Capitolo 6

Tania entrò in quel momento nella stanza, sentendole ridere. 

«Vieni Tania, mettiti con noi sul letto che parliamo dei nostri problemi con gli uomini.» la invitò Barcellona.
Così Jessy raccontò di nuovo la sua storia, poi fu la volta dell'amica e, infine, anche Tania si confidò con le altre, ammettendo che lei e il suo ragazzo non avevano ancora fatto sesso. Per rispetto a Tania che voleva aspettare il momento giusto.
Risero insieme, poi Barcellona alzò la testa di scatto quando Jessy disse che Arturo aveva un corpo davvero sexy sotto quei vestiti senza forma che era solito indossare.
«Aspetta! Aspetta!» gridò Barcellona, stupita. «Arturo è il padre del tuo bambino?! Arturo, il nuovo braccio destro di Tony?»
«Esattamente lui.» le rispose Jessy.
«È un bravo ragazzo, lavora bene e sodo, ed è intelligente. Perché non glielo hai detto?»
«Come perché? Barcy, a parte il sesso, un gran sesso, meraviglioso e bollente. Unico! Ma a parte quello, che altro abbiamo in comune io e lui?»
«Forse un bambino?» le disse Tania, con tono ironico, indicandole la pancia.
«Ecco, appunto. Non voglio costringere qualcuno a stare con me per via di mio figlio. L'unica cosa che so è che il bambino lo voglio tenere. Il resto sarà quel che sarà.»
«Visto? Il sesso vi ha incasinato la vita. Dovevate fare come me e aspettare.» disseTania, ridendo, e finendo per contagiare anche le altre due.
Con tutte quelle risate in casa, Zio Chico si incuriosì: bussò e infilò la testa dentro la stanza per capire cosa stava succedendo.
Le ragazze si voltarono tutte e tre contemporaneamente nella sua direzione, serie, a fissarlo. L'uomo salutò con la mano e chiuse la porta, sentendo che scoppiavano a ridere di nuovo. Andò in salotto dove trovò Ramon, il ragazzo di Tania, seduto. Prese due birre dalla cucina e gliene portò una. Si guardarono negli occhi, fecero toccare le bottiglie e bevvero in silenzio, sentendo i mormorii e le risa che provenivano dalla camera delle ragazze.

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«Hai parlato di me con Jordan?» Barcellona rimase di stucco, quasi gridando verso Jessy.
«Parlare? No. Abbiamo gridato e litigato.»
Barcellona aspettò che l'amica le raccontasse tutto.

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«Hai sentito Barcellona di recente?» Jordan era teso anche se aveva modulato la voce per farla sembrare indifferente. Non avrebbe mai voluto chiedere notizie di lei a sua sorella. Ma, dopo che era svanita nel nulla quasi un mese prima, non sapeva più a chi chiedere di lei.
«Tu!» gli urlò contro Jessy. «Non hai diritto di chiedermi di lei!»
«Jessy, era una domanda innocente.» le rispose allibito dalla sua reazione.
«Oh no! Io so benissimo tutto! Per questo tu non devi permetterti di chiedermi nulla di lei, nemmeno devi nominarla in mia presenza. Sei il solito bastardo, e ti sei approfittato dell'ennesima donna, solo che stavolta lo hai fatto con la mia migliore amica. Tanto da farla scappare via da te e dalle persone che invece le vogliono bene! E ti odio per questo! Perché per allontanarsi da te, si è allontanata anche da me! Mi hai portato via la mia migliore amica!»
Tony guardava i suoi figli con la bocca spalancata. 
«Barcellona se n'è andata per via di Jordan?» chiese in un soffio.
«No, è andata via perché si è innamorata di un libertino schifoso!» disse Jessy e incrociò le braccia sul petto e fissò il padre.
«Guarda che è stata lei a mettere dei paletti nella nostra relazione, ha messo delle regole e io le ho rispettate per rispettare lei.» Jordan era furente. Sua sorella, a quelle parole, era scattata in piedi per fronteggiarlo.
«Ciao papà, devo andarmene. In questa casa con lui non riesco a respirare.»
«Guarda che è stata lei a mettere un freno alla nostra relazione!» le gridò dietro Jordan, mentre lei si allontanava.
Jessy si voltò e lo affrontò infuriata. 
«Forse perché ti conosce troppo bene e sapeva che saresti scappato non appena avrebbe detto di amarti.»
«Magari non sarei scappato! Se n'è andata lei! Lasciandomi. E io non potevo immaginare che... Oh, insomma, io non devo scusarmi per ciò che non ho fatto!» Fece un gesto plateale aprendo le braccia e lasciandole ricadere.
«Io, Io, Io... ma riesci a sentirti come parli? Ci sei solo tu, in tutte le frasi. Sei un egoista ed egocentrico, non c'è altro nella tua vita che te stesso. Non sai nulla di nessuno, nemmeno della tua stessa famiglia e non ti importa. A parte te stesso, non ami nessuno e mai potrai amare qualcuno. Perché il sassolino che ti ritrovi al posto del cuore ti acceca sulle cose più ovvie.» Jessy era vicino a lui e con il dito premeva con forza contro il suo petto, enfatizzando ogni parola. Baciò il padre sulla guancia ed uscì.

