Giustizia

Ryan, era stato lui.
"Lavorava per Gwyneth e Robert, lo conosco."
Commentò lei mentre la mente elaborava la notizia per poi rimanere di nuovo a bocca aperta.
"Cosa facciamo?"
"Voi spiegherete alle guardie il motivo della nostra irruzione, io vado a fare una visita al carcere. Dammi il video che lo può scagionare e raggiungi gli altri."
Rick obbedì e Hope scese al piano terra per poi uscire.
"Allora?"
Chiese Gwyneth, avvicinandosi a lei che si stava togliendo gli occhiali e la bandana.
"È stato incastrato, è stato Ryan."
Non guardò l'espressione di lei e corse in strada, il fucile in una mano e la scheda del video nell'altra.
Sapeva che le strade di Los Angeles di sera erano pericolose, sopratutto per una ragazza.
Infatti, come se Dio avesse ascoltato i suoi pensieri, un uomo la importunò facendo commenti abbastanza imbarazzanti sul suo fisico.
Hope iniziava a perdere la pazienza e si girò col fucile alzato verso quel porco.
"Di che colore vuoi essere impallinato? Hai due scelte: colore rosso sangue o colore levati dalle palle."
L'uomo si avvicinò a lei, alzando una pistola vera e carica. Il sangue di lei iniziò a pulsare più veloce tanto da ovattare il suo udito. Rischiava di morire lì, a meno che...
"Ma perché in America vi lasciano usare le armi?"
Disse spazientita.
Con una mossa da Vedova Nera lo atterrò, tirandogli un calcio in faccia. Mentre stava per tirargli via la pistola, lui sparò al suo braccio. Hope calciò via la pistola e poi trattenne a stento un urlo straziante. Sentiva il braccio bruciare, quel bruciore si intensificava nel punto in cui il proiettile aveva affondato. Era un dolore infernale, ma doveva raggiungere il carcere. Tamponò la ferita con una mano mentre il sangue si confondeva col nero della tuta. Il fucile era appeso al cinturino e sbatteva contro la sua gamba mentre correva. Davanti al cancello c'erano dei fan con i cartelli con scritto di liberare Robert. Lei arrancò verso la guardia, la mano sulla ferita e la forza di volontà nell'anima.
"Ha bisogno di un medico signorina."
La guardia fece per chiamare l'ospedale che era sotto il controllo del suo esercito, lo fermò.
"Amico, credi nella giustizia?"
"Io lavoro per la giustizia."
"Allora fammi entrare."
Stranamente si fece seguire, offrendo aiuto alla ragazza che rifiutò.
Sentì un fan che le urlava dietro al cancello.
"Chi ti credi di essere? È da ore che siamo qui per far liberare Robert Downey Jr e ti fanno entrare così?"
Hope si fermò, girandosi per poi osservare il tizio.
"Siete degli stupidi se credete di liberarlo così. Io ho agito a differenza vostra."
Non ascoltò il suo insulto e entrò nel carcere, dove poliziotti camminavano chi tenendo un detenuto, chi sorvegliando l'area. Il bruciore al braccio aumentava sempre di più tanto da far appoggiare la ragazza alla guardia che la sostenne.
"Tutto bene?"
"Si, fammi parlare con il direttore."
Mentre lo seguiva, un poliziotto che accompagnava un detenuto stava vendendo nella loro direzione.
Hope alzò lo sguardo, incontrando un paio di occhi grandi e marroni, che non possedevano alcuna luce dentro, erano vuoti, spenti. Si fermò a fissare Robert che non aveva espressione, neanche quando la fissò a sua volta.
Era distrutto, lo si leggeva in faccia.
Hope non sapeva se essere felice di vederlo oppure di essere fermamente convinta di uccidere Ryan.
Robert guardò il fucile di lei e poi il sangue che si vedeva a stento dal suo braccio.
I suoi occhi le stavano dicendo tutto, un tutto che Hope non riuscì a capire.
Lo sorpassò, la mente ferma sui suoi occhi spenti.
Poco dopo era in un ufficio col direttore che vedeva il video.
