Ch. 38: Mai più solo
《Ritrovarsi insieme è un inizio, restare insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo.》
(Henry Ford)
Il rientro a Braintree non è stato assolutamente come l'avevo immaginato.
Quella mattina, inspiegabilmente, Alexis è tornata la solita acida che non mi degna d'uno sguardo e mio fratello si è impegnato a non lasciarci mai un attimo da soli.
I momenti in quella piscina sono stati magici. La testa si è spenta e tutto si è svolto naturalmente. Ogni volta che ci ripenso, mi prende un infarto.
Ero davvero convinto di aver fatto qualche passo avanti nel nostro rapporto, che anche lei avesse sentito qualcosa tra noi. Invece, la sera prima gemeva sulla mia spalla e il giorno seguente se avesse potuto mi avrebbe buttato giù da un ponte.
Non ho idea di cosa possa essere accaduto.
Preso dall'isteria e nella speranza di scoprire che cazzo avesse, mi sono persino infilato nel bagno delle donne in autogrill. Ovviamente, senza nemmeno una parola, mi ha scansato e si è fiondata fuori. Un gruppo di turiste cinesi sulla cinquantina ha preso a inveirmi contro e nei pochi secondi impiegati a scusarmi, Liam era già lì ad attenderla.
Per il resto del viaggio, la comunicazione tra noi si è limitata a: "Passami il sale!", "Spegni la luce!", " Non ti ho ascoltato!".
La moto è rimasta da Connor, credo si sia offerto di sistemare i casini col fermo amministrativo e con la nostra piccola fuga, quindi in auto siamo sempre stati in tre.
Avrei voluto scriverle almeno un messaggio chiedendole spiegazioni per il suo comportamento, così da non dar di matto. Ma, solo in quel momento, ho realizzato di non avere il suo numero.
Se l'avessi chiesto a mio fratello, avrei fatto la figura del coglione più di quanto non la stessi già facendo e, in ogni caso, mi avrebbe ignorato.
In fondo a cosa sarebbe servito?
Eravamo nuovamente punto e a capo.
Rientrati in città, ero convinto avrei avuto l'occasione di chiarire con lei, ma ha preferito tornare a casa da Margaret. La situazione lì pare essersi aggravata ulteriormente.
Se non è preoccupata per sua nonna, l'alternativa più probabile è che se la sia presa per il modo in cui ho troncato la conversazione in piscina.
Ma che altro avrei dovuto fare?
Continuare a parlare di ciò che stavamo facendo, con quell'altro che mi inceneriva con lo sguardo?
Mi rifiuto di accettare che ciò che è accaduto fosse l'ennesimo scherzo di cattivo gusto.
Alexis non stava fingendo, era lì con me. La sentivo in ogni bacio, in ogni spinta, in ogni ansito. L'ho sentita fin dentro la pelle, in ogni cellula del mio corpo.
Lei era lì e mi voleva quanto la volevo io.
Non può essere stato solo un gioco o una ripicca.
Ma se il concetto mi è così chiaro, perché, se ci penso, la gola mi si secca e la paura si trasforma in rabbia mentre la mente torna alla festa in cui era a cavalcioni su Asher?
Per i giorni successivi, rassegnato, vado a scuola cercandola ovunque. Sembra essersi dissolta nel nulla.
Ho raccontato ad Hanna i particolari dell'assurdo viaggio che abbiamo affrontato, riportando in parte anche i risvolti hot avvenuti con la stronza che mi sta fottendo il cervello.
Secondo la biondina, che ha avuto la pazienza di ascoltare ogni mia lamentela, ho indubbiamente sbagliato qualcosa. Io temo, che la mia paura più grande possa effettivamente essere la risposta più semplice al suo comportamento.
Il fatto che per me possa non provare niente e che potrebbe essersi lasciata trascinare dalla circostanza, è un boccone amaro che proprio non riesco a mandare giù.
- Morris, tua! - Afferro la palla ruvida e inizio a correre.
Salto un avversario che entra in scivolata e dribblo quello seguente col numero 16. Infine scaglio l'ovale sull'erba.
Le voci dei miei compagni si levano all'unisono urlando: "Touchdown!".
