Ch. 21: La paura resta

《Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.》
MARTIN LUTHER KING



- Quindi, lavori al pub, la sera? -

- Sì, esatto, ma a scuola non si deve sapere! -
- Tranquillo Mayer, anche volendo, non è che io abbia amici a cui dirlo! - Fisso fuori dal finestrino mentre le auto dietro di noi ci sorpassano, suonando il clacson.

- Dovresti provare a dare una possibilità alla squadra, ci sono dei gran bravi ragazzi!-
- Sì, certo, come Luis che non aspetta altro che spaccarmi la faccia! - Rispondo schioccando la lingua.

- Non c'è solo lui! E comunque Asher ha~-
- Ti prego, Ben, accelera!!! Sarò vecchia prima di arrivare da te! - Lo interrompe, lamentandosi, Hanna, facendo capolino tra i sedili.

Questa mattina, prima di andare a scuola, sono entrato in camera di Liam; Alexis stava finendo di infilarsi la gonna quando ho spalancato la porta.
Mi sono bloccato a fissarla e, per tutta risposta, mi ha tirato la coppa per meriti sportivi di mio fratello. Fortunatamente, ho richiuso in tempo oppure ora sarei a farmi mettere dei punti al pronto soccorso.

Una volta smesso di urlarmi contro e di darmi del maniaco, sono riuscito a spiegarle che cercavo i soldi per la famiglia di Niel e a quel punto, finalmente, ha iniziato a darmi retta. Dopo quattro giorni di silenzio, siamo tornati a scambiarci qualche parola di circostanza.

- Non vorrei infierire anche io... Ma ci stanno superando persino le biciclette! - Borbotta Lex, con la tempia poggiata al finestrino.

- Ma nessuno tiene alla sicurezza?! Siete delle rompiscatole! Guardate Lucas, lui è sereno e rilassato! - Sbuffa il nostro autista.

- In realtà... credo che mi addormenterò a breve! - Rincaro la dose, facendo scoppiare tutti in una grande risata. Tutti tranne il ricciolo che è alla guida, ovviamente!

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La casa in cui vive Ben, insieme a Ella e a Lilly, è davvero minuscola.
All'interno ci sono soltanto i mobili essenziali. Salotto e cucina sono un unico ambiente da cui si vede il bagno e dal lato opposto, si intravede la camera da letto matrimoniale.

Presumo che Mayer dorma qui, sul divano.

- Ioo, Lucas!! Viii!! - Urla la piccola stringendosi al mio collo e respingendo Hanna che non desiste dal volerla prendere in braccio.

Non ho mai amato i bambini, quindi non so per quale motivo questa puffa sembra avere un debole per me.

- Viii bruta! - L'allontana di nuovo, strappandomi un sorriso.

- Tesoro, si vede che sei mia figlia! Hai sicuramente buon gusto in fatto di uomini! - Interviene sua mamma, facendomi l'occhiolino.

Ammetto che il complimento, fatto da una donna così bella, fa piacere; soprattutto perché noto l'acida, in piedi accanto alla finestra, intenta a studiare la mia reazione.

Ella, a quanto pare, lavora come infermiera; molto spesso si trova a fare dei turni estenuanti ed è costretta a lasciare Lilly con la signora della villetta accanto, ora che anche Ben ha trovato un part-time serale.
I giochi sono sparsi su tutto il pavimento, i panni sono ammucchiati in ogni angolo e i piatti da lavare sono impilati nel lavello.
Non devono passarsela benissimo ultimamente!

Mi tornano in mente le accuse di Liam: " Semplice parlare per te che hai sempre avuto a disposizione i soldi di mamma e dei nonni!"
È la verità. Anche ora sto usando quello che mi avevano versato sul conto per tirare avanti.

- Chi si sta occupando dell'officina in questo periodo che Niel e Liam sono via? - Domanda Hanna, prendendosi una pausa dall'importunare Lilly.

- Abbiamo dovuto annullare molti impegni. Dei restanti, invece, se ne sta occupando Alexis. - Spiega, riconoscente, Mayer.

Io e la streghetta ci guardiamo allibiti. Non avevo la minima idea che la mia attuale coinquilina capisse qualcosa di meccanica! Quantomeno, adesso so come mai sta fuori per così tante ore.

Mi sento un idiota ma, prima che abbia l'occasione di analizzare le informazioni appena ricevute, la peste mi trascina sul pavimento per giocare con gli unicorni.

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Stiamo percorrendo a piedi Washington st., dopo aver convinto Ben a non prendere l'auto.

Ho discusso a lungo con Ella per farle accettare i soldi. Ha davvero le palle quella tizia, ma per sua figlia ha ceduto.

- Sai, vero, che né il coach né Asher ti renderanno le cose facili, domani in campo?! - Domanda un po' preoccupato il moro, riparandosi gli occhi dai raggi del sole per guardare nella nostra direzione.

