Capitolo |19|



<<Quindi state insieme? Si o no?>>.

<< No Courtney>>, alzai gli occhi per l'ennesima volta.

Avevo deciso di raccontarle tutto ciò che era successo ieri, non me lo avrebbe mai e poi mai perdonato e almeno su questo potevo essere sincera.

<<Non capisco perché. Stai ritardando qualcosa che prima o poi capiterà>>.

<<Lo sai che stai dicendo le sue stesse identiche parole?>>.

<<Beh evidentemente quella strana sei tu!>>, puntò il suo dito su di me.

<<Non me la sento adesso>>.

<<Quindi, se dovessi vederlo con un'altra, cosa faresti?>>.

<<Quello che ho sempre fatto, ingoierò in silenzio>>.

<<Scusa se te lo dico ma ogni volta dai di matto>>, iniziò a scuotere la testa, <<No, non funzionerà>>.

<<Potresti per un momento pensare a me e rassicurarmi? E poi come puoi dirmi questo? Mi sono lasciata neanche un giorno fa>>, sbuffai infastidita.
Perché doveva mettersi pure lei?

Abbassò il volume della radio e diede via al suo sfogo.
<<Che cavolo ti interessa di quel deficiente? Se solo lo sapesse Sam sono sicura che non gli rivolgerebbe più la parola. Come ha potuto raccontare i tuoi cazzi a quella troia? Che schifo...>>

<<Non ha più senso scaldarsi tanto. La cosa importante è parlare con Clare, non voglio che la gente inizi a sparlare della mia vita >>.

<<A quello ci penseremo dopo ma prima non puoi farla passare liscia a Luke, non è giusto!>>.

<<Courtney, Luke ha sbagliato e non c'è persona più arrabbiata e triste per questa situazione di me ma...credo che in parte sia stata colpa mia. Mi sono fidata di una person..>>

<<Non ci provare...>>, disse sconvolta, <<Non provare a dire che la colpa è tua solo perché per la prima volta nella vita ti sei affidata a qualcuno che non fossi tu!>>, sbraitò appena prima che spegnessi la macchina.

Finalmente le restituivo il favore che mi aveva fatto per lunghi ed interi anni scolastici, con "il Rottame" non aveva voluto salirci. Non potevo darle tutti i torti, perfino io a volte avevo il timore di guidarla. Se penso di averci speso pure dei soldi... che idiota!
Adesso però l'avrei potuta scarrozzare io senza avere paura di rimanere a piedi.

Guardai l'edificio che avevo di fronte e un leggero brivido mi percorre la schiena.
Oggi la scuola sembrava essere più minacciosa del solito e io non mi sentivo per niente pronta.
Non sapevo se fidarmi del mio intuito e scappare o affrontare quel giorno.
Avrei rivisto Eric e forse Luke avrebbe tentato nuovamente di parlarmi...

<<Hai capito Tamara? Tu non c'entri nulla! Smettila di sentirti in dovere di prenderti ogni responsabilità di ciò che accade! Sono molto orgogliosa di te per ciò che hai fatto. Quando hai avuto il problema di Rachel avrei preferito che tu chiamassi me ma non mi dispiaceva sapere che avevi chiesto l'aiuto di Luke... ero felice perché finalmente stavi uscendo dal tuo guscio. Non capisco come tu possa essere così clemente con lui!>>.

Clemente? Non lo sarei mai stata ma non potevo farmi travolgere da ciò che provavo, la razionalità era la chiave essenziale per affrontare e risolvere i problemi.

La collera di ieri, verso Luke, non era sparita ma a mente lucida e riposata non era più soffocante. Avevo il timore che Clare parlasse ma non potevo neanche prendermela esclusivamente con Luke. Avevo sbagliato a riporre la mia fiducia in lui ma soprattutto a credere che fosse abbastanza forte da sostenere un peso cosi grande. Non era una novità per me essere ferita dalle persone ma quando lo faceva qualcuno a cui vuoi bene... era un'altra storia.

<<Courtney fidati, sono molto arrabbiata con lui ma anche delusa. Gli voglio davvero bene e stavo iniziando a sentire un affetto speciale per Luke. Quello che provo per Eric è impossibile da paragonare ma ciò non significa che fosse meno importante. Lo odio, odio il fatto che abbia rovinato tutto ma non smetto di pensare che gli sbagli si fanno sempre in due>>.

<<Non sareste durati a lungo comunque, Eric prima o poi avrebbe fatto il passo decisivo!>>, sentenziò decisa.

Non avevo ancora capito se approvasse Eric o no. Era ambigua a riguardo, si limitava a fare dei commenti in base a ciò che faceva... come se fosse neutrale. Ma Courtney non è mai neutrale, anzi è la prima a prendere una posizione decisa.

<<Si, forse hai ragione ma non sono così sicura che lo avrei scelto. Forse sarei rimasta con Luke nonostante tutto. Sai, i sentimenti non sono tutto ed è stato proprio Luke a farmelo capire...>>, gli occhi iniziarono a pizzicare.
Tutto ciò che avevo appena detto lo pensavo davvero, anche se in qualche modo era un ragionamento contorto dato che si era rivelata una persona di cui non potevo fidarmi.
Non avrei più potuto contare su Luke, quella fiducia che difficilmente e sinceramente avevo riposto in lui si era annullata.

