Back home (to you)


Harry serrò gli occhi, mentre sentiva la testa girare vorticosamente. Quando sentì le ginocchia toccare di nuovo terra, si appoggiò sul presunto pavimento con la mano libera in quanto l'altra era impegnata....a stringere un'altra mano. Aprì di scatto gli occhi, nonostante gli fossero lucidi e umidi a causa della pioggia. Girò la testa di lato, rendendosi conto della presenza più o meno sbiadita di Tamara al suo fianco. Era lì, proprio accanto a lui, ma si mostrava come un fantasma ai suoi occhi. I contorni del suo corpo erano sbiaditi, così come la sua immagine a dir poco sottile e quasi trasparente. Tamara si rese conto della stranezza e gettò lo sguardo sulle loro mani incrociate, quella di Harry solida e fredda, la sua quasi invisibile. Harry si guardò un attimo intorno, rendendosi conto di essere tornato nuovamente in quella stanza bianca e vuota in cui si era ritrovato una settimana prima. Aveva i capelli bagnati appiccicati alle tempie e al collo, le pelle ricoperta ancora dalle gocce di pioggia che erano scese fino a quel momento dagli scuri nuvoloni che avevano avvolto Londra. Sentì il cuore battergli all'impazzata nel petto, il respiro leggermente affannoso e gli occhi spalancati, mentre continuavano a guardarsi attorno. Tamara era lì con lui, la sua mano stretta ancora alla sua e non aveva la benchè minima intenzione di lasciarla andare, sebbene fosse praticamente uno spettro al suo fianco. Harry guardò il punto in cui i loro corpi erano uniti, e si leccò le labbra improvvisamente secche. Come aveva fatto ad arrivare fin lì con lei? Tamara non c'entrava niente in quello scambio che gli aveva scombussolato la vita. Quando sentì un frastuono proprio davanti a lui, girò la testa nuovamente, sentendo un capogiro attanagliargli il corpo, impedendogli di alzarsi in piedi. Si sentiva esausto, privo di forze, come se quel vortice l'avesse prosciugato. "Ci sono io qui" sussurrò Tamara al suo orecchio, avvicinandosi al suo corpo tremante. Quando entrambi guardarono esattamente davanti a loro, impietrirono e si sentirono i loro respiri strozzati, morti in gola.
L'altro Harry apparve dal nulla, cadendo in ginocchio con una mano impegnata a sorreggere un libro, l'altra che manteneva il petto scosso dall'affanno. Appena dietro di lui, una mano era stretta intorno alla sua spalla muscolosa, una mano appena visibile. Harry sgranò gli occhi per quanto gli fosse ancora possibile, schiudendo la bocca. La sua Tamara era alle spalle di Harry, quasi invisibile e con i respiri affannosi, oltre agli occhi leggermente socchiusi. Quando la ragazza sollevò a sua volta lo sguardo, si immobilizzò. Il suo fidanzato era lì, inginocchiato per terra, bagnato, e con una mano stretta intorno a quella della sua presunta sosia.
Intanto anche l'altro Harry aveva sollevato lo sguardo, perdendosi a guardare con gli occhi quasi lucidi la donna della sua vita che reggeva la mano della sua controfigura.
Le due coppie rimasero immobili, come congelate nel tempo.
Nessuno riusciva a distogliere lo sguardo dall'altro, dall'esatto opposto che avevano tanto agoniato per poter rivedere quanto prima.
Mentre Harry vedeva il suo sosia, non potè non pensare a quanto avesse desiderato quel momento, fin da quando aveva ipotizzato il presunto scambio del mercoledì sera, alla festa della "casa degli specchi."
Era una scena talmente assurda da non poterla nemmeno immaginare. Dopo tanti sforzi, forse la risoluzione a quello scambio era finalmente giunta.
Le due Tamara si guardavano stranite e anche ammaliate, analizzandosi dettagliatamente sebbene le loro figure fossero quasi sbiadite. Ecco allora chi era la ragazza con cui Harry aveva passato un'intera settimana. Entrambe non osorano staccarsi dai ragazzi, per paura di poter rompere quell'incantesimo.
Harry si alzò, lasciando che Tamara avesse ancora la sua mano appoggiata sulla spalla. Aveva il libro in mano e lo guardò solo un attimo, prima di riappoggiare i suoi occhi verdi sul ragazzo di fronte che si stava rimettendo in piedi, con la mano stretta intorno a quella della sua ragazza.
Quando anche l'altro Harry fu finalmente in piedi sulle sue gambe, continuarono a contemplarsi in silenzio.
Il bianco della stanza era accecante, e il silenzio surreale, così come tutta la situazione, del resto.
"A quanto pare, il mio destino è vederti sempre bagnato fradicio dalla testa ai piedi" tentò di scherzare Harry nonostante il suo tono risultasse quasi strafottente, mentre sentiva il freddo della mano di Tamara attraversargli la manica della maglietta, ghiacciandogli la spalla possente.
L'altra Tamara si portò la mano alla bocca, ridendo, con gli occhi ancora fissi sul ragazzo che gli era mancato più di ogni altra cosa al mondo.
Harry strinse le labbra, a disagio. Era praticamente assurdo parlare esattamente con l'altro lato di se stesso.
"Io.." tentò di dire, poi la mano di Tamara si strinse di più attorno alla sua. Il suo sosia "cattivo" non aveva neanche più i piercing, per cui era praticamente impossibile distinguerli. "Io non so cosa dire, davvero."
