1. Kore
1. Kore
Il pugno mi arrivò dritto nello stomaco facendomi rovinare a terra.
"Stronza...", mugugnai contorcendomi sul pavimento della stanza di Jason.
"In piedi", mi intimò Kore guardandomi con disprezzo dall'alto.
"Ti odio", ringhiai tenendomi l'addome con entrambe le mani.
Mi sorrise gelida e fece spallucce. "Se vuoi le coccole allenati con Jason".
Nelle ultime settimane il mio rapporto con Kore, la splendida collega di Jason, era se non migliorato, quantomeno evoluto verso una forma sicuramente non di rispetto bensì di sadismo - Da parte sua ovviamente.
Io mi limitavo a subire giorno dopo giorno le interminabili sessioni di allenamento che Jason mi imponeva e che sembravano dare un immenso compiacimento alla mia allenatrice. Era tutto inutile, in uno scontro diretto non avrei avuto speranze da sola. Ma vedevo che la cosa rendeva il mio ragazzo alieno un po' più tranquillo per cui mi sottoponevo senza troppe proteste alla tortura.
Per tutto il resto di quell'incredibile estate avevamo cercato di non dare nell'occhio, di tenere un profilo basso e quindi mentre Jason usciva a svolgere le sue mansioni io restavo chiusa nel suo ormai familiare alloggio con la psicopatica.
Non che pensassimo neanche per un istante che ci avessero dimenticati. Tutt'altro. Eravamo perfettamente consci che fosse solo una questione di tempo. Giorno dopo giorno cercavamo di prepararci come potevamo a ciò che sarebbe potuto capitare. Il problema è che avevamo un'idea solamente parziale di come avrebbero agito. L'unica cosa certa è che i superiori non dimenticano. Jason evitava il più possibile di farmi arrivare da lui in Inverso,preferendo raggiungermi lui nel mio mondo, ma a volte proprio per non dare troppo nell'occhio dovevo passare del tempo da lui in modo che non fosse costretto a dormire troppo. Le cabine del sonno erano monitorate e un'eccessiva attività avrebbe potuto creare un prematuro pretesto.
Si aprì uno squarcio nel muro e fecero il loro ingresso Jason e Ethan.
Jason mi osservò corrucciato mentre me ne stavo ancora lì a terra, sudata e malconcia e lanciò un'occhiata esasperata a Kore che incrociò le braccia e sospirò pesantemente: "E' talmente debole, non sarà mai pronta; se vuoi che abbia una lontana chance impiantale il programma di difesa".
Jason mi sorrise e si chinò su di me, guardandomi teneramente negli occhi. Il modo in cui continuava a guardarmi non smetteva mai di stupirmi, come se fossi il più grande miracolo che gli fosse mai capitato. Non si rendeva conto che era lui il mio prodigio.
"June è tutto fuorché debole". Mi abbracciò e disse: "Lascia che ci pensi io".
Poggiò la guancia sui miei capelli e immediatamente cominciai a sentirmi meglio, la stanchezza sparì e i dolori si alleviarono. Sospirai grata.
Vidi Kore sollevare gli occhi al cielo e andarsene con Ethan, che ridacchiava ormai abituato ai nostri siparietti.
Una volta soli potei concedermi di essere un po'lagnosa. "Preferisco quando mi alleni tu", mi lamentai ancora tra le sue braccia.
Un sorriso furbo gli si dipinse sul volto. "Forse perché finiamo sempre mezzi spogliati a fare altro..." Ridacchiò fingendosi pensoso, "Sì, in effetti piacciono anche a me i nostri Allenamenti", disse sottolineando per bene l'ultima parola.
Avvampai mio malgrado e lo spintonai per rimettermi in piedi sbuffando.
L'attrazione tra me e Jason era davvero difficile da controllare e se non avessimo avuto qualche problemino - tipo che a breve saremmo morti - avremmo passato tutto il nostro tempo a baciarci e speravo al più presto a fare altro.Jason mi aveva fatto notare che se con un bacio avevamo legato le nostre vite a doppio filo chissà cosa sarebbe capitato andando oltre.
In effetti poteva aver ragione... Ma trattenersi stava diventando sempre più complicato. Ormoni impazziti.
"A volte credo davvero che Kore mi detesti con tutta sé stessa", mi lamentai petulante, mentre mi slegavo la coda ormai disfatta.
"Perché ti importa? Io ti amo, non ti basta?", disse sfiorandomi il viso con le dita e con lo sguardo.
Sollevai le sopracciglia "Certo, è tutto perfetto finché quella non mi spappola la milza".
Jason gettò la testa all'indietro e rise, ma tornò subito serio. "Prendi la mia allora, prenditi tutto ciò che ti serve", concluse sussurrando e mi avvicinò a sé accostando il volto al mio.
