Capitolo 2

Quando arrivò alla festa  era quasi eccitata. Non era mai stata tanto osé in vita sua, ma quella sera aveva voglia di cambiamenti. Diede un'occhiata al suo riflesso dal vetro del finestrino della macchina, e sorrise.
Alla sua entrata molti uomini si voltarono a guardarla, ma lei camminò dritta verso Jessy che aveva sgranato gli occhi sorpresa nel vederla.
«Mio Dio, Barcy!» Jessy le andò incontro. «Non sembri nemmeno tu!»
Una voce sensuale alle sue spalle le interruppe. 
«Jessy, presentami la tua amica.»
Barcellona e Jessy scoppiarono a ridere, Jordan non l'aveva riconosciuta.
«Be', veramente ci conosciamo già» gli disse lei, voltandosi. Con tutti i tacchi, doveva comunque tenere la testa all'indietro per guardarlo. «Tanti auguri, Jordan» disse infine quando lui capì chi era.
«Dove hai lasciato l'efficiente pinguino, nonché braccio destro di mio padre?» chiese con una punta di sarcasmo.
«È una festa di compleanno. La pinguina è andata a dormire» ribattè ridendo. «Anzi, a proposito...» Prese un piccolo pacchetto dalla sua borsettina e glielo consegnò. «Questo è per te.»
Jordan aprì la scatola rimanendo stupito. Era un rarissimo dollaro d'argento. Sapendo che lui era un collezionista di monete antiche, quando lo aveva visto, Barcellona lo aveva comprato di istinto.
Jordan respirò a fondo prima di guardarla intensamente. 
«Come hai fatto? Dove lo hai trovato? Sono anni che ne cerco uno!» Sembrava un bambino a cui avevano appena dato una caramella.
Furono interrotti da Tony che guardava i suoi figli e la sua assistente incuriosito. 
«Barcellona, sei splendida cara» le disse con un sorriso. «Senti, volevo chiederti una cosa...»
Barcellona guardò Jessy e lo bloccò posando una mano sul suo braccio in un leggero tocco. 
«Questa sera no, Tony, non parliamo di lavoro. È la festa di compleanno di Jordan, non roviniamola.»
Jordan la fissò come se fosse un alieno, mentre Jessy rideva imitando la voce di un esorcista. 
«Chi sei? Cosa vuoi qui? Che ci fai nel corpo della mia amica Barcy?»
Poi lanciò uno sguardo a suo fratello, che fissava un momento la scatola con il dollaro e un momento dopo Barcellona, come se non sapesse quale tra le due gli piacesse di più. Guardò Barcellona, che guardava Jordan quando lui non la guardava. Sorrise tra sé e sé. Quei due erano una bomba a orologeria, sprizzavano sesso da tutti i pori.
Jordan ritrovò la voce e, con un tono più sensuale del solito, prese la mano a Barcellona. 
«Come facevi a sapere della mia collezione?»
La giovane rise. 
«Frequento questa casa da molto tempo, so più cose di quel che sembra.»
«Mi sembra di essere in debito con te, è troppo. Ti sarà costato un occhio della testa. Non so come ringraziarti.»
«Non serve, Jordan, sapevo che ti sarebbe piaciuto.»
A quel punto intervenne Jessy, o a suon di convenevoli quei due sarebbero morti di noia. 
«Perché per ringraziarla non la fai ballare? Barcy è bravissima nelle musiche latino americane.»
Jordan la guardò sorpreso: a lui piaceva tantissimo ballare quel tipo di musica. Mise nella tasca interna della giacca la moneta, strinse la mano di Barcellona e la condusse velocemente sulla pista da ballo. La Lasciò un secondo per andare dall'orchestra, parlò all'orecchio di uno dei componenti. Quello fece un cenno agli altri della band, che scemarono la musica, aspettando il segnale del festeggiato. 
La gente si spostò, lasciando Barcellona in mezzo alla pista. Jordan si tolse la giacca e la cravatta, aprì due bottoni della camicia e le si avvicinò lentamente, le prese la piccola borsettina dalle mani e la lanciò ad un suo amico che la afferrò al volo. Voltò il viso e fece un cenno con la testa all'orchestra che iniziò a suonare una salsa. In un movimento fluido le si strinse al corpo e cominciarono a muoversi sensuali.  Barcellona si mosse a ritmo con lui, senza aver mai ballato prima insieme e restando sorpresa di quanto erano affiatati. I loro corpi che continuavano a sfiorarsi, a strusciarsi, li stavano eccitando molto.
La musica finì e un applauso generale li accolse. Quando la melodia ricominciò ad un ritmo più semplice, loro si spostarono dalla pista.
«Sei bravissima» le disse roco e sensuale.
«Sei stato tu bravo a guidarmi.» gli rispose sorridendo e guardandolo negli occhi.
«Siete stati super, no, magnifici, no, di più!» Jessy si avvicinò entusiasta. «Dovreste formare una coppia!» esclamò poi maliziosa.
Barcellona arrossì vistosamente e fulminò la sua amica con lo sguardo, mentre Jordan continuava a fissare la sua nuova compagna di ballo  sempre più stupito. Forse era la prima volta che la vedeva veramente. Era alta, il corpo con le curve giuste e si muoveva sui tacchi vertiginosi come se non toccasse il pavimento. Di solito era coperta da vestiti senza una forma, tanto che in casa la chiamava sempre pinguina, con i capelli raccolti e il viso in espressioni concentrate. Era completamente diversa dalla donna che aveva ora davanti. Il viso rilassato, i lineamenti delicati che gli davano l'impressione di qualcosa di esotico, gli occhi da gatta, di quel colore strano simile all'oro liquido, e che parlavano più della sua voce, che oggi era sensuale e delicata, mentre prima gli era sempre sembrata atona e fastidiosa.
La scollatura che aveva quel vestito, dalla quale si intravedevano le forme del seno, la schiena nuda, le gambe lunghe messe in risalto dal vestito corto. Jordan la guardava sempre più interessato, studiava come si muoveva, il corpo sinuoso in quel vestitino aderente, e un pensiero fisso lo colse: chissà se sotto portava l'intimo o era completamente nuda. Non si vedevano segni sul corpo e la sua immaginazione cominciò a viaggiare.
Jordan ritornò con i piedi per terra e seguì il discorso fra Barcellona e sua sorella.
«Dove hai imparato a ballare così?» chiese Jessy
Barcellona sorrise. «È un segreto che svelo a pochi» disse abbassando il tono di voce, diventando così ancora più sensuale ed erotico alle orecchie di Jordan. «Ho uno zio adottivo, che viene dal Brasile. Zio Chico è stupendo, e quando i miei erano via, lui era il nostro baby sitter. E invece di aiutarci con i compiti, ci insegnava a ballare.» Rise al ricordo.
Una bionda appariscente, truccata in modo esagerato e vestita di tutto punto, si avvicinò al gruppetto.
«Jordan, caro, ti stavo cercando.» La voce modulata su qualche insolita frequenza da fischietto per cani diede fastidio a Barcellona e a Jessy. Inoltre la donna pretese l'attenzione dell'uomo ignorando completamente le donne. Jessy guardò suo fratello e parlò piano rivolta a Barcellona: «Sembra una Drag Queen! Un'amante giusta con "grosse" sorprese.»
Barcellona scoppiò a ridere dando una leggera gomitata al fianco dell'amica, poi si eclissarono entrambe da quella scenetta rivoltante. 

