Ch. 61: La colpa di tutto
«La principale e la più grave punizione per chi ha commesso una colpa sta nel sentirsi colpevole.»
LUCIO ANNEO SENECA
Il brusio che fermenta nella caffetteria mi rimbomba nelle orecchie, dondolo sulla sedia cercando di estraniarmi da tutto.
Che emicrania!
Ho passato la notte a fissare il cellulare e a odiarla. Mi sono insultato e l'ho odiata persino di piú, forse piú di ogni altra volta. Perché questa, questa si che ci avevo creduto.
Distinguo di nuovo il cigolio della porta che viene aperta. Volto di scatto la testa, come posseduto, pur sapendo che non sarà lei nemmeno adesso.
Due ragazze stanno prendendo posto nel tavolo dietro al nostro. La cameriera attraversa la sala con una fetta di cheesecake in mano, mentre, dall'ingresso, entra un ragazzo alto con gli occhiali e l'aria da secchione. Lo seguo con lo sguardo, maledicendolo per essere solo se stesso, mentre raggiunge la tizia stramba coi capelli rosa che studia in disparte.
-Lucas, calmati! Arriverà.- Mayer mi distoglie dalla scena dei due che si salutano con un bacio veloce.
-Tu dici?- lo sfido fissandolo negli occhi castani. - Non sarebbe la prima volta che si dilegua, no? -
Dovevamo vederci alle 10.30, aveva scritto:" ok!" invece, dopo aver visualizzato quello stupido messaggio, è sparita ed é in ritardo di un'ora e mezza.
-È... diverso. È una vita che siete cotti l'uno dell'altra, ora state insieme. - Hanna mi sorride triste, cosa che non mi fa stare per nulla meglio.
Ash al suo fianco le stringe il braccio intorno alle spalle. - Che vuoi?! - Solleva il mento quando i nostri sguardi s'incrociano.
Abbasso le palpebre e sospiro, sfinito. -Ash, davvero, non~
-Non voglio sapere nulla! È un capitolo chiuso. -
Scuoto il capo, so che vuole solo farmi pesare un po' la storia del bacio, ma oggi ho altri problemi.
Di nuovo, i cardini della porta stridono e il mio udito torna ad avvertire solo ciò che accade in quel punto. Mi impongo di restare fermo, di non cedere alla speranza.
Sono le pupille di Hanna che si dilatano, seguendo un movimento alle mie spalle, che mi chiudono lo stomaco.
Scusate il ritardo! - Alexis, affannata, si affianca al nostro tavolo.
Io accentuo il broncio e sento il cuore contrarsi, provocandomi un dolore sordo al petto.
- Tranquilla! Ci siamo presi un caffè e anche l'idiota qui è arrivato due minuti fa per recuperare un test. - La accoglie la streghetta, parlando di Ash.
Alexis si avvicina. Io guardo dritto di fronte, intravedo solo i suoi jeans alla mia destra.
Perché diamine sono sporchi di fango?
Si china verso di me, forse nel tentativo di darmi un bacio.
Non penserà di far finta di nulla!
Non mi smuovo di un millimetro e lei, con nonchalance, si rialza e si siede sulla sedia che le ha sistemato Ben.
Ahiaa!
Cazzo che male!
Il mio ginocchio scatta e sbatte sotto il tavolino facendo traballare tazze e tazzine che vi sono sopra.
Stringo le dita intorno al punto in cui la scarpa di Hanna mi ha colpito lo stinco. Lei mi fulmina e mi sembra di sentire la sua voce: "Smetti di fare il cretino!"
Sbuffo ma le do retta e, finalmente, la vedo.
Ha le occhiaie, i capelli legati ed é pallida. Che cosa le é successo?
La rabbia e la paura che provavo pian piano sfumano.
- Hai preso tutto dall'amica di tua madre? - Bofonchio, girato appena nella sua direzione.
- Sì! Ho portato le ultime cose! Ora non ho più bisogno di andarci. - Fissa tranquilla il cameriere, senza guardarmi.
Ora fa lei l'offesa?
L'odore del caffè e dei dolci sfornati mi arriva alle narici e l'appetito torna improvviso.
-Si può sapere che fine avevi fatto?- sibilo cercando di non mostrarmi offeso o ferito.
-Ieri ho ~
- Allora Micheal?! Racconta un po'! Dopo averci interrotto l'altra sera, l'idiota qui, ha vinto la scommessa?- Luis poggia il berretto sul tavolo e si riavvia i capelli.
