[Rivisto] Ch. 59: Quando il sogno si avvera
《Quando la necessità ci porta a usare parole sincere, cade la maschera e si vede l'uomo.》
LUCREZIO
- È la mia maglia! Ma come? - stringo la t-shirt nera andandole incontro.
Sobbalza e il libro con la copertina gialla e fucsia le ricade aperto sul letto.
Raccolgo i boxer da terra.
- Te l'ho prestata a Braintree, il giorno in cui avevi la febbre!
Alexis recupera velocemente il libro e ci nasconde il viso.
- Mi piaceva e l'ho tenuta. - Si giustifica come nulla fosse.
- E l'hai tenuta... con te, per tutto questo tempo? - Sollevo un sopracciglio, divertito.
- Mi piaceva particolarmente! - Brontola ancora più imbarazzata, infilando il naso tra le pagine.
Non infierisco e mi butto sul letto facendola sobbalzare sul materasso.
Restiamo per un attimo in silenzio, sistemo il cuscino dietro la schiena, mi avvicino di più a lei, che appoggia la testa sulla mia spalla fingendo di continuare a leggere.
- È al contrario.
- Cosa? - Sussurra rilassata.
- Il libro, è sottosopra.
Scatta, trafficando col comodino. Io fisso dritto di fronte a me, cerco di non scoppiare a ridere, e attendo che si ridistenda.
- Devi per forza dormire in boxer?
- Dovrei dormire coi jeans? E comunque lo sai che non uso il pigiama.
- E per quale motivo dovrei saperlo?
- Oh ,andiamo! A Braintree entravi apposta in camera mia senza bussare!
- Io... - scatta a sedere. - Non... non é vero! - sussulta.
Sbuffa e, non ricevendo risposta, si allunga per spegnere la luce.
Il buio ci avvolge, resto immobile, percependola perfettamente nello spazio.
Si riavvicina, cauta, silenziosa.
La punta del suo naso mi sfiora la guancia e il suo ginocchio si spinge sulla mia coscia.
- Attenta a come ti muovi, principessa, perchè, questa notte, tu non hai la febbre e io non ho intenzione di restare fermo.
Il tono scherzoso è sparito e il mio avvertimento deve essere suonato più come una minaccia.
Trattiene il respiro ma non ribatte. Non mi dispiacerebbe farlo di nuovo prima di dormire ma me ne sto buono.
- Lucas?
- Mmh? - Mugolo in risposta, con gli occhi chiusi e la testa reclinata sulla testata, in uno stato di beatitudine.
- Ti posso fare una domanda? Ma devi essere sincero! - stringe le dita sul mio petto.
- Dimmi.
Un po' di agitazione inizia a rimescolarsi nello stomaco.
- Cosa intendeva, questa sera, Luis? Sai, riguardo la tua prima volta?
Strizzo le palpebre, maledicendo Asher in ogni lingua conosciuta dall'essere umano.
Lo sapevo che l'aveva sentito!
Come diamine glielo dico ora? Sospiro cercando le parole.
- Ti è capitato di non durare... Come dire... "troppo" anche con altre? - Sussurra rannicchiandosi contro il mio fianco. - Avevi detto che... Era successo solo con me.
- No, mai. - Rispondo secco, tenendo gli occhi chiusi e percependola sollevare il viso in direzione del mio.
- Non capisco, lui ha detto che anche durante la tua prima volta, non eri durato... come dire... "molto"?
- Puoi smette di cercare le parole quando cerchi di dire che non duro un cazzo? - Ringhio
Si irrigidisce ma ha il buon senso di non scusarsi.
- Beh, è normale... che la prima volta capiti... e poi, per me non é import~ - tentenna una mezza frase.
Combatto con l'istinto di alzarmi e la interrompo.
- Sì, esatto! Anche la mia prima volta sono venuto subito! La ricordiamo bene, no? Possiamo parlare d'altro?
Avverto il materasso flettersi.
Non posso vederla, ma immagino alla perfezione i suoi occhi spalancati che mi fissano sfruttando la luce tenue che entra dalla finestra mentre resta sollevata sui gomiti.
