Ch. 57: Preparazione
《La fortuna è ciò che capita quando la preparazione incontra l'opportunità.》
ELMER G. LETTERMAN
- Piantala, coglione! - Tiro il cuscino ad Asher, che non smette di sbellicarsi dalle risate.
Ben si limita a sogghignare rivolto alla finestra.
Cazzo, è imbarazzante! Bello avere degli amici con cui confidarsi.
-La volete finire? Sono serio! - Sbuffo, roteando sulla sedia.
Al posto loro, forse pure io starei morendo dal ridere.
- Non potreste andare da un'altra parte? - Si lamenta di nuovo Noah che tenta di riprendere a studiare.
- Vai a farti un giro! Ci piace stare qui, camera nostra è un porcile! - Lo liquida Ash recuperando una pallina dal comodino a fianco al letto su cui è stravaccato.
- Possiamo stare in caffetteria! - Gli rivolge un sorriso gentile Ben, guardandolo raccogliere le sue cose, ma Noah non gli risponde.
- Scusa! - Alzo una mano nella sua direzione mentre mi supera.
Si limita a restituirmi un cenno d'assenso che pare una smorfia e si richiude la porta alle spalle, lasciandoci soli.
Luis rompe l'attimo di silenzio: - Quindi... questa fantomatica tipa, di cui non ci vuoi dire il nome, non ne vuole sapere di venire... - Tiene le labbra arricciate all'infuori e un'espressione idiota sul viso.
Lo prenderei a pugni! Altro che faccia da copertina... se non la pianta subito rischia di ritrovarsi con una rinoplastica alla Picasso.
- Sicuro non sia frigida? - Aggrotta le sopracciglia serio.
- Non lo è.
Almeno non credo! Quella volta in piscina da Connor è venuta.
Era venuta, vero? Non l'ho immaginato.
- E allora, se non è lei il problema, sei tu! - Deduce il biondino, tirando la palla di gomma sulla parete che, con un tonfo sordo, rimbalza e torna tra le sue dita.
- Lucas, vi serve solo un po' di fiducia e di tempo. - Mayer si massaggia il collo.
Ma è proprio il tempo che con lei si riduce al minimo!
Ash si tira a sedere e si avvicina a lui. - Senza offesa, amico, ma di donne non sai un cazzo! - Gli dà un finto pugno sul braccio, facendogli alzare gli occhi al cielo.
- Ascolta me, Lucas, non sei messo così male lì sotto. Ovvio, non sei me! - ammicca Asher mentre prosegue con le sue deduzioni - Quindi... è per forza come lo usi!
Ben chiude le palpebre e scuote la testa, io lo guardo incredulo. In questi anni ho davvero sottovalutato il suo livello di deficienza.
- Grazie, Asher, per la tua analisi! Ci arrivavo anche io. Perché diavolo pensi che vi abbia chiesto aiuto e sia qua a farmi prendere per il culo da te? -
Mi spingo sulla sedia, scivolando sulle rotelle, e poggio il mento allo schienale.
Sospiro: - Non duro nulla, ragazzi!
- Fammi capire, le storie sulla tua bravura a scopare sono di nuovo tutte cazzate? - Scoppia a ridere il mio compagno di stanza fino a strozzarsi con la saliva.
Spero ci resti secco!
- E falla finita! Lucas è serio! - Lo riprende Ben, dandogli due poderose pacche sulla schiena per aiutarlo a non morire.
- No, cazzo! Non ho problemi di durata, di solito. Anzi ultimamente avevo persino il problema opposto. Ma con questa ragazza... - Stringo le dita sui jeans e fisso una foto di noi tre alla maturità, - È già la seconda volta che ci vado a letto e il risultato è sempre lo stesso: non duro più di cinque minuti. - spiego, sperando davvero di ricevere un consiglio.
Luis si alza e sfotte: - Devi per forza dirmi chi è! Voglio provare pure io questa Afrodite del sesso! Vediamo se riesco a farla urlare al posto tuo!
Smette di ridere e torna serio nell'esatto momento in cui incrocia il mio sguardo.
- Ti spacco la faccia se non la smetti! - Serro la mascella. Mayer è già tra di noi, quando mi rendo conto di aver esagerato e scorgo il logo del MIT University che mi si para a pochi centimetri dal naso.
Il biondino irrigidisce il collo e le spalle ma non si muove.
