Capitolo |5|

Era inutile negarlo, i miei pensieri si riducevano a ben poche domande:
Cosa starà facendo?
Con chi sarà?
Oggi lo vedrò?
Riusciremo a parlare?
Davvero non si ricorda di me?

Sembravo una stalker e ciò non faceva che peggiorare la frustrazione che provavo per tutta quella situazione. L'unica cosa positiva era che nessuno se ne era accorto, neanche Courtney.  Nel corso della nostra amicizia aveva provato di tutto e di tutti pur di farmi uscire con qualcuno ma io non ero mai stata la più adatta a fare da protagonista ai suoi film romantici.
Se avesse saputo che in quelle ultime settimane "l'Asessuata Tamara" stava pensando ad un ragazzo avrebbe già iniziato i preparativi per un appuntamento al buio.
Mi vennero i brividi ad immaginare la scena. Eric non aveva mica bisogno di queste cose per trovare una ragazza disponibile e poi sicuramente mi avrebbe rifiutata o peggio... presa in giro.

Eppure tutto ciò non mi fermava nel cercarlo tra i volti che mi passavano davanti.

All'ora di pranzo ero riuscita ad intravederlo, stava seduto insieme a Nathan e altri ragazzi della squadra di calcio o basket, o forse entrambe. Non partecipavo molto a queste cose e raramente andavo alle partite di Courtney.
Sembrava sereno e anche divertito da qualcosa che stava raccontando suo fratello.

Mi sorpresi di sorridere di fronte alla sua espressione felice fino a quando una ragazza bionda si avvicinò al suo tavolo e si sedette sulle sue gambe. In quegli ultimi giorni gli stava sempre appiccicato. Era davvero bella per quando odiassi ammetterlo e Eric non sembrava né stupito e né infastidito... come se quello fosse un gesto normale. La ragazza con fare smorfioso gli sussurrò all'orecchio qualcosa e subito dopo si alzarono e uscirono dalla mensa.

Non avevo dubbi come avrebbero trascorso i restanti minuti dell'ora di pausa, chissà forse avrebbero pure saltato le seguenti lezioni.

Non capivo perché mi desse così fastidio.

Odiavo il fatto di essere così presa da lui e da constatare che per lui neanche esistevo.

<<Tama, hey! Ti prego, dimmi che stavi ascoltando>>.

Mi girai velocemente e incrociai lo sguardo di Courtney e delle altre ragazze.
Capii che mi ero di nuovo assentata e stavolta per molto tempo dato che loro avevano finito tutto il cibo nei vassoi a differenza mia.
Se ne accorsero anche loro e lentamente vidi i loro sguardi cercare il motivo della mia distrazione.

<<Cosa stavi guardando?>>, chiese Clare mentre provava a trovare qualcosa di così interessante da avermi deconcentrata dalle loro chiacchiere.

Trattenni un sorriso isterico.
<<Nulla! Scusate ma stavo pensando alla lezione di Arte che ho dopo. Il professore oggi selezionerà alcuni lavori da esporre ad una mostra e...>>, i miei occhi incrociarono quelli sospettosi di Courtney, <<Comunque di cosa stavate parlando?>>, cercai di cambiare discorso e andare dritta al punto.

Mi osservò confusa, <<Ti ho detto che Michael e Luke ci verranno a prendere alle 18:30 e ci accompagneranno alla partita. Ho detto pure che secondo me Luke ti potrebbe piacere, è simpatico e se non sbaglio seguite pure lo stesso corso di letteratura inglese>>.

<<Ah, ok>>, dissi con così poca convinzione che mi sentii in colpa perciò cercai di apparire più interessata di quello che ero.
Ricercai faticosamente tutto l'entusiasmo che potessi dimostrare e proseguii, <<Credo proprio che stasera ci divertiremo, non vedo l'ora>>, forse avevo esagerato.

Clare e Grace si scambiarono un'occhiata poco convinta, per loro non sarei stata altro che una palla al piede.
Courtney invece  sembrò dimenticarsi di quel "sospetto" e apprezzò il mio tentativo, così iniziò ad esporre il piano su come adescare Nathan: Michael l'avrebbe presentata a lui e secondo i suoi calcoli avrebbero finito per parlare e chissà cos'altro.

Clare e Grace sarebbero venute con due ragazzi della squadra di basket o di calcio. Insomma... quelli là.

Evviva, tutti ragazzi che facevano sport!
Non avrei mai capito le dinamiche selettive del liceo, o facevi parte delle squadre atletiche o non esistevi.

