Provare

Era iniziata la seconda settimana di permanenza a Los Angeles per Hope. Aveva un braccio ingessato e  un Robert da far tornare come nuovo. L'attore stava a casa della ragazza per non farsi vedere dai paparazzi che erano appostati davanti alla sua villa. Hope aveva provato di tutto: suonare, cantare, farlo ridere, ma i suoi occhi tradivano le sue emozioni.
Era triste lei ed era triste lui.
Stava piovendo, il rumore della pioggia rilassava entrambi.
Robert guardava fuori dalla finestra le persone che correvano ai ripari, le grandi mani intrecciate dietro la schiena.
Hope era sprofondata nella poltrona mentre fissava il pavimento intenta a trovare ogni venatura di esso.
Era annoiata, pensava a cosa fargli fare ma non le veniva in mente niente, era senza speranze.
La televisione parlava di lei e i suoi amici che avevano scagionato l'attore vittima di un inganno, senza mostrare i video della loro missione grazie a Dio. Lo sguardo della ragazza si posò sulla schiena di Robert. Le dispiaceva molto per lui e si dava la colpa quando non riusciva a calmarlo mentre dormivano insieme e lui si risvegliava da un incubo.
Una volta, accidentalmente, mentre cercava di calmarlo tenendogli le mani ferme, lui strinse il suo braccio ingessato fino a farle diventare gli occhi lucidi. Era assorta nei suoi pensieri che non notò neanche che l'uomo si era girato e la stava fissando. Hope non appena si accorse dei suoi occhi, in cui si intravedeva a volte uno spiraglio di luce, guardare i suoi, abbassò lo sguardo. Il braccio ingessato era pesante da tenere in una fascia, così aveva deciso di tenerlo libero per evitare un torcicollo atroce. Le dita erano libere e riusciva lo stesso a fare le cose. Si concentrò di nuovo sul pavimento più interessante che avesse mai visto e appoggiò il mento sul palmo della mano con fare annoiato e stanco.
Sentiva un peso al cuore, e ogni volta che ci pensava i suoi occhi iniziavano a pizzicare, segno di pianto imminente.
Due mani afferrarono delicatamente le sue spalle e la tirarono in piedi, fronteggiando Robert.
Hope lo fissò attentamente, chiedendosi cosa volesse fare.
"Non è colpa tua, sono io che non riesco ad essere forte."
Sussurrò lui, accarezzando le sue spalle e le scapole.
"Io non so più che fare."
Mormorò affranta.
Robert accese lo stereo da cui partì un valzer e nascose la piccola mano di Hope nella sua.
La ragazza appoggiò l'altra mano sulla sua spalla e si sentì al sicuro quando il braccio di lui avvolse la sua vita.
Iniziarono a danzare accompagnati dalla musica e dalla pioggia.
I loro occhi si fissavano.
La ragazza fu attraversata da un moto di coraggio e appoggiò la fronte sul suo petto scolpito.
Robert aveva appoggiato il mento sulla sua spalla e aveva chiuso gli occhi, rilassandosi inebriato dal profumo di Hope.
Si abbracciarono, dondolandosi lentamente al ritmo della musica.
I loro corpi erano appiccicati e questo stava mettendo lui in difficoltà.
Robert le prese il viso e la baciò dolcemente, sperando che ricambiasse.
Hope voleva quelle labbra morbide sulle sue e ricambiò quasi subito, Robert passò la lingua sul labbro inferiore di lei per chiedere il permesso che lei acconsentì dopo un attimo di esitazione. Il bacio si caricava di passione, le mani di lui sui suoi fianchi e quelle di lei tra i suoi capelli. Hope aveva chiesto un attimo di tranquillità alla timidezza e alla paura, facendo un patto con entrambe per lasciarla fare senza problemi quello che stava facendo.
Tuttavia iniziò a tremare quando le sue mani calde si erano infilate sotto la sua maglia.
"Scusa."
Disse lui sulle sue labbra.
"Reazione involontaria Rob, continua."
La ragazza riuscì a non tremare, lasciando campo libero a lui. Ora il suo collo era vittima di una scia di baci vogliosi e di piccoli morsi che le davano brividi di piacere. Sentiva il corpo di lui volerla e anche lei iniziava a provare la stessa cosa.
Aveva trovato il modo di farlo tornare come nuovo.
I suoi occhi scuri tornavano a brillare di luce propria quando le loro labbra si incontravano o i loro corpi si abbracciavano. Tuttavia Hope non voleva mettere troppa fretta così si ritrasse, facendo notare a lui che era già buio e che la pioggia aveva rinunciato a bagnare i vetri. Andarono in terrazza che fortunatamente era protetta dalla pioggia.
Robert si stese sul lettino e fece spazio a Hope che si sdraiò con lui, appoggiando la testa sul suo petto, cullata dai battiti regolari del suo cuore. Faceva piccolo disegni immaginari con le dita sul suo braccio muscoloso, sentendo la pelle morbida di Robert rabbrividire sotto il suo tocco leggero.
Il cielo, intanto, offriva il suo solito spettacolo.
Solo che quella sera le stelle brillavano di più.

*mado come siamo dolci! La prossima volta vi farò vomitare arcobaleni fatti di caramelle che ti fanno venire il diabete solo a guardarle. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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