Abbasso gli occhi sulle piastrelle beige e mi afferro la nuca, poggiando i gomiti sulle ginocchia.
- Ash, sono giorni che sono nervoso per questa storia e per la partita con Allen.
- È Alexis, giusto? - Domanda il ragazzone ricciolo e richiude le braccia che poco fa dividevano me e Luis.
Io resto zitto ma non nego.
- È quando cazzo è tornata? - Ash, un po' scazzato, si butta nuovamente sulle lenzuola.
- Dalla sera della festa, quella in cui hai perso 30$ puntando sulle due gemelle. - Spiego.
- Ecco chi era il dieci che ti sei scopato al posto loro! Bel colpo! - Mi allunga la mano, sporgendosi sul fianco, per ricevere il cinque. Mi limito a guardarlo di traverso e non lo assecondo.
Sbuffa sonoramente e riporta la testa sul cuscino, lanciando la palla sul soffitto.
- Aspetta. Hai detto che era la seconda volta che andavate a letto assieme? - constata Ben, - Allora quando... - lascia la frase in sospeso.
- Il giorno prima che sparisse da Braintree. - Rispondo atono, fissando le locandine di anime apposte sul muro dal lato di Noah.
- La tua prima volta? - Esclamano all'unisono.
Annuisco e passo la successiva mezz'ora a riassumere tutto ciò che era successo all'epoca.
Asher pare voglia davvero darmi qualche consiglio valido e la cosa mi preoccupa.
- Dai, amico, non farmi entrare nei particolari! Sono in astinenza da quasi tre settimane!
Ma come fanno le donne a sopportarlo? Sollevo le sopracciglia con aria divertita.
- Concentrati! - Mi rimprovera.
- Mentre ci stai dando dentro, devi roteare col bacino!
- Ma se ti ho detto che rischio di venire in trenta secondi!
- Taci e ascoltami! Tu la prendi da dietro. Quando entri nel vivo, inizi a rallentare e a roteare, devi quasi fermarti. Bastano movimenti minimi e inizi a toccarla! - Assume un'aria da veterano.
- Ci ho già provato, non f~
- Fammi finire! - Mi interrompe aggrottando la fronte.
- Prosegui, quasi immobile, e la stimoli con le dita. Quando vedi che è lì per lì, con la mano libera, le stringi la natica, le infili la punta del pollice nel fondo schiena, e intensifichi un po' gli affondi. - Mima l'azione rimbalzando sul letto mentre Ben si massaggia le tempie.
- Un dito nel? - spalanco le palpebre poco convinto ma non mi lascia parlare.
- Attento a evitare possibili ceffoni! È pur sempre la Micheal. - Ridacchia un istante e subito si fa di nuovo serio, - Ma tu continua! E soprattutto... - si blocca e cerca i nostri sguardi.
- Immagina che il culo sia quello di tua nonna! Durerai molto di più!
Restiamo interdetti per un paio di secondi.
- Cazzo, Ash! - Si lamenta Mayer, disgustato.
- Non ci credo! Pensi davvero a tua nonna quando scopi? - Lo sfotto, domandandomi se realmente potrebbe funzionare.
Cazzo sto uscendo di testa pure io!
●●●●●●●●●●●¤●●●●●●●●
Luis in questi giorni ha una carica che non gli ho mai visto, in campo ha steso tre della difesa. Forse, anche lui, ha davvero voglia di spaccare la faccia ad Allen, oppure è tutta l'astinenza accumulata in questo periodo. In ogni caso, i ragazzi, trascinati dal loro capitano, si stanno impegnando oltre le loro capacità.
Abbiamo buone possibilità di vincere, anche se è chiaro che la vera partita si disputerà tra me e quel bastardo di Mark.
Dopo gli allenamenti mi sentivo disintegrato, volevo solo buttarmi nel letto e dormire, ma non so come mi sono ritrovato qui.
Per ora nessuno sembra divertirsi, le feste della Delta Gamma hanno stufato.
Ben chiacchiera annoiato con dei suoi compagni di corso. Asher, per stare lontano dalle ragazze, non mi si scrolla di dosso, continuando a bere. Finge di non notare Hanna che si scatena ballando con qualunque tipo le capiti a tiro, ma mi sono accorto del muscolo che gli guizza sulla guancia a intermittenza.
Spero solo che, infastidito dalla situazione, non finisca per fare una cazzata, facendosi la prima disponibile.
