Capitolo XIV

- Ti amo.. - sussurra dolcemente Keiko.

Lo stupore è così grande che mi blocco come uno scemo a fissarla.

I suoi occhioni blu mi fissano fin nel profondo e le sue labbra, ancora leggermente schiuse, sembrano chiedermi un bacio.

Ho davvero sentito bene?

Riprendendomi dallo shock - Cosa? - chiedo sperando vivamente di aver sentito bene, ma.. a tali mie parole vedo la ragazza tornare in sé.

Realizzato il tutto diventa più incandescente del nucleo della terra.

Staccando subito la mano dalla mia indietreggia.

Quel gesto, dettato dall'imbarazzo, un po' mi ferisce.

Ho amato tenere tra la mia quella piccola e delicata mano.

Keiko inizia a tremare e a dondolarsi sul posto - Io.. io.. o-ora è meglio che vada.. ci vediamo d-domani.. - balbetta senza nemmeno guardarmi negli occhi.

Faccio appena in tempo a salutarla che scappa letteralmente in casa.

Ok, credo di esserne sicuro.

Non ho sentito male.

Ha detto che mi ama.

Keiko mi ama..

Oddio.. non mi pare vero.

Cioè.. non è che non lo avessi intuito, ma sentirglielo dire..

Sono felice.

Sono dannatamente felice!

- Ehm.. scusa.. chi sei? Ti serve qualcosa? - sento una voce alle mie spalle.

Voltandomi capisco subito chi ho di fronte.

Capelli color ebano abbastanza lunghi da lasciar aria alle onde simili a quelle della sorella.

Occhi dello stesso blu, ma che mi scrutano sconcertati.

Non ho bisogno di chiedere, so di aver Hiroki davanti a me.

- Tutto bene? Perché mi fissi così? E soprattutto.. chi sei? - chiede nuovamente.

Tornando al presente scuoto il capo - Scusami, sono solo rimasto un attimo stupito. Assomigli molto a tua sorella. -

- Mia sorella? Sei un amico di Keiko? -

- Accidenti, scusami ancora! Non mi sono presentato. Mi chiamo Hisashi, piacere. - gli porgo una mano.

Il ragazzo la stringe - Hiroki. Piacere mio. Sei qui per Kei? Devo chiamarla? Entri in casa? -

- Oh, no grazie. L'ho appena salutata, l'ho accompagnata a casa. - gli sorrido.

- E perché fissavi il cancello di casa mia? Hai dimenticato qualcosa? - mi osserva stranito.

Al che sento leggermente caldo.

Che imbarazzo.

Mi sono fermato come un idiota.

- No, io.. mi sono solo perso nei miei pensieri. È un po' stupida come spiegazione, ma vera.. scusa. -

- Non vedo perché tu debba scusarti, comunque.. quell'uniforme.. - mi squadra dalla testa ai piedi.

- Sì, sono uno studente della Nike. -

- Uhm.. e come hai conosciuto mia sorella? È un tipo piuttosto asociale, non riesco ad immaginarmela a socializzare con studenti di un'altra classe, figuriamoci di un'altra scuola. -

- Ci siamo conosciuti nel paese dove abito, era con Mari ed avevano bisogno di aiuto. - rimango vago.

So che le uniche a sapere la storia sono Mari e la madre di Keiko.

- Capisco, vuoi entrare in casa? So che vi siete salutati, ma.. - subito lo blocco - No, figurati. Non credo sia il momento adatto. - mi lascio sfuggire.

- Perché? - mi osserva con la fronte aggrottata.

- Ecco.. non credo che tua sorella voglia vedermi ora. - faccio un sorriso tirato.

Subito il ragazzino si fa guardingo - Che hai fatto a Keiko? -

- Nulla. Lo giuro. -

- Perché dovrei fidarmi? Non ti conosco. -

- Puoi chiederlo a lei. In ogni caso.. dovrei andare. Tra poco ho l'ultima corriera. -

Anche se dubbioso annuisce - Ok, se scopro che hai fatto il furbo so dove trovarti. -

Senza volerlo mi sorge un sorriso raggiante a tali parole - Sono davvero contento di sentirtelo dire. -

- Sei forse pazzo? - mi fissa allucinato il moro.

