13. Dimostrazione
13. Dimostrazione.
Passarono le settimane e non commisi più alcun errore, erano stati giorni di quelli che definivo inutili. Settimane di attesa; attesa che il mio ex Matt svolgesse e possibilmente risolvesse l'equazione che avrebbe fatto in modo di far tornare Jason da me.
Anthony continuava a predisporre la parte materiale dello smaterializzatore, si parlava di nanotecnologie, roba davvero al di fuori della mia portata. Avevamo parlato poco dopo la mia incursione fuori programma in Inverso. Gli avevo chiesto come fosse possibile che lui fosse capitato vicino a me e Jason, ma non aveva trovato una spiegazione soddisfacente. L'unica ipotesi plausibile è che anche Eleonor si trovasse nei paraggi, ma fuori vista. Ipotesi che naturalmente ci rendeva ancora più ansiosi di terminare il lavoro. Le coincidenze in Inverso non esistevano e che Eleonor si trovasse lì casualmente, nei pressi di un banale guasto tecnico durante il coprifuoco non era credibile.
Stavo tormentando le bimbe del corso di danza che seguivo con ripetuti plié alla sbarra – il mio lavoro bisettimanale - quando il mio cellulare vibrò.
"Continuate", intimai alle piccole che speravano in una pausa. Lo so, sembra crudele, ma avreste dovuto conoscere l'anziana e brizzolata titolare della palestra. Lei sì che era un esempio di insegnante intransigente, faceva quasi paura anche a me, per cui che ci crediate o meno le bambine preferivano me; tutto è relativo nella vita.
Era un messaggio di Matt. Aveva bisogno di parlare a quattr'occhi con il mio amico riguardo l'equazione. Non aggiungeva altro. Osservai il mio riflesso nel grande specchio, registrando vagamente quanto andassero poco a tempo le ragazze, e cercando di capire dove questa situazione ci avrebbe portati. La ruga al centro della mia fronte era diventata una presenza fissa. Mi riscossi quando le bambine si fermarono ad osservarmi perplesse, mentre me ne stavo lì a guardare fissamente lo specchio con il telefono in mano.
"Per oggi abbiamo finito. Potete andare a cambiarvi".
Non se lo fecero ripetere due volte, raggiungendo di corsa gli spogliatoi. Una volta che tutti i genitori prelevarono le mie studentesse, scrissi velocemente un messaggio ad Anthony, facendogli sapere che Matt voleva vederlo.
A quel punto, non riuscendo a sopportare l'attesa, accesi la musica e mi concessi di ballare come facevo un tempo, con la sole note a guidarmi e per un attimo dimenticai i miei guai. Poi sentii vibrare nuovamente il mio cellulare e quando lessi il semplice "Organizza" di Anthony, quel po' di pace che avevo trovato mi abbandonò istantaneamente. Per lo meno la situazione si stava muovendo, il punto era capire in che direzione.
Il giorno dopo attendevo seduta in una tavola calda nei pressi del campus, rigirandomi nervosamente tra le dita la mia seconda tazza di caffè. Avevo badato bene a scegliere un luogo pubblico, dove nessuno avrebbe potuto eccedere con azioni e reazioni. Vidi arrivare Matt dalla vetrata accanto al tavolo che avevo scelto. Picchiettò al vetro e mi sorrise. Ricambiai, cercando di sembrare convincente.
Una volta entrato venne spedito verso di me e si accomodò sul divanetto di fronte, togliendosi una leggera sciarpa che portava al collo.
"Grazie Matt, apprezzo tanto il tuo aiuto". Non so perché cercassi ancora di lusingarlo, nessun complimento sarebbe stato sufficiente se la situazione fosse degenerata.
Mi sorrise di rimando. "Sai June, sono rimasto stupito, è... davvero particolare come lavoro, non avevo mai visto niente di simile, sono incuriosito".
Annuii e sorrisi debolmente. Stavo per rispondere con qualche frase di circostanza quando il campanellino dell'ingresso suonò. Sollevai lo sguardo e vidi Anthony farsi strada lungo il corridoio tra le due ali di tavoli e camminare verso di noi. Indossava una giacca di jeans e occhiali da sole a specchio. Riportai i miei occhi su Matt per non perdermi la sua prima reazione.
E come immaginavo, non appena Anthony scivolò sul divano accanto a me, passando un braccio sullo schienale alle nostre spalle, Matt aggrottò le sopracciglia e mi guardò corrucciato.
Prima che potesse dire alcunché mi affrettai a fare le presentazioni.
"Matt, ti presento Anthony Blaine, il titolare della ricerca".
Anthony sorrise, senza togliere gli occhiali. "Ciao".
Matt, mi guardò per un istante e poi riportò l'attenzione su Anthony. "Salve".
Intanto una cameriera si era avvicinata per prendere le ordinazioni. Matt ordinò un cappuccino, e prima che Anthony potesse ordinare qualcosa di sconveniente, gli tirai un calcio al di sotto del tavolo per metterlo in guardia.
"Per me una coca, per favore", chiese con il più magnifico dei sorrisi alla ragazza lì in attesa, dopodiché mi osservò sempre con quel sorrisetto sulle labbra. Roteai con discrezione gli occhi . "Bene, ragazzi, cominciamo", proposi con entusiasmo.
Vedevo che Matt osservava con sospetto Anthony e alla fine non resistette e sbottò. "June, scusami ma c'è qualcosa che non mi convince".
Aggiustai sulla faccia l'espressione più innocente che riuscii a comporre. "In che senso?".
"Nel senso che sembra che tu sia in grado di accompagnarti soltanto a individui con caratteristiche simili. Questa mania ha un nome".