- Lo so, cazzo! Per questo venderei l'anima al diavolo pur di evitarmelo! - Rispondo in merito agli allenamenti.

- Dai, su! Pensa allo stuolo di ammiratrici che parderà la testa vedendoti in divisa! - Interviene la biondina prendendomi a braccetto, giocosa.

Lex, dall'altro lato, mi supera e nel farlo mi urta volontariamente, guadagnandosi uno sguardo truce che tanto, di spalle, neppure nota.

- Se sei bravo un decimo di tuo fratello, farai un figurone! - Cerca di convincermi il ricciolo, saltando agilmente un muretto per allinearsi a noi sul marciapiede.

- Già! Anche io non vedo l'ora di scoprire cosa sa fare il piccolo Morris! - Applaude entusiasta Hanna che non si allontana da me.
L'ultima cosa che volevo era finire a giocare a football qui, a Braintree!

- Lui con Liam non c'entra nulla! - Fredda i presenti Alexis, con tono acido.

Per alcuni secondi tra noi cala il silenzio.

Chiaramente non sono a livello del suo ragazzo!
Con una frase riesce, come se nulla fosse, a disintegrarmi senza il minimo sforzo e un misto di dolore e fastidio va, pian piano, a riempirmi il petto.

Il disagio è palese; lei però, infischiandosene, precede spedita, attraversando l'incrocio incurante dei semafori.

- Già ahah, che volete?! Non gioco da molto e non sono certo paragonabile al fenomeno di Braintree. - Cerco di spezzare l'aria tesa.

- Io ricordo i tuoi lanci. Non sei male! - Mi rincuora Mayer.

- Sono sicura che tu sia bravo quanto lui! - Mi sorride apprensiva la streghetta.

Lex si gira di scatto, fulminando tutti. I capelli sotto il sole mostrano ancora qualche riflesso ramato di quando era piccola.
Aggrotta le sopracciglia afferrandosi il ponte del naso tra pollice e indice, come in balia di un forte mal di testa.

- Non c'entra quanto sia bravo o meno! Lucas è Lucas, il modo in cui gioca non ha nulla a che fare con altre persone!
Piantatela di paragonarli! - Sbotta, lasciandomi senza parole.

Per un attimo vengo attraversato dalla speranza che quello sfogo sia mosso dal bisogno di difendermi da quel confronto che solo lei sa quanto mi sia sempre pesato.
Ma la paura che in realtà non voglia vedermi sovrapposto al suo fidanzato inconsciamente ha la meglio.

La osservo titubante, cercando disperatamente nei suoi occhi quel pizzico di preoccupazione che realizzerebbe il mio desiderio. Ciò che vi scorgo, però, non è altro che rimprovero.

Non la capirò mai! Anche Hanna e Ben la scrutano perplessi, poi il ragazzone le si affianca mantenendo il suo ritmo.

La biondina invece continua a tenersi stretta al mio bicipite, col viso rivolto all'insù per studiare nel dettaglio la confusione che mi dipinge il viso.

Li salutiamo all'angolo tra Washington st. e Pond. st. Mayer, da vero cavaliere, ha optato per accompagnare la nostra amica e io, per il resto del tragitto, mi limito a seguire Alexis.

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Vedo casa, appena superata la villetta con i bordi in mattoni rossi, all'ombra dei grandi alberi che si susseguono nella via.

Improvvisamente, una musica lontana mi striscia nelle orecchie e aumenta a ogni metro in cui l'auto si avvicina.
Riconosco quella canzone...

Un brivido gelido mi percorre veloce la spina dorsale.

Ho giusto il tempo di voltarmi intravedendo il pick up nero avanzare e l'incubo, che credevo dissolto nella memoria, si materializza e mi investe.

Non rifletto, i miei pensieri sono congelati, il cervello è in blackout totale.

Afferro il polso di Lex e, con uno strattone, la trascino oltre l'angolo di casa della Signora Floris.

La schiaccio tra il mio corpo e il muro, con l'intento di farla sparire e di rendermi io stesso invisibile.

- Lucas...?! - Sibila con i polmoni che le si svuotano a causa della mia pressione.
- Shh!

Il cuore sembra volermi uscire dalla cassa toracica, batte a tal punto che sono sicuro che anche lei lo stia percependo.

Tenta di spostarsi proprio nell'istante in cui il pick-up ci supera con una lentezza esasperante. Riconosco, mischiate alle note della radio che risuonano a tutto volume, alcune delle voci che speravo di non dover mai più risentire.

Sospingo Lex, piantando il ginocchio sulla parete tra le sue cosce, per bloccarla del tutto.

Non la vedo. In questo momento sono qui, ma la mia testa è altrove.
Tutti i miei sensi sono focalizzati su ciò che sta succedendo in strada.

