Il mio canto libero

Il giorno era arrivato.
Il giorno in cui Hope Stevens, si sarebbe lasciata il passato alle spalle.
Il giorno in cui, le persone, avrebbero visto una ragazza sicura di se, cantare su di un palco.
Hope era fuori dal portone, aspettando il ragazzo che doveva accompagnarla al ristorante.
Gwyneth le aveva detto di vestirsi comoda e lei, prese le sue parole alla lettera.
Indossava una maglia smanicata, bianca e con disegnato sopra una gabbia aperta da cui uscivano degli uccelli.
La rappresentava molto quel disegno: era la sua voglia di libertà, la voglia di volare via e costruire un mondo tutto suo.
Indossava dei pantaloncini in jeans, non troppo corti e con qualche strappo sopra e delle Adidas ai piedi.
Con lei, c'era solo la sua Polaroid rosa, non la lasciava mai.
Passò un dito sul lato destro della fotocamera, dove c'era impressa la firma del suo idolo, incontrato due giorni fa.
Ancora non credeva che la vita le aveva riservato questa sorpresa.
Un rumore di gomme che frenano la riportarono con i piedi per terra, ammirando la Cadillac nera che era davanti a lei.
Un ragazzo giovane, dai lineamenti delicati e dagli occhi marroni e con un ciuffo dello stesso colore in testa, si avvicinò a lei.
"Ciao, io sono Ryan."
"Hope, piacere di conoscerti."
Strinse la mano al ragazzo che le aprì la portiera e la lasciò entrare.
Sfrecciarono tra le auto, fino ad arrivare davanti un edificio a due piani, circondato da un boschetto che nascondeva uno stagno poco lontano.
Ryan l'accompagnò dentro, rimanendo di sasso come lei alla vista dei tavoli bianchi, perfettamente lucidati e delle candele che illuminavano la sala. C'era uno spazio libero, destinato per chi volesse ballare.
"Non ho mai visto una cosa del genere."
Sussurrò lui, ottenendo l'approvazione di Hope.
Un palco dominava la sala, attirando l'attenzione della ragazza. Quello, sarebbe stato il luogo della sua rinascita.
Ryan si fece seguire fino ad una porta, da cui provenivano rumori di batteria e altri strumenti.
"Canterai con dei ragazzi, sono tutti solisti ma sono grandi amici,ti piaceranno."
Detto questo se ne andò, lasciando la donna a decidere se entrare o no.
Quando entrò, un uomo basso, barba rossa e occhi marroni, l'accolse con un grande sorriso.
"Tu devi essere Hope Stevens! Io sono Tyler ma puoi chiamarmi Ty, loro sono Coby e Cory (indicò due ragazzi uguali), il silenzioso è Garret (indicò un uomo con una leggera barba rossa e occhi marroni, sembrava il fratello di Tyler) e il fustacchione là è Cody (indicò un uomo alto, occhi marroni e capelli pure)."
Ty ispirava simpatia, sembrava un nano da giardino che parlava senza mai stancarsi.
"Piacere mio, allora, suoniamo un po' giusto per scaldarci? Io suono la chitarra e voi?"
Le risposte arrivarono una dopo l'altra.
"Batteria." Disse Ty.
"Chitarra elettrica." Rispose Cody.
"Pianoforte." Disse Coby.
"Violino." Rispose Cory.
"Pianola." Disse Garret.
Hope si sedette su un tavolo che era attaccato alla parete, accordando la chitarra che avevano a disposizione.
I ragazzi erano seduti attorno a lei, ognuno col proprio strumento in mano.
"Sapete l'italiano?"
Chiese Hope, aveva voglia di parlare la sua lingua in quel momento.
"Certo! Siamo stati tre anni in Italia, non c'è posto più bello al mondo."
Non poteva che essere d'accordo con loro, l'Italia era davvero un posto magico e speciale.
"Cantiamo Primavera ?"
Chiesero Coby e Cory insieme.
Iniziarono a cantare, l'energia e l'armonia delle loro voci unite dava un'aria di spensieratezza e felicità.
