tesi e il continuare aprire e chiudere la mano a pugno.
Eppure il suo volto era liscio come l'olio.
«Come biasimarmi» disse prima di andar via, lasciandola lì senza opzioni di replica.
Lo vide riprendere in mano l'ascia, e metterci il doppio della forza per spaccare quella legna. Ad ogni colpo, gli occhi di Skye si chiudevano convulsamente fino a che non chiuse definitivamente gli occhi, prese un respiro profondo ed ebbe la stessa sensazione di prima, quella di aver dentro solo cocci di vetro andati in frantumi in mille pezzi.
Che forse stava provando ad aggiustare l'irreversibile?
Di certo sapeva in quel momento che non voleva essere nelle sue vicinanze, perché quella rabbia e il suo silenzio le erano insostenibili e ancor di più le sue parole.
Prese forza, si alzò di malavoglia ancora dolorante, ma la fascia improvvisata che si era fatta fare da Lama durante le medicazioni di quella notte l'aiutò.
Strinse i denti per contenere il dolore e si allontanò da Saleem.
«Hai per caso intenzione di perderti di nuovo?» lo sentì dire dalle sue spalle.
Ma non gli diede vinta quella volta, continuò ad andar via.
Non sarebbe stata una pallottola a fermarla, avrebbe voluto combattere fino alla fine anche lei, anzi forse aveva addirittura con più motivi di prima.
Voleva dimostrare a se stessa che valeva qualcosa, che poteva essere anche lei un soldato, che poteva proteggere, combattere, assistere e essere parte di qualcosa di buono.
E per sopravvivere in quelle terre, doveva diventare parte di esse.
Dopo qualche minuto abbassò gli occhi verso la chiazza di sangue secco del giorno prima, dov'era stata colpita. Guardandosi intorno solo in quel momento si ricordò che Yuri era rimasto nascosto dietro l'albero per buona parte dell'estrazione. Perché non era scappato via subito?
Alzò lo sguardo verso quei tronchi, ma ovviamente non c'era nessuno se non lei.
Continuò a camminare finché non riconobbe dei funghi commestibili, sua nonna materna gli aveva insegnato sin da piccola a riconoscerne uno quando l'avrebbe visto.
Impacciatamente e con solo un braccio, provò a raccoglierne quanti più ne poteva. Mettendoseli nei tasconi assieme alla pallottola. Guardando quei funghi radunati accanto alla corteccia di un albero, si perse in ricordi lontani con sua nonna e il loro cagnolone da tartufo, all'epoca non avrebbero mai immaginato un avvenire simile.
Sì riempì ancora le mani e ritornò indietro, quando ormai il sole era alto e il cielo si era stabilizzato con i suoi colori vividi del giorno. Appena arrivò al furgoncino notò che tutta la squadra di era radunata ed erano intenti a riempire il bagagliaio di qualsiasi tipo di scorte, tutti in estremo silenzio, stanchi e persi nei loro pensieri.
Una volta sistemato tutto, tra cui anche i funghi che Finn aveva già adocchiato, si sistemarono all'interno del veicolo e partirono, iniziando a parlare di alcune ricette che avrebbero potuto mangiare con il coniglio.
Lama che era al suo fianco, guardò ancora una volta le sue condizioni e constatò che era ancora tutto in ordine, gli strinse leggermente la fascia e alzò un pollice in segno che tutto fosse okay.
Aveva lo sguardo e i modi da dura, eppure le sue mani erano state impeccabilmente delicate ogni volta che la toccavano. Quando tutti iniziarono a parlare fra loro, Lama le si avvicinò cauta ancora una volta, soffermandosi vicino al suo orecchio.
«So che gli hai detto del Villaggio. Forse Saleem e gli altri sono troppo buoni da credere a te e alla tua fedeltà. Ma attenta, al prossimo sbaglio o all'ennesimo problema, sarò io stessa a farti fuori» la intimò con un tono che non accettava repliche. Poi si voltò dalla parte del finestrino e lasciò che tutto scorresse via.
A Skye le si era fermato il cuore, ora tutti loro conoscevano la verità del suo incontro con Icaro e che era stata proprio lei a svelargli del Villaggio.
Molto presto anche il Villaggio avrebbe saputo.
Dopo un paio d'ore, si intravide la piccola grotta che precedeva il Villaggio farsi largo sulla terra battuta.
