Capitolo XI

Stavolta al suono della sveglia mi alzo più che felice.

Afferrando il cellulare trovo un messaggio, "Buongiorno" da Hisashi.

Ciò che è successo ieri non era un sogno.

Il biondo stavolta è reale.

L'ho trovato, l'ho davvero trovato.

Dopo avergli inviato la risposta filo a prepararmi.

Mai prima d'ora ho desiderato così tanto di arrivare a scuola.

Mi sento una persona nuova.

Nessun peso di sogni strani e senza un concreto senso.

Niente ricerche tra la gente.

Basta sbalzi di umore degni di una bipolare.

Solo.. pace.

Mi sento in pace con me stessa.

- Che sorriso! Cosa sei? Un'attrice delle pubblicità delle merendine per la colazione? - mi fissa storto Hiroki.

Ridacchiando - No, scemo. Non posso essere felice per una volta? -

- Tu? Non certo di mattina. Mi sa che sto ancora dormendo. -

- Lascia stare tua sorella, Hiroki. È bello che abbia energia già di mattina, vero cara? - chiede papà a mamma.

- Concordo. - mamma fa l'occhiolino a me.

Le ho raccontato cosa è successo.

Era impossibile che non notasse il cambiamento.

Da fontana vivente sono diventata una lampadina abbagliante.

Terminata la colazione mi avvio a scuola.

Hiroki come al solito se la prende con fin troppa calma, ma non è un mio problema.

Se ama arrivare in ritardo non è colpa mia.

Io di certo oggi sarò super attiva.

- Accidenti, non ti vedevo così raggiante da.. da mai! Quasi mi abbagli! - mi prende in giro Mari.

- È forse un male? - chiedo incapace di smettere di sorridere.

- Affatto, dopo i giorni pieni di lacrime temevo davvero di non vederti più sorridere. Non hai idea di quanto sono felice. - mi sorride con gli occhi lucidi.

Commossa le salto addosso abbracciandola - Ti voglio bene Mari. -

Dopo aver ricambiato torniamo ad avviarci.

- Ora non puoi dirmi che i sogni non erano romantici. Ti hanno portato l'amore della tua vita, anzi.. vite. Ora hai una seconda chance. Quasi nessuno ottiene certe occasioni. Vedi di non fartela scappare. -

Annuendo - Non lo farò. Cioè.. è troppo presto per dichiararmi, ma.. voglio provare seriamente stavolta. Lo devo alla me passata e a quella di ora. -

- Oddio!!! Non hai idea di quanto vi shippo! Non vedo l'ora di vedervi tutti coccolosi e amoreggianti! - saltella al mio fianco.

- Eh? Sei pazza? Tu corri troppo e poi.. shippa le coppie di personaggi anime e manga.. lascia stare le persone reali! - avvampo.

- Ma dai!!! Come posso non tifare per voi? Ieri eravate così carini!! - bloccandomi la strada si piazza di fronte a me.

Poggiandomi una mano sulla guancia - Keiko.. - sussurra il mio nome abbassando di molto il tono.

Guardandola storto - Hisashi non parla così. -

- No, la battuta era solo "Hisashi.." - torna a camminare ridendo.

- Ti diverti, vero? - cerco di trattenere a mia volta le risate.

- Mi sarei divertita di più vedendo un bacio! -
- Ma sei fuori?! A conti fatti siamo alla stregua di due conoscenti! -

- Sì che sono fuori, ma ormai siamo arrivate alla corriera. E non raccontare cavolate, siete MOLTO di più. -

Tralasciando la sua pessima battuta -
Lasciamo perdere.. ti chiedo solo di non guardarci in modo strano a ricreazione. - sospiro.

- Che vuoi dire? - mi fissa confusa.

- Beh.. quando saremo insieme ad Hisashi ed Eiji potresti evitare le occhiate strane? -

- Keiko.. ferma un attimo. - rimane in piedi di fronte al sedile dove mi stavo per sedere.

- Che c'è? - inizio ad esaminare il sedile temendo per chissà quale porcheria.

- Tu vuoi forse passare la ricreazione pure con me? - è sempre più allucinata.