Mi scocciava uscire in gruppo ma almeno non mi sarei sentita la terza incomoda anche se ero certa che se il piano di Coutrney fosse andato a buon fine io mi sarei ritrovata da sola di fronte ad un gruppo di persone che non conoscevo... a parte Grace e Clare ma di certo non si sarebbero preoccupate di me.

Suonò la campanella e mi avviai nell'aula di Arte. Ero così concentrata a pensare alla serata che mi aspettava da non fare abbastanza attenzione a dove mettessi i piedi.
Persi l'equilibrio e mi scontrai con qualcuno, fortunatamente però non caddi a terra. La vittima della mia goffaggine era molto più alta di me e soprattutto stabile, non che ci volesse molto.

Mortificata alzai lo sguardo, <<Scu...>>, due occhi ghiaccio prosciugarono la mia voce.

In quella scuola c'erano più di 500 studenti, con chi potevo scontrarmi se non con il mio chiodo fisso? Colui che mi aveva resa tanto idiota.
Pensavo che queste cose accadessero solo nei film, troppo scontato e prevedibile.
Altro cliché.

Mi allontanai immediatamente e facendolo urtai un'altra persona alle mie spalle che mi fulminò.

Vidi gli occhi argentei indugiare sul mio viso.
Cos'era quello sguardo? Sembrava essere dispiaciuto.
No... più impietosito!

<<Scu? Ripeti con me. S.C.U.S.A>>, si passò una mano tra i capelli in modo teatrale, <<Capisco di avere un certo fascino ma dovresti essere più sicura di te stessa. Non mi sembri molto sveglia>>.
Non ebbi il tempo di controbattere che mi superò entrando in aula con uno stupido sorrisetto stampato sulla faccia.

Rimasi a bocca aperta mentre delle risate fastidiose iniziarono a circondarmi.
Ma chi si credeva di essere? Più i giorni passavano e più quel ragazzo mi confondeva... soffriva di qualche disturbo?

Entrai in aula e con lo sguardo basso mi diressi verso il mio banco.

Odiavo il fatto di apparire ai suoi occhi sempre nel peggior dei modi e in realtà prima di lui non mi importava neanche se le persone mi etichettavano come una "sfigata".
Eppure non volevo che lui pensasse a me in questi termini, era una cosa che detestavo.

La porta dell'aula si aprì e decisi di portare l'attenzione sul professore ignorando i ciuffi ribelli neri che di tanto intanto occupavano il mio campo visivo.

<<Buon giorno ragazzi, oggi come sapete vi annuncerò quali rappresentazioni realizzate verranno esposte alla mostra di beneficenza a cui la scuola ha aderito. Spero che chi non verrà scelto non ci rimanga male>>.

In realtà non avevo proprio mentito a Curtney, magari prima non stavo pensando proprio a questo ma in quei giorni avevo sperato di essere scelta. Volevo farlo per mia mamma. Era una mezza bugia.

<<Ci tengo a dire che avete fatto tutti un buon lavoro... è per questo che ne ho scelti 5, tra cui 2 del signor Eric Grant e gli altri del signor Mattew Forester e delle signorine Katy Brown e Tamara Evans. Congratulazioni>>.

Quando sentii il suo nome il mio corpo reagì in automatico e per un solo momento mi sembrò che dentro di me fosse scoppiato un tornado.

Era assurdo come fossi più in estasi per la possibilità di dover passare del tempo con lui che per il semplice fatto di essere stata scelta.

Lo cercai con lo sguardo ma appena la sua schiena entrò nel mio campo visivo mi concentrai sulla penna che stavo stritolando con eccessiva forza.

Non potevo essere così, non potevo permettermelo.
Lui era al di fuori della mia portata e oltretutto non potevo far avvicinare nessuno.

Rigirai ancora la penna tra le dita, doveva essere proprio bravo per suscitare così tanto interesse nel professore. Pretendeva molto da noi e scegliere due lavori di una stessa persona significava solo una cosa.

Al diavolo, Tamara!

Ti ha appena deriso davanti a tutti e tu che fai? Lo elogi?!
Ci manca solo che mi metta a fare un altarino a suo nome e che inizi a venerarlo come un Dio.

Il professore mi passò a fianco condividendo con me un sorriso di circostanza, <<Dovrete presentarvi la prossima settimana all'indirizzo che vi farò avere. Esigo la massima serietà, riguardo agli altri...>>, sembrò pensarci un po', <<...Non disperate perché ci saranno molte altre occasioni per voi>>.

Mi guardai in giro ma non vidi volti particolarmente affranti o dispiaciuti, evidentemente ero l'unica a sperare di essere scelta.

