Coraggio

Hope stava camminando sulla spiaggia, diretta da Robert, diretta verso il suo addio.
Non voleva che continuasse, non voleva cambiarlo.
Avrebbe ricordato i momenti con lui per sempre, ma nulla dura per sempre.
Sapete quei momenti belli, i migliori della vostra vita che ricordate solo per darvi conforto e invece non fanno altro che creare nostalgia? Ecco, Hope pensava che la sua vita sarebbe stata così.
Vivere nel presente fisicamente, ma vivere nel passato mentalmente.
Vide Robert che faceva foto, rideva, scherzava e faceva autografi ad un gruppo di fan.
Stranamente non erano quei fan possessivi, erano fan diligenti, educati e non invasivi.
Non poteva cambiarlo, e la ragione della sua decisione era davanti a se.
I loro occhi si incrociarono e Robert mimò un "quando finisco arrivo" e tornò dai fan.
Odiava cancellare i sorrisi dal volto delle persone, deluderle, fargli crollare tutto addosso, contro la loro volontà.
Ma questa è la vita: devi scegliere, ogni volta, ma se non rischi di scegliere allora non puoi dire di aver vissuto. Sei già morto prima di iniziare a vivere. La vita ti mette alla prova. È un maestro saggio, severo, giusto anche quando sembra ti abbia dato una punizione immeritata. La vita è una lezione continua, finisce con un esame. Quando morirai, sarai circondato dai tuoi cari e dagli amici o sarai solo? Avrai saldato tutti i conti? Non avrai nessun rimpianto? Avrai compiuto il tuo lavoro? Se la risposta sarà sì, allora avrai passato l'esame, altrimenti verrai bocciato, morirai lasciando tutto al caso, non sarai sicuro di quello che avrai insegnato al prossimo.
Hope sperava di passare l'esame, lo sperava davvero.
Vide una donna gridare, indicando una bambina che annaspava in mare, lontano dalla riva.
Le pupille di Hope si restrinsero, il cuore iniziò a battere velocemente, il cervello iniziò a comandare i muscoli.
Corse verso la riva, sempre più veloce.
Lo sguardo deciso, il cuore determinato, il cervello consapevole.
La sabbia si fece sempre più umida, finché le onde non presero i suoi piedi e la trascinarono in acqua.
Il mare era freddo, le onde alte e tentate di fermare la sua avanzata.
Iniziò a nuotare, un'onda la mandò sotto, sperando di farle cambiare idea invano, lei continuava.
I muscoli facevano male nel tentativo di contrastare le onde e le correnti, ma il cervello non concedeva riposo, dritti al bersaglio, nessuna resa. Sfinita, raggiunse la bimba che si aggrappò a lei, Hope si girò per tornare a riva.
Vedere tutta quella distanza fra lei e la riva la mise a disagio.
Urtò una roccia appuntita, sentendone la punta squarciare la sua coscia, bruciando le cellule e facendola urlare.
Robert stava cercando di raggiungerla, bloccato dai fan che non volevano rischiare di farlo affogare tra le onde.
Dopo minuti che durarono ore, Hope arrivò a riva, tremando di freddo e con il sangue che zampillava dalla gamba, sporcando la sabbia candida di un rosso intenso. La donna la ringraziò e i presenti applaudirono.
Lei non ci badò, il sangue usciva senza fermarsi, portando con se la sua energia quasi esaurita ed alimentata dalla forza di volontà. Guardò il cielo, nuvoloso, il sole non voleva vedere quello spettacolo, non gli sembrava adatto al momento.
Si incamminò verso casa, doveva resistere.
La gamba bruciava, non mollava.
Dolore.
Non mollava.
Ricordi.
Non mollava.
Sconfitta.
Non mollava.
Rabbia.
Non mollava.
Sudore.
Non mollava.
Combatteva, non mollava.
Combattere, lo sa che vuol dire.
Vincere, sa come migliorare.
Perdere, sa come imparare.
Dolore, sa come contrastarlo.
Rabbia, sa come dominarla.
Una ragazza come poche, una persona che sa cos'è il coraggio, la lealtà, la saggezza e l'ambizione.
Una di quelle poche persone che sa cosa vuol dire vivere davvero, vivere ogni giorno.
Ma come avevo detto, il cervello voleva dare una pausa ai muscoli.
Hope divenne bianca, raggiunta subito da Robert.
"Non andartene Hope."
Disse, sorreggendola mentre zoppicava trascinando una scia di sangue.
Se non poteva combattere fisicamente, lo avrebbe fatto mentalmente, rimanendo sveglia.
Ma non tutte le guerre si vincono, non tutte si vincono con la lealtà.
Doveva imparare dalla sconfitta, migliorando e arrivando alla vittoria, migliorando ancora e ancora.
Non importa se perdi una sfida, l'importante è aver capito come vincere una guerra.

*oooh ma ste frasi? E che sono, Albus Silente? Mi sento molto saggia in questi giorni, ma la voglia di fare i compiti è come quella di Ron di studiare pozioni. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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