Una risatina proruppe dal soggetto seduto al mio fianco che intanto continuava a usare il suo telefono, ignorandoci quasi del tutto.
Mi spazientii. "Matt, non ho idea di cosa tu stia insinuando".
Naturalmente Matt aveva perfettamente ragione, era troppo intelligente per non notare la stranezza, ma avevo sperato che la buona educazione lo spingesse a non commentare. Era sperare troppo.
Si tirò leggermente indietro. "Ah, non ne avrei idea?", scosse la testa disgustato. "Continui anche a tingerti i capelli, la cosa mi preoccupa".
A quel punto intervenne Anthony, parlandomi come se Matt non esistesse. "Avevi detto che poteva essere d'aiuto". Suonava come un'accusa.
Stavolta fui io a ignorarlo e mi sporsi verso Matt, cercando di trasmettergli che la situazione era seria, degna di essere presa in considerazione.
"Matt, ti ricordi del fatto che Jason è andato in Europa?".
Un'altra risatina provenne da Anthony al suono della parola Europa.
"La vuoi piantare?", chiesi scorbutica lanciandogli un'occhiataccia. Finse di non avermi sentito e si rimise ad armeggiare al telefono.
Matt, spazientito, reclamò con tono scortese la mia attenzione. "Sì e allora?".
Deglutii. "Ecco, in realtà lui non è andato proprio in Europa, è un posto in un certo senso più vicino, ma allo stesso tempo lontanissimo".
"Ossia?", chiese allargando le braccia, chiedendo di venire al punto.
Anthony al mio fianco sospirò. "Diglielo e basta, non c'è un modo buono".
Raccolsi il coraggio. "Jason si trova in una San Francisco di un piano parallelo. Anthony sta lavorando a uno smaterializzatore neurale, necessario per portarlo definitivamente qui nel nostro mondo".
Trattenni il respiro e calò il silenzio per qualche istante. Dopodiché Matt scoppiò in una fragorosa risata. Osservai di sottecchi Anthony che intanto scuoteva la testa sconsolato.
"Matt, non sto scherzando". Il mio tono divenne tagliente e la risata gli morì sulle labbra. Mi osservò turbato per un attimo, poi allungò la mano a intrappolare una delle mie sul tavolo. Cercai di tirarla via, presa in contropiede, ma lui mi trattenne. Sentii Anthony agitarsi al mio fianco.
Matt si sporse di più, come a voler parlare solo con me. "June, posso aiutarti, la tua famiglia può aiutarti. Tu non te ne rendi conto ma sei caduta vittima di una qualche frode, di un raggiro", scosse la testa guardando in malo modo Anthony. "Capisco che possa mancarti lui, che magari non sia davvero in Europa, ma ti assicuro che non è in un'altra dimensione, no June, non lo è!". Poi si rivolse a Anthony. "E tu dovresti vergognarti, di approfittarti così di una ragazza giovane e indifesa!".
E avrebbe continuato se Anthony non mi avesse messo una mano attorno al collo come a volermi strangolare. Naturalmente reagii senza neanche accorgermene e in un nanosecondo io mi ritrovai in piedi e la testa di Anthony spiaccicata contro il tavolo con la mia mano a tenerla pressata.
Realizzai in un attimo ciò che era appena successo: Matt con la bocca spalancata e le mani sollevate aveva perso le parole. Mi sedetti di colpo osservandomi freneticamente attorno, ma tutto si era svolto talmente rapidamente che incredibilmente nessuno si era accorto di niente.
Anthony si raddrizzò massaggiandosi il collo. "Come vedi la ragazza è tutto fuorché indifesa. Ti sembra una cosa normale per una come lei?".
Lo guardai in cagnesco. "Sei un deficiente Anthony!".
Fece spallucce. "Adesso ci prenderà in considerazione, vero Matthew?".
Matt sbatté le palpebre e un minimo di colore tornò sul suo volto.
Ne approfittai per riprendere la parola, e parlai precipitosamente per non essere interrotta. "Lo so che è una cosa pazzesca, anche io all'inizio non potevo crederci. Le due San Francisco comunicano attraverso alcuni soggetti capaci di incontrarsi durante il sonno. La San Francisco di Jason è un posto orribile e noi vogliamo portarlo qui in maniera definitiva. I cambiamenti che vedi in me sono dovuti all'incontro delle due dimensioni", abbassai la voce. "Io e Jason ci apparteniamo. Entrambi siamo cambiati ed entrambi abbiamo bisogno l'uno dell'altra per poter sopravvivere".
Era orripilato, non ci sono altri termini per definire la sua espressione. Come dargli torto. "Ponendo che ciò che dici sia vero, lui cosa c'entra con tutto questo?", disse facendo rabbiosamente un cenno verso Anthony.
Valutai e mi girai ad osservare Anthony, che fece un cenno d'assenso con la testa.
Riportai lo sguardo su Matt. "Anthony è il padre di Jason".
Matt spostò repentinamente lo sguardo su Anthony, che a quel punto sollevò gli occhiali e fece un sorrisetto come se si stessero appena presentando.
A quel punto Matt si alzò e senza dire una parola lasciò il locale.
"E' andata bene direi!", sghignazzò Anthony al mio fianco.
Scossi la testa. "Come facciamo adesso?", mormorai più che altro rivolta a me stessa.
"Tempo una giornata e si farà vivo, ho inquadrato il tipo", rispose con noncuranza. "E adesso ho bisogno di una birra".
Un successo.
Buongiorno! Niente di buono, neanche stavolta! :D
Credete che Matt si convincerà ad aiutarli?
La prossima settimana si torna in Inverso e le cose si complicheranno ulteriormente! Grazie per essere ancora qui.
B.
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