Sentii Courtney abbracciarmi, <<Mi dispiace tanto, vorrei davvero che riuscissi per una volta a vivere la tua vita in modo sereno...senza preoccupazioni>>.

Mi asciugai le lacrime che stavano iniziando a scendere, <<Lo so ma è impossibile. Tutti hanno dei problemi, forse io ne ho un po' troppi ma va bene così. È la mia vita>>.

<<Di solito l'ottimista tra le due sono io...>>, disse con un filo di voce.

<<Beh sai, purtroppo sei contagiosa... la Courtneite è pericolosa>>.

Si staccò da me e mi sorrise ma cambiò subito espressione, <<Che cos'hai sul braccio?>> , me lo afferrò violentemente per esaminare il livido violaceo del giorno prima.

Mi si strinse il cuore appena capii a cosa stesse pensando, <<Oh no! No! Courtney non accadrà più! Te l'ho già detto! Non le permetterò più di farmi del male e credo che lei, dopo quella discussione di ieri, abbia capito che non ha più ascendenza su di me>>.

<<Perché mi risulta difficile crederti?>>, i suoi occhioni erano colmi di preoccupazione.

Mi avvicinai a lei e le appoggiai la fronte sulla spalla, << Sono cambiata, qualcosa dentro di me è cambiato. Ho ancora mille paranoie, mille problemi e pensieri ma non mi sento più in grado di stare in silenzio a subire sia perché non ce la faccio più sia perché non me lo merito>>, zittì quella vocina malsana che mi ripeteva "In parte è colpa tua", non sarebbe mai scomparsa quella idea ma adesso potevo gestirla.

<<No! Non te lo meriti.>>, mi diede un bacio sui capelli e lasciò il mio braccio, << Quale sarebbe il piano?>>.

<<Il piano sarebbe: non aprire la bocca. Sono seria Courtney, né con Tiffany né con Sam! Dovrei raccontargli gran parte del mio passato ma non sono pronta>>.

<<Va bene, accetto la tua scelta anche se non la condivido a pieno. Ti vogliono bene e sarebbe giusto coinvolgerle... Riguardo Luke e Clare?>>.

<<Luke continuerò ad ignorarlo fino a quando si stuferà mentre Clare...dovrò parlarle.>>.

<<Il tuo piano fa schifo! Luke ti torturerà fino a quando tu non lo calcolerai e inoltre... Non sarebbe meglio fare finta di nulla con Clare? Se le parlassi magari si ingigantirebbe il problema...>>.

<<Tu dici? Forse hai ragione...>>.

<<Faremo così: osserveremo come si comporta e agiremo di conseguenza. Adesso scendiamo che Nathan mi starà aspettando e non voglio farlo arrabbiare.>>.

Tiffany e Sam sapevano che io e Luke non stavamo più insieme è sicuramente la notizia era arrivata pure a Liam e a Robert quindi mi sarei risparmiata l'imbarazzo di dirlo.

Lo vidi ancora prima che lui si accorgesse di me.
Indossava una maglietta blu con un ampio scollo a v che addosso a lui doveva essere ritenuto illegale. Da dove diavolo li prendeva quei muscoli?
Da lì riuscivo a vedere il suo tatuaggio...era strano come mi sembrava così suo, come se lo avesse sempre avuto.

Solo dopo aver sbavato senza pudore mi accorsi che vicino a lui c'erano i miei cari amichetti e Luke.
Sentivo già, a quei metri di distanza, l'enorme tensione che li separava e speravo che sarebbe svanita con il passare dei secondi.

<<Ciao ragazzi>>, Courtney fece un saluto generale per poi dedicarsi a Nathan, <<Ciao piccolo!>>, disse baciandolo.

Non smettevo di ripetermi che stavano davvero bene insieme. Tra cinque anni li immaginavo sposati con un figlio in arrivo e un san Bernardo. Risi per quella immagine, era cosi tenera e cosi da loro.
Io ed Eric potevamo avere un futuro del genere?
Non che desiderassi sposarmi, non ci avevo pensato granché a quell'aspetto del mio futuro, ma con Eric mi immaginavo ovunque, perfino a vivere su una montagna isolata.

Mi voltai per guardarlo ma lui non mi degnò di uno sguardo, era intento a fissare Luke.

<<Ciao ragazzi>>, dissi rivolgendomi al gruppo e cercando di rompere quel loro contatto visivo.

Non mi diedero retta, qualcosa mi diceva che la situazione sarebbe degenerata. Guardai Sam e la pregai con gli occhi di intervenire ma non ce ne fu bisogno perché sembrava già che avesse capito tutto.

