Ch. 26: Strappami l'anima P.2
《Quando senti qualcosa che ti fa vibrare il cuore, non domandarti mai cosa sia ma vivilo sino in fondo, perché quel brivido, quella sensazione si chiama Vita.》
(Alda Merini)
Voglio solo... silenzio!
Inizio a salire, un po' barcollante, le strette scale in legno.
La sensazione di stordimento, dovuta alle partite di beer-pong e a ciò che è successo poco fa, si sta tramutando in un'enorme emicrania.
Per tutto il tempo Alexis ha fissato me, non ciò che stava succedendo tra la piccoletta e quel coglione di Asher, ed io ho accuratamente evitato di girarmi.
Non riesco a non provare un senso di repulsione nei suoi confronti. Era ubriaca? Era gelosa? Magari davvero se lo scopa! Non lo so...
La nausea si intensifica, sento lo stomaco attorcigliarsi e fatico a mettere a fuoco.
Fortunatamente Il piano superiore è più tranquillo.
Avanzo spossato per il corridoio, sorreggendomi al muro.
- Il bagno? - Domando a due ragazze che chiacchierano fuori da una lussuosissima nicchia, impreziosita da tende e stucchi.
Entrambe mi sottopongono ad un'attenta radiografia e mi indicano col dito una tra le infinite porte che costellano la parete.
Senza prestare loro alcuna attenzione mi trascino fino al luogo designato.
Oltrepasso la soglia e col piede do un colpo all'uscio.
Un'immensa vasca semicircolare si staglia immacolata nell'angolo. Marmi rosa e luci soffuse rendono l' ambiente rilassante e accogliente.
Il ricordo delle cosce aperte di Lex sopra Luis è insopportabile e si espande nella mente ogni volta che chiudo gli occhi.
Provo un misto di eccitazione, per quel triangolo di cotone nero che si intravedeva prima delle curvatura delle sue natiche, e di disgusto, dovuto all'idea che sotto di lei ci fosse un altro.
L'acqua fredda mi scorre sui polsi, aiutandomi a riprendermi, poco a poco.
Riporto lo sguardo allo specchio e, accanto alla mia immagine sconvolta, c'è Abigail che mi scruta con un sopracciglio inarcato e una chiara intenzione in viso.
Lenta e provocante, allunga le mani dietro la schiena e si slaccia il bikini mentre i suoi seni si sollevano, quando sfila completamente la parte del costume.
Nessuno dei due dice nulla. È bella: con la pelle ambrata e i lunghi capelli neri, che come seta riflettono la luce tenue.
Non l'ho sentita entrare ma, a questo punto, non mi dispiace sia qui.
Ho bisogno di smettere di pensare e se lei può aiutarmi a farlo... è la benvenuta.
Si avvicina sinuosa al mobile a cui resto ancorato, premendo il seno nudo e morbido contro il retro del braccio.
Continua a studiare, cauta, la mia espressione dura riflessa, ricalcando la situazione che poche ore fa stavo vivendo con Lex, ma ciò che percepisco non è minimamente paragonabile.
Le sue dita accarezzano il mio addome fermandosi a livello dell'ombelico e arricciando, centimetro dopo centimetro, il tessuto bianco della maglietta.
Maliziosa scopre la mia pancia tesa e la pressione del suo palmo si intensifica, portandomi a girarmi.
L'assecondo, ottenendo di vederla inginocchiarsi di fronte a me.
È sbagliato? È giusto? Non mi interessa! Voglio staccare, ed è una vita che non sto con una ragazza.
Mi abbassa la cerniera e il mio amico più in basso reagisce fisiologicamente, sebbene senza troppo entusiasmo, alla chiamata.
La mora mi fissa, inumidendo la bocca carnosa e con un solo colpo mi priva di pantaloni e boxer.
Un leggero stupore le illumina il volto, poi, mi fa spazio tra le labbra.
Un brivido mi attraversa la spina dorsale nell'istante in cui la sento succhiare, con forse eccessiva forza, facendomi aderire al suo palato.
Incontro i suoi occhi scuri che mi cercano e, infastidito, guardo immediatamente altrove. Mi avvolge con la lingua e segue i movimenti della mano lungo tutta la mia asta aumentando la velocità con maestria.
- Ti piace? - Si interrompe per un attimo.