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«Due giorni dopo ho fatto il test, credo che quella sfuriata fosse generata dai miei ormoni impazziti, e poi sono corsa qui.»
«Facciamo così, io chiamo Jordan dopo che tu hai chiamato Arturo e gli hai detto che sei incinta.»
Jessy aveva la bocca spalancata per lo stupore. 
«Ti sembra giusto ciò che hai detto? Tu sei scappata da un mese e a me hai dato solo qualche giorno!» Jessy rise. «E poi, credo che anche Jordan ti ami, è stata la prima volta in cui l'ho visto in quello stato. Credo solo che lo deve capire anche lui.»
Barcellona abbracciò l'amica. 
«Diamoci ancora un po' di tempo e intanto rilassiamoci e divertiamoci.»
Jessy annuì. 
«Sono tua amica, Barcy e sono anche sua sorella, e vorrei solo che le cose si sistemassero al meglio per voi.»
«Ed è lo stesso che vorrei io, per te e Arturo.»

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Tania a cena disse che avrebbero fatto una festa per il suo fidanzamento ufficiale, visto che qualche ora prima Ramon le aveva chiesto di sposarlo. Brindarono insieme e cominciarono a chiacchierare delle idee sulla festa.
Tania voleva una cosa semplice: amici, parenti, balli, cibo e bibite alcoliche a volontà. Barcellona e Jessy la aiutarono. Venne chiamata la sua famiglia e Tania convinse Jessy a chiamare suo padre e farlo venire per la festa: almeno a lui avrebbe dovuto dire che era incinta.
Quindi nessuno si aspettava che con Tony arrivassero sia Jordan che Arturo.
Scesero dalla macchina entrambi con occhi furenti, mentre Tony sembrava allegro e pimpante come sempre.
Zio Chico accolse i nuovi arrivati fissando sia Barcellona che Jessy, preoccupato: le due amiche stavano entrambe con le braccia incrociate e avevano sguardi severi verso i nuovi arrivati.
La cena di quella sera fu un disastro totale. Tania e Ramon, si defilarono presto, mentre al tavolo rimasero le due coppie che non parlavano e zio Chico, che chiacchierò tutto il tempo con Tony. Le due ragazze si scusarono per non aver toccato cibo e andarono in spiaggia. Jessy si mise sulla sdraio a riposare, mentre Barcellona camminò sul lungomare senza una meta precisa.
«Tuo zio è un leone travestito da agnello.» esclamò Jordan alle sue spalle ridendo.
Barcellona si irrigidì, ma non si voltò.
«Mi sei mancata.» 
Era così vicino che lei sentiva il suo respiro caldo su una spalla. Lentamente le passò le mani sui fianchi per abbracciarla e tenerla stretta al suo corpo.
«Avresti potuto trovarmi, ma non hai fatto nulla. Quindi mi dispiace, ma non ti credo.» 
Le braccia e il corpo di lui si spostarono di colpo, lasciandola. Lo guardò un istante negli occhi e se ne andò. 

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