<<E quindi pensavo di organizzarci per un viaggetto per l'estate! Vi diplomerete quest'anno quindi voglio che sia indimenticabile!Luke aveva proposto la Grecia ma io pensavo più a qualcosa di diverso, tipo Messico oppure per non spendere troppo potremmo semplicemente andare a Miami...>>

Quando Sam pronunciò "Miami" mi irrigidì. Pensai a quella sera e a mio padre... ero estremamente convinta che non sarei più tornata in quel posto. Sapevo che Sam aveva proposto quella città solo perché economicamente non potevo sostenere le spese di un viaggio ma non ci sarei mai andata.
Avevo paura di incontrare quelle persone che preferivo eliminare dalla mente. Era ridicolo, lo so... la probabilità di scontrarmi con loro era quasi impercettibile ma uno dei miei motti preferiti era: meglio prevenire che curare.

<<Scordati Miami>>, intervenne Luke guardandomi senza preoccuparsi degli altri, della situazione e di tutto ciò che ci circondava. Distolsi lo sguardo, non volevo alimentare la curiosità di Eric che ovviamente si era accorto di come Luke aveva appena reagito.

<<Ok...se non ti piace Miami potremmo scegliere qualche altro posto oppure... un Camper! Tiffany, tu hai un camp...>>

<<Non se ne parla! Odio il campeggio e siamo troppi per stare in un furgoncino pseudo-casa. Inoltre i miei lo usano per tutta l'estate quindi è off-limits e poi Sam...ancora mancano quattro mesi... Smettila!>>, rispose massaggiandosi le tempie esasperata.

Mi divertiva il rapporto tra quelle due, sembravano due sorelle... se Sam era la minore irrequieta e piena di sogni, Tiffany era la maggiore con i piedi per terra ed estremamente obiettiva.

<<Se non ci pensiamo adesso finirà che non faremo nulla!>>, si lamentò Sam.

<<Io penso che lei abbia ragione, organizziamoci già a partire da adesso. Anche io questa estate voglio divertirmi! Cosa ne pensi tu?>>, Courtney si rivolse a me.

Pensare ad una vacanza in un momento del genere era abbastanza assurdo ma l'idea non mi dispiaceva per niente. Gli unici viaggi che avevo fatto risalivano a circa dieci anni fa, quando la mia vita sembrava essere perfetta.

Mi affrettai a rispondere per non sembrare sempre la solita testa vuota.

<<Un viaggio? Beh dipende dove potrei riuscire a venire e si... secondo me sarebbe meglio organizzarci immediatamente in modo tale da avere un quadro della situazione già da subito>>.

<<Che ne dite invece se andassimo a stare per qualche settimana nella nostra casa al mare? Ci sono abbastanza stanze e nostra madre l'ha costruita a posta per queste occasioni. Sei d'accordo Eric?>>.

<<Sii!!!>>, urlò Sam, <<Amo il mare e potremmo sempre organizzare feste oppure metterci in spiaggia e accendere un falò e cenare sotto le stelle con il suono del mar...>>

<<Sam frena l'entusiasmo...non credo che ad Eric faccia piacere avermi in casa sua>>, disse Luke.

<<Credimi, per me sei indifferente>>, si mise a ridere,<< Per quanto mi riguarda puoi pure venire. Stai sicuro che la mia attenzione sarà rivolta solo ad una persona>>, si girò verso di me.

Lo stava sfidando... davanti ai miei occhi e dopo tutto quello che gli avevo detto ieri. Bene, il "Ho bisogno di tempo" è andato a farsi fottere.

<<Sei soddisfatto, vero?! Non aspettavi altro che questo per approfittartene! Non hai mai accettato che lei avesse preferito me a te! Non ti rendi conto che sei solo una seconda scelta?>>, Luke avanzò di un passo riducendo pericolosamente le distanze.
Vidi Eric irrigidirsi e stringere i pugni.

<<Ragazzi, smettetela>>, intervenni guardandomi nervosamente attorno ma per l'ennesima volta sembrava fossi invisibile.

<<Dici sul serio?>>, i suoi occhi sbarrati e infuocati non combaciavano con la sua solita maschera imperturbabile, << Mi dispiace sfigato ma prima di te ci sono sempre stato io. Ogni volta che tu la toccavi pensava a me quindi la tua teoria del "Chi è il secondo tra i due" è sbagliata!>>.

<<Sei ridicolo! Lei non ti interessa ma non ti va giù il fatto che non te la stia rendendo facile, vero? Per la prima volta mi trovo ad un passo davanti a te e al tuo stupido ego!>>.

Eric si avventò su di lui e lo prese per la maglia avvicinando il suo viso a quello di Luke.

<<Eric!>>, urlai insieme agli altri,<<Ragazzi state esagerando>>, Nathan si intromise, <<Eric lascialo stare>>, toccò la spalla del fratello ma questo non se ne preoccupò.

<<Ascoltami coglione>>, la voce di Eric assunse una sfumatura minacciosa, <<Non azzardarti mai più a dire cosa provo per lei perché tu non sai un cazzo. Quello che avevate non è neanche un decimo di ciò che abbiamo. Potrai essere o credere di stare davanti a me ma stai sicuro che fino a quando ci sarò io, lei si volterà sempre verso di me>>.