Il cuore mi si fermò per poi accelerare bruscamente nel momento in cui notai che Eric mi stava osservando. Aveva il mento appoggiato sulla mano e la testa leggermente inclinata verso di me. Sentii le guance accaldarsi e tentai di evitare i suoi occhi.

Perché lo doveva fare? Non poteva limitarsi ad ignorarmi come facevano tutti?
Forse aveva capito quanto aveva stuzzicato il mio interesse?
Ma chi in quei giorni non lo aveva spiato?

Mi obbligai a non scollare l'attenzione dal professore, anche quando Eric non faceva che girarsi verso il mio banco. Era stato difficile non distrarmi e mi ero così concentrata a non cedere alle sue provocazioni che a fine lezione ero esausta.
Perché di questo stavamo parlando, no?
Mi stava solo provocando.

Al suono della campanella mi alzai di fretta, non volevo stare un attimo in più in quell'aula. A quanto sembrava con lui non avevo il controllo delle mie emozioni.

Appena oltrepassai l'ultimo banco distinsi la sua voce tra gli studenti che mi circondavano e, nonostante tutti i limiti che mi ero imposta, il mio corpo si fermò come se non potesse fare altrimenti.
Il Dio parla e il messia ascolta.

Rimasi ferma solo per qualche secondo ma riuscii ad impormi di non girarmi.

<<Hey Imbranata>>, questa volta la voce risultò più chiara e limpida e alcuni ragazzi vicino a me iniziarono a fissarmi. Perfino il professore si era voltato ma a differenza degli altri non era rimasto.

Stava parlando con me?
Cosa voleva?

Dovevo andarmene, iniziai a muovermi ma una figura si parò davanti a me.

Alzai lo sguardo e fu come se tutta l'aria si bloccasse in gola.
Feci due passi indietro, avevo bisogno di distanza.

Eric, impassibile come sempre, non si accorse minimamente di tutto quei miei sbalzi emotivi, <<Non immaginavo che quel dipinto fosse tuo, complimenti>>, disse eliminando così la curiosità di molti e lasciandoci soli in classe.

Fu troppo, potevo mettere a bada quella ridicola voglia di guardarlo ma quel commento così fastidiosamente snob mi fece innervosire.
"Non immaginavamo fosse tuo".
Neanche mi conosceva quindi cosa gli faceva credere che non ne fossi capace?
Quel quadro lo avevo fatto pensando a mia madre, era mio più di qualsiasi altra cosa che avessi mai ottenuto.

Era difficile far tacere la mia rabbia soprattutto perché non potevo sfogarmi liberamente, per questo avevo sempre paura che scoppiasse in momenti poco opportuni.

Rimasi in silenzio e serrai i pugni, dovevo ritornare in me.
Ma era impossibile farlo quando avevo costantemente quella domanda in testa:
A che gioco stava giocando?

<<Imbranata, sto parlando con te>>.

Ecco, che vada a fanculo tutto.

<<Sei davvero uno stronzo!>>, alzai gli occhi che avevo fissato sul pavimento e per la prima volta mi sentii libera dal potere che esercitava su di me.
Ciò mi diede più carica di prima e feci un passo avanti, <<Punto uno ho un nome ed è Tamara, gradirei molto che utilizzassi questo invece di Imbranata. Punto due non vedo il perché tu debba congratularti con me visto che il professore ha scelto due tuoi lavori. È un modo per prenderti gioco di me? Cosa vuoi? Ti senti in dovere di ricoprire il ruolo del Bullo?>>, tentai in tutti i modi di non urlare e fortunatamente ci riuscii.

Appena feci uscire quelle parole mi sentii più leggera ma bastò la sua reazione a riaccendere quel fuoco che da tempo cercavo di spegnere.

Tutto mi sarei aspettata ma non la sua risata. . Stava ridendo di me!

Non lo tolleravo più e mi voltai per andarmene.
Come potevo aver sprecato tutto quel tempo per osservarlo?
Ero una deficiente. 

Sentii le sue mani sfiorarmi il collo e lasciarmi un brivido lungo la schiena mentre il mio cappuccio veniva strattonato.

<<Hey...>>, mi afferrò per le spalle ed una strana elettricità attraversò il mio corpo.

Non poteva avere tutto questo effetto su di me, era assurdo.

<<Tamara...>>, pronunciò il mio nome in modo naturale e odiavo ammetterlo ma ciò mi piaceva.
Mi piaceva fin troppo.

<<Calmati...Non volevo offenderti anzi, volevo congratularmi davvero con te>>, lasciò la presa,  <<I miei lavori sono stati scelti solo perché è mio padre a finanziare la mostra e fa sempre la sua figura avere il figlio da poter esporre come un trofeo>>, lo disse come se fosse un dato di fatto ma era palese che questo gli dava fastidio.
Bene... era anche un Dio ricco.
Il figlio di papà ha sempre un complesso di inferiorità.

