Ch. 62: La Resa Dei Conti Pt.3
Dopo solo pochi minuti, l'obiettivo che si sono prefissati, oltre a vincere, è chiaro: mi vogliono morto!
Non c'è azione in cui non finisca a terra, placcato con una potenza tale che chiunque rischierebbe di rompersi anche l'osso del collo.
Il gioco riparte, Asher prende la palla e la indirizza a Tim, che prosegue verso di me.
Fisso l'ovale roteare in aria, nel cielo, ora, azzurro. L'afferro. La mia spina dorsale si schianta al suolo, sento il tonfo ripercuotersi per tutto il corpo.
Maledizione! Il mio pugno colpisce il terreno e mi libero dei due energumeni della difesa avversaria.
Volevo spaccare le gambe ad Allen, e invece non riesco nemmeno ad avvicinarmici.
Resta a fondo campo, non mi stacca gli occhi di dosso, sempre più irritato dal vedermi rialzare alla fine di ogni azione.
La verità è che non so per quanto riusciró a farlo.
Un altro fischio.
Reagisco istintivamente al suono, piego le ginocchia e apro le braccia.
Ash stringe il pallone, mi individua, ma questa volta, anziché prepararsi al lancio, inizia a correre.
Non la consegna, passa al running back. Tim, spiazzato, lo osserva a mani vuote.
Avanzo, assecondando il nostro capitano che, nel mentre, si sta dirigendo senza il minimo timore verso Allen.
È una manovra del tutto improvvisa, ma funziona!
La difesa si schiera e lui accelera.
Non riesco a vedere nient'altro. Finisco al tappeto.
Porca puttana, che male!
Ero completamente fuori dallo schema, che diavolo di bisogno c'era?
Quando riapro gli occhi, Luis ha varcato la end zone e sta scaraventando la palla a terra.
Sì, cazzo, ce l'ha fatta!
- Fai pure! - Ash punta il dito in direzione di Allen, che si sta rialzando a poca distanza. - Tu massacra lui, e io mi porto a casa la partita! - grida sollevando le braccia, a pugni chiusi, oltre la testa, in segno di vittoria.
Sorrido di sbieco scuotendo il capo per l'incredulità.
Amo quel pallone gonfiato, anche se li ha appena incitati a farmi fuori.
Il gioco riprende.
Io vengo escluso da ogni iniziativa e, finalmente, torno a stare in piedi per più di tre minuti consecutivi.
Il tabellone aggiunge gli ultimi punti, siamo agli sgoccioli, dobbiamo muoverci se vogliamo assicurarci la partita!
Uno sguardo d'intesa col nostro capitano e siamo pronti.
Tim passa, io salto.
Il colpo sullo sterno mi svuota i polmoni e i palmi aderiscono all'ovale ruvido.
- Vai, Morris! Vai! - Urla il coach con tutto il fiato che ha in corpo.
Stringo la presa e procedo con fare deciso, senza nessuno che mi marchi. Allen si piazza sul mio cammino.
I miei occhi nel vuoto dei suoi. La voglia di vendetta, di rivincita, di chiudere con il passato, mi inondano e il cuore batte forte. Carichiamo entrambi, nessuno rallenta.
L'impatto è duro e la stanchezza si fa sentire, insieme alla botta in testa ricevuta nel parcheggio.
Il sapore del sangue si riversa in gola attraverso il paradenti. Cado al suolo, la palla ancora tra le mani, il peso di Allen sopra di me.
Il grido di dolore mi si incastra tra i denti e si blocca nell'avvertire più di ottanta chili far pressione sul mio ginocchio.
Strizzo le palpebre. La rotula oppone tutta la resistenza possibile per non frantumarsi.
- Lucas! Arbitro!- Chiama Ben, il peso sparisce dalla mia articolazione e il fischio si diffonde acuto in campo, insieme alle urla spaventate di Alexis e dei tifosi.
- Sei una nullità e lo resterai sempre! - La sua voce mi arriva come veleno nelle orecchie, mentre il bruciore mi annebbia la vista.