- Stai dicendo che quella con me a Braintree è stata... - Domanda al limite dell'incredulità.
- Bingo! Vuoi infierire ancora un po'? Perché non nego di aver fatto schifo, ma quel giorno ci sei davvero andata giù pesante. - Cerco di mantenere un tono distaccato.
- Stai mentendo! Tu, a quei tempi... - Si ferma, probabilmente non sapendo cosa dire.
- A Portland eri stato con un sacco di ragazze. L'avevi detto tu... e anche a scuola... - balbetta.
Alzo le spalle come nulla fosse: - Frequentazioni brevi, qualche preliminare... hai presente?
- E con la Allen... - si interrompe, - ho saputo del processo. - la voce le trema e io sospiro, cercando di regolare il battito per impedire al cuore di esplodere.
- Credo di essermi bruciato ogni minimo di dignità con te, Alexis. Non credi? Cosa ci guadagnerei a mentire ora?
Un colpo netto mi costringe a buttar fuori tutta l'aria che ho nei polmoni, il suo peso improvviso sul petto mi blocca il respiro.
Si sistema a cavalcioni sopra di me.
Mi stringe, le sue braccia mi contornano il torace e le sue labbra si posano leggere sul mio collo mentre inizia fastidiosamente a ridere.
Ride e io muoio, di nuovo, proprio come quella volta.
Di scatto tento di spostarla ma mi trattiene facendo leva sul mio petto,
- Non provare minimamente ad andartene! - Avvicina il suo naso al mio.
- Non sto assolutamente ridendo di te, ma di quanto sono cretina! - Fa una pausa e si china. I sui capelli mi ricadono sulle spalle e il giallo delle sue iridi si perde nella notte mescolandosi al nero delle mie.
- Anche quel giorno, non ridevo di te, Lucas! O almeno, non ridevo di come... fosse stato. Nel senso... il sesso. Intendo, mi era piaciuto! - Farfuglia tutto d'un fiato a disagio.
- Non mi serve il contentino. - Cerco di voltare il viso ma trovo il suo palmo che mi tiene la guancia.
- Mi era piaciuto, ok? - sistema una ciocca dietro l'orecchio e mi fissa seria. - Quella volta non ho riso di te, ero felice! - mi accarezza la mascella.
- Ero convinta che sarebbe stata la classica scopata da manuale, nella quale sarei stata usata senza il minimo riguardo. Come... - Trema, e solo ora mi accorgo degli occhi lucidi che luccicano nella penombra.
Sembra stia per frantumarsi.
- Lex? - la richiamo, incrociando le sue dita con le mie.
- Invece, tu sei stato dolce. Mi sei sembrato persino agitato, e quando non tornavi dal bagno e sono venuta a cercarti, scoprire che... beh, ti stavi preparando... - Si morde il labbro.
- Posso morire ora? - La imploro, con la voglia di sprofondare.
- Ho sperato che il tuo modo di farlo, totalmente diverso da come si raccontava, fosse dovuto al fatto che... beh, che ero io. E che, magari, con me tu fossi diverso.
Cazzo se é diverso!
- Poi, abbiamo iniziato a litigare e ho pensato solo a non uscirne a pezzi. In ogni caso, il giorno dopo, me ne sarei dovuta andare.
Respiro profondamente, cercando di risistemare tutti i tasselli della nostra storia.
- Lo eri!
- Cosa?
- Diversa da tutte le altre.
Le sue labbra si riposano sulle mie, più dolci e morbide di quanto siano mai state.
- Ti avevo avvertito, principessa!
Con una mano poggiata alla base della sua schiena la spingo, più indietro, contro il mio bacino e le faccio sentire il mio membro che ha percepito ogni suo movimento sopra la mia pancia.
- Ahia!
Un dolore acuto si irradia dal fianco.
- E io ti avevo detto di non chiamarmi così! - ridacchia per il pizzicotto che mi ha appena dato a tradimento.
- Hai ragione! "Acida" ti si addice meglio di sicuro!
