5. Dannata Stella Lord

Guardando verso l'alto, la spia vide un tubo spuntare dal soffitto: si tolse gli occhiali da sole, la sciarpa, i guanti e l'impermeabile, rivelando un abito da cocktail rosso, e utilizzò detto soprabito per appendersi e raggiungere l'altro lato del piccolo crepaccio. Quando si accorse che il Tyrant aveva intenzione di spiccare un salto per raggiungerla, Ada tirò fuori dalla fondina da spalla la sua piccola pistola ed esplose qualche colpo, forandogli la fronte. Gli schizzi di sangue imbrattarono le pareti e il mostro cadde in ginocchio stordito.

- Meglio tagliare la corda - disse, girando i tacchi e andandosene. Ripose l'arma nella fondina e notò che la porta in fondo al corridoio era chiusa e che per sbloccarla era necessario digitare una combinazione mediante un tastierino numerico. A quel punto, ella usò il rilevatore EMF, uno strumento tecnologicamente avanzato, per violare il sistema di sicurezza e individuare la password. Sbloccata la serratura, Ada varcò l'uscio e si ritrovò in un lussuoso ufficio con arredamenti costosi, un lungo tappeto, un caminetto in marmo, una scrivania con qualche trofeo e degli oggetti di cancelleria, e una poltrona in pelle. Davanti all'unica finestra della stanza, che occupava tutta la parete, c'era proprio Stella Lord, la quale si voltò verso l'intrusa.

- E tu chi diavolo saresti? - domandò la donna.
- Qui le domande le faccio io - rispose minacciosamente la spia dal vestito rosso, puntandole contro la pistola.
- Ah... Ora mi ricordo di te. Hai salvato Jill Valentine da uno dei nostri Tyrant - asserì Stella. - Dimmi: sai chi sono io?
- Stella Lord, capo dell'Obsidian. Perché hai rubato i progetti della Umbrella? - chiese Ada. Il suo quesito fece piombare nella stanza un silenzio quasi sinistro che tuttavia Stella, dopo qualche istante, infranse.
- Tempo fa ero con la Umbrella Corporation. Era gratificante far progredire la scienza con i nostri studi e il clima lavorativo era meraviglioso... Ma il capo era Albert Wesker. Quel figlio di puttana mi ha rovinata... Non mi considerava all'altezza dei grandi piani che aveva per l'azienda, così cercò di liberarsi di me: mandò un sicario a uccidermi e io fui costretta a scappare - raccontò, fermandosi un attimo. Si sedette sulla poltrona. - Mi sono presa molto tempo per racimolare sufficiente denaro per costruire qualcosa di nuovo. Volevo un'arma, anzi tante armi, per abbattere quel bastardo e la Umbrella. Ho creato la Obsidian per brama di potere e successo. Desideravo arrivare dove Wesker ancora non si era spinto, raggiungere la vetta prima di lui per poterlo schiacciare come l'insetto che è! - proseguì. Ada si limitò a fissarla, tenendo il dito delicatamente sul grilletto.
- Tu lavori per lui, non è vero? - le chiese Stella.
- Affatto - negò la spia. - Però mi serve un campione del D. Consegnamelo! - le impose poi.
- Scordatelo! - urlò la donna, prima che il Tyrant ritornasse alla carica. Questi attaccò Ada, colpendola con un pugno sullo stomaco. Ella venne scaraventata fuori dalla finestra, precipitando su un cumulo di polvere, spazzatura e sporcizia. Fu in grado di rialzarsi, dolorante come mai prima di allora, e si allontanò zoppicando, con la gamba che le doleva in maniera indicibile.

POV Jill
Rimasta di stucco per il bizzarro comportamento di Ada, Jill rivolse un'ultima occhiata al Tyrant morto e attraversò la stessa porta automatica dalla quale la donna era uscita. Prese l'ascensore color mogano e giunse nell'area elegante, perlustrando accuratamente il pianterreno, per poi salire al primo, dove trovò il pavimento distrutto. Dall'altra parte, uno spaventoso Tyrant le corse incontro.

- Dannazione, un altro! - brontolò Jill, lanciandogli una granata adesiva sul petto. Quando esplose lo tramortì, spedendolo contro una parete, provocando una crepa. La fanciulla notò poi il soprabito di Ada penzolare da un tubo sul soffitto.

- È l'impermeabile di Ada! - esclamò, per poi aggrapparsi al trench e oscillare fino ad approdare dall'altra parte. La porta in fondo al corridoio, oltre la quale c'era l'ufficio di Stella Lord, era divelta e Jill si precipitò laggiù. Vide la donna dai capelli rossi osservare la finestra frantumata e le puntò contro la glock.

- Ferma dove sei!
- Un'altra seccatura - mormorò Stella, gettando a terra un fumogeno. Sfruttando la temporanea cecità della ragazza, scattò verso una libreria, scappando tramite l'ascensore segreto celato dietro tale mobile. Lo schermo di fumo si dissipò e Jill tentò di spostare lo scaffale, ma era assolutamente inamovibile. A quel punto, per andarsene da lì, ella si lanciò dalla finestra, finendo su dell'immondizia.
- Quello che si dice un "atterraggio morbido" - ironizzò Jill, prima di liberarsi della spazzatura e continuare la sua missione. Vide che sul pavimento c'era una sorta di botola, molto grossa e resistente, ed era aperta. Senza pensarci due volte, la ragazza scese la scala a pioli e arrivò in quelle che sembravano essere le fogne di Emerald Town.
- Grande... - sbuffò Jill. - Ora dovrò farmi almeno sei docce per liberarmi di questa puzza...

Ella avanzò in quel dedalo sozzo e maleodorante, preparandosi al peggio.

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