<<Eric!>>, non volevo difendere Luke ma mi importava più il fatto che non parlasse di noi. Mi beccai un suo sguardo gelido ma dopo pochi secondi lo vidi calmarsi e ritornare spavaldo e sicuro.

Nathan sta volta fu più invadente e tirò il fratello, allontanandolo così da Luke che rimase in silenzio.

Oddio, ma in che guaio mi ero cacciata? L'unica cosa di cui avevo bisogno era ritrovarmi in un triangolo "amoroso".

<<Quindi è perfetto. Andremo tutti a casa di Nathan ed Eric, adesso che ne dite di andare ognuno nella rispettiva classe? Stanno iniziando le lezioni>>, intervenne Courtney cercando di aiutarmi.

<<Si ragazzi, andiamo... ne parleremo dopo>>, disse Sam prendendo per un braccio il fratello che dopo essersi liberato da quella presa si avvicinò a me.

<<Possiamo parlare?>>, disse toccandomi la spalla con una mano.
Quel contatto mi provocò più nostalgia del dovuto. Avrei dovuto concedergli di spiegarmi il suo punto di vista?

Perché cambiavo idea così velocemente?
Forse però prima avrei dovuto guardare la situazione anche dai suoi occhi. Non avrebbe risolto nulla ma magari sarei riuscita a capire il perché l'avesse fatto...anche se era stato uno stronzo! Uno schifoso stronzo.

Stavo per rispondergli quando Eric nuovamente si accostò a lui.
<<Stuart smettila di scodinzolare! Non è bello da vedere! >>.

Ed ecco che ricominciava... gli avrei dovuto fare un discorsetto perché evidentemente non aveva capito i termini di quello che lui aveva chiamato "compromesso".

Erano pericolosamente tesi e bastava un passo per far si che accadesse qualcosa di sconveniente, vidi un gruppetto formarsi attorno a noi.
Stavamo dando spettacolo! Di nuovo! Dovevano finirla qui.

Tentai di frappormi tra i due ma Eric mi spostò come se fossi una pedina di dama.

<<È un nostro problema e tu non devi intrometterti!>>, ringhiò Luke.

<<Tutto ciò che la riguarda è un mio problema, che sia chiaro!>>.

Stavolta Liam e Nathan, ripetendo ciò che avevo fatto prima io, riuscirono ad allontanarli definitivamente .
Se era cosi facile perché non lo avevano fatto prima? Cosa diavolo aspettavano?

<<Su fratellino, andiamo! Non vorrai ricevere un'altra nota disciplinare, vero?>>.

<<Si infatti ragazzi, è inutile discutere! Dai Luke, abbiamo Economia...>>.

Eric fece finta di nulla e continuò a parlare con aria minacciosa, <<Ti avverto... stai al tuo posto! Non ti conviene metterti contro di me!>>, e dicendo così se ne andò con suo fratello senza dirmi nient'altro.

Si, lo avevo fatto arrabbiare ma non me ne importava o meglio, gli avevo esplicitamente detto che non volevo pressioni e questa era stata di certo una situazione oppressiva.

<<Deduco che neanche oggi vorrai parlare con me...aspetterò fino a quando non mi darai l'opportunità di chiederti scusa e di farti capire al meglio il mio comportamento>>, non gli risposi e aspettai che se ne andasse con Liam.

Mi sfuggì un lamento disperato mentre il mio sguardo vagava tra gli occhi curiosi e divertiti dei miei cari compagni di scuola.

<<Non ci dirai cosa è successo, vero?>>, chiese Sam dispiaciuta, come se le fosse appena caduto il gelato appena comprato.

Tiffany la tirò per una manica, <<Lasciala stare! Ci manchiamo solo noi con le nostre domande!>>.

<<Uffa però! É mio fratello e nessuno più di me...>>, all'improvviso si fermò a guardarmi con degli occhioni impauriti, <<Non me lo vuoi dire perché è mio fratello vero? Non è che adesso visto che non state più insieme allora tu non mi parlerai più perché vedrai Luke in me e non...>>

<<Sam!!! Ti ho detto di lasciarla stare!>>, disse Tiffany mentre Courtney non distoglieva lo sguardo dal mio.
Sapevo cosa voleva che io facessi ma avevo paura...non gli avrei raccontato tutto.

Lo volevo fare perché le volevo bene ma qualcosa non mi permetteva di dar voce ai miei segreti.

<<Sam tra di noi non cambierà nulla solo che...>>, provai a dire qualcosa ma ero già esausta ,<<Scusate ragazze, non ce la faccio. Vado a lezione, ci vediamo dopo...>>

Non aspettai neanche che mi rispondessero perché non volevo continuare a parlare di quell'argomento.
Facevo bene a nascondergli certe cose?
Forse prima o poi, quando mi sarei sentita a mio agio, glielo avrei raccontato ma adesso no. Non avrei mai più commesso l'errore di coinvolgere nella mia vita delle persone senza prima esserne totalmente sicura.