- Ahia! - salto di nuovo mentre lei ride sulla mia bocca. Con un colpo di reni la alzo e la ribalto sotto di me.
Il mio bacino preme forte su di lei e una mano la trattiene dal retro del collo obbligandola a guardarmi: - Ora vedi di finirla e di stare ferma, o mando a puttane l'intento di limitarmi a dormire qui stanotte e ti scopo di nuovo in questo momento.
- Sempre fine.
- Sempre, principessa!
- Ti odio! - sbuffa e rotola dal suo lato del letto.
"Ti amo" penso, e mi sistemo al mio posto.
Dopo poco, torna ad arretrare pian piano verso di me.
Il mio braccio le avvolge la vita e la stringo.
Chi cazzo se li ricorda i nomi dei sette nani ora?
❤️
Muovo di scatto la testa.
Qualcosa mi sfiora il naso, mi gratto ma non apro gli occhi.
- Non potevi essere brutto? - sussurra a pochi centimetri dal mio viso.
Il suo dito mi accarezza la fronte.
- Dannati capelli neri, come fanno ad avere sempre questa forma da appena sveglio.
Sospira e segue col polpastrello l'incavo tra le sopracciglia, continuando il suo monologo: - Ho passato un'eternità a disegnare il tuo profilo nel mio diario, da ragazzina.
Trattengo il respiro quando arriva sulla bocca.
- Anche prima che mi spaccassi il labbro a quella festa... - si interrompe.
- Sei un cretino! - urla l'ultima parte, notando che a stento soffoco le risa.
- Continua pure! - Apro gli occhi, trovandomi di fronte l'alba più bella a cui l'universo abbia mai assistito. Un'alba che porta riflessi d'ambra e il colore del miele sopra a due guance scarlatte.
- Idiota! - Si mette a sedere con le gambe già giù dal letto sfatto.
- Buon giorno principessa. - Le sfioro il fianco col dorso della mano, quella ancora funzionante, l'altra credo mi sia stata amputata durante la notte dopo che Alexis ci ha dormito sopra.
Tiro, dolorante, il braccio verso di me e lo massaggio cercando di restituirgli la circolazione: - Credo dovranno tagliarmelo!
- In realtà, questo è l'unico momento in cui è comprensibile che sia così! - Fa schioccare la lingua, spostando lo sguardo lungo il mio corpo. - L'alzabandiera è fisiologica. È il resto della giornata che è un problema!
- Parlavo del brac~! - Un cuscino mi colpisce in faccia prima che possa terminare la frase.
- Lo so! E piantala di chiamarmi principessa o a tagliartelo ci penso io! - Un sorriso divertito le attraversa il viso.
- Comandi! Acida che non sei altro! - sogghigno - Non puoi prendertela con me, non è colpa mia se la natura mi ha fatto bellissimo! - scrocchio il collo mentre lei esce dalla stanza.
Mi serve una doccia.
❤️
Sciacquo via tutta la tensione accumulata da quando ieri sera abbiamo messo piede a casa sua.
L'acqua scorre sul mio corpo e io continuo a domandarmi se sono davvero nel suo bagno e se questo sia davvero l'inizio di tutto.
Mi prendo il mio tempo, rilasso i muscoli, vivo ogni secondo di questa felicità che pare un sogno pronto a svanire, quando la maniglia scatta.
Volto la testa oltre la mia spalla.
La trovo poggiata pigramente allo stipite della porta, con le caviglie incrociate e la maglia bianca che le arriva alle cosce, io continuo a darle la schiena e a insaponarmi i capelli.
- Ti stai godendo lo spettacolo? - Le faccio l'occhiolino.
Senza alcun pudore, inclina il capo dall'altro lato, scrutandomi il culo con più attenzione.
- Non lo so... è una dura lotta contro il sedere di Luis!
La guardo in modo truce, ma lei nemmeno mi considera e procede nella mia direzione.
Butto il capo sotto il getto, massaggiando lo shampoo che sa di lei, e giro su me stesso.
