10. Assemblea
10. Assemblea
Era molto peggio di quanto avrei mai potuto immaginare. Chissà perché mi ero aspettata di trovarmi all'aperto, in modo da potermi dileguare il più in fretta possibile. E invece no - come nel peggiore dei miei incubi- mi ritrovai ad osservare una sala gremita di esseri in nero. Era buio, l'intero spazio rischiarato solo da un'enorme proiezione in 3d di qualche ingranaggio elettronico. Rimasi ipnotizzata a guardare il gigantesco ologramma, quando realizzai che numerose teste si erano voltate verso di me. Erano tutti seduti e le ultime file stavano iniziando a notare la mia sconveniente presenza, lì in piedi a bocca aperta.
Piegai le ginocchia decisa a restare in quella posizione anche per ore , nel caso in cui la sedia non fosse comparsa, timore che per fortuna risultò infondato; almeno mi sarei potuta preoccupare stando in una posizione più comoda.
Rimasi immobile, guardando fisso davanti a me, cercando di non iperventilare, quando la mia completa attenzione fu catalizzata da una nuca che si trovava due file più avanti, leggermente a sinistra. Divenne il mio tutto, l'unica cosa di cui mi importava in quel momento. Avrei potuto passare le successive ore a bearmi alla vista dei suoi capelli, non mi serviva altro. Alla faccia del geolocalizzatore non funzionante. Anthony aveva detto che non ci saremmo trovati vicini... Lo sapevo che era totalmente inaffidabile.
Invece era vicinissimo... Potevo osservare il profilo della sua mandibola, del suo collo... Mi accorsi appena di una scintilla luminosa che si materializzò davanti a me dando vita a una riproduzione in miniatura dell'aggeggio olografico. Non mi interessava, non potevo badarci, non potevo perdere neanche un istante di osservazione della sua nuca. E avrei continuato tranquillamente se un tasto rosso della mia riproduzione non avesse iniziato a lampeggiare insistentemente.
Portai lo sguardo su quella miriade di rettangoli e opzioni per me incomprensibili e andai in panico. Cosa diavolo voleva da me quell'aggeggio? Mi aveva forse beccata sancendo la mia condanna, la nostra?
Le teste iniziarono a voltarsi, era come se anche gli altri fossero bloccati nel bel mezzo di un lavoro a causa mia.
Una mano nera, appartenente al mio vicino di adunanza si allungò titubante verso la mia immagine e premette il tasto olografico che lampeggiava. Sobbalzai e trattenni il respiro, discostandomi dalla sua mano. Una volta che sfiorò il tasto, l'immagine smise di "Agitarsi" e tutti si voltarono nuovamente verso la propria.
Non avevo il coraggio di girarmi a controllare chi mi avesse aiutato, per fortuna Jason non si era voltato e io mi resi ancora maggiormente conto che la mia presenza in Inverso era piena di rischi, non potevo districarmi senza un aiuto, una guida. Cercai nelle mie tasche sperando di trovarci il nuovo carico di pasticche, ma niente, ne ero terrorizzata e al contempo elettrizzata. Stargli così vicino era un'immediata agonia, vicino e lontanissimo allo stesso tempo. Lo vidi cambiare posizione sulla sedia e automaticamente mi mossi anch'io. Non andava bene. Non potevo permettermi di essere io a mandare tutto a rotoli. Iniziai velocemente a ripetere a mente le tabelline, lo so non fu un'idea particolarmente originale, ma mi tenne la mente parzialmente impegnata e meno ossessivamente focalizzata su di lui, su quel piccolo neo che si trovava proprio dietro al suo orecchio...
No! quattroperunoquattro, quattroperdueotto, quattropertredodici, quattroperquattrosedici...
L'aggeggio malefico ricominciò a pulsare insistentemente, così presi coraggio e sbirciai il mio vicino per capire cosa dovessi fare. Incrociai un paio di occhi castani dallo sguardo intelligente, che si abbassarono sulla sua mano, mostrandomi. Lo imitai, guardandolo con circospezione e lui annuì, riportando lo sguardo sull'esposizione.
Dunque esistevano persone gentili persino lì! Era un sollievo. Ora che avevo a grandi linee capito cosa diavolo dovessi fare con la mia porzione di tecnologia, potei riconcentrarmi su Jason. O meglio, non riconcentrarmi ! Ai suoi lati c'erano Ethan e Kore; osservai meglio quest'ultima e notai con una certa soddisfazione che manteneva una buona distanza da Jason, non c'erano manifestazioni d'affetto visibili, anche se dubitavo che fosse consentito sbaciucchiarsi durante una delle loro conferenze.