Entrai in aula e mi persi tra i miei soliti pensieri.
Cosa gli era preso ad Eric? Gli avevo chiesto di darmi del maledetto tempo e lui che faceva? Litigava con Luke?

E cosa credeva di fare quell'idiota? Aveva una faccia tosta a pretendere che lo ascoltassi ancora, doveva limitarsi a nascondersi in qualche cuccia invece di abbaiare.

Ci stavo davvero ricadendo di nuovo?

Sospirai pesantemente mentre scarabocchiavo sul primo spazio libero trovato, il professore di storia era concentrato a capire se gli argomenti svolti fossero in quantità sufficiente per farci su un bel test... come se non ne avessimo già fatti abbastanza e per giunta a sorpresa. Cos'era? Provava cosi tanto piacere a correggerli?

Da circa due settimane non facevo altro che controllare la posta in attesa di buone notizie da qualche Università... ma ancora nulla. Courtney ne aveva già ricevute due, entrambe positive. Pure Tiffany non poteva lamentarsi. Stavo iniziando a pensare che forse avevo sbagliato qualche cosa nella procedura... e se nessuna mi avesse accettata?

Courtney era una sportiva e nonostante i suoi voti non fossero eccellenti poteva vantare di numerosi crediti extra, inoltre faceva parte del comitato studentesco. Tiffany invece eccelleva sia nello studio che nello sport. Il nuoto agonistico le aveva portato numerosi podi.

Io potevo contare sui miei voti e sulle attività che svolgevo nei club in cui ero iscritta... a parte il club di teatro, non ne vedevo il senso dato che vantavo già di numerosi drammi personali. A differenza delle mie amiche avevo rinunciato allo sport, non faceva per me anche se nella corsa me la cavavo. Oltretutto la mia situazione era un po' delicata, l'attività fisica presumeva una buona condizione di salute e non potevo rischiare di esporre o aggravare le contusioni o i lividi che nascondevo.

Per questo odiavo le lezioni di ginnastica... odiavo cambiarmi davanti a tutti.
E odiavo perfino quello stupido spogliatoio vecchio e insopportabilmente piccolo.

Aspettai di rimanere sola o quantomeno con meno gente possibile e dopo essermi cambiata posai i vestiti nell'armadietto.

L'unica consolazione era il cibo che avrei ingurgitato in sala mensa una volta uscita da li. Feci per uscire quando mi scontrai con Daisy.

<<Ovviamente chi poteva essere così babbea da venirmi addosso?>>.

Babbea... che diavolo di insulto era? Non avevo proprio voglia di discutere con lei, sarebbe stato solo un pretesto per farmi innervosire.

<<Ciao anche a te Daisy>>, varcai la porta che dava sul cortile della palestra.

<<Buffo però... stavo proprio pensando a te... mi chiedevo come riuscissi a passare da un ragazzo all'altro cosi velocemente>>.

Stava parlando proprio lei? Che sbavava dietro ad Eric da chissà quando mentre si faceva tutta la squadra di Football...di Lacrosse... di Calcio... di Basket?

A malincuore mi voltai per guardarla, era una bella ragazza... alta, occhi a mandorla , un fisico allenato e se non fosse stato per quel cervello credo che avrebbe riscontrato molte più simpatie rispetto ad ora.

<<Non ho mai capito perché sprechi il tuo tempo a sparare cattiverie su di me, o sugli altri. Che c'è Daisy? Soffri di bassa autostima e questo è l'unico modo per sentirti meglio?>>.

Incrociò le braccia e mi mostrò lo sguardo da "dura", quello che utilizzava per intimidire le matricole.
<<Sono solo una persona sincera, almeno quando ho qualcosa da dire la dico in faccia e non mi limito a sparlare!>>.

Mi sembrava di vederla per la prima volta, pensava di essere cosi matura e forte ma ancora non conosceva gli "imprevisti" che la vita poteva scaraventarti e forse non li avrebbe mai conosciuti. Ovviamente non mi riferisco al parrucchiere che sbaglia la graduazione di ossigeno o al ragazzo che ti scarica per una più figa di te. Era cosi... infantile.

<<Io non ho nulla contro di te e poco importa se non ti piaccio! Davvero Daisy, fai ciò che vuoi perché questi colpi bassi rimarranno solo un ricordo... se credi di farti rispettare con la paura almeno gioca con quella vera e non con questi trucchetti da liceale!>>, la lasciai con quelle parole, dato che la sua risposta non sarebbe stata del tutto cordiale.
L'aria primaverile mi investì violentemente portando con se tutti gli odori di quella stagione.

Ripensai a mia madre, amava questo periodo ed ogni volta implorava me e Drew di fare dei pic-nic. Una volta mia madre si scordò di posare il cestino in macchina e lo lasciò a terra mentre noi decidemmo di fare un giro nel parco... al nostro ritorno ritrovammo una piramide di formiche intenta a mangiare il cibo... almeno qualcuno apprezzava la sua cucina. Sfiorai la sua collana con le dita e me la portai alle labbra, era l'unica cosa che mi rimaneva di lei.