In realtà non sapevo cosa rispondere, non mi sembrava il solito raccomandato e non gli credetti molto. Il professor Mcfell non era il tipo da sottostare a certe condizioni solo per fare piacere a qualche vecchio padre ricco della zona. Cercai di immaginarmi suo padre... aveva i suoi stessi occhi?

Improvvisamente mi sentii un po' imbarazzata per aver reagito in quel modo solo che quando c'era di mezzo mia madre non ragionavo più. Sospirai, <<Forse io ho esagerato ma...>>

<<Forse? Mi hai dato dello stronzo>>, disse fingendo di essersi offeso.

Si, certo. Come se gli importasse davvero.

Mi portai i capelli all'indietro e cercai di ricompormi, la sua vicinanza era estenuante.
<<Tu mi hai dato dell'imbranata>>.

<<Touché>>, mi sorrise in un modo che nessuno aveva mai fatto ma ciò che mi fece battere il cuore fu quella parola.
Venni riportata al nostro primo dialogo sotto la pioggia ma solo io tra i due lo ricordavo.
Ero l'unica ad essere rimasta ancorata al passato mentre lui aveva voltato pagina.

Dovevo essere felice per lui ma provavo solo tristezza e rancore mischiati a dei sentimenti vivi e pulsanti che rianimavano il mio cuore.
Il risultato era una piena confusione, lui non mi faceva bene!
Dovevo prendere le distanze immediatamente.

<<Comunque, accetto il tuo complimento e mi congratulo pure io per...>>, aveva detto che non era merito del suo talento,<<Per tuo padre ?!>>, dissi poco convinta.
Davvero Tamara?
Ti stai congratulando per la sua famiglia?

Sbuffò una risata mente continuava a guardarmi come se fossi la cosa più divertente del mondo.
La mia stupidità aveva un limite?

<<Già>>, e continuando a ridere se ne andò lasciandomi di nuovo sola con i miei pensieri.

"Già" .
Lo faceva di proposito, ogni parola detta sembrava essere scelta solo per darmi fastidio o richiamare un altro momento.
Non lo sopportavo!

Cosa diavolo stavo facendo?

~•~

<<Sono emozionata per stasera, sento che è la volta giusta>>, disse Courtney mentre mi lasciavo andare nel suo fantastico letto a tre piazze.

Cosa se ne doveva fare di un letto cosi enorme? Ma d'altronde un letto piccolo sarebbe apparso ridicolo in quella stanza.
I miei gusti erano molto più delicati rispetto a quelli di Courtney che preferiva di certo uno stile più deciso e aggressivo.
Le grandi pareti rosse ormai sembravano essere cosi familiari che sentivo quella camera più mia di qualsiasi altra stanza in cui avessi mai dormito.

<<Deciderò cosa mettermi e lo indosserò dopo la partita. Fortunatamente Nathan mi vedrà alla festa, non vorrei avere un primo incontro con lui mentre sono sudata>>.

Il mio compito sarebbe stato quello di supportarla per non farle fare brutte figure. Io che dovevo supportare lei... ritenevo che fosse una cosa poco realistica dato che quella delle brutte figure sarei stata io ma preferii stare in silenzio.

<<Ovviamente non voglio che stai tutta la serata a pensare a me, devi solo starmi vicina nel momento in cui Micheal ci presenterà all'intera squadra e a Nathan. Non vedo l'ora!>>.

Avevo un dubbio però che non aspettai a esporlo mentre giocavo con il laccio della giacca.
<<Come hai conosciuto Michael e Luke? Ma soprattutto come mai hanno così tanto interesse ad accompagnarci?>>, presi fiato continuando ad essere sempre più confusa mentre i miei pensieri razionalizzavano quella situazione, <<Perché vederci prima della partita quando possiamo vederci direttamente a scuola insieme al resto del gruppo? Mi hai detto che sono tuoi amici ma non mi sembra di averteli mai sentiti nominare >>.

La vidi agitarsi, come se non volesse dire ciò che stava per dirmi, <<Beh vedi... Ce una cosa che non ti ho ancora accennato... Nulla di che ma non volevo allarmarti perché so che tu sei esagerata e che non sei abituata a tutto ciò però ti prego di ascoltarmi e non arrabbiarti perch...>>

<<Courtney vai al dunque!>>.
Odiavo quando si perdeva in mille premesse per evitare la verità.

<<Michael ha una cotta per me e io in qualche modo sto usufruendo di questo suo interesse per conoscere Nathan>>.

