Ch.36: Mio fratello

《La metà delle volte in cui i fratelli fanno la lotta, è solo una scusa per abbracciarsi.》
(James Patterson)

Dopo la scenografica sparizione di Connor, il tipo smilzo coi baffetti si è palesato e mi ha scortato attraverso tutta la villa, fino a raggiungere l'esterno.

Questo posto è da mozzare il fiato! È una specie di gigantesca terrazza attrezzata. La pavimentazione in pietra grigia riprende l'edificio centrale simile a un castello medievale.

Sul lato destro, vi è un punto per i falò contornato da sdraio in legno. Una stupenda piscina ovale, di un blu elettrico, delimita il bordo a strapiombo e si affaccia sulle colline sottostanti.

Scorgo mio fratello di spalle tra le palme. È solo, seduto a un tavolo a mosaico sul quale stanno predisponendo il pranzo.

Godo per un ultimo istante del panorama che mi ha letteralmente rapito. Dopodiché, senza proferire parola, mi incammino e prendo la sedia di fronte a lui.

- Ancora incazzato? - Chiede, concentrato sulla portata misteriosa che gli è stata servita.

- Ho delle domande. - Gli comunico, cercando di intercettare i suoi occhi sotto la visiera del cappello da baseball.

- Spara! Immagino sia arrivato il momento di scoprire le carte in tavola... - Alza disinvolto il coperchio d'argento, rivelando un coloratissimo antipasto.

Odio le frasi a metà, ma mi sono ripromesso di restare calmo e di ottenere tutte le risposte che voglio.

Faccio un respiro profondo raccogliendo la pazienza che alberga in parti sconosciute della mia anima e apro a mia volta il piatto che ho davanti.

- Quindi, ora non state assieme? - Prontamente annuisce, confermando quanto già ammesso nello studio.

- E in passato? - Deglutisco.
- No, Lucas. Io ed Alexis non siamo mai stati una coppia, te l'ho già detto. - Chiarisce, spostando qualcosa all'interno di una conchiglia che non sono sicuro sia commestibile.

Quella consapevolezza mi rende felice e mi irrita al tempo stesso.

- Stavate insieme, prima che partissi per Portland! - Ringhio tra i denti. Non ho intenzione di farmi prendere in giro.
Liam finalmente allinea il suo sguardo al mio.

Non appare stupito o colto in flagrante. Sembra... confuso.
- Non siamo mai stati assieme. - Ribadisce convinto.

- Vi ho visti! - Esplodo.

Mi osserva con aria smarrita, come utilizzassi una lingua aliena. Sto per alzare la voce ma mi trattengo a forza e, dopo aver contato fino a tre, riprendo.

- La sera che me ne sono andato, eravate in camera tua. Ho sentito Alexis pregarti di non dirmi nulla del vostro rapporto. - Butto fuori tutto d'un fiato, dopo aver atteso per cinque lunghi anni.

- Ma che? - Domanda incredulo.
Poi si blocca e solleva un sopracciglio.

- Sei un coglione! - Ridacchia.

- Non parlavamo di te. Lex aveva avuto la diagnosi di sua nonna. Aveva appena scoperto che tu saresti partito e il mondo le stava crollando addosso. Non avevi nemmeno avuto le palle di dirglielo! Era distrutta e arrabbiata con te. Io, come al solito, ero il ripiego a cui si appoggiava. - Finisce la frase, rifugiando nuovamente il viso dietro la visiera.

Il macigno sedimentato sul mio stomaco lentamente inizia a rotolare via, lasciandomi con una sensazione di leggerezza mista a inquietudine.

- Ho visto che la baciavi. - Proseguo, deciso a eliminare ogni dubbio.

Dopo una risata triste che mi penetra fin nelle ossa, torna a parlare. - Mi sono avvicinato a lei e le ho dato un bacio sulla guancia, Lucas. Era a pezzi! Non avrei dovuto? - Conclude seccato, come se avesse esaurito il tempo a disposizione da dedicarmi.

Non vuole farmi sapere qualcosa o mi sta mentendo di nuovo? Stringo tra le dita il tovagliolo, cercando di nascondere l'insofferenza.

- Liam, basta bugie, scherzi o prese per il culo! So benissimo come la fissavi! Mi accorgevo delle attenzioni che avevi per lei! Del terrore che ti attraversava ogni volta che si faceva anche un minuscolo taglietto. Alexis non è mai stata una delle tue tante ragazze, e tanto meno la semplice amichetta di tuo fratello! Smetti di raccontarmi stronzate! L'ho sorpresa a uscire dalla tua camera con una tua maglietta e i capelli scompigliati solo pochi giorni fa! - Lo travolgo con tutte le accuse che gli ho celato, sperando di metterlo spalle al muro. Voglio che lo ammetta. Oppure, forse, nel profondo sto pregando che continui a negare.

Il manico della forchetta si piega, sotto la pressione a cui il bestione che ho davanti la costringe.

Il volto gli si adombra. Sbatte la stoviglia sulla superficie mosaicata e io mi trovo a sussultare.
- Che diamine vuoi che ti dica? - Perde il controllo.

- Eh? Cosa vuoi sentirti dire, Lucas?- Mi incalza alzandosi in piedi, facendo grattare la pesante seduta in ferro sulla ruvida pietra sottostante.

Non mi aspettavo un cambio d'atteggiamento così repentino.

- Vuoi che ti dica che mi piace? - Mi sfida, fissandomi con aria stravolta.
- Mi piace, cazzo! Mi è sempre piaciuta! Ero preso da lei, persino quando era troppo piccola perché la vedessi in quel modo! - Si passa istericamente una mano sul collo.