Il professor Parker, un uomo di quarant'anni sicuramente pompato di steroidi, ci ordinò di fare dieci giri intorno al campo e questo mi obbligò ad abbandonare quei ricordi pieni di colore.

Certo... dire che ci ordinò sarebbe dire poco. Sembrava uscito da qualche campo militare e non lo avevo mai visto sorridere o comportarsi da semplice umano.
Sempre così serio e rigido... che palle!

Mentre concludevo il mio sesto giro mi sorpresi nel vedere Eric giocare a calcio.

Da quando era nella squadra con Nathan?

Purtroppo quell'immagine non mi aiutava nel mio progetto del "Ho bisogno di tempo". Avevo delle ottime ragioni solo che in questo momento non riuscivo a ricordarmele... vedevo solo i suoi muscoli danzare su quel corpo ambrato e mi sembrava di riuscire pure a distinguere ogni singola goccia di sudore.

Sentii un peso venirmi addosso e per poco non caddi a terra, <<Che cavolo fai?! Non vedi che mi sono fermata?!>>, di fronte a me c'era una ragazza che frequentava con me ginnastica, forse anche altri corsi, mi sembrava si chiamasse Katia o Kendra.
<<Scusami>>, dissi accorgendomi che ero stata io a venirle addosso.

Ri-continuai quei giri interminabile, imbarazzata per quello che avevo fatto.... o meglio, per il "chi" mi aveva distratta. Solo dopo alcuni metri voltai lo sguardo di nuovo verso quell'immagine spettacolare, incrociando i suoi occhi.

Stava ridendo e continuava a fissarmi... si era accorto di tutto?

<<Signorina Evans!!! Che intenzione ha?!>>, la voce del sergente mi fece scattare la testa cosi velocemente da sentire un piccolo scricchiolio. Bene... mi mancava solo un cartello con su scritto "Fan club di Eric Grant".

Ovviamente non serviva controllare, sicuramente se ne stava li a guardare la scena di quanto fossi pateticamente attratta da lui, con quel suo solito mezzo sorrisetto...quello che mi toglie il respiro e mi procura un languido piacere nel basso ventre...

Concentrati Tamara! È solo un ragazzo!
Si, un ragazzo super sexy che ogni volta che ti sfiora ti fa conoscere gli ormoni adolescenziali.

Feci un lungo respiro e per tutta la lezione tentai di mantenere una certa compostezza, avevo guardato Eric giocare abbastanza da accorgermi di Luke e degli sguardi che si scambiavano. Ad un tratto si misero pure a litigare per uno stupido fallo ma ero sicura che il motivo non fosse quello.

Non volevo creare pettegolezzi stupidi ma soprattutto non volevo che quei due provassero rivalità dato che io non ero in gara. Stavo ritardando il momento ma prima o poi sarebbe arrivato... non potevo ignorarlo a vita. Dovevo parlare con Luke e dirgli esplicitamente di smetterla. Forse cosi avrebbe lasciato in pace me ed Eric o non avrebbe più risposto alle sue stupide provocazioni.

Solo che ero troppo arrabbiata, se gli avessi rivolto la parola in questo momento non ne sarebbe uscito nulla di buono.

Alla fine della lezione decisi di passare, come sempre, dalle macchinette per comprare una bevanda zuccherata. Di solito lo facevo perché cosi perdevo tempo e una volta ritornata avrei potuto spogliarmi senza la paura che qualcuno notasse qualche livido di troppo... ma adesso avevo solo sete.

Se non fosse stato per quell'imbecille di Luke, la paura di essere scoperta sarebbe scomparsa del tutto. Non avevo lividi da molto tempo e non avrei permesso mai più a nessuno di farmi del male quindi c'erano tutti i buoni pretesti per fingermi una normale liceale.

Ma no, quel cretino aveva dovuto raccontare tutto ciò che sapeva a quella petulante.

Respirai a fondo e bevvi tutto il succo all'ananas, era inutile martoriare il mio cervello.

Ovviamente trovai lo spogliatoio vuoto, mancavano quindici minuti alla pausa pranzo quindi di solito le ragazze si sbrigavano per approfittarne e avere più tempo ricreativo.

Aprii il mio armadietto e dopo essermi levata il top cercai di pulirmi con una salvietta mentre con una mano prendevo la maglietta di ricambio.

Sentii la porta dello spogliatoio aprirsi per poi richiudersi quindi mi infilai velocemente i vestiti, una cattiva abitudine che ancora mi faceva risalire la bile.

<<Potevi lasciarmi il tempo di farmi vedere>>.

Mi girai e rimasi confusa nel vederlo là dentro, <<Eric! C...che ci fai qua?>>.

Sentii il cuore saltare dalla felicità, sembrava quasi che gli volesse correre incontro.

<<Devo dire che è davvero facile entrare qui dentro...voi ragazze non dovreste avere più...che so...sorveglianza?>>, indossava i vestiti di stamattina ma la situazione era decisamente migliorata... i capelli leggermente bagnati e il sorriso, che avrebbe fatto sciogliere perfino un iceberg, erano particolari che non sarebbero sfuggiti a nessuno.