La guardai sconvolta, non potevo crederci.
<<Usufruendo? Ma che termine è? Sei pazza? Non puoi fare una cosa del genere, non è giusto!>>, le urlai con gli occhi spalancati.

<<Oh su Tamara, smettila. Pensi che gli importi così tanto di me?>>, la sua espressione si indurì, <<Vuole solo portarmi a letto, fidati. E poi è l'unico modo per poter avvicinarmi a Nathan, lo sai che è dalle medie che ho una cotta per lui!>>, il suono della sua voce so addolcì appena pronunciò quel nome stupido, << Ti prometto che sarà l'ultima volta che ci provo, se non dovessi riuscirci girerò pagina ma ti prego... non dirmi di no perché tanto lo farò lo stesso ma senza la tua approvazione non mi sentirò a mio agio e...>>

<<Va bene>>, risposi per farla tacere.

Ero così arrabbiata che non volevo sentire altre giustificazioni.
Approvazione... come se ciò che pensassi potesse essere cosi importante.
Non ero meglio di lei e tra le due quella in gamba non ero di certo io.

<<Quindi mi aiuterai?>>, la sua espressione gioiosa contrastava la mia disapprovazione.

<<Si ma che sia chiaro, è l'ultima volta che provi a fare colpo su di lui, va bene? Non sopporto di vederti stare male e perdere tempo per un tipo così>>.

Mi abbracciò ignorando quello che avevo appena detto, <<Sei la migliore!>>.

Ricambiai l'abbraccio ma un altro dubbio attraversò i miei pensieri, <<Aspetta...>>, la allontanai per osservarla meglio, <<Ma in tutto questo Lucas cosa c'entra?>>.

Sbuffò e mi guardò dritto negli occhi, <<si chiama Luke e... Oddio non dare di matto un'altra volta ma ti trova carina e io ho pensato che sarebbe stato brutto per te essere... uhm.. di troppo?!? Allora ti ho trovato un accompagnatore>>.

<<Perché mi devi mettere sempre in mezzo?>>, questa volta oltre ad urlare mi alzai anche dal letto.

Lo aveva fatto di nuovo...cercai di controllare la rabbia per i mille appuntamenti al buio in cui ero stata adescata e respirai a fondo.

<<È davvero figo e credo sia perfetto per te ma magari ho esagerato con Michael perché per dare l'inizio a tutto ho detto una piccola bugia>>.

E adesso cosa aveva combinato?

<<Che bugia?>>, chiesi agitata con la certezza che ancora la parte peggiore non era arrivata.
Mi pentii immediatamente di aver acconsentito a farle compagnia.

<<Niente di ché... gli ho detto che trovavi interessante Luke e che magari potevamo fare un'uscita a quattro. Ma tranquilla perché appena Luke lo ha scoperto non ha esitato ad accettare l'uscita. Ho saputo che ti aveva già notata a lezione di letteratura...>>

<<Courtney!>>.

<<Eh dai Tam...>>

<<E' un appuntamento! Io che a stento vado ad una festa e tu organizzi un appuntamento? Quante volte devo dirtelo?>>, sbraitai fuori di me.

Quella giornata sembrava un continuo sfidare la mia pazienza. Prima quello stupido di Eric e adesso perfino lei.

Mi guardò con i suoi occhioni implorandomi di calmarmi, <<Scusami, a volte non penso a ciò che faccio. È l'ultima volta, promesso!>>.

Sapevo che se lei avesse conosciuto tutto ciò che avevo passato non mi avrebbe mai messo in situazioni del genere.
Come potevo pretendere che mi capisse quando non le raccontavo nulla?

<<È l'ultima volta>>, l'avvertì.

<<Grazie>>, esultò di nuovo per poi venirmi incontro.

<<Sei impossibile...>>, mi lamentai tra le sue braccia.

Quel tizio pensava che mi piacesse ma io non lo avevo neanche mai visto...e io che pensavo potesse pure diventare una serata piacevole.

Ero già esausta ancora prima di iniziare.









#Spazio Personale#
Sono alla ricerca di consigli e critiche per migliorare, di conseguenza appena trovo qualcuno disposto a leggere la mia storia spero che mi faccia un resoconto delle sue impressioni.
Sto partecipando per l'appunto a diversi concorsi per ottenere una recensione. 🤞🏻
Alcuni di questi pongono come clausola il tag della pagina:
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Detto ciò grazie per chi sta ancora leggendo la storia di Tamara Evans. Non sapete quanta gioia mi dia una notifica di Wattpad soprattutto se si tratta di un commento!
Grazie ancora!

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