Ch. 9: Un "duro" colpo
《Io ho imparato a far buon viso a cattivo gioco, mi rende molto, mi costa molto poco.》
Bassi Maestro
Il viaggio in auto è breve e nessuno ha il coraggio di dire una parola.
Arrivati a scuola percepisco un groppo alla gola che non si scioglie e il cielo grigio, carico di pioggia, aumenta il mio stato di malessere.
Qualche curioso lancia occhiate all'interno dell'auto ancora ferma, con l'obbiettivo di constatare che Liam non sia stato arrestato come invece si vocifera.
Vorrei fermarlo, ma mi sento impotente e spaventato.
Mette in moto e si allontana velocemente dopo averci rivolto un silenzioso cenno di saluto col capo che Alexis non ricambia. Sembra arrabbiata... e non solo con me!
La giornata procede monotona. Giusto l'ora di ginnastica mi risveglia un po' dalla condizione di trance in cui mi sono sentito fino ad ora.
La lezione si tiene all'aperto, approfittando del fatto che il tempo ancora regga.
Sono così in ansia per mio fratello che nemmeno ho più ripensato alla catastrofe di questa mattina, credo di aver un po' esagerato con Lex.
La osservo, mentre la corsa mi scioglie i muscoli e mi rilassa. È splendida con i capelli raccolti nella coda alta che le dondola sopra al fondoschiena e con le labbra dischiuse per l'affanno. Mi riaffiora alla mente l'immagine del suo seno scoperto a pochi centimetri dal mio viso e la sua voce che, ansimando, mi chiede di baciarla.
Sono consapevole fosse solo un sogno ma vorrei davvero conoscere la conclusione di quella frase lasciata a metà, inventata dal mio subconscio ed interrotta bruscamente dalla dura realtà.
Riesco ancora a sentire il suo sguardo sfiorarmi gli addominali bassi e posarsi sul mio sesso; ed è già troppo tardi...
Scuoto la testa nell'inutile tentativo di scacciare quel pensiero ma il suo petto, che si alza e si abbassa per la corsa, cattura nuovamente la mia attenzione.
Un brivido implacabile attraversa il mio corpo elettrizzando ogni nervo.
Merda, merda, merda!!! Impreco tra me e me quando l'erezione riaffiora prepotente.
Cerco di respirare e smetto di guardarla, come se mi avesse bruciato, ma non serve a nulla.
Mi affretto a sedermi sulle gradinate che costeggiano la pista di atletica, cercando di mantenere un atteggiamento disinvolto.
Appoggio il piede destro sul ginocchio opposto, accavallando le gambe per quanto mi sia possibile, considerato che sono snodato come un pezzo di legno e che nel mezzo mi ritrovo un problema ingombrante.
Tiro la maglietta aderente che indosso nel patetico tentativo di coprirmi, ma i pantaloni della tuta non lasciano spazio all'immaginazione.
Non ho il coraggio di guardarmi intorno e di scoprire quanta gente mi stia fissando allibita e divertita. Non posso credere di trovarmi nuovamente in questa situazione.
Possibile che solo guardandola mi torna duro?!
- Abbiamo un bel problema, vedo! - I miei occhi scattano in direzione di quella voce che riconosco e lei è li, in piedi, accanto a me. Mi osserva con aria divertita e maliziosa, trattenendosi il labbro inferiore tra i denti.
- Che succede Lucas, ti serve una mano? - Ridacchia Hanna, sfottendomi, senza mai distogliere l'attenzione dal mio membro che oggi sembra aver perso ogni controllo. Nemmeno avessi dodici anni!
Non so davvero che diamine fare. Sono ridicolo, qui immobile, con un lembo di maglietta tirata allo stremo che non copre niente.
Qualcosa di soffice, improvvisamente, si adagia sul mio inguine e un odore di vaniglia e di casa mi raggiunge e si propaga nelle narici, peggiorando ancor di più la situazione.
Alexis è sotto le gradinate che mi fulmina, sembra voglia uccidermi.
La sua felpa appallottolata è posata sul mio bacino, proprio dove il rigonfiamento spiccava sul tessuto grigio.