<<Che ci fai qui?>>, chiesi di nuovo, la mia voce sfiorava l'isteria.

Si avvicinò a passo spedito con quel suo modo di fare che avrebbe fatto impazzire chiunque, era impossibile non cedergli e capivo il motivo per cui Daisy se ne stava sempre dietro le quinte in attesa di un suo cenno. In qualche modo anche io lo facevo, in realtà lo facevano tutte a scuola solo che io ero la fortunata, almeno in quel momento.

<<Diciamo che mi mancavi...>>, disse ad un passo da me, <<Diciamo che quei leggings ti stavano benissimo...fin troppo bene>>.

Con un ultimo passo me lo ritrovai a breve distanza, i pochi centimetri che ci separavano erano invasi dai nostri respiri e riconoscevo quell'atmosfera carica di tensione e desiderio... ogni volta non portava nulla di buono.

<<Eric è meglio che usciamo da qui>>, sussurrai cosi piano che forse non mi sentí, per questo non fermò la sua mano che stava già toccando il mio fianco.
Sentii le dita aprirsi e accarezzarmi l'intera schiena mentre i suoi occhi non si staccavano dai miei.

Ero totalmente immobilizzata e la mia mente cercava di pensare a tutti i brutti motivi per cui non potessi provare quelle sensazioni... ma sembravano cosi lontane da "noi" che non li consideravo più delle giustificazioni.

<<Lo senti anche tu, vero? ogni volta che ti tocco...>>, con il pollice mi sfiorò il seno e mi sfuggì un lamento, <<Vedi? Il tuo corpo risponde immediatamente, ancora prima che quella testolina inizi a pensare>>, mi baciò la fronte e mi ritrovai avvolta dal suo profumo.

Rimasi in silenzio, mi sentivo una preda senza via di scampo.

<<Questa storia del tempo... non la capisco proprio ma se significa che vuoi una storia senza impegni allora ci sto, fino a quando non sarai pronta ad iniziare quello che c'è tra di noi. E non parlo solo di questo...>>, mi lasciò una scia di baci lungo il collo, <<O di questo...>>, le sue labbra afferrarono le mie succhiandole come se fosse l'ultima goccia di acqua sulla terra, <<Parlo di questo>>, poggiò la sua mano sul mio petto e fu come se stesse accarezzando il mio cuore.

Non riuscivo a parlare perché ero totalmente inebriata da lui.

Una storia senza impegni? Cosa voleva dire? Di fare sesso senza però stare insieme? A quel pensiero provai una fitta di piacere che si espandeva dal mio basso ventre per poi venire immobilizzata da ricordi agghiaccianti.

<<Lasciamoci trasportare da tutto ciò e io prometto di non soffocarti con troppe pretese. Ho bisogno di questo...>>, la sua mano scese accarezzando il profilo del mio corpo e facendomi uscire un altro gemito, <<Sei tutto ciò di cui dovrei aver paura!>>, disse sottovoce.
Il suo corpo mi schiacciò al muro e la sua lingua entrò dentro la mia bocca senza lasciarmi il tempo di respirare.

Non capii più nulla e pensavo solo a come fare per sentirlo più vicino. Contraccambiai il bacio e non frenai le mie mani che da quando aveva iniziato a parlare fremevano per toccarlo. Gli passai le dita tra i capelli e li strattonai cosi forte da temere di avergli fatto del male ma evidentemente gli piacque perchè mi prese in braccio. Avvolsi le mie gambe attorno alla sua vita e mi ritrovai sospesa, tra lui e la parete.

In quella posizione sentivo i nostri corpi reagire uno all'altro e il tessuto leggero della tuta mi faceva scontrare con la sua erezione dura e stimolante. Non avevo mai provato un desiderio del genere, almeno fino a quel livello. Lo desideravo, lo desideravo così tanto.

Le sue mani scivolarono sotto la maglietta e strinse con forza uno dei miei seni, un altro gemito venne smorzato dai nostri baci e senza accorgermene iniziai a muovere i fianchi perché lo volevo ancora più vicino, tutto quello non sembrava bastarmi.

Si staccò da me, <<Se non ci fermiamo ora...>>, le mie labbra erano troppo impazienti e si unirono nuovamente alle sue.
Lo sentii ridere e rispondere con altrettanta passione per poi riprodurre un piccolo lamento e allontanarmi da lui.

<<Fermiamoci qui, se dovessimo continuare non penso che riuscirei a trattenermi dal non entrarti dentro>>, i suoi occhi profondi e colmi di desiderio trapassavano i miei.

Un altro brivido mi scosse al pensiero di quella scena, volevo sentirlo cosi vicino e per un momento l'idea di lasciarci andare non mi sembrava cosi assurda, ma poi il suono della campanella mi fece svegliare da quella trance ormonale.

La campanella... quel suono ci interrompeva sempre!
Presi ancora più distanza per cercare di riprendere ossigeno, il suo fiato sembrava emanare qualche droga.