È impazzito? Gli pare il momento?!
Alexis abbassa lo sguardo e sorride un po' imbarazzata.
Sono morto!
-Ash!- lo richiamo.
- La mia tecnica segreta ha funzionato o ti sei preso un ceffone come immaginavamo? - Prosegue a dar aria alla bocca spostando l'attenzione da lei a me.
Io e Ben spalanchiamo gli occhi al punto che i bulbi rischiano di caderci fuori dalle orbite.
No, mi correggo!
Ora sono davvero morto!
Smetto di guardarlo male e mi volto di scatto, per constatare immediatamente quale sia l'espressione di Alexis. Ma un piercing verde all'ombelico si frappone tra il mio naso e la ragazza con cui ho urgente bisogno di chiarirmi.
- Lucas! - Mi richiama una voce che purtroppo riconosco.
- Non ora! - La freddo, perentorio.
Mi sporgo oltre il fianco della rossa, ricercando quelle iridi gialle che tanto ho sperato di vedere oggi.
- Mi spiace averti disturbato! - Sputa, acida Zoey. - Volevo solo ridarti questa!
Della stoffa aggrovigliata mi finisce in faccia, oscurandomi la visuale.
-Ieri sera l'hai scordata da me!
Cosa? Che cazzo sta dicendo?
Tolgo la maglia che mi copre il viso e riconosco la scritta Braintree.
Le sue labbra dipinte di rosso si piegano in un sorriso soddisfatto e le guance puntinate di lentiggini si sollevano vittoriose.
Merda!
La mia sedia si ribalta sul pavimento, ignoro la stronza che è ancora in piedi al mio fianco e corro dietro a Lex che, senza lasciarmi nemmeno il tempo di aprire bocca, se ne sta andando.
L'avevo lasciata una vita fa quella stupida maglia!
Non può crederle!
- Alexis! - La chiamo per la centesima volta quando la raggiungo appena fuori la caffetteria.
- Io davvero... - Inizio a parlare ma le parole mi si incastrano in gola.
Ha gli occhi lucidi. - Non mi toccare! Sono stata una cretina a pensare, anche solo per un secondo, di poterti credere!-
Mi sfida con la schiena dritta e la testa alta.
Ovvio che le crede, invece!
Come può anche solo pensare...
Allungo una mano per toglierle una lacrima ma me l'allontana col dorso della sua che subito le va a strofinare il viso.
-Non eri stato con nessun'altra vero? Biosogna essere degli idioti per ricascarci!- Apre le braccia.
Sono io il cattivo della storia, ora?
Immobile in mezzo alla strada, reggo a stento quello sguardo carico di delusione contornato dalla pelle arrossata.
- Nemmeno un giorno, Lucas!. Uno, cazzo!
-Ti calmi e mi ascolti?
Solleva il mento e mi sfida a proseguire. Le mie mani si posizionano sulle sue spalle e avvicino il viso.
-Non sono stato con nessun'altra!- naufrago in quell'ambra fusa. - Voglio solo e soltanto te!- risalgo col palmo sul suo collo. - Ho sempre desiderato te!- il mio pollice le accarezza la mascella, per arrivare alle sue labbra, che accarezzo in attesa che dicano qualcosa.
-Sei un idiota! - sospira e tutto il suo corpo si rilassa.
Sorrido. - È tu sei la solita Acida, ma ti amo. -
I suoi occhi si spalancano e il suo naso scatta dall'in su nella mia direzione. -Tu, che c~
La musica alta.
Lo stridio delle gomme sull'asfalto.
Succede tutto in un istante.
Con un braccio circondo Alexis e la allontano spingendola dietro di me.
Io resto lì mentre il pickup nero, sbandando, si ferma a poco più di un metro da noi.
Serro la mascella.
La portiera si spalanca.
- Morris, come mi sei mancato! - Jerry spunta dall'abitacolo; i denti storti, la pelle smunta e la faccia scavata.
Il respiro si blocca e la mente si svuota.
Serro la mascella, non lo considero. Cerco lui.
So che é lí!
I suoi occhi pece si legano ai miei attraverso il finestrino del guidatore, tutto l'odio accumulato negli anni torna a bruciare nelle vene.
Mark Allen.
- Stai litigando con la fidanzatina?- Jerry incrocia le braccia sul golf canarino e sporge il labbro inferiore.
-Cosa volete? - assottiglio lo sguardo è rilascio le dita contratte.
Ne ho contati tre, ancora in macchina, oltre all'idiota che parla.