- No, affatto. Mi fa solo piacere vedere che tieni a tua sorella. Tutto qui. - non riesco a smettere di sorridere.

- Sei un tipo strano. Comunque.. ovvio che tengo a mia sorella. Possono esserci tutte le liti del mondo, ma è comunque parte della mia famiglia. - punta serio il suo sguardo nel mio.

- Se ti sentisse dire queste cose ne sarebbe davvero felice. -

- Non verrà mai a saperlo, altrimenti vengo a cercarti lo stesso. -

Scoppiando a ridere - Ah.. i fratelli. Mi piacerebbe non essere figlio unico. -

- Ora ho la conferma che sei davvero folle. In ogni caso.. ricorda ciò che ho detto. -

- Certo, non temere. Io voglio solo il sorriso di Keiko, non le farò nulla di male. Ora vado, è stato un piacere conoscerti, mi piaci Hiroki. - gli sorrido ancora prima di salutarlo per l'ultima volta.

Lungo la strada non faccio che sorridere.

Che ragazzino tenero.

Keiko sarebbe davvero felice di sapere sto primo incontro con suo fratello.

Keiko..

Il suo sguardo mi torna in mente e sento nuovamente caldo.

Keiko si è dichiarata.

Per davvero.

Accidenti.

Volevo essere io a dirlo per primo.

Ci stavo pensando già da qualche giorno.

Progettavo qualcosa di speciale.

Chessò.. un appuntamento in qualche luogo particolare, cena insieme, magari una passeggiata sul bagnasciuga..

Forse ci stavo ricamando troppo sopra?

Avrei dovuto fare come lei.

Cogliere il momento.

Di momenti ne ho avuti.

Più la guardavo più sentivo quelle parole sbocciare sulle mie labbra, ma.. sono comunque stato preceduto.

Anche se.. poi è scappata in casa fingendo di non aver detto nulla.

Arrivato a casa vado diretto in camera.

Non vedo l'ora di vederla domani.

Le devo parlare.

È scappata per l'imbarazzo, ma non ho intenzione di farla fuggire ancora da me.

Ora è il mio turno.

Devo rispondere alla sua confessione.

E so esattamente cosa voglio dirle.

Il giorno seguente racconto l'accaduto ad Eiji.

Subito il mio amico scoppia a ridere - È scappata via? Davvero? E tu sei stato beccato dal fratello a fissare il cancello come un maniaco stalker? Ringrazia che il ragazzino non abbia chiamato la polizia! -

- Ora smettila, non è divertente. - borbotto infastidito.

- Oh.. per me lo è eccome. Avrei tanto voluto essere una mosca per poter osservare la scena. -

- Sì, sì. Ridi ancora. Non era per questo che ti ho parlato di tutto. - brontolo.

- Ah no? Pensavo che tu amassi farti prendere in giro dal sottoscritto. -

- Ovvio, è il mio hobby preferito. - ribatto sarcastico.

- Dai, ok. Ora sono serio. Che problemi ci sono? - mi batte una mano sulla spalla.

- Che dovrei fare ora? Come mi dichiaro? - sento un pochino di panico farsi spazio in me.

- Con la bocca? - mi osserva confuso.

- Eiji! Puoi essere serio per un momento? - sbuffo.

- Sono serio. Che problemi hai? Ti ha già detto che ti ama perciò che seghe mentali ti fai? Dichiarati e basta, sai già che la sua risposta non sarà negativa. Che aspetti a diventare una coppia e amoreggiare ufficialmente? -

- Non lo so.. sono consapevole di aver già la risposta, è solo che.. vorrei rendere il tutto speciale. Ha pianto così tanto, l'ho fatta soffrire un sacco. Si merita qualcosa di spettacolare. -

- Che romantico. Così carino. - mi tira le guance prendendomi ancora in giro.

Levandolo di dosso - La vuoi smettere? -

- Scusa. Dai.. trovo davvero che sia una cosa carina. Fa notare quanto sei innamorato di lei, ma penso che a Keiko interessi poco tutto questo. Credo voglia solo il tuo amore come tu vuoi il suo. Certo, trovo che rendere tutto speciale sia un'idea davvero bella, ma la cosa più importante è dire le cose dal profondo del cuore. Sarà quello che più le rimarrà in mente, sai.. le donne sono così emotive e sentimentali, adorano le belle parole. - termina scherzosamente il tutto sentendosi troppo saggio per il discorso fatto.