Io, scruto la gente. Passo da un'entrata all'altra, sperando di vedere spuntare un'unica persona.
Do una sorsata alla Bud che mi ha allungato Luis e, cazzo, eccola!
Mi volto nel momento esatto in cui il suo piede varca la soglia della porta e Alexis appare in tutto il suo splendore.
Da ragazzino impazzivo per lei, ma ora è diventata uno spettacolo che converge l'interesse di tutti quelli intorno.
Resto in disparte, la osservo avanzare con fare deciso fino alla zona con gli alcolici. Indossa una maglia semitrasparente che lascia intravedere il reggiseno.
Vorrei uccidere i due cretini che ha di fronte!
I jeans stretti le avvolgono le gambe.Si guarda in giro, come in cerca di qualcosa.
Attendo che mi individui e ricambio il suo sguardo, ma ciò che in realtà mi disturba è il tipo alto e moro che, inspiegabilmente, le sta vicino. Deve avere qualche anno più di noi e sorride come un ebete, con la sua giacca scamosciata, mantenendo la mano poggiata sul suo fianco.
Aderisco al muro sul fondo della sala e lei, senza farsi notare, mi lancia un'occhiata di sfuggita.
Sorseggio lento la mia birra, non considerando minimamente le ragazze che di tanto in tanto si fermano a parlarmi.
Io davvero non capisco che cazzo ha nella testa. L'ultima volta che abbiamo fatto sesso mi ha lasciato intendere che l'avremmo rifatto. Scommessa o meno, mi ha offerto un terzo round.
Che senso ha, allora, presentarsi a una festa con quell'idiota al seguito?
- Hey, tutto solo questa sera? - Zoey mi affianca.
Sto per mandarla via, ma Lex si blocca e studia la situazione.
Forse mi può essere utile.
Mi faccio largo tra i casi umani che occupano il salotto di questa villa trascinando la rossa con me e mi posiziono a pochi passi da loro. Inizio a ballare e tutta la mia attenzione resta concentrata su di lei.
Sussulta, quando il suo accompagnatore le bisbiglia qualcosa e le si avvinghia seguendo la musica. Io stringo possessivamente Zoey che, ben contenta, si struscia su di me in ogni modo possibile.
Nemmeno per un millesimo di secondo smettiamo di fissarci. Nei miei occhi c'è una sola domanda: "chi è quello?" e nei suoi, ambra liquida e rovente, c'è fastidio, provocazione o... desiderio?
Continuiamo con questo scambio di sguardi che poco a poco si fa più palese. A dividerci solo un paio di metri e anche se entrambi siamo con altre persone, è lei che mi sembra di sfiorare.
Cazzo!
Un tipo mi dà una spallata e mi supera barcollante.
Inciampa nei suoi stessi piedi rischiando di finirle addosso. D'istinto scatto in avanti, con l'intenzione di fermarlo, ma Zoey mi trattiene, non avendo capito un cazzo.
Sta per urtarla.
Il Ken di Barbie, avendo avuto la mia stessa intuizione, si frappone tra loro, evitando che Alexis venga scaraventata a terra.
Fanculo, mi sta persino più sul cazzo di prima!
Cerco di mantenere la calma assistendo a quel contatto tra di loro, ma quando lui si china a baciarle la guancia, i buoni propositi vanno tutti a farsi fottere.
Mi levo a fatica la rossa di dosso e in due falcate sono da lei, che spalanca gli occhi preoccupata, allontanandosi dal suo accompagnatore.
- Che cazzo stai facendo? - sibilo stringendo i pugni.
L'idiota si gira, accortosi della mia presenza, e la mia attenzione ricade sulla mano che non ha ancora tolto da quella di lei.
- Scusa e tu saresti? - Mi domanda Ken.
Lo ignoro.
- Chi è l'idiota? - Afferro Lex per il polso e la tiro accanto a me.
- Lucas, lui è~ - Inizia, ma viene interrotta dal tizio che mi poggia tre dita sul petto, facendomi arretrare di mezzo passo.
Altro che sfigato, sotto la camicia ha un fisico di uno che si allena.
- L'idiota qui, si chiama Logan, ed è in grado di presentarsi da solo! - dimostra di avere più palle del previsto.
- Bene, Logan. Allora, gentilmente, sparisci! - inclino l'angolo della bocca.