- Fossi in te, mi farei vedere da un medico! - Sputa acida, mentre si appresta a riprendere la corsa che aveva interrotto.
- A me sembra che là sotto funzioni tutto egregiamente! - Ribatte Hanna con un tono di sfida, senza preoccuparsi di essere sentita dai nostri compagni che, curiosi, cercano di capire cosa stia succedendo.
Alexis incenerisce anche lei e riprende a muoversi senza degnarla di una risposta, accodandosi all'orda di zombie che gira sulla pista.
- Tutto ok? - Mi chiede nuovamente la biondina, questa volta con tono preoccupato, prendendo posto sul gradino grigio e polveroso accanto a me, fissando il campo.
- Giornataccia! - Ribatto secco.
- Chissà perché, più ti conosco e più ho l'impressione che tu dello stronzo che va con chiunque respiri abbia solo l'aspetto... - Mi confida, continuando a trovare la situazione esilarante a quanto pare.
- Ti ricordi, vero, il nostro appuntamento di sabato? - Ridacchia ancora, quando le faccio un segno d'assenso con la testa.
-Forza, tirati su, non sta crollando il mondo ed io ho in ogni caso apprezzato lo spettacolo. Hai solo bisogno di divertirti un po', probabilmente!
Se il tuo problemino li sotto è risolto muoviamoci a tornare, prima di beccarci una strigliata! -
Hanna parla, ma io non la sto più ascoltando. I miei sensi sono tutti puntati su ciò che sta accadendo vicino al campo da football.
Riesco solo a vedere il polso di Alexis stretto nella mano di un ragazzo in divisa ed ora sì, che l'erezione si è volatilizzata.
- Chi è quel coglione? - Domando alla ragazza che mi affianca, senza distogliere lo sguardo da ciò a cui sto assistendo.
- Asher Luis, nonché capitano della Breintree High School. Un coglione! - Afferma sicura, ed io so benissimo chi è.
Mi alzo di scatto e a passo spedito attraverso il campo, osservando Lex tentare di liberarsi il braccio dalla sua presa.
- Qualcosa non va!? - Chiedo appena giunto alle loro spalle.
Il cretino si impettisce e toglie il casco, mostrando il suo bel faccino da schiaffi.
- Hey, Morris, tutto splendidamente! - Esordisce con uno sguardo che urla: "Levati dal cazzo!".
- Sparisci Lucas! Ci manchi solo tu! - Mi liquida Lex, approfittando del momento per tentare di defilarsi; ma l'idiota mi supera e la raggiunge nuovamente, posandole una mano sulla spalla.
- Forza Micheal, accetta! Ti ho solo chiesto un caffè. Perché devi sempre rendere tutto difficile? - Prosegue l'imbecille. Sembra non voler proprio capire che le sta solo dando fastidio.
- Ti ho già detto c~ - Prova a rispondere lei, tentando ancora di liberarsi.
- Mi spiace capitano, oggi abbiamo da fare. Non può proprio accompagnarti da nessuna parte! - Mi intrometto, ponendomi nuovamente tra i due.
Siamo alti uguali e benché anche i nostri fisici si equivalgano, le imbottiture della divisa lo rendono decisamente più massiccio.
Luis socchiude gli occhi, trasformandoli in due fessure. So che sta cercando di trattenersi per non dare spettacolo.
- Tu cosa saresti? Il cane da guardia di tuo fratello che la controlla quando lui non c'è? Oppure, ora che Lessie è tornato a casa, ve la sbattete a turno? -
E io mi pento. Mi pento all'istante di quello che le ho detto questa mattina. Capisco perché mi odia, non sono meglio di Asher Luis... Sono un imbecille anch'io!
Serro di scatto pugno e mascella. Sto per fare un passo ma Alexis mi strappa indietro, tirandomi per la maglietta, senza curarsi di graffiarmi la pelle nel farlo. Si pianta di peso sopra al mio piede sinistro e interviene per evitate la lite.
- Cazzo Asher, la finisci di fare il cretino? È proprio per questo che non esco con te! Non sono una cazzo di proprietà, tantomeno un trofeo! Sono tre mesi che me lo chiedi. All'inizio eri anche simpatico ma ora stai diventato odioso! -
Se la sua intenzione era di evitarci lo scontro, ora invece il tipo umiliato che mi sta davanti, oltre all'essere un filo arrossito, ha deciso di non lasciare in vita testimoni e di farmi fuori alla prima occasione.