- Non male! Non male, Morris! - Si rivolge a Lex, leccandosi le labbra.
Un brivido di disgusto mi percorre per intero.
- Vattene! - Le ordino da sopra la spalla.
L'auto sobbalza e dall'altro lato scende anche Anton. Con fare minaccioso si appoggia al baule. - Da quando sei tu che decidi di mandarle via? Di solito ci pensiamo noi!
- Lex, Vattene! Ora! - Ringhio e stringo di nuovo i pugni, pregando mi dia retta.
Lei arretra. Torno a respirare quando lentamente inizia a camminare verso la caffetteria, senza dire una parola.
- Micetta, non andare via! Resta qui! - Si sbraccia lo smilzo.
Ed eccolo, insieme all'ultimo seduto, anche Mark fa la sua apparizione.
Stessa espressione viscida, stessi capelli incollati all'indietro. Solo più grosso di come lo ricordavo.
- Era la tua ragazza? - Mi studia, provocandomi un vuoto allo stomaco.
- Una che mi sono fatto un paio di volte! - Rispondo secco e sostengo il suo sguardo.
- Allora non ti dispiacerà se me la scopo, uno di questi giorni!- Allen sogghigna. - Magari dopo avervi umiliato in campo.
Mi mordo l'interno della guancia così forte che immediatamente la pelle si lacera e il sapore di sangue mi inonda la bocca.
Le risate acide di quelli intorno mi penetrano nel cervello.
Vorrei ucciderli, anche solo per averla guardata ma do fondo a tutto il mio autocontrollo.
-Mi sembra presto per cantare vittoria Mark!
Nell'aria la tensione é cosí palese che chiunque si trovi a passare fa il giro largo.
Lui mi scruta, io sollevo l'angolo delle labbra in un sorrisino divertito. Indosso la migliore delle poker faces.
Non si scompone di un millimetro, mi perfora fin dentro l'anima, mi studia, analizza ogni mio movimento.
Ci sfidiamo, in questo silenzio surreale tutto pare svolgersi a rallentatore, solo le risatine idiote di Jerry e lo scrocchiare delle foglie secche fanno da sottofondo.
- Oh, guarda, Ben!- La voce di Ash spezza l'attimo e i miei due migliori amici appaiono sopra i gradini della caffetteria. - Quello che ha un debole per me é tornato a trovarmi!
Jerry in automatico parte nella loro direzione.
- Fermo! - Lo richiama il suo capo, senza nascondere l'espressione infastidita.
-Torna in auto! Siamo venuti solo a salutare un vecchio amico! Non vogliamo dare spettacolo. - mi sorride, falso. - Avremo tempo per sistemare le questioni in sospeso.-
Mi strizza l'occhio. -Ora devo pensare alla partita di domani. Dopo festeggeremo la vittoria con la sua fidanzatina.
Lo ammazzo!
Tendo le braccia e Serro i denti. Ben mi poggia una mano sulla schiena, invitandomi a non raccogliere la provocazione.
Gli occhi di Allen sono attraversati da un fulmine, le sue labbra si curvano in un ghigno diabolico.
L'ha capito.
- Ci vediamo in campo, Lucas. - Rientra in macchina, la portiera si richiude e la carrozzeria nera luccica sotto questo sole pallido.
Jerry mi mostra il palmo, lo sventola e, felice come lo psicopatico che é, segue gli altri.
-Dov'é Alexis? - domando alle mie spalle a Ben e a Ash.
-Ci é venuta a chiamare e credo sia rimasta con Hanna.- Risponde il primo, affiancandomi, senza distogliere l'attenzione dal punto in cui li abbiamo persi di vista.
-Domani é la resa dei conti!
🖋️Spazio Autore
È si, non l'ho rivisto quindi é pieno di errori.
Per chi segue la storia da un po', parte di questo ch l'aveva già letta ma un po di cambiamenti ci sono stati🫶🏻❤️.
Siamo alla fine!
Odio le storie in cui negli ultimi 15ch vivono tutti felici e contenti, si nota? 🤣😅 Il prossimo sarà l'ultimo ch🥲 credo di dividerlo in p1 e p2... Chissà
Grazieeee come sempre a tutti❤️❤️❤️
Grazie ragazzi che mi supportate nei video tiktok!!!!
Grazie a voi che commentate qui!!!
Grazie a te che mi metti le stelline e grazie anche a chi ha semplicemente apprezzato la mia storia al punto da leggere fino alla fine🫶🏻❤️☺️
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