Sedendomi con cautela - Ehm.. che c'è di male? -

- Scusa, ma.. dubito fortemente che fossimo inclusi pure io ed Eiji quando Hisashi ti ha fatto la richiesta. -

- Tu dici? - sento il rossore aumentare.

- Decisamente. -

- Ma.. -

- Niente ma. Tu passerai la ricreazione sola con lui. - sento la sua serietà fin nelle ossa.

- O-Ok.. -

Il viaggio passa tranquillo con Mari che sclera all'idea della ricreazione e del pomeriggio che mi attende col biondo.

Arrivata in classe vengo assalita sia da Umeko che da Hotaka - Ciao Keiko, come stai? - scattano in sincronia perfetta.

Oh, già..

Giovedi e venerdì sono rimasta a casa da scuola.

Entrambi mi hanno scritto, in quei giorni, e ho mentito dicendo di aver preso l'influenza.

Sarebbe stato troppo complicato spiegare il vero motivo.

- Bene grazie. È stata una cosa passeggera, già ieri stavo alla grande. - sorrido loro.

Beh.. in realtà solo dopo aver trovato Hisashi, ma.. dettagli.

- Meno male, di solito non stai mai assente. Mi hai preoccupata parecchio. Sono anche passata a trovarti, ma zia mi ha detto che era meglio lasciarti riposare tranquilla. - mi comunica Ume.

- Oh, mi spiace. Probabilmente sei passata proprio quando sono riuscita ad addormentarmi. Ho passato quasi due notti in bianco.. - a piangere..

- Capisco, ma sono davvero felice che ora sia passato tutto. - mi abbraccia.

- Io devo dirti che ho chiesto anche ad Hiroki di te, mi ha detto una cosa strana.. - salta fuori Hotaka.

Al che mi blocco - Del tipo? -

- Ha detto che stavi tutto il giorno chiusa in camera e che pure a lui era vietato entrare, però sabato Mari ha potuto farti visita. -

- Oh.. beh.. il brutto era già passato, per questo ha potuto. Poi Mari è Mari, manco una porta blindata l'avrebbe fermata. - gli sorrido forzatamente.

Bugia su bugia.

Odio tutto questo.

Mi odio.

La campanella suona rumorosamente e riesco a salvarmi dal dover raccontare altre balle.

Non appena arriva la ricreazione faccio per correre fuori dalla classe, ma vengo bloccata.

- Dove vai con tutta questa fretta? - chiede Hotaka ridendo.

Io però non ci trovo nulla di divertente.

- In cortile. -

- Mari ti aspetta? -

Osservandolo dritto negli occhi - No, ma ora devo proprio andare. A dopo.- ribatto prima di andarmene di corsa.

Non volevo mentire ancora, però nemmeno volevo dare chissà quale spiegazione.

Arrivata in cortile afferro il cellulare, un messaggio fa saltare un battito del mio cuore.

Seguendo le indicazioni del messaggio trovo il ragazzo.

Intimidita mi avvicino piano - C-Ciao.. -

Subito si volta di scatto e mi si mozza il respiro nel vedere il suo sguardo illuminarsi e il sorriso sorgergli sul volto.

- Ciao Keiko, come stai? -

- B-Bene.. tu? -

- Alla grande. Com'è andata fin'ora la mattinata? -

Sedendomi tiro un respiro profondo.

Non ha senso essere così agitata, mi devo calmare.

Devo parlare come se fosse un semplice amico o morirò ogni volta che mi sorride.

A chi la racconto?

Sta cosa succederà sempre.

Il suo sorriso è qualcosa di letale.

Però devo davvero essere più tranquilla.

- Abbastanza, la professoressa di diritto mi ha interrogata. Pensava che giovedì avessi saltato scuola per non fare la sua verifica. -

- Sei stata a casa? Come.. - si blocca realizzando la cosa.

Sospirando - Mi spiace. Forse non vale molto, ma il me passato si scusa per tutto ciò che ti ha fatto passare. Sia alla te del suo tempo che a quella che ho affianco. -

Sorridendo intenerita - Tranquillo, ora va tutto bene. -

La ricreazione passa fin troppo velocemente e quasi rischio di arrivare in ritardo a lezione.