Hope non ascoltava i commenti degli agenti su Ryan, continuava a pensare ai suoi occhi spenti, sembravano appartenere ad un morto.
"Signorina Stevens, la ringrazio per aver perseverato alla ricerca di giustizia quando noi, eravamo cechi nel vederla.
Nonostante lei e i suoi amici avete fatto irruzione in un ospedale, armati di fucili che sparano palline di vernice capace di accecare una persona, un ringraziamento è più che dovuto."
Hope non lo ascoltò, i suoi occhi morti erano il suo unico pensiero.
"I giudici in tribunale lo hanno messo direttamente dietro le sbarre vero?"
Chiese con voce dura e fredda.
"Si."
"Sono stati corrotti. Ryan non è il vero colpevole, almeno, non è il solo."
Il direttore guardò il video e poi Hope, annuendo.
"Scagionate l'attore, adesso."
Ordinò lei agli agenti che guardarono il direttore come se lei avesse mancato di rispetto a lui.
"Ha guidato trenta ragazzi signori, obbedite."
Gli uomini uscirono e il direttore la accompagnò verso il retro del carcere.
"Meglio che i fan là fuori non lo vedano."
Commentò lui, aspettando con lei Robert e insistendo sul fatto di chiamare un medico.
Quando lo rivide, i suoi occhi quasi le facevano male nel fissarli a quelli di lui, mai visto un uomo così perso e distrutto.
Riusciva a provare emozioni Robert, lo dimostrò il fatto che le sorrise e l'abbracciò delicatamente, solo gli occhi si rifiutavano di trasmettere qualcosa, ed era la cosa che dilaniava Hope nel cuore, più del bruciore al braccio.
Doveva aiutarlo a tornare quello di sempre.
Una macchina li stava aspettando e Robert non parlava nonostante il sorriso che occupava il suo viso, sapeva perché.
Tornarono in ospedale, dove il suo esercito la stava aspettando.
La mente lasciò stare l'immagine dei suoi occhi per lasciare Hope felice.
"Abbiamo vinto."
Esordì mentre Robert usciva dalla portiera, fissando i ragazzi che imbracciavano i fucili e Gwyneth con Jude che gli sorridevano.
Il team non si scompose alla sua vista.
"Io vi adoro ragazzi."
Disse Robert con la sua voce di sempre, solo con un pizzico di tristezza che solo Hope notò.
Passarono due ore, Hope era nella sua stanza e Rob era giù a fare autografi e a parlare con i fan.
Il suo dottore le aveva tolto la pallottola e aveva fatto tutta una serie di operazioni che neanche lei si ricordava.
"Siete stati silenziosi."
Disse il dottore, riferendosi alla loro missione.
Hope sorrise e lo vide uscire dalla porta da cui entrò Rob subito dopo.
"Mi dispiace."
La voce spezzata di Hope riempì la stanza, voleva solo piangere, sfogare tutta la paura è il panico dei momenti trascorsi prima.
"La tua voce è cambiata, i tuoi occhi sembrano morti Robert..."
Le lacrime scendevano veloci sulle sue guance, tristi di abbandonare la sua pelle per suicidarsi sul letto.
"Tornerò quello di prima."
La sua voce non faceva altro che farla piangere ancora di più. Ma non era colpa sua, era colpa di Ryan e di un'altra persona. La rabbia si fuse con la tristezza.
"Non piangere."
Robert le coccolò il viso, togliendo le lacrime. C'era tristezza persino nei suoi movimenti, lei doveva aiutarlo.
Si sdraiò accanto a lei, accarezzandole i capelli e piangendo con lei.
Hope doveva aiutarlo e invece lo aveva fatto piangere, era un fallimento.
Ma come poterlo aiutare?
"Sai come puoi aiutarmi a tornare quello di prima?"
Disse lui con un sussurro flebile.
"Come?"
"Stammi vicino. Sempre."

*basta tristezza, basta! Mi sono depressa anche io signori miei, lo ammetto. A volte sono troppo sadica. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

Okay...è abbastanza inquietante. Ti autorizzo a mordermi il collo e succhiare il mio sangue Rob visto che sei diventato un vampiro davvero spaventoso e figo.

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