- Le adorano ancor di più se sono accompagnate da fatti. Dopotutto anche noi vogliamo rassicurazioni verbali, ma anche concrete. Belle parole al vento non servono a nulla. Comunque.. ho compreso il tuo discorso e concordo. Volevo già parlare col cuore, ma non impazzirò per aver lo scenario impeccabile. Basta che ci siamo io e lei per rendere tutto perfetto. -

- Wow.. quanto sei cotto, amico? Mi fai quasi venir voglia di trovarmi una ragazza. - mi fissa stupito Eiji.

Ridendo - Perché non cominci a guardarti intorno? L'amore è davvero bellissimo. -

- Nah.. chi vuoi che si prenda un tipo come me? - fa spallucce.

- Non so, secondo me gente ce n'è in giro. - penso ad una certa bionda che secondo me..

Bah.. chissà.

Magari è solo una mia allucinazione.

In fine Mari ed Eiji si sono visti e parlati davvero poco.

Però..

Scuotendo il capo torno a pensare a Keiko.

Non cercherò di fare tutto perfettamente, di solito quando si cerca la perfezione si finisce per avere un imprevisto dietro l'altro.

Però vorrei comunque qualcosa di speciale.

Ad un certo punto mi si accende una lampadina.

Come ho fatto a non pensarci prima?

Non c'è posto migliore.

- Tutto bene Hisa? - mi poggia una mano sulla spalla Eiji.

- Sì, perché? - chiedo confuso.

- Hai la faccia di uno che ha visto la Madonna! -

- Ho trovato la risposta a ciò che cercavo. - sorrido soddisfatto della mia idea.

- E cioè? - si fa curioso.

- Te lo spiego dopo, ora devo cercare un paio di cose e avvertirla. - prendo il cellulare iniziando il mio operato.

A Keiko chiedo solo di farsi trovare davanti scuola dopo le lezioni.

Le ho detto che devo portarla in un posto.

All'inizio ha cercato di darmi buca, ma dopo un paio di suppliche l'ho convinta.

Sono davvero emozionato.

Così emozionato che, non appena la vedo, sento già le farfalle nello stomaco.

La mora sta accanto al cancello d'ingresso rigidamente.

Lo sguardo puntato a terra di chi non sa come uscire da una situazione complicata.

È talmente tenera che mi verrebbe voglia di stringerla forte già qui.

Però so che la metterei solo più in imbarazzo.

Pungolandole una spalla la faccio irrigidire ancora prima del mio saluto - Ciao Keiko, ti va di andare? -

Non appena mi guarda avvampa - C-Ciao.. d-dove dobbiamo andare? - distoglie subito lo sguardo.

- Sorpresa. - le afferro la mano iniziando a far strada.

- Prima ci fermiamo a mangiare qualcosa, cosa dici? - aggiungo sorridente.

Lei, sempre rossa in viso, cerca di lasciare la mia mano, ma non cedo di una virgola - O-Ok.. non vuoi proprio dirmi dove si va? - insiste.

- No, altrimenti che sorpresa sarebbe? -

- Ho sentito che hai conosciuto Hiroki ieri.. - cambia allora discorso.

- Già, molto simpatico il tuo fratellino. -

- M-Mi ha fatto il terzo grado su di te.. non riusciva a capacitarsi che io conoscessi uno come te. -

- Uno come me? - chiedo confuso.

- Così.. socievole. -

Scoppiando a ridere - Già, ti ha definita asociale. -

Durante il pranzo si rilassa un poco e, notando che non tiro fuori la scena di ieri tra noi, inizia a dialogare con me come al solito.

Solo in corriera torna a farsi dubbiosa e curiosa - Ma dove stiamo andando? -

- Lo saprai presto. - sento l'emozione crescere sempre di più.

Spero di aver scelto bene.

E se.. se non ricordasse?

Oddio.. ora inizia l'ansia.

No, basta.

Andrà bene.

L'importante siamo solo noi.

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