Dopo una lunga lavata di capo del coach, riguardo il mancato allenamento di lunedì scorso, per la prima volta, mi sto divertendo sul serio.
I ragazzi in questi giorni sono stati fantastici e il mio modo di giocare è decisamente migliorato.
Mayer e Luis si sono rivelati meglio di ogni possibile aspettativa.
Hanna sugli spalti si sbraccia euforica in segno di apprezzamento. Saltella giù dai gradoni arrivando alla rete metallica che divide le tribune dal campo per salutarmi orgogliosa mentre le passo accanto per raggiungere gli spogliatoi.
Subito mi accorgo dello sguardo inquisitore che mi sta rivolgendo Luis, ma lo ignoro.
Non avevamo sepolto l'ascia di guerra?
Si può sapere che diamine ha ora, pure lui?
Rifletto, aggrottando le sopracciglia, e ricambio l'occhiata affilata prima di proseguire.
Con mio immenso stupore, non avverto salire l'ansia appena mi ritrovo nell'area degli armadietti. Le risate e gli schiamazzi degli altri giocatori mi rassicurano. Non credevo sarebbe mai successo ma... mi sento davvero parte di questa squadra.
Mayer non smette di farmi i complimenti per il placcaggio e se continuerà a darmi pacche sulle spalle con questa intensità, questa sera non muoverò più le braccia.
Solo Asher se ne sta un po' in disparte, con il broncio.
Mi sbrigo a fare la doccia e mi vesto in fretta e furia. Oggi voglio andare da Alexis.
Non può evitarmi in eterno!
Esco dall'atrio dell'istituto con i migliori propositi, quando il rombo di due pick up e la musica alta invadono l'aria fuori da scuola.
I due veicoli decappottati si fermano sgommando proprio sotto i gradini che conducono al parcheggio.
I piedi si inchiodano all'asfalto e il mio corpo si pietrifica.
Jerry, con una camicia bianca inamidata, è il primo a scendere con un ghigno sadico a curvargli le labbra.
- Beccato! - Strascica la "o", facendo lo sbruffone e avvicinandosi ciondolante.
Riconosco Anton e Glen, col suo solito monociglio. Fanno il giro dell'altra auto mentre Mark mi fissa compiaciuto. Ha la testa pigramente appoggiata al volante, i capelli neri perfettamente sistemati e una maglia blu di marca. Mi dà il voltastomaco.
Alcuni tizi che non conosco si apprestano a raggiungere quelli già scesi.
La cosa più sensata sarebbe scappare, ma i muscoli non rispondono e i timpani sibilano fino a distorcere i suoni.
Sono terrorizzato al pari di un bambino, immobile, dinnanzi all'uomo nero.
- Ti siamo mancati? - Echeggia la voce di Allen, cantilenante, mentre con uno slancio salta la portiera ancora chiusa della jeep.
Un brivido mi risale la colonna vertebrale e il sudore freddo mi imperla la fronte.
- Ci hai fatto fare un sacco di strada e di fatica per trovarti! Non ci si comporta così con gli amici! - Prosegue, superando i presenti e posizionandosi a capo del corteo punitivo che mi ritrovo schierato davanti.
- Non si saluta più? Hai scordato le buone maniere o il gatto ti ha mangiato la lingua? - si accoda Jerry, ridendo per la sua stessa battuta, ormai scaduta negli anni cinquanta. Gli altri ovviamente lo trovano esilarante.
- Già, Lucas... Non sei contento di rivedermi? - Continua a infierire Mark.
- Credo se la stia facendo sotto! - schernisce Glen, mimando dei gesti che non colgo. La mia vista è offuscata e lui non sta dicendo altro che la verità.
Sto tremando.
Vorrei avere le palle di reagire e di dimostrare che non accetterò più i loro soprusi ma non ci riesco.
Quando hanno dato inizio a questa storia di torture, ero spesso il primo a partire, anche se finivo sempre per prenderle. Ma col tempo, quando il confine è stato distrutto, il terrore ha prevalso e i miei muscoli hanno cominciato a rispondere di riflesso.
Da quel momento mi sono limitato a difendermi nelle occasioni più critiche, semplicemente perchè l'istinto di sopravvivenza sopprimeva la paura.
