Ch. 1: L'obiettivo [Rivisto]


In ognuno di noi c'è l'inquietudine della fuga, l'intolleranza dello spazio chiuso.
(Murales di Orgosolo)


Voglio uscire da questo dannato locale!

I timpani sembra stiano per esplodere e i fasci di luce che rimbalzano da una parte all'altra della sala mi stordiscono.
Aria, mi serve aria!

Faccio aderire la schiena alla parete che delimita il privè, cercando un angolo tranquillo, ma qualcuno mi urta passandomi accanto e il dolore alla spalla torna a farsi sentire.
Fanculo! Sbuffo e mi dirigo verso la barista con le treccine che spero non faccia storie. - Una birra!

La piccoletta studia il mio viso e si mangiucchia l'unghia. - Hai l'età per bere?

Lo sappiamo benissimo entrambiche non c'è l'ho.

Le rivolgo un occhiolino che la fa scoppiare a ridere e, senza aggiungere altro, sparisce sotto il bancone, trafficando con le bottiglie.

La mia immagine sconvolta si riflette nel lungo specchio dietro i bicchieri: il segno violaceo sullo zigomo, che era quasi scomparso, risalta con le luci e i capelli scuri, prima in ordine, sparano già in tutte le direzioni.

Una birra mi si materializza di fronte.
-Stacco alle 2! - Mi sfiora la mano.

Do una lunga sorsata e annuisco prima di darle le spalle.

A quell'ora spero di essermene già andato da qui.

La stanza è stracolma di gente che si muove, si sposta e balla.

Cinque ragazzi con la divisa da football, intenti a scolarsi le riserve alcoliche del Massachusetts, schiamazzano stravaccati sui divanetti in pelle poco più avanti e il biondino più alto, con il neo sotto l'occhio, non la pianta di guardarmi male.

Serro i denti ricambiando il suo sguardo.
Che cazzo ha che non va?

- Allora ti muovi o stai qui a confonderti col mobilio? - Mi urla il bestione che condivide il mio dna, abbassandosi per raggiungere la mia altezza.

- Fottiti, Liam!
Le sue iridi verdi mi rivolgono uno sguardo truce che evito di raccogliere.

- Sei tornato ridotto uno straccio e non ne vuoi parlare, ok, ma ora svegliati. Trovati una e divertiti. Sembri nostra madre, cazzo! - Con una spinta, mio fratello mi indirizza verso il centro della pista.

-Nemmeno ci volevo venire qui.

Bevo alla goccia quello che resta della birra e la abbandono su un tavolino stracolmo di bicchieri. Mi guardo in giro sperando di trovare una tipa, giusto per farlo contento.

Alexis sbuca da dietro due idioti incamiciati e per poco non mi sbatte contro. Spalanca di colpo le palpebre e rimbalza indietro come se avesse colpito un muro invisibile.

-Levati. - mi ordina.

Allungo appena il viso nella sua direzione perché mi senta, -Sei tu che mi sei quasi finita addosso. -  le lascio libero il passaggio, soffermandosi un istante sul profumo di vaniglia che rilasciano i suoi capelli.

Sfila di fronte a me tornando a ignorandomi. Ripercorre il suo profilo, prima che sparisca di nuovo tra la folla. Finge che io non esista dal momento in cui ho rimesso piede qui.

Fanculo.
Avanzo deciso verso una mora che non mi stacca gli occhi di dosso.

- Hey! Sei nuovo di queste parti? - Tenta di fare conversazione, come se gliene fregasse qualcosa.

Mi sistemo dietro di lei e comincio a muovermi, tentando di darmi un tono. Emana un forte odore di cocktail alla fragola che mi nausea.

L'alcool si rimescola, regalandomi la sensazione di un pugno alla bocca dello stomaco.

Mi spingo contro la ragazza che mi dà le spalle.
Scrollo la testa, cercando di liberarmi delle ciocche che mi scendono sulla fronte, e le metto una mano sulla pancia, graffiandomi con qualcosa di metallico che le attraversa l'ombelico.

Ondeggia, struscia il suo culo tondo all'altezza del cavallo dei miei pantaloni e fa aderire la schiena nuda al mio torace.

Odio ballare.

Come richiamato da una forza invisibile, mi volto, verso il piano superiore. Individuo Lex appoggiata alla ringhiera.

Nemmeno il tempo di capire con chi parla e mi becca a fissarla.
Arriccia il naso con disprezzo, il suo medio si alza lentamente e rimane rivolto nella mia direzione.

Che stronza. Mi mordo l'interno della guancia.
Dovrei essere io quello incazzato!

Al diavolo, una vale l’altra, mi basta togliermi dalla testa quell'acida del cazzo e far contento Liam, così da tornarmene a casa.

Cosa dovrei fare ora, scoparmi sta tizia nel cesso?

Di scatto la ragazza si volta, è bella, eppure vorrei solo essere anni luce lontano da qui.
Il fatto che sembri più grande, non aiuta.