Un po' ci godo, lo ammetto!
Ci fissiamo per qualche secondo, come se tutto intorno si fosse dematerializzato: i giocatori sul campo, le ragazze pon-pon che inneggiano cori, i miei compagni che ancora corrono come automi. Percepisco solo il frusciare delle chiome degli alberi e l'aria carica di umidità che preannuncia un temporale.
La tensione si spezza con l'urlo di un ragazzo che corre verso di noi: - Capitano, palla! Ci servi in campo! - Lo richiama Mayer, effettuando un lancio perfetto che atterra con forza, preciso, tra le sue mani.
- Ci rivediamo presto Morris! Ciao Alexis! - Ci saluta Luis, con una voce fintamente gentile, prima di schiantarmi il pallone con tutta la sua forza all'altezza della spalla.
Lo blocco incassando il colpo senza darlo a vedere, ma avverto un dolore acuto nel punto in cui ho percepito la ferita riaprirsi.
Resto fermo qualche istante, riprendendo fiato e aspettando che il male si attutisca.
- Mi spieghi perché ti sei dovuto intromettere, Lucas? Vuoi finire per metterti contro tutta la squadra di football o hai solo manie di protagonismo?! -
- Luis! - Urlo, quando oramai ha raggiunto gli altri, attendendo che si volti per restituirgli la palla a cui imprimo tutta la forza di cui dispongo nel braccio. La stoppa senza fatica e, con un ghigno soddisfatto e canzonatorio, riprende a giocare.
- Ti stai per caso preoccupando per me? Tranquilla, non ho intenzione di inimicarmi nessuno! - Torno a rivolgermi ad Alexis con aria fintamente stupita, riprendendo il discorso.
- Quand'è che avremmo deciso di fare qualcosa insieme questo pomeriggio? - Domanda, con le sopracciglia inarcate, ignorando volontariamente ciò che le ho chiesto.
Mi guarda. E, per la prima volta da quando sono tornato, non c'è astio o rancore nei suoi meravigliosi occhi d'ambra, anzi, potrei quasi giurare di aver intravisto un mezzo sorriso.
- Ho promesso a Liam che ti avrei accompagnata a casa tua, oggi. - Confesso, e il suo viso torna a spegnersi di ogni luce che l'aveva illuminato poco prima.
- Dovevo immaginarlo... - Sussurra, nello stesso istante in cui la voce del professore annuncia la fine della lezione e ci fa segno di raggiungerlo.
Ci aspetta una ramanzina coi fiocchi! Spero non ci metta a fare cinquanta giri di campo, perché tra il dolore alla spalla dovuto alla pressione dell'ovale sulla ferita e il piede che mi ha martoriato Lex non potrei sopravvivere.
Quando finalmente ci lascia andare, con la promessa di recuperare i giri la prossima volta, quasi tutta la nostra classe ha lasciato gli spogliatoi e al suo posto mi ritrovo la squadra di football al completo che gira mezza nuda, tra docce e armadietti.
Credo che Dante abbia descritto uno dei gironi dell'inferno proprio in questo modo... e se non l'ha fatto, è perché ai suoi tempi non esisteva il football e non aveva mai visto le chiappe di Asher Luis che si lega l'asciugamano in vita.
Mi defilo in un angolo poco illuminato, tra una panchina e il fondo della stanza, cercando di tenere a bada il panico che mi provoca lo stare in questo maledetto posto.
L'odore di polvere e sudore è soffocante. Afferro i vestiti dall'armadietto e mi cambio il più velocemente possibile.
Rinuncio alla doccia. Tanto per il minuto che ho corso non è necessaria e, soprattutto, voglio uscire da qui prima che mi venga un attacco di panico o che il cazzone mi noti. Ma figuriamoci se potevo avere un po' di fortuna!
-Hey, Morris, eccoti di nuovo! Stai diventando peggio di un infestante! -
Faccia da schiaffi si avvicina di qualche passo, attirando l'attenzione degli altri ragazzi che smettono di fare chiasso.