Il resto delle lezioni passa più che lentamente, mi pare quasi di vivere le ore in slow motion.

Davvero fastidioso.

So però qual è il problema.

È l'appunt.. l'uscita con Hisashi.

Non vedo davvero l'ora.

Sono talmente emozionata che, al suono della campanella, quasi mi precipito fuori dalla classe prima della professoressa.

Il biondo mi sta aspettando all'entrata con Eiji, appena mi vedono l'amico lo saluta, fa un cenno a me e se ne va.

Anche se so la risposta mi sfugge spontanea la domanda - Eiji non viene con noi? -

- No, ha detto che si sentirebbe a disagio. Veramente le parole esatte sono state "Mi sentirei come l'amico scemo che non capisce la situazione" - fa spallucce sorridendo.

Ridacchiando - Capisco. Andiamo? - mi molleggio sul posto.

Stiamo per avviarci quando noto un ragazzo alle nostre spalle, lo studente della Naponos mi fissa storto prima di andarsene contrariato da qualcosa.

Hisashi resosi conto della mia strana espressione segue il mio sguardo - Uhm.. vestiti così diamo decisamente nell'occhio, vero? - mi sorride.

- Le nostre uniformi ci mettono al centro dell'attenzione. Beh.. che facciano come vogliono. - sbuffo infastidita.

Dimmi te se devo venir fissata male solo perché sto parlando con uno studente della Nike.

Dopo una sua carezza d'incoraggiamento sulla testa ce ne andiamo.

Il pomeriggio passa come fosse un sogno.

Ogni singolo istante con Hisashi è magico e perfetto.

Da fuori probabilmente sembriamo solo due ragazzi ad un appuntamento, tutto piuttosto normale, ma.. per me è davvero meraviglioso tutto ciò.

Nella nostra normalità nascondiamo agli altri cose davvero fuori dal comune.

Minuto dopo minuto m'innamoro sempre di più di questo ragazzo.

È vero che ha delle differenze col ragazzo che ho sognato per due anni, ma ciò che conta è rimasto uguale.

Il suo sorriso e la sua allegria sono le stesse come il suo modo di fare così.. rilassante, entusiasmante e pazzesco.. tutto allo stesso tempo.

Trascorriamo molto del nostro tempo a passeggiare chiacchierando.

Credo di non aver mai riso tanto come oggi.

Ad un certo punto Hisashi mi chiede di aspettarlo su una panchina mentre va ad acquistare delle crepes.

Io precedentemente sono riuscita ad offrirgli un gelato, solo a patto di farmi offrire un altro dolce.

Nel mentre attendo vengo distratta, dall'osservare il ragazzo, da un dolce miagolio.

Poco dopo un delizioso gattino tigrato inizia a giocare di fronte a me con un tappo buttato a terra da qualche maleducato.

Prima di rendermene conto ho in mano il blocco da disegno e sto ritraendo quel tenero micetto.

- Wow, disegni davvero bene! - sussulto sentendo la voce di Hisashi alle mie spalle.

- Oh, beh.. sono normale, ma grazie. - mi volto arrossendo un poco.

Il ragazzo mi porge il mio dolce con le fragole - Sei molto più brava del normale, quel disegno è uguale al gattino. Che altro hai su quel blocco? - cerca di guardare il retro.

Stringendo al petto il quaderno - Oh, nulla. Solo degli schizzi. -

Mica posso mostrargli la quantità spropositata di suoi ritratti.

Dopo esser tornata a casa ieri mi sono decisamente sbizzarrita.

Ho passato due anni senza riuscire a disegnarne nemmeno un tratto, ora mi sto rifacendo alla grande.

- Davvero? Non posso dare un'occhiata? Se per te questo gatto è uno schizzo sono proprio curioso di vedere gli altri. - sorride curiosissimo.

- No, davvero.. io.. -

- Non è che mi faresti un ritratto? - scatta subito dopo entusiasta.