Hope non si sentiva così energica e piena di voglia di fare da anni, tutto grazie a loro e soprattutto a Ty, che si divertiva a fare facce buffissime. Come se non bastasse, sentire le corde della chitarra sotto le dita, mandavano la ragazza a fare un giro in paradiso, tutto era perfetto, Hope sapeva cosa doveva fare quella sera: divertirsi.
Passarono due o tre ore, quando la porta si spalancò.
"Ragazzi, si va in scena."
Avvisò Ryan, affacciandosi dalla porta.
Lei e i ragazzi avevano selezionato ben 18 canzoni da suonare.
-Spirits
-How To Save A Life
-A Modo Tuo
-Vivere A Colori
-Wonderful Life
-Chasing Pavements
-A Thousand Years
-Far Away
-Nel Blu Dipinto Di Blu
-Sta Passando Novembre
-Live Forever
-Stitches
-Cheap Thrills
-Renegades
-Trouble
-YOUTH
-Hurt
-Fly
Hope passò il laccio che teneva la chitarra sulla sua testa, per poi appoggiarlo sulla spalla e sentendo il peso della chitarra sulla spalla. Entrarono sul palco, vedendo tutto buio. Volevano fare una sorpresa agli ospiti che, di sicuro, si sarebbero aspettati un cantante famoso o una band famosa, invece no, c'erano una ragazza sconosciuta e cinque ragazzi sconosciuti.
Respirò a fondo, prendendo in mano tutto il suo coraggio e vedendo lo schermo che, sotto di lei, suggeriva le parole delle canzoni, anche se Hope le aveva studiate prima dello spettacolo, qualche aiutino serviva sempre.
Non appena una luce la illuminò, iniziò a cantare.
Passò lo sguardo su tutti i presenti, cercando il suo sguardo.
C'erano un sacco di attori famosi, tutti con lo sguardo su di lei.
Incrociò lo sguardo di Emma Watson, la sua Hermione Granger, da brava fan del maghetto conosceva quegli attori.
Mentre la canzone proseguiva accompagnata dal canto di Hope, due grandi occhi marroni si incatenarono con quelli azzurro ghiaccio della ragazza. La tensione si stava allentando e lei iniziò davvero a sentirsi se stessa.
Percepiva che l'attenzione era tutta su di lei, ma non le dava fastidio.
Mentre cantava Renegades, gran parte degli attori si misero a ballare, creando un atmosfera davvero elettrizzante.
Notò Robert e sua moglie, Susan, ballare come due adolescenti innamorati persi, le si scaldò il cuore.
Quando la serata finì, Hope salutò i suoi ragazzi e decise di andare fuori, nel boschetto.
Non appena uscì, inspirò a pieni polmoni l'aria fresca e pulita che accarezzava piano i capelli e il viso di lei.
C'era una collinetta prima del boschetto, si stese sull'erba fresca e portò le mani dietro la nuca, per stare un po' sollevata.
Il cielo offriva lo stesso spettacolo di tutte le notti, miriadi di stelle cucite su quel tessuto nero che non finiva mai.
La sua mente la riportava solo ai ricordi di quella sera, nessun brutto ricordo o altro, solo felicità.
Ryan le aveva detto di stare lì quanto voleva, lui era nella sala centrale a bere qualcosa e a scambiare qualche parola con gli attori. Ty le aveva detto che alcuni attori avevano alloggiato nelle camere perché poco lontano c'era una caletta con acqua cristallina, un paradiso. Chissà in quanti attori sono andati in quel piccolo angolo di paradiso, si immaginò un Jude Law che si buttava in acqua con una capriola e Robert che prendeva in braccio Jennifer Lawrence per buttarla nel mare, magari lo avevano fatto davvero.

Mentre fantasticava su chi buttava chi, un singhiozzo male trattenuto la fece alzare, dirigendosi verso il pianto che qualcuno cercava di nascondere.

*ehiaaa, questa ragazza sta tornando quella di prima (se, credeteci😈) non penserete che sia cambiata così in fretta vero? Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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