Quindi resto in attesa, alla mercè di quei dieci tizi pronti ad umiliarmi e ferirmi in ogni modo.
Forse questa volta mi ammazzeranno sul serio. Stringo gli occhi, realizzando il rischio che sto correndo.
Lo strascichio di due suole di gomma sul linoleum del pavimento alle mie spalle mi fa trasalire ancora di più.
"Ce ne sono altri!" Penso, senza il coraggio di voltarmi. Una giacca della Braintree football team si palesa alla mia destra.
- Direi che sei nei cazzi, Morris! - Esclama divertito Luis.
Mi giro di scatto, come se qualcuno avesse rotto l'incantesimo che bloccava le mie capacità motorie.
- Chi sarebbe questa, la tua fidanzata? - Lo sfotte Jerry.
- Geloso? Se ne vuoi un po', basta chiedere! Ho un debole per le donne, ma non mi faccio problemi! Peccato tu sia troppo cesso anche per farmelo succhiare! - Lo provoca il biondino al mio fianco, accompagnando la frase con una mano aperta a enfatizzare i suoi attributi.
È impazzito?
Sentendosi offeso, lo scagnozzo di Allen si lancia in avanti e d'istinto, stupendo persino me stesso, mi ritrovo a frappormi tra loro.
Probabilmente è il bisogno di evitare che altre persone vengano coinvolte nei miei casini. Oppure questo coglione, in qualche modo, ha iniziato a starmi simpatico.
L'avanzata di Jerry viene interrotta da un cenno di Mark: - Che carino! Ti sei trovato un amichetto! - si passa il pollice sul labbro inferiore, la sua voce mette i brividi.
- Direi che qui, di amici, se n'è fatti un paio! - Una voce profonda e inconfondibile catalizza l'attenzione di tutti.
Benjamin mi fa un occhiolino e, assieme a Ron e Andrew, avanza con passo sicuro.
- Cinque contro dieci è già più equo! Che dici Morris, facciamo il culo a questi coglioni? - Mi sfida Asher con la sua solita espressione da demente. In così poco tempo ha spazzato via tutta la paura che mi attanagliava, come una ventata d'aria fresca.
Sogghigno e torno a respirare.
- Sempre pronto! - Mento spudoratamente, ma con una leggerezza che mi commuove.
Glen, dimostrandosi la solita testa di cazzo, perde la pazienza e mi carica minaccioso.
- Che minchia c'hai da ridere, sfigato? Pensi davvero che questi quattro idioti siano disposti a farsi rompere il culo per te? - Mi urla, spingendomi.
Arretro sotto le spinte e dentro di me rispondo alla sua domanda: "Sì, questi idioti si farebbero fare il culo per il nuovo arrivato".
Posso dire, finalmente, di avere dei compagni. E l'idea di prenderle insieme a loro, onestamente, ha tutto un altro sapore.
Sorrido come un cretino mentre restituisco il pugno che ho appena scansato, rompendogli il setto nasale.
Gocce di sangue iniziano a cadere copiose sull'asfalto infuocato di questo pomeriggio. Mi sembra quasi di riuscire a percepirne l'odore acre.
- Figlio di puttana mi hai spaccato il naso! - Si porta le mani alla faccia.
- Piantala di lagnarti! Voglio Morris su un fottuto letto d'ospedale! - All'ordine di Allen, quelli che l'accompagnano si riversano su di noi.
Parte la rissa.
Non riesco a vedere cosa stanno facendo gli altri, sono occupato a difendermi da quella montagna di Anton e dalla fontana ambulante che vuole vendicarsi.
Grida, rumore di scarpe e di nocche che si infrangono sulla pelle, ritmano la scena.
Allen resta in disparte, vicino all'auto.
Lui non si scompone mai.
Un destro mi colpisce dritto sul sopracciglio e un dolore sordo si diffonde su metà del viso.
Approfittando del momento di stordimento, Glen mi blocca le braccia dietro la schiena, lasciando a Jerry libero accesso al mio stomaco.
Incasso un colpo. Ma subito dopo mi soccorre Luis che, con un calcio, scaraventa a terra il cretino che mi sta colpendo, liberandomi.