Gelandomi - Ehm.. p-perché? -

- È da un po' che mia madre vorrebbe farmi fare un ritratto da appendersi in ufficio. Le ho sempre detto di no perché, non mi attirava per nulla l'idea di star fermo davanti ad uno sconosciuto facendo la bella statuina. Però con te sarebbe diverso, mi sentirei a mio agio e poi.. tra poco è il suo compleanno e sono davvero a corto d'idee su cosa regalarle. Ovviamente ho intenzione di pagarti, sia chiaro. -

- M-Ma.. non sono così brava. Un professionista farebbe di certo un lavoro migliore. -

- Io mi fido di te, ma se non te la senti non voglio obbligarti. Pensavo solo che lo avrei apprezzato di più pure io, avrei guardato il ritratto pensando a te e non solo come un disegno della mia faccia. - fa spallucce quasi.. triste.

Colta da sensi di colpa chiudo forte gli occhi - V-Va bene, ma.. non aspettarti troppo. -

L'istante dopo mi abbraccia facendomi sbarrare gli occhi - Grazie Kei, sono certo che andrà bene. -

E così, dopo aver mangiato le crepes, ci troviamo in un parco.

Dopo qualche altra chiacchiera ci accordiamo di trovarci il pomeriggio dopo per il ritratto.

Dire che sono agitata è poco.

Ha così tanta fiducia in me.

Stiamo per avviarci verso casa quando Hisashi viene letteralmente travolto e gettato a terra.

La causa?

Uno splendido pastore tedesco.

Il cane inizia a fargli le feste e a leccargli la faccia, Hisashi dopo un attimo di confusione scoppia a ridere - Pepper, che ci fai qui? -

Subito dopo - Oddio, scusate.. il mio cane.. oh, Hisashi, ma sei tu! Ecco perché è partita così in quarta. - arriva una donna tirando indietro il cane.

- Si figuri, lo sa che adoro giocare con Pepper. - si alza allegro e sporco d'erba.

- Accidenti, guarda la tua uniforme! Pepper, sei davvero impossibile! - sgrida il suo cane indicando i vestiti del ragazzo.

La cagnolina abbassa le orecchie colpevole, ma la sgridata viene vanificata da Hisashi stesso che inizia ad accarezzarla.

- Non c'è problema. Ho altre uniformi. - poi voltandosi verso di me - Keiko, lei è la signora Kikuchi. È la mia vicina di casa e questa splendida "piccola" è Pepper. - ride abbassandosi all'altezza del cane.

Dopo essermi presentata alla padrona saluto il cane prima che Hisashi parta a correrci insieme.

- È sempre così con loro due. Pepper adora Hisashi e viceversa. Non riesco mai a tenerla quando lo vede. - ridacchia la donna.

Sorridendo - Hisashi è molto allegro e affabile, scommetto che tutti gli animali lo adorano. -

Sentendomi addosso uno strano sguardo vedo la donna osservarmi - Uhm.. è la prima volta che ti vedo. Sei la ragazza di Hisashi? -
Avvampando - N-No..! Siamo amici! -

- Uhm.. però ti piace. - ridacchia tornando a guardare Pepper e il ragazzo.

- Eh?! Cos.. io.. - demoralizzandomi - È così evidente? - sospiro.

- Abbastanza. Però in fondo io ho un ottimo occhio per queste cose. In ogni caso, sediamoci. Quei due quando iniziano così giocano per parecchio. -

Osservando il ragazzo col cane mi torna la voglia irrefrenabile di disegnare.

Venti minuti dopo ho fatto tre schizzi.

Uno in particolare mi piace da impazzire.

Ho ritratto Hisashi in un momento in cui era seduto a terra mentre raccontava chissà cosa a Pepper.

Il suo sorriso era qualcosa di così splendido che bisognava ritrarlo.

- Ti consiglio di stare attenta, se per il momento non vuoi che si accorga di ciò che provi dovresti mettere via quei disegni. Sono magnifici, ma si vede chiaro come il sole cosa rappresentano. - sbircia i miei lavori la signora Kikuchi.