Le sue iridi scure mi osservano mentre continua a ballare. Mi scanso insofferente, sentendo il suo pollice ripercorrere la lettera A sul mio avambraccio. La scritta Ἅιδης,  che vi è tatuata, risalta per le lampade al neon e, indelebile, mi ricorda l’inferno che ho vissuto e da cui sono fuggito.

La sua bocca mi sfiora la guancia - Che c'è? Ti piace farti pregare? - Soffia e il suo respiro caldo mi colpisce il collo.

La sua lingua accarezza il mio orecchio e un brivido mi si staglia lungo la colonna vertebrale. La mente torna in quell’aula. Il suo rossetto... le mie mani sul suo seno…

- Andiamo in bagno? - Sussurra.
I pensieri si dissolvono e lei è lì, che sorride compiaciuta e attende una conferma.

Deglutisco a vuoto mentre il suo palmo, dal mio fianco, si sposta lentamente verso il mio inguine e le sue unghie smaltate scorrono, grattando sulla stoffa dei miei jeans, millimetro dopo millimetro.

Merda!

La gola mi si stringe, al ritmo dei bassi che mi fanno vibrare la cassa toracica, man mano che si avvicina al punto in cui dovrebbe esserci la mia erezione a spingere sulla cerniera.

Mi irrigidisco e la fermo prima che giunga a destinazione.

La ragazza si immobilizza e un piccolo broncio le incrina il viso.
- Si può sapere che problema hai? Ci hai provato tu con me! - 

Mi sei solo capitata.
Ora che cazzo mi invento?

Alzo un sopracciglio e dico la prima idiozia che mi passa per la testa: - Mi spiace, ho altri programmi per questa sera!

Spalanca le palpebre sollevando i due chili di mascara che le appiccicano le ciglia, fa un passo indietro e solleva il polso.

Serro i denti preparandomi a incassare, ma la mano di Liam appare bloccandole lo schiaffo a mezz'aria.

- Scusa Charly, ma gradirei non toccassi il mio fratellino; non per picchiarlo, quanto meno! - Sogghigna dal suo metro e novanta, con il gomito poggiato sulla mia spalla.

La tipa furiosa si riappropria del braccio con un gesto stizzito.

- Liam Morris, avrei dovuto immaginare che fosse tuo fratello! La stronzaggine e l'ego smisurato devono essere tratti di famiglia! - Sputa, offesa.

Lui le sorride - Nella tua famiglia, invece, vedo che va ancora di moda l'essere tro~
Lex lo afferra per la maglietta della Boston University, trascinandolo via.

Quando ci ha raggiunti?

- Ci rivediamo in aula, Charly!- Mio fratello scoppia a ridere.

- Liam la vuoi finire? E tu muoviti, Lucas! - Sbuffa Alexis, dandomi la schiena.

Fottetevi entrambi, Morris! - la mora indignata se ne va sculettando.

Il maniglione antipanico scatta e l'aria pungente della notte ci investe appena la porta si spalanca. Le narici si riempiono di umidità e le orecchie fischiano in astinenza da frastuono.

Percorriamo la strada deserta, costeggiata da lampioni, in direzione della Camaro nera di mio fratello che mi cammina affianco e mi cinge le spalle.

Provo a scrollarmelo di dosso, ma non lo smuovo di una virgola.

- Sicuro al cento per cento di non essere gay, fratellino? - Infila una mano nei miei capelli scompigliandoli di più.

Lex nemmeno si volta e io non riesco a distogliere lo sguardo dalle tasche applicate sul retro dei suoi jeans.

Pensare che, un tempo, lei per me significava tutto: era casa, amore, amicizia. Ora, cosa rappresenti, non lo so più.

Mi libero dalla presa di Liam. - L'avevo detto che era un'idea del cazzo, venire qui!

Lui ignora le mie lamentele e le apre la portiera sfiorandole delicatamente la schiena. Gli occhi di Alexis incontrano i miei l'attimo prima che sparisca sul sedile del passeggero e una sensazione di vuoto mi si pianta nello stomaco.

🖋Spazio Autore

Ciao a tutti!🤗

Sicuramente un inizio caotico!🤯

Portate pazienza... nel prossimo ch il ritmo rallenta ed il tempo quasi si ferma, riportandoci all'arrivo di Lucas a Braintree.

Curiosità 📖

Quando mi sono ritrovata a decidere dove ambientare la mia storia, senza indugio ho pensato all'America. Non chiedetemi perchè...forse immaginare un paese distante aiuta la fantasia a uscire dagli schemi che viviamo nel quotidiano.
Ma come ci siamo finiti a Braintree?
Vi svelo un segreto... cercavo una foresta per una scena che avevo in mente ( e che poi nemmeno ho deciso di scrivere) e così, sono incappata in una foto....


E che dire... da inguaribile romantica, amante dei tramonti, non ho avuto dubbi. L'inizio della mia storia si sarebbe ambientato quì, intorno al Sunset Lake, un piccolo lago del Massachusetts. A Braintree una tranquilla cittadina situata a circa 20 minuti da Boston.

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