- Lucas! - La pressione della presa di Lex sul mio braccio, con cui mi intima di smetterla, aumenta e con essa anche il mio fastidio.
Lo fisso serio, facendogli capire che non scherzo.
Alza fiero il mento e ribatte: - Sono venuto con Alexis e non ho intenzione di andare da nessuna parte! - Mi sfida, altrettanto serio.
Mi volto di colpo verso di lei.
- State insieme? - Sputo a denti stretti, provando a deglutire l'acido.
Anche Ken mi imita, in cerca di conferme.
Lex, palesemente a disagio, guarda prima me, poi lui e sospira.
- Siamo usciti per un caffè. - Scandisce quelle parole con riluttanza, come le costasse ammetterlo e, al contempo, rivolge a Logan un'espressione colpevole.
Sollevo le spalle con nonchalance.
- Perfetto! Quindi non sei nessuno e puoi levarti di torno! - Mi sento quasi in colpa.
Allunga il collo per accorciare la differenza d'altezza tra di noi: - E se non volessi andarmene? Vorresti fare a botte per dimostrare quanto sei uomo? - Mi sbeffeggia.
- Amico, non c'è bisogno di fare a botte. L'ho capito che non sei un coglione senza palle! - Inclino la testa. - Ma per tutto il tempo in cui avete ballato, era me che si scopava con gli occhi!
Si gira indignato, ricercando lo sguardo della ragazza che dovrebbe negare ma che, paonazza, tiene le palpebre spalancate rivolte verso di me, anche in questo momento.
- Fanculo! - Sibila allontanandosi.
Incazzato nero, mi sposto da quella che per tutta la sera non ho fatto altro che desiderare e, senza aggiungere altro, me ne vado anche io.
A che gioco sta giocando?
Qualunque sia... io mi sono stufato!
Attraverso la casa che conosco come le mie tasche e imbocco il vialetto.
Cammino veloce percependo, tagliente, l'aria gelida della notte mentre la mia ombra si riflette sull'asfalto scuro accanto a quella di Alexis che mi segue a distanza, tentando di mantenere il passo.
- Lucas, fermati! - Mi intima per l'ennesima volta.
Proseguo diritto per la mia strada.
- Lucas! - Mi raggiunge, strattonandomi per la manica della giacca da football.
Non rispondo e mi divincolo senza esitazione.
- Che cavolo di problema hai? La smetti di fare il geloso? - Mi urla, fermandosi al centro del marciapiede sotto la luce gialla dei lampioni.
- Geloso? - Rido.
- Mi è bastato avere i tuoi occhi addosso per due secondi questa sera, per capire che non avevo alcun motivo di esserlo! - Storco le labbra in un mezzo ghigno.
- Persino il tuo amico se n'è reso conto! Quindi non farmi ridere!
- E allora perché sei così arrabbiato? - lascia ricadere le braccia lungo i fianchi.
Seguo la linea delle sue spalle, coperte solo da una maglia nera inesistente e dalle lunghe onde dei suoi capelli che le scendono morbidi.
È uscita senza nemmeno prendere il giubbotto!
- Non sono arrabbiato! - Ringhio fuori dai denti, con la consapevolezza di non essere minimamente credibile.
Sono Furioso!
Non ce la faccio più a sopportare questa sensazione di montagne russe tra di noi.
Vorrei davvero riuscire a fregarmene! Ma ogni volta in cui mi rendo conto di non contare nulla per lei, sento una nuova stretta al petto.
Quanto può ferirsi un cuore prima di iniziare a contrarsi solo per sopravvivere, senza più provare nulla?
- Allora cos'hai? - Insiste.
Sembra spaventata. Gli occhi fissi in attesa di una risposta. Le labbra che le vibrano, probabilmente per il freddo. Le braccia a contornarle il corpo come una coperta.
Mi sfilo la giacca e gliela lascio cadere, pesante, sopra le spalle.
Sussulta.
- Perché devi essere così? - sibila in modo così flebile da risultare quasi impercettibile.
Perché non riesco a vederti tremare!
Perché, anche se vorrei ucciderti, preferirei distruggere me stesso, piuttosto che farti soffrire.
Perchè prima di tutto, io metterò sempre te!
- Vattene a casa Alexis. - Le ordino ormai sfinito, accendendo una sigaretta.
- E la nostra scommessa? -
Non posso credere che sia seria!