- Senti, mettiamo subito in chiaro le cose. A me non frega un cazzo di chi sia tuo fratello o di chi sia tu. Voglio solo non averti tra i piedi! -
Mi scruta, forse aspettandosi un segno di assenso che da me non arriverà.
Non ho davvero voglia di mettermi a litigare, ma è più forte di me. Appena ripenso a questo demente uscito da una rivista di moda che strattona Alexis per il polso, mi sale il nervoso ed ho solo voglia di spaccargli la faccia. Ma resto immobile.
- Certo che da tuo fratello non hai preso proprio niente! I tuoi occhi e i tuoi capelli sono quasi neri e il tuo tiro aveva, forse, la potenza di lancio di uno dei giocatori più scarsi di questa squadra! -
Non rispondo all'ennesima provocazione, notando le espressioni infastidite delle riserve.
- E di certo non hai la minima idea di cosa voglia dire avere le palle. Sai solo stare lì seduto a testa bassa! - Mi insulta, non ottenendo alcuna reazione. Ma a questo punto, se la vuole, sono pronto a dargliela dritta sul muso!
Mi alzo in piedi di scatto. La panca alle mie spalle produce un rumore metallico che risuona in tutta la stanza, appesantendo l'aria tesa che già si respirava.
- Non ha usato il braccio principale, capitano! Per questo il lancio è risultato meno potente! - Si intromette Mayer.
Asher lo guarda perplesso ed infastidito, ma lui prosegue. - Lucas è mancino, ha tirato con la destra! -
- E tu che ne sai? - Chiede Asher incazzato nero e, sinceramente, me lo sto domandando anche io!
- Da piccoli abbiamo giocato insieme qualche volta. I nostri fratelli maggiori uscivano nella stessa compagnia e, ai tempi, ci è capitato di fare qualche lancio. Lucas usa la sinistra mentre oggi ha lanciato con la destra! - Ripete, quasi a volerglielo ficcare in testa.
Finalmente l'idiota, ancora mezzo nudo, si ammutolisce.
- Se è così, non vedo l'ora di vederti giocare! -
Quel finto invito, chissà per quale motivo, mi sembra una sentenza di morte annunciata.
Riacquisto la calma e non gli do soddisfazione. Mi sbrigo a chiudere il borsone e ad infilarmi le scarpe.
Sono consapevole che Luis stia solo aspettando una scusa per potermi riempire di botte, ammesso che ci riesca, e non intendo rivivere l'inferno di Portland.
Sicuramente essere picchiato da undici titolari più cinque riserve non è nei miei piani.
- Certo, capitano! - Rispondo con un tono che è a metà tra il serio e la presa per il culo e mi dirigo a testa alta, ma senza incrociare lo sguardo di nessuno, verso la porta.
Asher non sembra volersi spostare, ed io non ho certo intenzione di chiedergli il permesso o di spiaccicarmi contro la parete puzzolente di questo maledetto spogliatoio per evitarlo, quindi raddrizzo la schiena e mi preparo all'urto.
Le nostre spalle si scontrano. Nessuno dei due arretra di un millimetro.
Il dolore però è insopportabile e mi ritrovo a fare una mezza rotazione per superarlo, fingendo di non vedere la sua faccia compiaciuta.
Affretto il passo, tenendomi il braccio, senza voltarmi.
- Capitano, davvero prenderemo Morris in squadra? - Sento domandare un ragazzo più giovane ma non resto per sentire la risposta.
Ringrazio per essere uscito indenne da questa situazione, troppo familiare per i miei gusti, e mi sbrigo a raggiungere Lex. Voglio accompagnarla a casa sua il prima possibile e andare a medicarmi questa dannata ferita.
🖋Spazio Autore
Sera a tutti!👋
Lucas sembra essere davvero in difficoltà e sicuramente per ora Alexis vince 3 a 0!
Inizia ad essere un po' più sopportabile la protagonista femminile?
Grazie davvero a chiunque sia arrivato fin qui. Un grazie ancora più grande a chiunque lasci una stellina o un piccolo commento che mi spinga a continuare con l'entusiasmo che ho ora!🥰💋
Nel prossimo capito le cose si scalderanno ancora!😁
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