Finalmente

Robert e Hope erano in piedi alle prime luci dell'alba, avevano una giornata da trascorrere insieme prima della serata di gala. La ragazza aveva convinto il suo uomo a darle una mano in scuderia perché aveva voglia di risalire su Rolex.
"Ma devo proprio venire con te?"
Si lamentò lui, mentre camminavano verso il box del cavallo.
"Perché non ti piacciono i cavalli?"
"Diciamo che mi piacciono finché stanno nella stalla."
Hope sbuffò mentre con movimenti veloci e precisi spazzolava Rolex che era incuriosito dalla presenza di Robert.
"Avanti, grande uomo, mettigli la sella che vedi sul baule."
Robert prese la sella e si avvicinò al cavallo che era legato ai quattro venti nel corridoio della stalla.
"Lo fai apposta?"
"Le mie braccia magre non riuscirebbero a sollevare quella sella pesante."
Si giustificò lei, facendogli gli occhioni.
Intanto era partita la musica che rilassava i cavalli, Hope canticchiò tutto il pezzo mentre preparava assieme a Robert il cavallo. Si incamminarono verso il campo da cross country, Robert si appoggiò allo steccato e la fissò mentre galoppava tra tronchi e riviere, volandoci sopra come se fosse un gioco e stare in equilibrio sulla groppa dello stallone era una cosa da niente. Hope stava vivendo la libertà mentre saltava, il vento che la sfidava mentre si intrufolava tra i suoi capelli, le montagne da testimoni alla sua felicità. Diventava quasi spericolata quando galoppava alla velocità della luce verso ostacoli alti, larghi, bassi, ogni genere di ostacolo c'era in quel campo. L'armonia che aveva creato in pochi istanti con Rolex non era una cosa da poco per chi conosce quel mondo che aveva affascinato fin dalla nascita la ragazza.
Il terreno che sfrecciava veloce sotto di loro, il rumore degli zoccoli che pestavano l'erba, sembrava di volare in ogni singolo momento. Era talmente felice che staccò le mani dalle redini mentre saltava l'ultimo verticale, restando incollata alla sella.
"Ma come hai fatto?"
Disse Robert quando lei scese da cavallo e uscì dal campo.
"Non lo so."
Ripose tra i respiri affannosi che facevano alzare e abbassare sempre più velocemente il suo petto, colpa del l'esercizio che aveva fatto poco prima. L'aria pungente e fresca della mattina dava energia anche alle persone più pigre.
Sistemarono Rolex nel box e, dopo aver fatto una doccia insieme(😏), uscirono nel paese sottostante il lussuoso hotel.
Mentre camminavano mano nella mano nella via principale del paesino, Hope dava segni di impazienza.
"Si può sapere perché sei così nervosa?"
Esordì lui dopo averla strattonata per evitare che andasse in mezzo alla strada dove stava passando una moto.
Lei lo guardò come se fosse una ragazzina in piena crisi ormonale, sorridendo come un ebete.
Indicò una libreria dall'altra parte della strada.
"E tu impazzisci per una semplice libreria?"
Hope roteò gli occhi di ghiaccio.
"Era molto più simpatico nelle interviste."
Disse in italiano, rivolgendosi più a se stessa.
"Che cosa hai detto?"
"Ho detto che sei un brav'uomo e soprattutto molto simpatico."
Robert ghignò malefico, facendole il solletico solo per sentire la sua risata che era la cura contro ogni male.
Hope girò tutta la libreria, immersa nel profumo inconfondibile dei libri, il sapere eterno la circondava.
Tornarono in hotel, Hope si era trasferita in camera di lui con il consenso di Alessio che, come suo solito, era già entrato nelle grazie dell'attore per il suo carattere. Robert accese la musica, non appena Hope sentì Ashes di Sergio Sylvestre inziò a cantarla e a ballare sulle note di quel pezzo che trasmetteva energia. Obbligò lui a ballare con lei, uno sembrava un pezzo di legno mentre l'altra era snodata come una ginnasta.
"Basta Hope, fermati."
Robert si stese sul letto, riprendendo fiato mentre lei era già pronta per ballare un altro pezzo.
La ragazza, che ultimamente era un misto di energia e felicità, si buttò sul letto di fianco a lui.
"Giusto, voi vecchi avete bisogno di riposo."
"Piccola peste!"
Gridò lui, prendendola a cuscinate, iniziando una guerra morbidosa. Dopo neanche due minuti si stavano baciando lentamente, senza lasciar scappare ogni secondo prezioso per stare insieme, il tempo non perdeva la sua freddezza neanche di fronte a quelle scene, ed era meglio non sprecarlo perché non perdona mai. Quei ricordi dolorosi, stressanti e senza pietà? Non osavano attaccare la felicità che era corsa in aiuto della ragazza, proteggendola con le sue ali luminose. L'unione fa la forza, su questo niente da dire, ma se incontrano uno che possiede tutta quella forza, quella determinazione che l'unione crea, allora, nonostante il maggior numero di presenze in una parte, la sfida è ad armi pari.
Hope sentì l'eccitazione di Robert che premeva prepotentemente attraverso il tessuto dei pantaloni.
"Possibile che ti ecciti per un semplice bacio?"
"Si, se bacio te."
La ragazza si lasciò spogliare da lui, che era già senza camicia. Iniziò a sfiorare l'eccitazione che voleva bucare i pantaloni, mandando in cortocircuito Robert.
Lui aveva già tolto il reggiseno a lei, fiondandosi sul suo seno prosperoso. I pantaloni del signorino erano stati gettati sul pavimento, mentre lui iniziava a strusciarsi su di lei, respirando affannosamente.
È inutile descrivervi le emozioni, altrimenti sarei ripetitiva.
Le loro lingue si cercavano in continuazione, le mani di Downey che stuzzicavano il petto della signorina e quelle di lei che accarezzavano l'eccitazione pulsante per farlo impazzire. Si tolse i boxer con foga, artigliando le cosce di Hope per farle aprire le gambe.
"Come siamo irruenti!"
Scherzò lei, meritandosi un bacio focoso sul collo.
Robert iniziò ad attaccarsi al collo profumato della giovane donna come se fosse un vampiro assetato di sangue, entrando in lei con dolcezza, tradendo l'irruenza dei suoi gesti.
I loro gemiti riempivano la stanza insonorizzata, accompagnati dalla musica della radio che avevano dimenticato di spegnere, anche se non gli dispiaceva. Le spinte di Robert diventarono sempre più veloci e possenti, aumentando i gemiti trattenuti della ragazza che oramai non sapeva che pensare.
Dopo aver sentito l'essenza dell'attore scaricarsi in lei, lui uscì da lei e si concentrò sulle sue labbra, baciandole famelico.
Era pieno di energia quando si trattava di fare certe cose.
Morse il labbro inferiore della signorina, per poi lasciare dei baci languidi sul seno e sul basso ventre.
I suoi muscoli erano come una calamita per lei che continuava a massaggiargli mentre lui era impegnato a fare altro.
Si guardano negli occhi, mischiando i rispettivi colori dei loro iridi.
Chiaro e scuro.
Robert fece sfiorare i loro nasi, un lampo di dolcezza attraversò i suoi occhioni.
"Ti amo."

*ueeei, capitolo ancora più caldo eh? Prendete un condizionatore, perché questo non è tutto quello che so fare. Ripeto, se vi imbarazzate a leggere ste cose (perché so che alcuni si imbarazzano), andate oltre.
Ma so che voi, mie piccole marmotte indemoniate, non vedete l'ora di leggere un Downey molto focoso.
Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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