- Grazie, Capitano! - Gli urlo.
- Continui a non scoparti Hanna, vero? - Indaga, enfatizzando il "non", come se fossimo seduti allegramente in un bar.
Le bocca involontariamente mi si curva, mettendomi in mostra i denti.
Allen, percorso da un impeto di rabbia, scaglia un pugno sul cofano della Jeep.
- Muovetevi siamo dieci contro cinque, cazzo! Cosa ci vuole? - Sbraita visibilmente alterato.
- Certo che no, capitano! Hanna non si tocca! - Confermo, tra le risa degli altri.
- Vi divertite senza di noi? - Non riesco a inquadrare chi abbia parlato.
Non capisco immediatamente cosa stia succedendo.
Solo quando gli idioti arrivati con Allen arretrano, ho il tempo di voltarmi.
Miky, con il resto della squadra, ci sta raggiungendo. Dietro di loro ci sono anche tutti i ragazzi del team di atletica.
- Possiamo partecipare anche noi? - Domanda con un'espressione da sbruffone a illuminargli il volto.
Asher si limita a sghignazzare.
- Mi sa che oramai il gioco è finito! Se la stanno facendo sotto! - Li deride Ben.
- Non finisce qui, Morris! Torneremo e ti ritroverai a piangere a terra, come hai sempre fatto! - Mi minaccia Mark, risalendo velocemente insieme agli altri sui veicoli.
Stringo le dita, consapevole che la sua stoccata è giunta dritta a segno.
- Invece finisce qui! - Prorompe Luis, superandomi di un passo.
- Le vedete quelle, coglioni? - Indica col dito le telecamere di sorveglianza che puntano il parcheggio - Ora noi ci prendiamo i nastri e poi decideremo cosa farne! Che dici, Lucas, li portiamo alla polizia o li vuoi tu per ricordo?
Vedo Allen ribollire, le nocche bianche strette sulla portiera.
- Non azzardarti a rimettere piede nella mia città, sfigato del cazzo! Lì non avrai nessuno a salvarti il culo! - Inveisce, non riuscendo a rassegnarsi, e accendendo il motore.
- Capitano! Organizziamo un ritiro a Portland, quest'estate? Voglio conoscere anche io la madre del cretino! Scoparmi un'insegnante mi manca sulla lista! - La voce di Miky sovrasta tutto, provocando una cascata d'euforia e di schiamazzi tra i presenti.
Nelle Jeep cala il silenzio. Chi gli siede affianco spalanca le palpebre mentre Mark contrae la mascella, tentando di darmi fuoco con lo sguardo.
Le due auto spariscono oltre l'uscita e, compiaciuto, mi godo il momento.
Mi giro verso Ben. La notizia dello scandalo deve averla diffusa lui, sicuramente.
Mi strofino una mano sul viso sudato. Quel bestione ricciolo non sa proprio tenere la bocca chiusa.
Asher mi da una sonora pacca sulla spalla, per poi togliersi il sangue dal labbro.
Tutti gioiscono e inneggiano, esultando per l'esito dello scontro.
Per loro è stata una piccola rissa. Per me, invece, la conclusione di anni di terrore.
Mi guardo attorno, scrutando ognuno dei ragazzi che, inspiegabilmente, animano questo parcheggio dopo la fine delle ore scolastiche per aiutare uno come me.
Non sono più solo...
Spazio Autore🖋
Ragazzi siamo quasi entrati nella 3° e ultima parte! Che poi è quella🔞
Ne abbiamo passate🤣🤣🤣 e ancora ne avremo🫶 ma grazie davvero di essere qui!!!
Sto impazzendo per promuovere un po' sui social la storia😱 ODIO tik tok!
A breve inserirò anche il prologo rivisto così da non scoraggiare con quel capitolo chi dovesse provare a leggere.
GRAZIE COME SEMPRE PER OGNI LETTURA, COMMENTO E STELLINA😢❤️🫶 vorrei davvero ringraziare ognuno di voi!!!
Nel prossimo ch. ci ritroviamo in spiaggia e vi anticipo che Lucas non andrà a casa da solo😁
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