Capitolo VIII
- A proposito.. è da un po' che mi chiedevo sta cosa. - salta fuori dal nulla Mari in corriera.
- Cosa? - chiedo curiosa mettendo da parte il libro che stavo leggendo.
Deve essere qualcosa che davvero attira la sua attenzione se l'ha fatta parlare di mattina. E addirittura in autobus.
- Hotaka a che punto è con la sua manager? Ormai sono tornati dal ritiro da.. due settimane? Tre? -
Sorridendo sorniona - Uhm.. tre. - evito di rispondere alla domanda che davvero le interessava.
Da qualche tempo a questa parte ho notato un certo interesse da parte di Mari verso Hotaka.
Forse è solo la mia impressione, ma credo che la mia amica ne sia attratta.
Oppure, in ogni caso, è sulla buona strada.
Deve aver fatto colpo il giorno in cui l'abbiamo trovato al locale coi suoi amici.
Se i due con lui hanno fatto partire i peggio istinti omicidi di Mari, non è stato lo stesso con Hotaka.
Dopo quel giorno ha iniziato a farmi più domanda su di lui e, qualche volta, è pure uscita con me, Hotaka, Umeko e Duncan.
Di solito rifiutava sempre "Non voglio togliere il divertimento ad Umeko", ma ora non lo dice più.
Chissà..
Devo dire che li vedrei bene, se non proprio come coppia, almeno come amici. Sono entrambe due persone splendide, però..
Hotaka ha attorno Ema.
Sta cercando già di capire cosa prova per lei, penso darebbe di matto a ricevere una seconda dichiarazione.
Bah.. basta.
Mari non mi ha detto nulla.
Anche se ho notato che guarda in modo diverso il ragazzo.
- Ok, ma.. a che punto è con la manager? Non me ne hai più parlato. - insiste la bionda.
Stavo giusto aspettando.
Volevo vedere quanto ci metteva a ribattere.
Purtroppo però non posso accontentare la sua curiosità.
- Non lo so, da quella famosa volta non mi ha più detto niente. -
- Capisco. - commenta quasi delusa.
A pensarci bene è proprio così.
Non ho più saputo nulla.
Che ci siano stati progressi?
Magari ora stanno insieme.
No.. credo che in quel caso avrebbe smesso di uscire solo con me e la coppietta.
Che l'abbia rifiutata?
Uhm.. non penso.
Rui e Chika di certo ne avrebbero parlato.
- Va beh.. in ogni caso, coi sogni come va? - cambia discorso Mari.
- Solito. Io innamorata di questo fantomatico biondo, ma non mi dichiaro. Lui troppo perfetto. - sospiro.
- Ah.. non hai idea di quanto mi dispiace. Vorrei così tanto che tu almeno avessi qualche indizio. Giusto qualcosina per avanzare con tutto questo. -
- Già.. lo vorrei anch'io. -
- Posso solo immaginare quanto debba essere frustrante. - mi abbraccia.
- Uhm.. dopo un po' ci si fa il callo, ma ogni tanto è piuttosto pesante. - ricambio la stretta.
Ormai arrivate a scuola ci salutiamo per dirigerci alle nostre classi.
Mentre entro in aula rifletto sui trascorsi fino ad ora.
Quando mi si sbloccherà il giusto tassello?
Quando potrò avanzare in tutta questa intricata storia?
E poi.. cosa accadrà?
I sogni smetteranno?
Riuscirò a disegnarlo?
Diventerà un dolce e malinconico ricordo?
Ho sempre cercato di ricordare di più, ma non ho mai pensato seriamente a cosa succederà dopo.
Che destino crudele.
Mai innamorata fino all'arrivo dei sogni e destinata ad amare qualcuno che non posso nemmeno sfiorare nella realtà.
Anzi.. già poterlo vedere sarebbe oro.
Tali pensieri mi rattristano e passo tutta la mattinata a non ascoltare le lezioni.
Appena torno a casa sento tutto il peso di questa faccenda e, rannicchiandomi sul letto, inizio a singhiozzare.
È con le lacrime agli occhi che il sonno mi raggiunge di colpo.
