4. Nuove Conoscenze
Malgrado portasse gli occhiali, era evidente che lo sguardo che quella donna aveva rivolto a Jill era di una freddezza indescrivibile.
- Devi stare più attenta - le disse con tono profondo, una voce che non ci si aspetterebbe da una donna esile come lei. - Non ci sarò sempre io a salvarti.
- Chi sei? - chiese Jill, confusa.
- A giudicare dagli avvenimenti di stanotte, sono il tuo angelo custode - ironizzò l'enigmatica salvatrice, mantenendo comunque un timbro vocale severo.
- Aspetta... Quindi eri tu prima? Hai sparato un razzo al Tyrant e --
- E ti ho slegata nella sala operatoria... Esatto - la interruppe lei. - Se collaboreremo, ne usciremo sane e salve. Io mi farò viva. Ci vediamo.
- Un momento! - le urlò Jill. - Voglio sapere chi sei.
- Ho dimenticato le buone maniere... Il mio nome è Ada - rispose, per poi uscire da una delle porte automatiche.
POV Ada
Poco tempo prima
Le pale di un elicottero squarciavano le nuvole del cielo notturno. La misteriosa spia nota come Ada Wong era stata inviata dal suo capo a Emerald Town con uno scopo ben preciso: ottenere un campione del virus D e poi distruggere la base dell'Obsidian. Una volta atterrata su un tetto, la donna sfruttò una scala antincendio e scese in strada, avanzando con decisione verso alcune case popolari adiacenti alla stazione. All'interno di uno degli appartamenti, come promesso dal suo mandante, Ada trovò un lanciarazzi e una pistola piccola di un grigio scurissimo con l'impugnatura marrone, all'apparenza comoda e maneggevole. Di colpo sentì un tonfo provenire dalla stazione ferroviaria e, insospettitasi, si recò in quel luogo. Avanzando furtivamente, vide nientemeno che Jill Valentine, che cercava in tutti i modi di sopravvivere agli assalti di un Tyrant; la spia salì una scalinata fino a raggiungere il piano superiore e si appostò lì, pronta all'attacco.
- Quella dev'essere Jill Valentine della S.T.A.R.S. - ipotizzò Ada fra sé e sé, guardando attraverso il mirino del lanciarazzi. - Ho sentito parlare di lei... E quel mostro? - aggiunse, spostando il dito sul grilletto.
Il Tyrant camminò verso Jill, creando boati con i suoi passi pesanti e spaventosi. A quel punto, la donna gli sparò un razzo addosso, travolgendolo. Non appena vide la fanciulla soccorsa attraversare la porta nera, abbozzò un sorriso.
- Mi ha aperto la porta... Ma che gentile - notò con sarcasmo, prima di colpire nuovamente la creatura con un altro razzo e poi un altro ancora, finché il busto di questi non esplose in mille fiotti di sangue, pezzi di carne e frammenti di ossa. Ada gettò via il lanciarazzi e si apprestò a raggiungere la porta, entrando in fretta e richiudendola alle sue spalle. Anziché entrare nell'ascensore, ella passò per uno dei condotti d'areazione, calandosi con leggiadria e atterrando carponi in uno dei laboratori. Addentrandosi nella struttura sotterranea, ebbe l'occasione di leggere alcuni rapporti sui risultati degli esperimenti dell'Obsidian. Diversi scienziati avevano allegato anche dei filmati come prova delle loro dichiarazioni. Presa dalla curiosità, Ada iniziò guardandone uno. Il video partì, mostrando tre uomini in camice bianco che testavano le reazioni di alcuni soggetti alla somministrazione del virus D. Un paio si accoppiarono, dando origine ad un ammasso molliccio e informe che pian piano cominciò a muoversi e ad assumere una forma umanoide, altri si sventrarono a vicenda in preda alla collera e altri ancora morirono poiché incompatibili con l'embrione che gli era stato impiantato. In un secondo filmato, però, il "figlio" avuto dalle prime due cavie crebbe moltissimo in poco tempo e divorò i suoi genitori, per poi fare a pezzi i ricercatori e la squadra speciale che cercavano di contenerlo. Anche i tre scienziati furono dilaniati. Quella scena si rivelò a dir poco raccapricciante.
- Probabilmente la Umbrella non sarebbe stata in grado di controllare il virus D, ma sembra che neanche la Obsidian stia facendo un buon lavoro... - disse Ada, stringendosi nelle spalle. - Devo trovare Stella Lord.