- I-Io.. mi ha chiesto di fargli un ritratto per sua madre. Stavo approfittando dell'occasione per fare già qualche schizzo. - avvampo.

La donna sta per commentare quando..

- Di cosa parlate voi due? State complottando contro di m.. oddio Keiko! Quello sono io! Lo sapevo che chiedere a te era un'ottima idea! - sorride entusiasta afferrando il mio blocco.

Pregando che non giri pagina - Sono.. contenta che ti piacciano. Quale preferisci? Così se vuoi domani posso passare alla vera base e cominciare a colorare. -

Il ragazzo inizia ad osservarli attentamente - Questo. Decisamente questo. -

Porgendomi il quaderno comprendo che ha scelto proprio il mio preferito.

Sorridendo felice - Ok, piace anche a me. -

- Concordo, tua madre sarà davvero felice del regalo. - si alza la donna prendendo il guinzaglio di Pepper - Ora meglio che vada. Vi ho già preso troppo tempo. Vi saluto. - se ne va allegra la donna.

Subito dopo arriva il nostro turno di salutarci, ma Hisashi insiste per accompagnarmi a casa.

- Ormai sta calando il sole, non mi sentirei tranquillo a lasciarti andare da sola. -

Il tragitto finisce per essere stranamente troppo breve, Hisashi sembra pensarla allo stesso modo dato che finiamo per chiacchierare un'altra mezz'ora, davanti al cancello di casa mia.

A chiudere il tutto è l'ultimo autobus per Hisashi che lo costringe a salutarmi definitivamente.

- Beh.. ci vediamo domani per il ritratto? -

- Certo, spero di non deluderti. -

- Non l'hai mai fatto da quando ti ho vista per la prima volta. - mi sorride tenero.

E da quella frase capisco che non si riferisce a questa domenica, ma ad un tempo molto più lontano.

- Lo stesso vale per me. Ci vediamo domani. - lo saluto commossa.

Rimango a guardarlo fino a quando svolta l'angolo.

Appena entro in casa - Sei uscita con Hotaka e la coppietta? - chiede Hiroki.

- No, non conosco solo loro, sai? - quasi danzo fino al frigo - Oggi cosa si mangia? -

- Ti sei forse drogata? Comunque.. arrosto. Quello avanzato ieri. -

- Sono drogata di vita! - piroetto dopo aver rubato dal bancone una mela.

- Tu stai male seriamente. - mi fissa quasi schifato.

Il mio buon umore scema - Uffa, che noioso che sei. Se sono giù rompi perché ti deprimo, se sono felice non va lo stesso bene. Tu stai male, non io. - sbuffo.

- È che non ti ho mai vista così gasata, sei strana. Non è che.. no, non è possibile. - torna a guardare il televisore scuotendo il capo.

- Cosa non è possibile? - mi siedo a tavola.

- Lascia perdere. Stiamo parlando di te, non è assolutamente possibile. -

- Hiroki. - ringhio infastidita.

- Dai.. non è possibile. Stavo per dire "Non è che sei innamorata", ma.. - mio fratello si blocca fissandomi.

- Sei innamorata?! - sbarra gli occhi.

Anche senza rispondergli so che qualunque cosa io dirò verrà usata contro di me.

Il caldo che sento è indice di un rossore da record.

Alzandomi mi avvio alle scale - C-Che dici? S-Sei proprio strano. Io vado in camera per ora, non ho fame al momento. -

- Keiko, fermati. - mi blocca.

- Che c'è? - lo guardo appena.

- È forse Hotaka? -

A tale domanda m'infastidisco - Tranquillo, non voglio diventare tua co-cognata. Mi basta aver a che fare con te così. Ora smetti di farti gli affari miei dato che se ti faccio io domande me ne sento dire di tutti i colori. -

Il momento dopo lo lascio lì.

Che fastidio.

Sa solo metter becco dove non deve e poi urla se provo ad interessarmi io.

Va beh.. ora basta.

Non ho intenzione di rovinarmi ulteriormente la giornata.

È stato uno splendido pomeriggio.

Afferrando il blocco inizio a ritrarre ancora il ragazzo, migliorando nuovamente il mio umore.

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