Ci fissiamo divisi dal vetro e l'eccitazione scorre tra noi riempiendo la stanza.
Dio quanto è bella.
Si morde il labbro e solleva la maglia; io fremo, divorandola con gli occhi.
Quando allunga il braccio e apre la doccia, l'angolo della mia bocca si curva all'insù immaginando cosa succederà a breve.
La osservo, nuda, in ogni dettaglio mentre a disagio si sistema i capelli.
La mia mano sfiora il suo braccio, supera le costole e s'infila per raggiungere la schiena inarcata. La tiro e aderisco al suo corpo mentre gli schizzi del soffione mi colpiscono la spalla.
L'accarezzo e la sua pelle si ricopre di brividi, i suoi occhi vibrano nei miei. Mi abbraccia intrappolandosi da sola tra il mio corpo e la ceramica fredda delle piastrelle.
- Ti mancavo di già?
- Dovevo fare la doccia anche io e temevo finissi l'acqua calda.
- Ovviamente! - Alzo il sopracciglio.
Solleva i talloni e le mie labbra toccano le sue; sono tiepide, morbide, e l'odore di vaniglia pervade tutta la stanza. Il nostro bacio è una carezza, e sarebbe un momento magico, se solo tra noi non ci fosse la mia asta, dura e tirata allo stremo che preme, dolente, contro il suo bacino mentre la schiaccio contro il muro.
Le sorrido con il cuore che mi scoppia e lei è lì, con le labbra gonfie e le guance rosse, sembra la ragazza più felice dell'universo.
Voglio restare qui per sempre.
Il vapore satura la stanza. Le gocce iniziano a colarmi sul viso, quando la mia bocca si plasma sul suo collo e le lascia un segno violaceo poco sopra la clavicola.
- Mi fai impazzire!
- Lucas. - Mette una distanza improvvisa tra le nostre bocche.
La guardo eccitato e fatico a restare fermo mentre immagino già di entrare in lei, qui, contro questo muro, con le sue gambe, aperte, allacciate ai miei fianchi.
Non riesco a fare a meno di posare lo sguardo sui suoi capezzoli e sulla sua pelle umida ricoperta di pelle d'oca.
Con un colpo di reni la sollevo e la faccio aderire al muro.
- Lucas! - Mi richiama di nuovo circondanomi il collo.
Socchiudo le palpebre, respirando profondamente, e do fondo a tutto il mio autocontrollo.
- Sì?
- Hai detto che da quando sono tornata, non sei stato con nessun'altra, vero? - Mi scruta, titubante.
Faccio un cenno d'assenso, aggrottando le sopracciglia.
Tutta questa conversazione, da nudi, è un'agonia! Sto morendo dalla voglia di scoparla.
- Vorrei che continuassi così, finché ci vedremo. - china il capo.
- Sono duro ogni volta che mi passi davanti, Alexis, non ho certo intenzione di sfogarmi con altre, ora che ho te. Sei la mia ossessione.
Di colpo si libera e riappoggia i talloni a terra.
I suoi occhi spalancati si inchiodano ai miei.
- Cosa ne pensi del nostro accordo? - ridacchio.
Si irrigidisce e arretra.
- Quale sarebbe il nostro accordo, Lucas? Che finché scopiamo ti vado bene?
Allungo una mano ma si ritrae.
- Ma se ho passato la notte insonne senza toccarti?
- Vuoi scopare di tanto in tanto? - Domanda graffiante.
- No! Ma cosa? - Farfuglio, - Credevo ci fossimo chiariti! - mi tolgo i capelli dalla fronte portandoli indietro.
- Tra noi non è mai stato chiaro nulla! - lascia ricadere le spalle. - Non mi va più di continuare così. Se pensi di giocare a~ - Parla veloce, arrabbiata, forse impaurita. Sul finire, la voce le trema e le si blocca in gola.
- Alexis! Calmati! Scherzavo. Sono un coglione, lo sai! - mi riavvicino, lento, sembra una gatta pronta a scappare.
- Nessun accordo, ok? Se vuoi però... - Faccio una pausa, lei mi fissa incerta con le ciglia nere imperlate d'acqua.