- Io la trovavo attraente che tu eri solo un moccioso! Non eri nemmeno ancora sviluppato, porca puttana! - apre le braccia in un gesto plateale e le fa ricadere sui fianchi. - Ma per lei non ero altro che tuo fratello maggiore.- Resto pietrificato ad assistere al suo sfogo.

Percepisco in ogni sua parola, il bruciore dell'averla pronunciata.

Sapevo che Alexis per lui era importante, ma appariva come uno superficiale che andava con tutte, quindi non immaginavo lei fosse così speciale per lui.

- L'hai vista uscire mezza nuda dalla mia stanza? E hai pensato che scopassimo! Ma ti sei sbagliato, tanto per cambiare! Da che te ne sei andato, Lexi ha iniziato a dormire da noi con più frequenza. Piangeva ogni dannata sera, fino a crollare. - Serra la mascella.

Non ho il coraggio di guardarlo, dopo essermi accorto che gli trema la voce. Il petto mi si svuota, come se quel dolore fosse il mio.

- Una notte, è venuta in camera mia... Non avevo idea di cosa fare! Sono rimasto immobile mentre si infilava nel mio letto e, stringendomi, prendeva sonno.

Dopo quell'episodio, se era giù, veniva da me! E no, se te lo stessi chiedendo ancora, non me la sono mai scopata! Perché lei era Alexis Micheal, la tua migliore amica! - Mi scruta truce, con un odio che non gli appartiene.

E io mi sento una merda. Vorrei sprofondare dall'imbarazzo di non aver modo di ribattere a quell'accusa celata. Io l'ho fatto. Io me ne sono fregato del fatto che pensavo stessero assieme...

- È una stronzata... - Ringhia, poggiandosi allo schienale della sedia, in lite con se stesso. Perdo un battito, poi un altro. Non ho le forze di parlare, terrorizzato da quello che potrei scoprire.

- Non l'ho fatto per te! Vuoi che sia sincero? Ce l'ho avuto duro ogni cazzo di momento che mi era di fianco. Ma io, dopo che si addormentava, mi trascinavo nella tua stanza! - Fa una pausa, e un senso di fastidio mi formicola sotto la pelle.

Sto zitto, ricordando ciò che ho patito io quando stava male.

- Una volta, però, ci ho provato. - Sussurra mozzandomi il respiro.

- Ero brillo, era tardissimo e lei è entrata. Le avevo detto di andarsene! Come al solito, ovviamente, non da retta a nessuno. Quando è strisciata nel mio letto, mi sono messo sopra di lei. - Si blocca, mostrandomi la schiena.

Il mio cuore mi si accartoccia, liberandosi di ogni goccia di sangue rimasta e non accenna a riprendere a pompare. Tento di mandar giù la saliva, ferendomi con le unghie che, lente, si imprimono nella carne mentre stringo i pugni.

Di colpo, le sue enormi spalle si rilassano, arrese. Io resto teso come una corda di violino, insicuro sul volere o meno il prosieguo di quel racconto.

- Lì, ho avuto la certezza che non si sarebbe sottratta. Mi avrebbe lasciato fare. - Intorno a noi il silenzio più totale riecheggia.

- Ma il suo viso trasudava compassione, non desiderio. Non mi avrebbe rifiutato solo per riconoscenza. - fa ricadere il capo oltre il collo, sconfitto.

Tra le palme, illuminate dalla luce del pomeriggio, il corpo massiccio di mio fratello pare sgretolarsi, inesorabilmente, pezzo dopo pezzo.

Finalmente il muscolo atrofizzato che ho nel petto riacquista il suo ritmo, ma decide di immettere frammenti di vetro nelle arterie. Percepisco ogni singola parola come uno squarcio profondo.

Non capisco più cosa sia a prevalere tra la gelosia e l'empatia per la sofferenza che mi trasmette.

- Quella volta mi scusai, dando la colpa all'alcol. Non l'ho sfiorata mai più. - Si gira verso di me, risistemandosi il cappellino, per poi scivolare stanco al suo posto.

Quando rincontro i suoi occhi, è tornato normale: con la faccia pulita e il verde delle sue iridi un po' più limpido del solito.

Anche se l'aspetto è lo stesso, non lo riesco più a vedere come l'idiota superficiale che va con chiunque. Mi rivedo in lui e, in qualche modo, riesco persino a dispiacermi per ciò che ha dovuto sopportare.

- Forza, ora mettiamo qualcosa sotto i denti! - interrompe l'attimo.

- Liam... - Catturo la sua attenzione, - Anche a me è sempre piaciuta. - ammetto, senza un briciolo di coraggio a sostenermi.

- No! Non mi dire? - Sfotte, mettendomi persino più in imbarazzo.
- Sappi che vi ho fatti venire fin qui per farvi chiarire. Ma ora sta a te, non ti aiuterò più. Quindi se non vuoi che me la prenda io sul serio, datti da fare! - Un mezzo sorriso storto affiora sulla sua bocca, forse per la sensazione di liberazione che prova anche lui. O forse per il fatto che, con nonchalance, ho appena sputato l'ostrica nel tovagliolo.

- E Lucas! - Riprende. Pensavo avessimo ormai terminato.
- La prossima volta che decidi di baciarla, assicurati di non scoparti un'altra prima! - Ride sguaiato alla sua stessa battuta.

È un coglione, ma non mi sono mai sentito tanto vicino a mio fratello.

🖋Spazio autore

Ciao ragazzi, ce l'abbiamo fatta!!! Ora tutto è uscito allo scoperto! Chi manca?
I nostri 2 idioti preferiti esatto😁

Nel prox lasciamo Liam😖😩 un po' triste e ci dedichiamo a Lex e Lucas❤️❤️🌶🌶🌶

Grazie ragazzi per essere qui e se vorrete continuare a seguirmi grazie ancora di più❤️

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