- Mark! - Lo richiamo col poco fiato che ho nel petto, prima che la visione delle sue scarpe bianche si allontani troppo dal mio viso, ancora al suolo.
- Ho degli amici che darebbero il culo per me! - punto i gomiti sul campo e mi sollevo in parte.
- Una ragazza che non potrai mai nemmeno sognarti di avere! - pianto a terra il ginocchio che riesco a muovere per non perdere l'equilibrio.
- E una madre che, seppur psicopatica, non abusa dei suoi studenti! - Mi rimetto in piedi e alzo la testa.
- Io ho già vinto! Quindi impegnati per non perdere almeno questa partita, perchè è l'unica cosa che ti resta! - gli sorrido, da figlio di puttana, nel modo in cui mi ha insegnato lui.
Serra la mascella e i suoi occhi prendono fuoco. Fa un passo nella mia direzione, ma Tim appare tra noi e mi solleva il braccio, accompagnandomi alla panchina. Zoppico mentre vengono assegnati 15 punti di penalità alla squadra avversaria.
- Tutto bene, Lucas? - Mi domanda Max, preoccupato.
- Benissimo, sto per fare un touchdown! - Gli rispondo, mostrando trentadue denti che immagino siano ricoperti di sangue, data la sua espressione disgustata.
Mi giro verso gli spalti, cercando lei.
Lei, che ha gli occhi lucidi incatenati ai miei.
Lei, con i capelli sciolti e il giubbotto aperto, come se non sentisse il freddo.
Lei, appiccicata alla rete, che sembra potermi toccare anche da lì.
Certo che ho già vinto!
- Tenete duro! Manca poco! - L'allenatore si sistema in continuazione il berretto.
- Coach, mi metta come running back! - Sovrasto tutte le voci concitate dei miei compagni.
- Ne sei sicuro, Morris? Hai già preso dei bei colpi! - Mi studia il ginocchio aggrottando le sopracciglia.
- Ne è sicuro, coach! - Risponde Luis, rivolgendomi un ghigno fiero, pronto ad appoggiarmi.
- Bene! Allora tu, Tim, prendi il suo posto! Ben, Max, voi coprite Morris! Cercate di non farlo ammazzare! E vediamo di mandarli a casa con la coda tra le gambe!
Sfiliamo per l'ultima azione verso il campo.
- Lucas! Vinci questa partita o farò sapere a tutto il campus che le voci sulle tue doti a letto sono balle!
Come se non lo avesse appena urlato davanti a tutti i presenti, Alexis mostra il sorriso più bello che le abbia mai visto sulle labbra.
I miei compagni scoppiano a ridere e tutto il pubblico femminile che è venuto a vederci si anima.
Sollevo un sopracciglio: - Stronza! - Sibilo, rivolgendole il terzo dito.
Faccio un respiro che mi aiuta a scaricare tutta la tensione.
- Hut! - il nostro centro, passa la palla da sotto le gambe ad Asher.
Ci siamo! È la mia partita.
Cerco di non caricare l'articolazione.
La ricevo. Il cuore pompa e una scossa mi attraversa il ginocchio.
Per un attimo perdo l'equilibrio e mi sbilancio in avanti, la difesa avversaria avanza nella mia direzione. Max interviene, bloccando l'armadio con la divisa verde.
Ben mi sorpassa, lanciandosi con tutta la sua mole su un altro giocatore.
Ora sono solo. Corro a più non posso, sentendo i miei compagni urlare come forsennati. Stringo i denti che scricchiolano e ricaccio il male che mi percorre la gamba.
Salto quel tanto che basta per evitare che il numero dodici mi atterri ed eccoci, di nuovo uno di fronte all'altro, riesco a scorgere i piccoli occhi neri appena visibili oltre le protezioni.
Ripenso a ogni momento, ogni umiliazione, ogni ferita, a lei nel bagagliaio.
Aggrotto le sopracciglia e abbasso la testa.
Non sento più niente, i suoni, il dolore, vedo solo lui che dilata le pupille e rallenta.