- Vorrei provare a frequentarci per un po'.
Apre la bocca pronta a ribattere ma poi la richiude.
- Proviamo, a stare insieme? - Ribadisco.
- Ne sei sicuro? - Studia attentamente ogni minimo movimento del mio viso, mordendosi la guancia.
- Sai di essere una gran rompipalle, vero? - la tiro a me. - Ne sono sicuro da un bel po' di tempo! - sorrido.
- Diciamo da prima che andassi a Portland. - Confesso mentre le sue dita s'imprimono sui miei pettorali e il volto le si illumina.
- Forse già dalla volta che hai dato un pugno a quel Mett che andava in quinta elementare! E poi mi hai disinfettato le... Aspetta! Mett... - Aggrotto la fronte.
- Non era il nome di quello con cui~
Mi interrompe baciandomi.
- Mett! Q~el Met~? Quello co~ cui sei s~ata? Non mi di~e che la tua ~rima v~ - Tento di articolare, mentre tiene la mia bocca in ostaggio, cercando di deviare la mia attenzione da quell'orrenda presa di coscienza.
E ci riesce. Quando la sua mano mi accarezza i pettorali, scende sulla mia pancia e scivola seguendo l'acqua tra le mie gambe. Mi afferra l'asta e, con una lentezza esasperante, fa scivolare indietro la pelle bagnata.
Espiro sulla sua guancia, incapace di gestire la scossa che mi provoca il suo tocco, stretto, tra i nostri corpi.
Le sue labbra lasciano le mie e percorrono lente il mio torace, i suoi baci si soffermano su ogni curva degli addominali.
Oh cazzo!
Urlo nella mia mente appena sfiora il glande, incapace di gestire l'eccitazione, all'idea che l'immagine di un decennio di seghe stia per realizzarsi.
Alexis si sistema in ginocchio sotto di me, i lunghi capelli intrisi d'acqua le scendono sulla schiena.
Toglie dal mio polso l'elastico che le avevo rubato e vittoriosa lo usa per legarseli.
Le sue mani si uniscono intorno al mio sesso. Riverso il capo all'indietro sotto il getto dell'acqua, i miei palmi si imprimono sul vetro della doccia, percepisco le sue labbra toccare la mia estremità e avvolgerne morbide la punta.
La pressione che esercita nel lasciarmi accedere alla sua bocca mi fa impazzire, è una scossa di adrenalina che mi attraversa quasi dolorosamente il cervello.
La sua lingua rotea intorno al mio cazzo pulsante e i suoi occhi, dal basso, si legano ai miei.
Delicatamente se lo sfila dalle labbra e con la lingua ne percorre tutta la lunghezza fino alla punta.
- Ti piace?
Cazzo se mi piace.
Le ginocchia mi tremano.
Le poggio il palmo sulla testa, invitandola a riprendere: - Da morire, continua.
Alexis Michel.
Mi osserva con un'espressione furba e consapevole di quando io stia cercando di restare impassibile sotto il suo tocco che mi fa vibrare ogni muscolo.
Vedo il mio liquido affiorare a piccole gocce e le sue dita scivolano più veloci.
Gioca, mi stuzzica, lecca, mi assapora, bacia la parte più sensibile di me studiandone ogni curva e vena.
Il petto fa male per il battito che esplode.
- Cazzo. - ansimo non riuscendo a trattenermi con i piedi che scivolano sulla ceramica.
Mi scontro sul suo palato e lei inizia a succhiare.
Dio!
È un crescendo di sensazioni ingestibili, muove la testa su e giù lungo la mia erezione, accogliendola e respingendola, per quanto le sia possibile. Fatico a respirare in modo regolare.
Lei rallenta lasciando che la pressione, nella parte che avverto esplodere, diminuisca.
Gli occhi socchiusi piantati nei miei, la bocca aperta, le mani strette alle mie cosce e la visuale del suo sedere che sporge oltre la schiena mentre resta inginocchiata sul piatto bianco della doccia.