Mi piace? Sì, mi sta piacendo e mi considero un po' una merda perché tra poco troverò una scusa per levarmela di torno dato che di lei non me ne frega un cazzo. Ma ora, da figlio di puttana quale sono, desidero semplicemente liberarmi da questa costrizione che mi stringe le palle e mi fa esplodere la testa.
Non le rispondo, spingo sui suoi capelli e, incurante che lei gradisca o meno, la invito ad accogliermi più a fondo.
Sento la saliva colare calda sulla mia erezione. Il suono sordo proveniente dalla sua gola scandisce il ritmo e si arpiona al retro delle mie cosce, sotto al sedere.
Reclino il capo all'indietro, abbandonandomi alle sensazioni e, ricerco l'orgasmo.
Il cuore però mi balza fuori dal petto, appena la porta dietro di lei si spalanca all'improvviso.
La tizia con gli occhiali tondi che si palesa sulla soglia, non aspettandosi di trovare nessuno, sussulta per lo spavento e mi guarda spaesata. Nel frattempo, la mora, con le tette al vento e il viso a coprire i miei genitali, smette di leccarmelo.
La scena si congela. Un gruppo di ragazzi che stava passando si unisce alla traumatizzata che ancora mi osserva.
Urla, risa e schiamazzi riempiono l'abitacolo mentre Abigail, a gattoni e imbarazzata, sparisce di corsa coprendosi il seno e schivando i presenti.
Rimasto col membro eretto e pulsante in bella vista, accantono il fastidio derivante dell'interruzione e rialzo i pantaloni calati a livello delle caviglie.
Mi risistemo lentamente, fregandomene di chi abbia assistito, quando il muso disgustato di Ben spunta tra i numerosi curiosi
Sicuramente non deve aver apprezzato lo spettacolo gratuito. Ma è lo sguardo infuocato di Alexis... che mi strappa l'anima.
Nell'esatto momento in cui incrocio i suoi occhi, mi si spezza il respiro.
Lei se ne va, io muoio un altro po'.
"Non le devo nulla! Non mi devo sentire in difetto! Non ha il diritto di criticarmi! Non mi deve importare cosa pensa o cosa fa!" Urlo nel mio cervello, ma intanto le gambe hanno già iniziato a muoversi con l'obbiettivo di raggiungerla.
La ragione va in una direzione e il corpo in un'altra: nella sua!
Mi faccio spazio attraverso la piccola folla che si sta radunando. Qualcuno ride, qualcuno si complimenta, io cerco solo di individuare la figura di Lex.
La fermo poco prima che imbocchi le scale per il piano sottostante.
L'afferro per una spalla gridando un'ultima volta il suo nome e obbligandola a guardarmi.
Le ciglia umide, la bocca tirata in una linea sottile, il petto che si alza e che si abbassa esattamente come sta facendo il mio.
- Lasciami! -
Perché deve reagire in questa maniera, non dovrei esserele completamente indifferente?
- Lucas, lasciami! - Tenta di divincolarsi.
Perché un secondo prima mi giudica e il secondo dopo è a cavalcioni su Luis?
- Ti ho detto di lasciarmi - Continua, a corto di fiato.
Perchè, tra tutte, solo lei riesce a farmi esplodere il cuore?
- Ti prego... - Mi implora arresa, con la voce rotta.
Perché ho così tanta voglia di baciarla da non riuscire più a pensare ad altro?
Apro la porta alla nostra destra, senza nemmeno controllarne l'interno. Arretro, entrandovi e trascinando Lex, che prova inutilmente a opporre resistenza.
La luce soffusa del corridoio ci abbandona, insieme alle voci dei curiosi rimasti fuori dal bagno, ormai vuoto, che si domandano cosa sia successo e quale sia il motivo dell'interesse degli altri.
Il buio ci avvolge.
Blocco Lex contro la parete e questa si veste delle grandi ombre allungate proiettate dalle luci della festa, che ignara, si svolge in giardino.
Poggio gli avambracci ai lati della sua fronte, trattenendole le mani nelle mie e strizzo le palpebre talmente forte da percepire dolore, concedendomi un momento per calmarmi.
I respiri affannati si rincorrono tra loro nel silenzio. Persino nell'oscurità di questa stanza riesco a figurare le sfumature dorate delle sue iridi spalancate che mi fissano adirate e sorprese.
La desidero in un modo che non si può gestire; se si tratta di lei io non ho controllo: divento passione e terrore che si mescolano, mi lascio guidare dall'impulso e frenare dall'angoscia.