- Dove diavolo si è cacciato quel figlio di puttana? - Esclama qualcuno che identifico all'istante. È Jerry!

- Sarebbe questa la topaia in cui vive? - Domanda un'altra voce.
- Così hanno detto quei tre sfigati che gliel'hanno date al Dave's & Buster! -

Le portiere si aprono e la musica continua a vibrarmi nei timpani.

-Lu~ - Prova a dire Alexis, e immediatamente il mio palmo aderisce alla sua bocca.

Non le do spiegazioni; mi limito ad appoggiare la fronte sulla sua, in una muta preghiera.

Solo quando percepisco le sue labbra schiudersi sulle dita in cerca d'aria, la libero, facendo scendere i polpastrelli lungo tutto il suo braccio.

- Mark, qua non c'è nessuno! - Grida qualcuno, dopo aver bussato ripetutamente sulla porta d'ingresso.

- Muovetevi! Andiamocene da questo posto di merda, lo troveremo. Non può essere sparito. - Sento dire dalla voce che, più di tutte, riesce a farmi contorcere lo stomaco.

Attendo che le macchine ripartano, paralizzato contro di lei.

Non ci hanno visti!
Rilasso i muscoli del collo e appoggio il capo sulla spalla della ragazza che, per tutto il tempo, ho tenuto immobile.

Cerco di calmarmi. Quasi ansimo, ma mi trattengo, troppo spaventato dall'emettere il minimo rumore.

Ora che il rombo del motore si allontana lungo il viale, torno, poco a poco, consapevole di ciò che mi circonda.

Lex mi sta fissando con gli occhi sbarrati e le guance arrossate. Ha il fiato corto per il poco ossigeno rimasto tra i nostri respiri troppo ravvicinati.
Stringe ancora i lati della mia maglia, ma non sta più tentando di allontanarmi.

Il suo seno vibra, modellato al mio sterno, e la avverto cedere sopra la mia gamba, ancora puntellata alle assi dietro di lei.

Resto ipnotizzato nel guardarla da una distanza inesistente.
Arretro quel tanto che basta per mettere a fuoco quegli specchi d'ambra, venati di castano per via dell'ombra del fogliame che, fino ad adesso, ci ha resi invisibili alla strada.

La sua mano si avvicina al mio viso e, d'istinto, levo la gamba incastrata tra le sue. Strizzo le palpebre preparandomi allo schiaffo che mi colpirà la guancia.

Il pollice di Alexis, delicatamente, percorre la linea inferiore delle mie ciglia, privandomi di qualcosa di umido che non sapevo di avere sulla pelle.

- Lucas... - Sussurra dolce, dopo avermi asciugato le lacrime.
Il suo profumo mi avvolge; quel suo dannato profumo di vaniglia che non ho mai potuto dimenticare.

Le forze mi abbandonano con l'esaurimento dell'adrenalina che avevo in circolo. Mi aggrappo a lei come fosse l'unica cosa che mi potesse tener in vita, ma la romperei se la obbligassi a sorreggere tutto il mio peso. Scivolo, sfregando su ogni centimetro del suo corpo, ritrovandomi in ginocchio e con la guancia premuta sul suo ventre, trattenendola per i polsi, come se temessi potesse fuggire via, lasciandomi di nuovo.

Non vi è nulla di erotico in tutto ciò. Sono un miserabile che si sta rendendo ridicolo ai piedi della persona che gli piace.

Le dita di Alexis si insinuano tra i miei capelli, stringendoli e infondendomi un calore che mi rassicura e mi distrugge in egual misura.

- Era lui, vero?! Il figlio della professoressa... Quello che ti ha reso la vita un inferno a Portland? Era uno di quelli?! - Non me lo sta domandando, ne ha la consapevolezza. Nel mentre, si lascia ricadere a sua volta per avvolgermi in un abbraccio. Un gesto che nessuno mi aveva più concesso da molti anni, esattamente da quando lei aveva smesso di farlo.

Non reagisco, dovrei mostrarmi forte, eppure non riesco a privarmi di questo istante sospeso nel tempo, tra un ricordo del passato e un'illusione del presente pronta a dissolversi. E quindi, mi godo l'attimo di sollievo e quiete, assorbendone anche l'essenza, prima di costringermi a ricompormi.

🖋Spazio autore

Sera ragazzi!🤚🏻
La storia procede e oramai sembra che il nostro Mayer sia entrato a far parte di questo strano gruppo...🤔
Mark Allen è riapparso nella vita di Lucas e le cose si complicano!
Almeno però Alexis è stata carina🥲

Se la storia diventa noiosa fischiate o insultatemi pure, il vostro parere è importante🙏🙏🙏
Come al solitilo vi ringrazio per essere arrivati fino a qui e anche per ogni stellina e/o commento regalatomi❤️
Ci rivediamo martedì!

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