Riprende, con un crescendo di affondi e leccate ma rallenta di nuovo, ogni volta che avverte il mio piacere aumentare troppo.
Stronza!
Non mi da modo di venire, in un'agonia di adrenalina che mi manda ai matti.
Succhia nel risalire con la testa e rilascia appena mentre scende fin quasi alla base soffermandosi nella parte che ha capito essere il mio punto più sensibile. E io ogni volta non riesco a soffocare un ansito.
Il calore dell'acqua che cola sul mio corpo, e la testa di Alexis che si muove sempre più veloce sul mio bacino sotto la mia mano, e il dolore che avverto alle palle per quanto le sento stringere, tutto mi manda fuori di testa. Senza che ne abbia il controllo mi spingo nella sua bocca.
Lei strizza le palpebre, gli occhi le si inumidiscono, continua a darmi piacere e io tento in ogni modo di frenare la voglia di battere di nuovo nella sua gola.
- Alexis.
Il palmo della sua mano si plasma alla base del mio pene e segue il movimento delle sue labbra.
- Alexis. - La prego, già in preda ad un tremore e a un'eccitazione incontrollata.
Mi piego e le respingo facendo pressione sulla spalla. - Lex, cazzo, se non ti levi ti vengo in... - già scosso da spasmi, tento di allontanarla.
Ma lei non arretra, mi trattiene. Anzi preme entrambe le mani sui miei glutei e spinge il mio membro a fondo nella sua bocca dove, senza scelta, vengo con un gemito.
Cerco di riprendere aria, il petto si alza e si riabbassa fino allo stremo. Deglutisco con la gola secca e le orecchie tappate per la pressione.
Lei si rialza, aderendo nuovamente al mio corpo con un sorriso a piegarle le labbra lucide.
Mi mancano le parole. Sento solo il mio battito che rimbomba.
Sorride, maliziosa: - Buona doccia! - Si allontana sculettando.
- Dove pensi di andare? - la blocco per il polso.
- Dammi un minuto e sono di nuovo pronto! - le sorrido, allungando la punta delle dita in mezzo alle sue gambe per avere la conferma di quanto si sia eccitata nel dare piacere a me.
Mi blocca la mano. - Lucas! Fermati.
La guardo confuso.
- Ora non posso, devo andare via prima di pranzo. - Mi informa, gelandomi sul posto.
- Scherzi, vero? - temo la sua espressione troppo seria.
- Devo tornare da mia zia.
- Alexis, porca puttana, se è uno scherzo ti giuro! - La minaccio, al limite del perdere il controllo, sbattendo sulle piastrelle alle mie spalle.
- Lucas, ci metterò poco! Devo solo prendere le ultime cose, sarò di nuovo qui domani mattina. - Mi sfiora allungando il braccio, ma la scanso.
- Quindi mentivi, quando mi hai detto che avrei potuto dormire qui anche oggi! - Mi lamento, spaventato all'idea di perderla di nuovo, come ogni santa, dannata volta.
Le sue dita si legano dietro il mio collo. Mi deposita un bacio leggero appena sotto l'orecchio, poi uno sulla guancia e infine si blocca, fissandomi con fare serio negli occhi: - Domani mattina sarò qui! Lo giuro.
🖋️Spazio Autore
Sera!!! Si lo ammetto me la sto prendendo un po' comoda😅.
Finalmente ho modificato questi due ch. Che mi mandavano in crisi. ( Voi magari non lo ricorderete ma la scena era di loro in camera, poi in bagno, poi di nuovo in camera e di nuovo in bagno😅 ora almeno é piú lineare. )
Dal prox ch però si cambia! Ho fatto delle modifiche piú sostanziose sperando di aver migliorato il tutto❤️ ci rivediamo quindi martedí prossimo☺️.
Grazie ragazzi vi vedo a mettere like ai video su tiktok e grazie a chi li commenta anche🫶🏻.
Ogni lettura, su wattpad é importante quindi sappiate che, davvero, vi sono riconoscente!!!
Un saluto a tutti e a presto😁❤️
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