Mi sembra quasi che, per un istante, arretri di un passo, ma non ha importanza: il suo corpo si alza da terra appena le nostre imbottiture entrano in contatto. Spingo, sentendo l'attrito del terreno sotto le scarpe e il suo stomaco modellarsi sopra la mia spalla che lo solleva verso l'alto.
Imprimo tutta la forza che ho in quello scontro, tutta la rabbia che rimonta.
Allen ricade a terra con un tonfo, dietro di me. Con le ultime falcate e gli ultimi respiri brucianti nel petto, raggiungo la linea bianca.
Scaglio l'ovale a terra e pronuncio le parole che decretano il punto e la partita. Non solo quella di oggi, anche quella della mia vita.
- Touchdown! - Si sente urlare dal campo, dalla panchina, dal pubblico. Quel suono invade la mia testa, mentre dieci energumeni sporchi e sudati mi innalzano oltre le loro teste e il fischio dell'arbitro segna la fine.
Scivolo oltre la schiena di Max, defilandomi dai festeggiamenti.
Lancio il casco e mi butto nella mia ultima corsa, quella che mi porta da lei.
Mi segue da dietro la rete metallica fino al punto in cui posso oltrepassare la balaustra e raggiungerla.
Il ginocchio fa un male allucinante ma, cazzo, è finita.
Mi si schianta sul petto. Le sue mani mi afferrano le guance, le sue labbra si stampano sulle mie.
- Ce l'hai fatta! - Mi salta addosso, aggrappandosi con braccia e gambe, emozionata come mai l'ho vista.
- Attenta al ginocchio, principessa! - preoccupata, guarda il suolo e, prova a scendere ma la trattengo.
La mia bocca trova nuovamente la sua. La bacio, furiosamente, appassionatamente, nemmeno ci fossimo aspettati per una vita intera.
Le sposto i capelli oltre le orecchie. Il viso accaldato, bagnato dal mio sudore, gli occhi che luccicano.
- Cazzo, quanto sei bella!
Inclina la testa. - Anche tu non sei male, Morris.
- Ah, davvero? - sogghigno, incurante di tutto ciò che ci si sta muovendo attorno.
- Sì, ammetto tu sia sexy con questa divisa addosso. - sibila contro il mio lobo.
La riappoggio a terra con un sopracciglio sollevato e un'espressione maliziosa a incurvarmi la bocca.
L'afferro per la mano e la trascino con me.
Grida, applausi e risate continuano. Noi procediamo, defilati, a bordo campo.
Imbocco il solito sottopassaggio che conduce agli spogliatoi con una sola idea in mente.
Di colpo, però, si ferma e lo strattone improvviso mi divide da lei.
Mi volto.
Spalanco gli occhi.
- Lasciami!
La figura di Allen avvolge in buona parte quella di Alexis. Le blocca il polso dietro la schiena e col braccio, che le segue la clavicola, la tiene stretta contro il petto.
- Non abbiamo ancora finito, vero, Lucas? - scandisce quelle parole a pochi millimetri dal collo di Lex, che inclina il viso disgustata.
- Lasciala, figlio di puttana!
Mark assottiglia lo sguardo.
- Fossi in te, non mi atteggerei in modo così antipatico. - sogghigna, con i capelli neri che gli ricadono ai lati della faccia.
- Che cazzo vuoi ancora? - Faccio un passo verso di lui.
Il palmo della sua mano scivola sulla gola sottile di Lex e la punta della lingua gli inumidisce il labbro inferiore: - Ah, ah, Lucas! Nessuno vuole che questa bellezza si faccia male, vero?
Stringo la mascella ripetutamente, senza ribattere.
- Ora noi tre andiamo a farci un giro! - Mi sorride.
🖋️ Spazio autore
Giuro non lo faccio apposta😅😅😅
Sono 4 ch che dico che la storia è finita e non finisce mai...
MA CE L'HO FATTA! Ho scritto l'ultimo!
È pronto solo da sistemare e esce martedì prissimo🥹❤️❤️❤️
Sopportatemi ancora per un pochino!!!
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