Appena entrati in essa, una folla di persone bisognose e stanche di pregare, li accolsero, felici del loro ritorno.
Le portiere del furgoncino si aprirono, e molte persone corsero ad abbracciare i soldati, chi pregava, chi ringraziava e chi sistemava già le scorte, molto probabilmente tutti i membri erano lì all'entrata.
Nessuno badò molto a lei, probabilmente in quei giorni avevano già notato la sua assenza e disobbedienza.
Provò a dileguarsi il prima possibile da quella folla puntando lo sguardo a terra finché non intravide un bastone in legno e un abito lungo di quel che doveva essere un bianco candido una volta.
«Skye, quanta fretta. Vieni, dalle tue condizioni deduco che dobbiamo parlare degli ultimi avvenimenti» era la voce di Adil a parlare, e quando lo guardò in viso non vide rabbia o nervosismo per esser scappata via. Aprì bocca per protestare e andarsene, quando fu interrotta.
«Signore. Skye è stata ferita ed è stanca. Siamo appena giunti da lunghe giornate, consiglierei di lavarci e riposarci prima, a mente lucida, parleremo di tutto ciò che serve sapere» Saleem spuntò dalle sue spalle, portò una sua mano, fin troppo grande per il suo corpo, sulla sua spalla illesa e la tirò verso di sé.
Skye seppe di non dover aprire bocca, mentre il Vecchio annuì flebilmente alzando il bastone e lasciandoli liberi di proseguire. Così fecero, e solo quando si allontanarono notevolmente dalla folla arrivando quasi alla botola, Saleem le fu di fronte e abbassò il suo viso al suo livello per poterle parlare a quattrocchi.
«Con Adil devi stare attenta alle parole che userai, sempre. Abbiamo avuto in passato un traditore qui... e fidati, non vorrai mai esser stata nei suoi panni. Dirai semplicemente di aver incontrato Icaro qualche minuto prima che ti sparasse, mentre eri in cerca di risorse per il Villaggio. Ti ha torturato ed estratto da bocca l'esistenza del Villaggio per poi ferirti con la speranza di ucciderti. Riguardo alla tua presenza sulla missione, semplicemente volevi renderti utile» le raccomandò.
«Perché non posso dire la verità?»
«Potresti finire come sospettata. Adil e il resto della gente potrebbe pensare che tu sia una talpa di Icaro» quella confessione le fece perdere qualche battito. Lama pensava questo di lei? E gli altri?
«Ma se addirittura mi ha sparato, non spari ad una tua talpa» rispose incredula.
«Oh. Non immagini cosa farebbero le guardie di Icaro per lui. Già ne abbiamo avuta una in passato. Pensavamo fosse un superstite. Beh comunque la sua fine non è stata esemplare. Adil è saggio, ma se ha il benché minimo sospetto che tu sia una traditrice, non sarà tanto clemente. La cosa che più odia sono gli sleali. Non devi dagli modo di dubitare di te» concluse guardandola.
Skye abbassò lo sguardo ai suoi piedi. Com'era finita in quella situazione?
«Che c'è?» la guardò confuso, la sua voce divenne di una nota più docile, mentre lei stava prendendo forza e calma per non urlare dalla frustrazione.
«Pensate che io possa essere una spia? O meglio, tu lo pensi?» diede voce ai suoi timori.
«Non ho detto questo»
«Ma è quello che pensi?» si avvicinò repentina mettendosi ad un palmo dal suo viso. Voleva essere limpida. Chiara. Lei non era lì per essere contro di loro, ma con loro.
Lui la osservò, e come sempre il suo viso parve liscio e privo di emozioni. Probabilmente un defunto sarebbe stato più espressivo.
«Non ti avrei mai permesso di restare in squadra se così fosse» Skye sospirò, contenta almeno del fatto che non dubitasse di lei.
«Il mio era solo un consiglio per la tua sopravvivenza, se poi sei tanto sprovveduta da rimetterti in pericolo per la seconda volta...» Skye lo guardò sprezzante.
«Quando la smetterai di trattarmi come una bambina?» tuonò
«Quando finirai di esserlo e seguirai i miei ordini.» rispose, prima di fare dietro front.
«Allora mai» concluse lei, prima di andarsene a rintanarsi, sfinita, nella sua botola.
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