10. Fine dei Giochi
POV Jill
Jill traversò quei vicoli, e col favore della notte, riuscì a non dare nell'occhio. Ma dentro di sé sentiva che di lì a poco sarebbe capitato qualcosa e il suo istinto le precluse la possibilità di riposarsi e di abbassare la guardia. Rimase vigile e avanzò con la massima cautela, udendo in lontananza i versi raccapriccianti degli zombi. Arrivata in una piccola piazza poco distante dalla zona in cui si trovava il suo appartamento, Jill intravide qualcuno uscire da una stradina interna opposta a quella da cui era sbucata fuori lei. Era un volto parecchio familiare: quei capelli e quegli occhi castani e quei muscoli erano inconfondibili.
- Chris! - esclamò Jill, sollevata. - Che ci fai tu qui?
- Volevo farti un regalo salvandoti le chiappe - ridacchiò lui, impugnando un fucile d'assalto. Il simbolo della B.S.A.A. era ben visibile sulla manica destra della maglietta che l'uomo portava sotto il giubbotto antiproiettile.
- Perché indossi l'uniforme? È un'operazione della B.S.A.A.? - domandò la fanciulla.
- No... È che non avevo altri abiti da sfoggiare per l'occasione.
I due furono bruscamente interrotti dal brutale Tyrant, che piombò a pochi metri da loro facendo tremare l'asfalto.
- Ancora lui, accidenti! - brontolò Jill con una certa rabbia.
- Vedo che ti sei fatta un nuovo amico... - scherzò Chris, prima di sparare al mostro in piena faccia. Poi prese Jill per mano e fuggì via. - Dobbiamo raggiungere il furgone.
- Non sei venuto in elicottero? Mi stupisci - disse Jill per prenderlo in giro.
- A Claire non piace molto volare - spiegò lui.
- Un momento... Hai portato tua sorella? - chiese lei sbigottita.
- Sì, ed è anche armata. Ci coprirà lei lungo la strada.
Claire era infatti appostata sul tetto di un palazzo vicino a dove avevano parcheggiato il furgone. La giovane dai lunghi capelli castano-rossicci raccolti in una coda e dagli occhi azzurri teneva saldamente un fucile di precisione e teneva sotto tiro l'abominevole creatura. Schiacciò il grilletto e un proiettile partì dalla canna dell'arma, andandosi a conficcare nell'occhio del Tyrant, rallentando questi per qualche secondo.
- Bel lavoro, sorellina - si complimentò Chris, parlando alla ragazza tramite l'auricolare.
- Grazie, fratellone - rispose Claire, sistemandosi la frangia per poi riprendere la mira.
Giunti finalmente al furgone, Jill riprese fiato e si appoggiò al cofano. I colpi del cecchino ferirono le mani e anche parte del volto del Tyrant, ma questi avanzò imperterrito.
- Non vuole proprio saperne di morire... - disse Claire, ricaricando il fucile.
- Questo simpaticone vuole il gioco pesante - propose Chris, prendendo dal retro del furgone una grossa mitragliatrice a canne rotanti. - Vediamo come te la cavi con questo, stronzo! - urlò prima di sparare al mostro, che dopo un bel po' soccombette alla miriade di proiettili. Ridotto a un mucchietto di ossa frantumate e carne spappolata, l'energumeno mutato ormai non era più un problema.
- Avrei voluto anch'io una di queste là sotto, nella base dell'Obsidian - disse Jill, riconoscendo che una tale potenza di fuoco non avrebbe potuto che giovarle.
Pochi istanti dopo Claire, scesa dalla scala antincendio dell'edificio, li raggiunse e posò il fucile di precisione sul sedile posteriore della vettura.
- Be'... È stato breve ma intenso, come si suol dire - esordì lei.
- Per me invece è stato tutt'altro che breve - puntualizzò Jill. - Quel posto ti risucchia tutta l'energia. Quando ero in quel quartier generale, mi sembrava che fosse passata un'eternità dall'ultima volta che avevo potuto respirare aria vera.
- Cristo, sembra peggio della Umbrella - esclamò Chris.
- Talvolta, dai mali minori nascono cose ancora più brutte... Quindi forse è così - rispose la ragazza, passandosi una mano tra i capelli bagnati dal sudore e dalla pioggia. - Sono proprio sfinita.
Improvvisamente, videro passare un elicottero nel cielo notturno. A bordo c'erano proprio Alexander e Ada, ma loro tre non ne erano al corrente. La spia dall'abito rosso gettò di sotto qualcosa e Jill lo prese al volo. Era un detonatore con un bigliettino attaccato sul manico. Il foglietto recitava: "Premi il pulsante, Jill. Prendilo come un dono per suggellare la nostra collaborazione". Quelle parole fecero insospettire la ragazza, che comunque seguì le istruzioni. Una volta schiacciato il tasto rosso, il rumore di una potentissima esplosione, ovattato poiché lo scoppio era avvenuto sottoterra, rimbombò nelle strade. Jill intuì che la base della Obsidian fosse stata distrutta e che quel detonatore le fosse stato lanciato proprio dalla donna che l'aveva assistita nella sua pericolosa avventura.
- Ada... - disse tra sé e sé, guardando con stupore il detonatore che stringeva ancora fra le mani. - Allora è viva... - continuò poi, con un tono fra il commosso e il rincuorato.
Chris entrò nel furgone insieme alle due fanciulle e partì verso chissà quale nuova meta.
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