Scruto il suo viso arrossato per l'aria pungente con un'espressione incredula.
- Non me ne frega un cazzo di quella scommessa, Alexis! Non so a che gioco tu stia giocando, ma sono stufo! - Lo sono davvero.
- Aspetta! - Prova a trattenermi, afferrandomi di nuovo per l'avambraccio e alzando il tono della voce. Un gruppo di ragazzi ci sorpassa cercando di capire cosa sta succedendo.
- Cosa dovrei aspettare, Alexis? Che mentre scopi con me, giochi a fare la fidanzatina con l'idiota di turno? Cos'è? Dato che con me non godi, nel frattempo ti fotti chi ti capita?- La investo come un fiume in piena, vedendola stringere i pugni e aggrottare le sopracciglia, in risposta alle mie accuse.
- Ci sono uscita solo una volta, non ci sono mai andata a letto con L,~ - Si giustifica. Una sensazione di sollievo divampa immediata in tutto il mio corpo, ma non la lascio finire, troppo annebbiato dalla collera.
- Non me ne frega un cazzo! Tornatene a casa prima di prendere una polmonite! - Sputo fuori quelle parole che si mischiano al fumo. - Non ho voglia di giocare con te stasera. Fidati, è meglio così, perderesti considerato il disgusto che sento in questo momento, non proverei il minimo piacere!
- E allora è perfetto! - Esclama, trafiggendomi seria, con i suoi occhi gialli da gatta.
È impazzita?
Questa situazione sta diventando assurda!
Allarga le braccia.
- Vedi, lo facciamo. Tu vinci e come ricompensa chiedi che io sparisca dalla tua vita, se è quello che vuoi, lo farò! - Cerca di convincermi, agitata mentre si tortura le dita.
- Al diavolo! Sei uscita fuori di testa? Non ho intenzione di imitare Hanna e Luis. Puoi stare dove ti pare! - faccio un tiro profondo, animando la brace incandescente che spicca nel grigiore di questa serata.
Mi guarda triste ma io non ci vedo più. -Vuoi così tanto qualcuno che ti fotta questa sera? Ti ho rovinato i piani con Ken, quindi te lo devo, giusto?
Non so neanche perché sono così arrabbiato, probabilmente sono solo distrutto.
- Va bene! - La trascino per l'ultimo pezzo di strada che ci divide dal mio dormitorio.
Ho la pelle d'oca su tutto il corpo, fa un freddo fottuto ed io indosso solo una t-shirt bianca in cotone.
Mi Blocco di colpo sotto l'entrata della Baker House, colpendo con la suola un sassolino sul selciato con tutta la forza che ho e strattonandomi i capelli, estraggo il pacchetto di sigarette dalla tasca dei pantaloni per prenderne un'altra.
Percepisco la sua presenza, mentre resta ferma e silenziosa dietro la mia schiena.
Lascio che altro fumo mi bruci la gola e si depositi nei polmoni, donandomi in un istante un po' di quiete.
Il grande edificio in mattoni rossi ci attende imponente alla nostra sinistra. L'aria tersa, che preannuncia neve, sembra inghiottire tutto ciò che ci circonda, restituendo un silenzio surreale. Persino l'albero secolare sotto cui mi sono fermato, non muove nemmeno uno dei suoi rami spogli, partecipando a completare questo quadro invernale sospeso tra tempo e spazio.
Spegno il mozzicone per terra con la punta della scarpa. La rabbia che mi ottenebrava il cervello inizia a dissiparsi, mentre il gelo mi è penetrato fin nelle ossa, assopendo i pensieri.
Posso solo cercare di godermi quest'ultima notte insieme. Tutto il resto verrà domani.
- La mia stanza è al terzo piano. - La informo, senza voltarmi, privo di qualsiasi emozione.
- Lucas non dobbiamo per forza~ - Non le permetto di finire la frase.
- Va bene così, approfittiamone prima che tu sparisca di nuovo e chiudiamo questa storia. - Sentenzio secco.
Fingo di non notare il velo di tristezza che è calato sul suo viso, troppo preoccupato dal nasconderle il mio. Lascio che mi preceda, stretta nella mia giacca, e varchiamo la portineria del dormitorio universitario.
🖋Spazio Autore
E... Buona sera!☺️👋
Spero di avervi strappato una risata con questo ch e di non avervi annoiati troppo❤️
Che dite... ce la farà?🤣
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top