<<Già>>, mi limitai a dire dato che non credevo di riuscire a formulare un'altra parola.

Rise soddisfatto e mi poggiò delicatamente sulla panca mentre i suoi occhi bruciavano ancora di desiderio e passione.

Continuò a guardarmi intensamente per un paio di secondi e poi si inginocchiò vicino a me mantenendo però una certa distanza.

<<Cosa ne pensi?>>, aveva ancora la voce roca e le sue labbra erano rosse e gonfie. Toccai di istinto le mie e le sentii pulsare sotto le mie dita. Di improvviso mi sentii in imbarazzo per quello che avevamo appena fatto, e se fosse entrato qualcuno?

<<Tamara...>>.

<<Eh?>>.

<<Di quello che ti ho detto cosa ne pensi?>>.

Chiusi gli occhi per ricordarmi le sue esatte parole e tentai in tutti i modi di non farmi distrarre dalle immagini di lui che mi toccava.

<<Mi stai chiedendo di voler essere scopa-amici?>>, chiesi sconvolta e inspiegabilmente combattuta.

Sbuffò e si passò una mano fra i capelli, <<No! Ovvio che no! Non saremo mai amici! Ti sto dando del tempo e nel mentre possiamo conoscerci...cosi>> ", indicò prima me e poi lui, << In questo modo o in qualsiasi altro modo tu voglia, basta che stiamo insieme senza limiti. Non vuoi etichette e non vuoi che io ti assilli, giusto? Io invece voglio poterti toccare, sentirti ridere e gemere per me ogni giorno>>.

<<Ha senso?>>, sembrava cosi ridicolo solo che aveva ragione sulla questione del non riusciamo a stare separati, almeno per quanto mi riguardava.
Forse questo era l'unico modo, stare insieme ma non ufficialmente, significava non dovergli spiegare tutto o non farlo entrare totalmente nei miei problemi.
Non dovevo raccontargli di Aron, Andrew, Rachel o di Miami perché non erano affari suoi. Potevamo continuare a baciarci e magari fare altro, potevamo ridere e scherzare con gli altri senza però sembrare una coppia.
Non saremmo stati mai come Nathan e Courtney e in realtà non me la sentivo neanche.
Magari la mia vita si sarebbe sistemata, insomma stava già andando nel senso giusto e se avessi sistemato la situazione con Clare sarei stata quasi libera da ogni pericolo.

<<Non deve avere senso, deve solo essere la scelta migliore per entrambi e diciamo che è la via di mezzo per ciò che vogliamo>>.

Ma questo cosa significava?
Che avrebbe frequentato Rosaline o altre ragazze? Non avrei avuto alcun diritto a riguardo e avrebbe potuto fare quello che voleva. Ma cosa cambiava? In quel modo avrei potuto avere anche io la mia dose di Eric invece di stare in silenzio a guardare le altre.

<<Se pochi mesi fa mi avessero detto che sarei finita in una situazione del genere mi sarei messa a ridere>>, dissi cercando di immaginare la me dell'anno scorso, mi sembrava di guardare un'altra persona.

<<Si... ma solo perché io non avrei mai pensato che potesse esistere una persona cosi, per te ne vale la pena...>>.

Di istinto mi avvicinai e gli poggiai la fronte sulla sua, <<Vediamo dove andremo a finire>>.

Era la prima volta che prendevo cosi tanto iniziativa, quel gesto mi sembrava più intimo di qualsiasi altro bacio che ci eravamo scambiati.

<<Bel modo di dire un "Si">>.

Rimanemmo per un paio di minuti fermi in quella posizione, a guardarci e a trovare le parole giuste, <<Mi sei mancata>>.

<<Anche a me>>.

Un borbotto proveniente dal mio stomaco interruppe quel momento e fu cosi forte che non capii subito da dove provenisse. Imbarazzata mi alzai per prendere lo zaino e dovetti appoggiarmi all'armadietto dato che le mie gambe erano molli come due spaghetti cucinati.

<<Sei l'unica che riesce a pensare al cibo anche in certe situazioni>>, rise ininterrottamente e ammirai in silenzio i due angoli della bocca incurvata. Feci molta fatica a non saltargli addosso di nuovo.

<<Non ho fatto colazione e poi il movimento mi mette fame>>, dissi riferendomi alla ginnastica ma evidentemente lui immaginava altro e continuò a prendermi in giro.

Rimisi ciò che mi serviva nello zaino e mi sistemai per uscire da quel meraviglioso spogliatoio, mai mi era sembrato cosi sensazionale.

<<Andiamo mangiona>>, disse prendendomi per le mani per poi lasciarle andare, <<Un passo alla volta, eh?>>, mi anticipò mantenendo la porta che dava sul corridoio aperta.

Ci pensa su, se fossimo usciti con le mani giunte dallo spogliatoio sarebbero sicuramente nati dei pettegolezzi non del tutto falsi e forse per adesso ne potevamo fare a meno.

Gli sorrisi <<Stammi dietro!>>, risposi scherzando.

Pregai in silenzio che stavolta le cose sarebbero solo migliorate.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top