Casa

La serata di gala era andata a gonfie vele, Hope Stevens aveva perfino cantato assieme a Robert che, come tutti sappiamo, è un gran cantante. Tutta l'intesa che si era creata fra loro due, improvvisando Demons degli Imagine Dragons, è una cosa che farebbe invidia alle persone più affiatate.
Exton era ancora a New York dai genitori di Robert, un giorno sarebbe venuto a vedere la splendida, umile, dimora della ragazza degli alberi. Ebbene sì, la coppia era a casa della ragazza, diciamo che l'attore si era "trasferito" da lei per scappare dai paparazzi che non lo facevano vivere. Robert si era innamorato di Portofino ma alla vista dell'isola d'Elba dovette ricredersi. Tutte le stanze erano in stile country, molto rustico, invece la camera da letto di Hope era in pieno stile provenzale. Erano sul balcone ad ammirare il tramonto.

La ragazza era tra le braccia forti di Robert, coccolata come un cucciolo. A volte lui abbassava il capo per darle piccoli baci sulla tempia o sul collo, facendo rabbrividire Hope a quel contatto.
Aveva permesso a lui di entrare nella sua vita solo perché era, e rimane ancora nonostante tutto, il suo idolo.
Non sapeva che tutto quello che era successo poteva succedere davvero.
A volte sembrava che tutto era un sogno, le sembrava di stare in un limbo, come se tutto fosse irreale.
Non poteva, non voleva sapere se era un brutto scherzo giocato dalla mente che a volte è clemente con lei e a volte no.
Tutta quella serie di ragionamenti la stavano mandando in cortocircuito, se non fosse per Robert che aveva iniziato ad accarezzare le sue gambe, fermandosi dove il respiro di Hope accelerava.
La ragazza sentiva il fiato di lui che le faceva il solletico all'orecchio, non sapeva se dirgli di smetterla con quelle carezze o di continuare. Il cervello iniziava a prelevare dalla mente i ricordi spregevoli che si erano uniti per uccidere la felicità di Hope. Non appena Robert iniziò a diventare decisamente più impaziente nei suoi gesti per colpa del l'eccitazione che iniziava a reclamare il corpo della donna, i ricordi dichiararono guerra alla felicità.
Posso solo dire che hanno vinto in modo sleale contro di essa.
Hope stava subendo dei colpi mortali dai ricordi, facendola alzare di scatto con gli occhi spalancati e l'inferno che divorava la sua mente. Sembrava che stesse risentendo il dolore che aveva provato in quei ricordi, facendola cadere in ginocchio. Stringeva i denti mentre cercava di ribellarsi a quella tortura interna.
Robert si era accovacciato accanto a lei per capire se poteva fare qualcosa.
Provò a toccarla ma lei si scansò.
Tremava da capo a piedi e nei suoi occhi si poteva intravedere quello che stava provando, quello che la isolava dal mondo esterno e la rinchiudeva nel suo freddo e ingiusto mondo.
Le lacrime oramai scendevano copiose, la ragazza odiava farsi vedere così debole e patetica nei suoi attacchi di panico, sempre se possiamo definirli in questo modo.
Robert era distrutto all'immagine che gli si presentava davanti.
"Aiutami."
Mormorò la ragazza con la voce spezzata più dai ricordi che dalle lacrime.
L'uomo la avvolse in un abbraccio protettivo, impedendole di scansarsi.
Hope si lasciò trasportare dal calore del suo corpo, affondando il viso nell'incavo del suo collo.
Doveva riuscire a combattere come sempre, in questa vita e nell'altra, sarà costretta a fare.
Dopo lunghi istanti riuscì a calmarsi e Robert, che era la sua cura, la portò sugli scogli per ammirare il tramonto che stava per scomparire.
I loro occhi si fissavano, leggendo l'anima di ognuno.
Le loro mani erano incatenate, non si staccavano mai.
Robert sorrise e la baciò dolcemente.
E ora posso tranquillamente dirlo: il loro amore sarà infinito.

*bah, tutta sta dolcezza dove l'ho tirata fuori non lo so. Tra pochi capitoli la storia ci saluterà, iniziate a preparare i fazzoletti perché non so se seguire il mio lato sadico o quello dolce. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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