Improvvisamente tutti si alzarono in piedi in assoluto silenzio e si voltarono verso il lato destro della sala. Detestavo perdere di vista Jason, ma non potei fare altro che procedere nella stessa direzione, sperando che fosse finita la riunione e che non ci fosse qualcosa di anche peggiore, tipo una dimostrazione pratica.
Per mia fortuna varcammo una porta e ci trovammo su una gradinata all'aria aperta. Era notte, come mi aspettavo, e faceva anche piuttosto freddo.
Jason mi aveva avvertito di non indossare la giacca; lì in Inverso in caso di freddo bastava ricoprirsi di pelle. Aveva riempito l'armadio di abbigliamento tattico, per cui la semplice maglia nera che indossavo all'interno nascondeva un'imbottitura da neve. Inspirai l'aria fresca e mi imposi di non voltarmi, anche se sentivo l'impellente necessità di farlo. Avevo un disperato bisogno di vedere i suoi occhi, ma questo era proprio il motivo principale che doveva spingermi ad essere cauta. Niente errori, non avrei mandato tutto all'aria. Quattropercinqueventi, quattroperseiventiquattro...Calcai le mani nelle tasche e scesi i gradini. Adesso avevo una vaga idea di dove mi trovassi. Il meeting doveva essersi svolto presso il Municipio, riconoscevo l'incrocio poco più a sud e sapevo che se mi fossi voltata – cosa che mi era impossibile fare – avrei visto le maestose colonne, e che se avessi sollevato il capo l'imponente cupola illuminata avrebbe riempito la mia visuale.
Decisi di dirigermi verso il porto, per poter esplorare il locale che mi aveva segnalato Ethan; Il dolore che mi sconquassava il petto all'idea di allontanarmi era il motivo principale per andarmene via di lì. Lo dovevo fare, per lui, per noi e in fretta. Fu un rombo familiare a riscuotermi dai miei pensieri.
Un nodo strinse immediatamente il mio stomaco, ma ancora una volta mi imposi di non voltarmi. Quattroperseiventiquattro, quattropersetteventotto.
Fu inutile, perché mi ritrovai affiancata in un attimo da Tracey, la stupenda moto di Jason. Era esattamente come la ricordavo: nera, enorme e senziente, Il problema è che a bordo non c'era nessuno.
I miei pensieri divennero incoerenti. "Ma come, ma cosa... Che diavolo... Torna subito da Jason!".
Ma Tracey rombò di rimando, come se protestasse.
Mi concentrai, fissando la sua sfera luminescente, che era la sua anima. "Lo so che Jason è diverso, ma fidati, devi tornare da lui, devi proteggerlo. Fingi che io non esista e... non permettergli di fare pazzie", aggiunsi mentalmente. Ero stata categorica, ma sapevo per esperienza che la moto aveva un brutto carattere. E non so come, ma percepii che stava facendo le sue valutazioni, proprio mentre dei passi si approcciavano a noi. Sentivo il suo sguardo addosso, ma non potei dire se era la classica sensazione che si prova quando chiunque ti osserva o se ci fosse qualcosa di più. Sperai nella prima.
"153, qui!".
La sua voce. Era acqua di fonte per le mie orecchie assetate di lui. Sospirai: naturalmente Jason aveva ripreso a chiamare la sua moto con il numero che le era stato assegnato. Provai rabbia e pena... Non voltarmi fu l'impresa più ardua che mi fosse mai capitata. Sfiorai lievemente la carrozzeria della moto, senza farmi vedere. "Vai ora!", le ordinai, cercando di addolcire il tono.
Tracey invertì direzione e ripartì sgommando, tornando da Jason. Tirai un sospiro di sollievo. Non avevano resettato la moto, cosa significava? Semplice errore? Dimenticanza? Il cuore mi batteva all'impazzata. Quattroperottotrentadue, quattropernovetrentasei.
Mi allontanai velocemente, infilando svelta una traversa alla mia destra. Finalmente le pillole comparvero nella mia tasca. Ne mandai in fretta giù una, poggiata al muro del vicolo ignorando l'agonia che minacciava di spezzarmi in due.
Quattroperdieciquaranta.
Eccoci tornati in Inverso! Non è stata proprio una passeggiata per June!
Cosa ne pensate del ritorno di 153? :)
Grazie per essere ancora qui! A martedì!
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