Mi spingo di più contro di lei facendo scivolare le dita tra le sue.
Avvicino il viso al suo collo, evitando accuratamente di toccarla. Mi stordisco col suo odore, risalendo all'orecchio e percependola tendersi per mantenere la distanza quasi inesistente che ci divide.
Il cazzo mi fa male per la costrizione dei jeans, l'erezione di poco fa non era nulla paragonata ad ora, ma qualunque cosa io facessi sarebbe sbagliata. Già il solo essere qui, lo è!
Mi faccio sfuggire un lamento di frustrazione e, non riuscendo a controllarmi, mi premo sul suo basso ventre cercando sollievo mentre il mio pensiero si annebbia per l'alcol in circolo e proseguo il mio precorso, privo di un vero contatto, sino alla guancia.
Tento di ritrovare lucidità, di darmi un contegno, ma inspiegabilmente, sotto la pressione del mio bacino, geme, dando il colpo di grazia a quel che resta della mia ragione.
Intravedo le sue labbra a pochi centimetri dalle mie e non mi trattengo più.
La mia bocca si modella sulla sua, morbida e calda oltre ogni mia più fervida immaginazione. La percepisco vibrare e irrigidirsi ma, incurante, inclino il mento facendo aderire meglio il bacio, cercando di regolare il battito.
Ho paura! Il cuore fa male, al limite dell'infarto.
Penso di star rischiando di morire sul serio, quando, ribaltando ogni mia aspettativa, asseconda i miei movimenti e fa aderire i nostri palmi, ancora sollevati sopra di noi, sulla tappezzeria damascata.
Alexis Micheal, mi sta baciando!
Con un tremore che mi scuote, e il panico che mi attanaglia lo stomaco, la divoro e lei si alza sulle punte per raggiungermi con più facilità.
Hanna ci aveva visto giusto...
La voglio! Mia e solamente mia, ora e per sempre!
La mia lingua, incapace di attendere oltre, attraversa lo spiraglio sottile tra le sue labbra.
Il suo respiro incontrollato mi manda in estasi e l'attrito tra i nostri corpi mi fa temere di poter venire così, da un momento all'altro.
Inaspettatamente sfila una mano dalla mia presa e prende l'iniziativa, facendola scorrere lenta sul mio collo, per poi insinuarla tra i miei capelli e attirarmi a sé. Ansante mi sfiora l'orecchio provocandomi una scossa di piacere che divampa dalla base della nuca e scende lungo la spina dorsale, ma che, improvvisamente, si blocca.
Un dolore, acuto e intollerabile, mi inonda, privandomi dell'ossigeno e obbligandomi a spalancare gli occhi.
I polmoni si svuotano e le gambe non sorreggono più il mio peso, tanto che mi accascio in avanti.
La mia testa si china oltre il suo viso, appoggiandosi al muro. La mia mano abbandona l'incastro delle nostre dita per portarla insieme all'altra, al cavallo dei miei pantaloni.
Lex riabbassa lentamente il ginocchio, mentre tento di afferrarmi le palle.
Un senso di nausea e un sapore acre e ferroso mi risalgono la gola.
- Porca puttana, Lex! - Sibilo morente, trattenendo le urla e arretrando barcollante.
- Mi fai schifo! - Sputa velenosa.
Dov'è finita la ragazza che un secondo fa ansimava con me?
- Non azzardarti mai più a toccarmi! - Ordina con voce tremante.
Ma cosa?! È per Liam?! Cazzo!
Vorrei pentirmi, ma non ci riesco. Sono sordito dall'alcol, mi sento una merda pensando a Liam, ma riprenderei a baciarla in quest'istante.
Cauto mi infilo nei jeans, costatando attraverso i boxer le dimensioni che i miei coglioni possano aver raggiunto dopo quella ginocchiata.
- Lex... io~ -
- No, Lucas! Sei disgustoso, altro che Luis! - Mi interrompe, strappando e facendo a brandelli i piccoli residui di anima che mi erano rimasti..
- Pochi minuti fa avevi l'uccello piantato in bocca all'alter ego di Giuly e ora hai il coraggio di baciarmi?! Chi diavolo sei diventato a Portland? - Mi sbraita contro quasi in lacrime e apre la porta, lasciandomi lì, come il cretino che sono.
Resto in quella stanza per un tempo incalcolabile.