La spia continuò le sue indagini nel quartier generale dell'Obsidian, facendosi strada fra gli scienziati infetti e altri orrori maggiormente evoluti. Poi, inaspettatamente, vide diversi dottori trasportare Jill Valentine su una barella. Per evitare di farsi scoprire, la donna scattò con riflessi pronti dietro una parete e osservò quelle figure dirigersi verso una sala operatoria. Con la massima prudenza, Ada si avvicinò all'uscio e si mise a origliare, sentendo che era stato prelevato del sangue a Jill per motivi ignoti. Poi, attese che la gente uscisse dalla stanza e vi entrò, liberando subito la fanciulla dalle cinghie che la legavano al lettino. Dopodiché, la spia si dileguò in fretta per esplorare ancora la struttura, augurandosi di non dover più intervenire in aiuto dell'altra intrusa.
- Sono la sua guardia del corpo, per caso? - s'interrogò un po' irritata, mentre camminava senza sosta. Quando stava per entrare in un cunicolo buio e angusto si accorse che, nella zona relax a pochi passi da lei, una donna dalla folta chioma rossa stava uccidendo dei ricercatori con un uzi, per poi lasciare l'arma a terra e andarsene. Osservando il lato del volto che era riuscita a scorgere, Ada la riconobbe: era proprio Stella Lord. Per quale motivo li avrà uccisi? Non lavoravano per lei? Nella mente della spia, queste domande rimbombavano incessantemente e necessitavano quanto prima di una risposta. Decise di pedinarla, assicurandosi di passare inosservata e di restare a una certa distanza. Tuttavia la donna varcò una porta automatica che si richiuse e si bloccò. Quando Ada tentò di aprirla, comprese che serviva un tesserino elettronico per accedere alla stanza in cui conduceva quell'uscio.
- Maledizione... - gracchiò la donna. Sulla sinistra c'era un'altra soglia, che ella aprì con forza, vedendo diverse rampe di scale. Scese al piano inferiore e tornò in quei corridoi bianchi e neri, che cominciavano a darle il voltastomaco. Raggiunta una seconda porta automatica, la spia vide Jill affrontare un Tyrant e se ne andò. Una parte di lei voleva lasciarla lì a morire e un'altra voleva darle una mano. Vinse quest'ultima e Ada pensò a un piano per togliere di mezzo quel gigantesco abominio: si precipitò alla stanza subito dopo la reception, ove era situata una mappa della struttura. Vide che l'armeria si trovava vicino a uno dei laboratori e vi si recò velocemente. Là trovo delle pallottole particolari, contenenti un liquido acido creato appositamente per indebolire o eliminare le armi biologiche. Ne prese qualcuna e caricò la pistola bianca e nera che si trovava proprio accanto alle munizioni speciali. Ritornò di corsa all'enorme stanza circolare e sparò quei proiettili acidi contro il Tyrant, riducendolo in poltiglia. Dopo aver scambiato qualche parola con Jill, mostrando una certa freddezza e autorevolezza, la lasciò da sola per continuare la sua missione con zelo. Arrivò inaspettatamente davanti a un ascensore, che non presentava i soliti colori, il bianco e il nero, ma era di una bellissima tinta mogano. Ella lo prese e giunse in una zona molto più confortevole ed elegante, con pareti in legno, mobili pregiatissimi, quadri, collezioni di pezzi antichi e tanto altro. La vera differenza era che quell'area non era più sottoterra, ma era un piccolo edificio al margine di Emerald Town, ed era riservato agli uffici dei membri di rango più alto dell'Obsidian, inclusa Stella Lord. Ada iniziò l'esplorazione con una certa sicurezza, tenendosi pronta a qualunque evenienza... O quasi. Dal piano superiore, sfondando il soffitto, piombò giù un altro Tyrant, più evoluto dei precedenti, con pelle deturpata e diverse cuciture sul corpo. Indossava pantaloni e degli stivali neri e aveva artigli affilati come rasoi. Le ringhiò contro e le sferrò un'unghiata, ma la donna si abbassò in tempo e la eluse, per poi fuggire via il più veloce possibile, nonostante i tacchi. Salì le scale correndo, mentre il mostro la seguiva minacciosamente, e una volta che arrivò alla voragine creata dall'essere, rimase di sasso.
- Cazzo... - berciò, prima di ricomporsi e pensare a un modo per cavarsela.
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