Il cuore mi martella nel petto.
Pesante.
Davvero dei battiti faticosi e dolorosi.
Il mio respiro è spezzato e fa molto male.
Lo sguardo puntato a terra.
Delle gocce cadono sui miei piedi e le mani scattano a coprire bocca e naso.
Le mie guance sono fradice di lacrime.
Sto piangendo.
Un pianto disperato.
Il ricordo mi arriva di botto facendomi soffrire ancora di più.
Il biondo è morto.
Un incidente in strada.
Qualche giorno fa.
E io, ora, sono al suo funerale.
Accanto a me c'è l'oca del club, tiene un fazzoletto in mano ed ogni tanto si tampona qualche lacrimuccia.
Io invece..
Non riesco a calmarmi.
Come potrei?
Cielo, quanto fa male.
Non pensavo che il dolore emotivo potesse essere così forte da far male fisicamente.
Mi sento pesante.
Non ho nemmeno idea di come riesco a stare in piedi.
Purtroppo non ci sono sedie libere, la chiesa è stra piena.
Quanta gente.. era così amato.
Era così giovane.
Non doveva andare così.
Era così.. speciale.
Così perfetto.
E non gliel'ho nemmeno mai detto.
Non sono nemmeno mai riuscita a restituire tutti i favori che mi ha fatto nel tempo.
Il mio cuore sembra strapparsi del tutto non appena la sua bara mi passa accanto per avviarci al cimitero.
Ho pianto tutto il tempo, ma le lacrime uscivano più copiose ogni volta che il prete diceva il suo nome.
Era come un coltello che si rituffava ripetutamente sul mio cuore già sanguinante.
Mamma stringe le mani sulle mie spalle e mi accompagna fuori dalla chiesa, a seguire tutti.
Voltandomi osservo il grande edificio bianco dal quale siamo uscite.
Mi sono sempre piaciute le chiese, ma per la prima volta sento un senso di odio non indifferente.
Tornando alla folla osservo qualcuno.
C'è gente che conosco e chi mi è totalmente sconosciuto.
Alcuni professori si sono fermati a parlare con me e a dirmi che andrà bene.. più avanti.
Come può andare bene?
Lui non c'è più.
Non può tornare.
Con voce rotta chiedo a mia madre di tornare a casa.
Non credo di reggere alla sepoltura.
Appena vedo il carro funebre partire prendo un altro fazzoletto. Un altro attacco si fa strada e con singhiozzi da paura mi siedo in macchina.
Non gli ho nemmeno mai detto cosa provavo per lui.
Questo rimpianto me lo porterò nella mia di tomba.
Sbarrando gli occhi sento la suoneria del mio cellulare.
Il cuore mi martella nel petto e un singhiozzo parte spontaneo.
Afferrando il telefono guardo chi mi sta chiamando, è mamma.
Non posso rispondere in queste condizioni.
Di certo mi farebbe un sacco di domande e decisamente non riuscirei a reggere.
Rifiutata la chiamata guardo i suoi messaggi.
"Accendi il forno, grazie"
Rispondendole una veloce riposta getto l'apparecchio sul letto.
Stringendo le mani sulla maglietta, a livello del petto, inizio a lamentarmi tra le lacrime.
Maledetta vita passata.
Ecco perché mi sono portata sta cosa nel presente.
Un amore più impossibile di questo quale può essere?
La sua morte è stata un trauma così grande da portarmi a sognarlo ancora ora.
Odio tutto questo.
Perché dovevi farmi questo vecchia me?
Non potevi semplicemente farmi vivere in un mondo senza amore?
O almeno.. uno in cui non sapevo in prima persona ciò che era?
Stringendo il cuscino verso le ultime mie lacrime mentre tutto il sogno si fa sempre più nitido. Altro scherzo infame della mia mente.
Invece di sbiadire si imprime sempre di più.
Altro che ricordo dolce e malinconico.
Questo è un dolore bruciante, lacerante, una di quelle sofferenze che ti distruggono piano dall'interno.
Mai prima d'ora ho desiderato così tanto di far sparire tutti i sogni.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top