I brividi mi ricoprirono le braccia, ma come sempre cercai di dissimulare il fatto che certe sue affermazioni mi sconvolgessero completamente. "Come sei romantico... Una milza come pegno d'amore", bisbigliai mentre lo baciavo mettendomi sulla punta dei piedi.
Mi sollevò da terra e gli agganciai le gambe attorno.
Fummo interrotti da Kore, che rientrò come una furia tenendo un foglio stretto in mano. Gli occhi ridotti a due fessure. "Sono stata convocata".
Jason mi lascio scivolare a terra ed entrambi la guardammo con dispiacere e preoccupazione.
Jason fece un passo verso di lei. "Kore..."
Lei lo interruppe con un gesto della mano. "Non è tutto".
Jason si fermò a metà stanza, in attesa. Avvertivo la catastrofe in arrivo, ma potei solo continuare a fissarla, immobile.
"Di che si tratta?", chiese Jason serissimo, i pugni stretti.
"Sei tu la mia convocazione".
Silenzio. Ormai avevo raggiunto Jason e un'espressione di autentico orrore si dipinse sui nostri volti. Non riuscivamo a staccarle gli occhi di dosso né a dire una parola. Il che per me era davvero strano. Jason portò indietro una mano e strinse la mia senza neanche girarsi.
La cosa che non ci aspettavamo è che sul viso di Kore si dipinse un sorriso a dir poco trionfale.
La mia mente malata formulò circa dieci ipotesi al secondo del tipo: "Ecco perché mi odia, lo vuole per sé", oppure: "Mi odia così tanto che pur di farmi fuori si prenderebbe Jason". E ancora: "L'ho sempre pensato che è una psicopatica".
Fui interrotta dalla suddetta psicopatica che neanche avesse vinto alla lotteria sibilò entusiasta: "E' la soluzione a tutti i nostri problemi!".
"Spiegati", disse Jason senza toglierle gli occhi di dosso.
"Semplice, io non voglio quella dannatissima convocazione e non la vuoi neanche tu; faremo finta, problema risolto".
Jason, immobile come una statua, valutava le sue parole.
Kore parve ricordarsi di una cosa e aggiunse con tono noncurante: "Naturalmente ci resetteranno la mente per cui... Insomma, spero che fingeremo".
Jason si voltò lentamente verso di me. Rabbia e disperazione erano le sensazioni giuste.
Parlò lentamente, guardando attraverso di me, perso nella visione del nostro futuro prossimo. "Pensavo che avessimo più tempo. Devo procedere con il backup della mia memoria, di tuttala corteccia cerebrale".
Loro erano avanti... Io ero ancora sotto shock.
"E' finita...", mormorai più che altro a me stessa.
Jason sembrò riscuotersi al suono delle mie parole, prendendomi per le spalle e guardandomi con urgenza negli occhi. "June, sapevamo che avremmo dovuto combattere: questa sarà la nostra battaglia, abbiamo diverse carte da giocarci e noi combatteremo! Intesi?".
"Ti dimenticherai di me". Non potevo più fingere che non fosse vero. La mia voce era incredula e quasi inudibile.
Jason stava per rispondere quando Kore si intromise. "June, tu non mi piaci, ma ci siamo dentro tutti e ti assicuro che i suoi ricordi saranno qui, ben al sicuro", disse sfiorandosi la tempia.
"Cosa?!", urlammo io e Jason contemporaneamente.
Kore ci guardò con aria di superiorità e un sorrisetto fastidioso. "Pensateci: sarà l'ultimo posto dove controlleranno e anche se mi resetteranno per eliminare i ricordi che ti riguardano sono sicura che non andranno a fondo quanto con Jason, io sono sempre stata impeccabile", concluse lanciando a Jason un'occhiataccia.
"Nasconderemo i ricordi nella parte più inaccessibile del mio cervello, dove non controlleranno e quando sarà il momento", proseguì con aria cospiratoria, "tramite parola chiave tu", disse indicandomi" risveglierai i ricordi in me e io li reimpianterò in Jason".
E sì, perché io, a differenza di Jason il cui legame con me sarebbe stato reciso, avrei continuato a piombare lì in Inverso, anche se non sempre. Era folle, ma Jason annuì.
Io ero ancora completamente scollegata, con gli occhi spalancati sull'orribile futuro che mi attendeva.
Fu Jason a rompere il silenzio. "June, devi mettere un tantino di fretta ad Antony".
Giusto, Antony, il padre umano di Jason.
Ciao a tutti! Eccomi tornata con il seguito di Inverso. Vi anticipo che il "viaggio" non sarà semplice per June e Jason. Naturalmente fatemi sapere cosa ne pensate!
B.
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