Ripenso a quanto io possa essere deficente. A quanto abbia sbagliato tutto. A come, in un momento, sia riuscito a distruggere un'amicizia, seppur già compromessa, e a perdere mio fratello, non più solo perché attualmente disperso in Messico.
Penso a quanto... ne sia valsa la pena, per dare il bacio più bello della mia vita e che desideravo da sempre.
Quando raggiungo il piano sottostante, molti invitati se ne sono già andati e la musica è stata spenta.
Trovo Luis ancora stravaccato sul sofà. Mi lascio ricadere al suo fianco, affondando nei cuscini su cui prima c'era Alexis, storcendo il naso al ricordo.
- Ehi, Morris! - Mi porge un cenno di saluto Asher, richiudendo subito le palpebre.
- Ehi... - Rispondo senza più nessuna energia e chiudendoli a mia volta.
Qualcosa di freddo mi urta l'avambraccio - Grazie! - Lo ringrazio, dando un profondo sorso alla birra che mi ha appena allungato, per poi appoggiarmela sulle palle doloranti.
- Serata di merda, eh?! - Sembra sfinito.
- Non me ne parlare... -
♤♡♤♡♤♡♤♡♤♡♤♡♤♡♡♡♡♡♡♡
La testa mi scoppia, il collo mi fa male, la schiena è a pezzi e non riesco a muovermi per il peso di un corpo sopra il mio.
Avverto delle dita intrecciate alle mie e una gamba poggiata sul mio bacino.
"Che diamine ho fatto ieri?" mi domando per poi obbligarmi, incurante dell'emicrania, a scollare le palpebre, scoprendo con chi ho passato la notte.
Non posso davvero essere così coglione! Non ricordo assolutamente nulla, so solo che ho continuato a bere con Asher.
Dei capelli chiari mi solleticano il volto. Delle ciglia lunge, due labbra rosee... Fatico a connettere per lo stordimento e la vicinanza.
- Porca puttana, Luis! - Mi alzo di scatto a sedere, ribaltandolo giù da un divano che non riconosco.
Mi guardo intorno confuso, allo stesso tempo il biondino, spaventato, emette qualche verso di dolore, cercando di sollevarsi dopo l'urto.
- Buongiorno! - Mi sorprende la voce di Mayer.
Ben, Ella e Lily in fila, appoggiati al muro, mi appaiono di fronte.
Tutti e tre tengono una tazza di caffè fumante in mano. Mi sforzo di mettere a fuoco e mi correggo: Lily tiene stretto un bicchiere colmo di latte, imitando la mamma e lo zio.
Ci fissano in silenzio, con aria divertita.
Riconosco il salotto di casa di Ben, mentre cerco di ricostruire qualche frammento della serata precedente.
- Che cazzo è successo? - Chiede Asher, massaggiandosi nuca e schiena contemporaneamente.
- Non ci diceeee!!!! - Esclama Lily per la parolaccia ed Ella la stringe a sé.
- Ben svegliati... ieri sera avete dato il meglio di voi! Davvero! - Inizia Ben.
- Dopo aver dato spettacolo in ogni modo, avete bevuto fino a perdere i sensi. Credo di avervi visto abbracciare e piangere, prima di addormentarvi. - Ridacchia sfottendoci.
- Vi ho dovuti caricare in auto in spalla. Fortunatamente, c'era un tuo amico di Portland che ti stava cercando e che mi ha aiutato! -
Le sue ultime parole mi gelano il sangue.
- Chi era? - Chiedo indurendo lo sguardo e riacquistando istantaneamente tutta la lucidità.
- Un certo Henry... Ha detto che è importante che tu gli risponda al telefono. Non sembrava un tipo pericoloso, anzi... - Spiega, studiando la mia espressione.
- Ho capito. - Taglio corto.
- Giusto per rinfrescarvi la memoria, nel caso abbiate qualche ricordo mancante... Hanna e Alexis vi vogliono uccidere! - Sogghigna Ben, seguito da Ella.
- Uccieede! - Rincara Lily errando la pronuncia e facendoci tutti sorridere, anche in questa situazione di merda.
🖋Spazio Autore
Ragazzi... Lucas ha fatto un casino! STRANO!😅
NEL PROSSIMO CAPITOLO CI SARÀ UN GIOCO!!! un enigma da risolvere.... qualcuno ci riuscirà????
Sto pensando al premio❤️
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top