~~♡~~

Rimasta per un attimo sola, si diresse verso una delle porte  finestra e lentamente uscì, andando nel lussuoso giardino in stile romanico, della villa di Tony. Vi era un lungo colonnato su due file, delle panchine in marmo ai lati e una stradina di pietrisco al centro, accompagnata da aiuole di fiori variopinti. Poco dopo trovò un angolino buio e tranquillo. Le arrivavano in lontananza le voci miste alla musica. Trovò una panchina e si mise seduta. Chiuse gli occhi per un attimo, respirando a fondo le fragranze dei fiori rimaste nell'aria di quella serata estiva. Poi aprì gli occhi guardando in alto le stelle. Era troppo tempo che non passava una bella serata come quella, divertendosi, rilassandosi, ballando, e anche flirtando apertamente con qualcuno. Le relazioni personali che aveva avuto negli anni erano state disastrose, forse perché non aveva mai tempo, e alle volte nemmeno la voglia di trovarsi in intimità con qualcuno.
Il sesso le piaceva, ma aveva comunque bisogno dei suoi spazi e il lavoro la occupava tutto il tempo. Avrebbe voluto un grande amore come quello dei suoi genitori, ma per lei la vita non era facile e, quando dettava le sue regole all'uomo di turno, questi scappava dopo poco, non riuscendo a resistere. Aveva ragione Jessy quando le diceva che doveva trovarsi un compagno. 
«Ok, ma dove lo trovo un uomo che stia alle mie condizioni?» disse a voce alta senza neppure accorgersene.
«Puoi trovarlo ovunque. Dipende dalle condizioni e se lui è tanto idiota da rifiutare!» esclamò una voce nota alle sue spalle.

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