L'altra Tamara si morse un labbro, guardando il suo fidanzato con occhi luminosi dall'altra parte della stanza bianca sconfinata.
"Io avrei qualcosa da dire." Tamara si posizionò accanto ad Harry, mantenendogli ancora la mano e indicando l'altra ragazza alle spalle del suo fidanzato. "Tu sei davvero una cretina. Hai fatto danza, ti vedi film schifosi ma soprattutto.....non hai ancora fatto sesso con questo ragazzo incredibile" disse sollevando la mano di Harry come a volerlo designare vincitore di una competizione.
L'altra Tamara, contro ogni regola, scoppiò a ridere, non distogliendo lo sguardo dalla sua sosia intraprendente. Harry guardò la sua parte "buona" e scosse la testa, dopo aver guardato ancora una volta il libro stretto nella sua mano. "E devo dire che tu sei stato davvero un coglione a non aver vissuto con lei delle esperienze incredibili. Voi due" disse, guardando Tamara dietro di sè ed Harry, "vi siete persi la parte più bella della vostra vita, seriosi come siete. Cambiate, per carità. Sembrate una coppia di anziani dopo cinquant'anni di matrimonio."
Harry sorrise, facendo poi un passo verso il suo sosia. Tamara fece incrociare ulteriormente le dita delle loro mani, nonostante la sua figura stesse sbiadendo di più ad ogni secondo. Anche l'altro Harry gli si avvicinò.
"Credi che avremo modo di rivederci?" chiese, stringendo le labbra, a disagio.
Il suo sosia si fermò ad un passo da lui, con Tamara che non osava neppure staccare la mano dalla sua spalla nel caso in cui fosse scomparsa definitivamente.
"Per tua fortuna, spero di no" gli rispose l'altro, cercando di stemperare la tensione improvvisa che aveva permeato l'ambiente.
Harry si guardò la punta delle sue scarpe lucide, girandosi poi verso Tamara e sollevando all'altezza dei loro petti le mani unite.
"Grazie di tutto, non ti dimenticherò mai."
La ragazza rimase con la mano ancora legata a lui, ma si sporse in avanti e gli cinse le spalle con il braccio libero, tirando su con il naso. "Non posso credere che siamo giunti davvero a questo punto, a questo addio" disse al suo orecchio, chiudendo gli occhi e seppellendo la testa tra i capelli del ragazzo.
"Ehi, ehi" fece l'altro Harry che si era un attimo voltato per parlare con la sua accompagnatrice,"vedi che sono io il tuo bellissimo ragazzo" appuntò.
Tamara lo ignorò, restando aggrappata ad Harry. "Ti voglio bene, tantissimo. Non credevo possibile che nella mia vita avrei conosciuto una persona buona come te. Sono piuttosto io a doverti ringraziare, per quello che mi hai fatto passare e per avermi fatto divertire senza fare cose avventate."
Harry circondò il busto della ragazza con l'altro braccio, serrando a sua volta gli occhi verdi per evitare di piangere. "Grazie, grazie, grazie per non avermi abbandonato."
"Ti ricorderò per sempre, piccolo segaiolo."
"Anche io, per sempre."
Restarono avvinghiati per un po', imprimendosi il momento nelle loro menti. Volevano ricordarsi, non lasciare che tutto quello potesse annullarsi con il tempo. Valeva la pena ricordare ogni singola cosa avvenuta in quella settimana, senza alcuna esclusione.

Intanto dall'altra parte, anche Harry e Tamara stavano parlando.
"Grazie per non avermi mai mandato a fanculo definitivamente" disse lui, serrando le labbra. Tamara aveva gli occhi lucidi e colmi di lacrime, ma non se ne vergognava. "Ricordo ancora quando, proprio all'inizio di questo viaggio, ti stavo per scopare, ma poi mi hai fermato-"
"Non rovinare tutto, Harry, per favore" disse lei con un sussurro, nonostante fosse divertita.
Il riccio la strinse a sè, perdendosi a guardare il vuoto alle sue spalle. Sentiva Tamara appoggiare la testa sulla sua spalla, ma era quasi invisibile ormai, faticava a notare i contorni del suo fisico, come se non fosse lecito per lei stare lì con lui.
"Grazie per avermi migliorato" disse Harry contro i suoi capelli.
La ragazza gli accarezzò la schiena, tirando su con il naso. "Grazie a te per avermelo permesso" gli rispose, sentendo il cuore batterle forte nella gabbia toracica.
Ci furono interminabili minuti di silenzio, in cui le coppie si sussurravano parole che non si sarebbero mai più potuti dire.
Quando si staccarono, i due Harry si guardarono nuovamente negli occhi verdi. "Peccato che non ci possiamo sentire su alcun social" appuntò Harry, leccandosi le labbra.
Come in preda ad uno spavento, Tamara drizzò le spalle. "No, ma possiamo scambiarci i numeri" disse, cercando di tirare fuori dalla tasca del pantalone il telefono con l'altra mano libera. Anche la sua sosia tentò di fare lo stesso, ma quando confrontarono i loro numeri telefonici, si resero conto del fatto che fossero praticamente lo stesso.
"Beh, è comprensibile, considerando che l'una sia la parte opposta dell'altra" constatò Harry, scompigliandosi i capelli bagnati con la mano libera.
L'altro ragazzo alzò gli occhi al cielo, "Ecco che fa l'intelligente."
"Ma-"
"Zitto" urlarono Tamara accanto a lui e l'altro Harry, mentre la sua fidanzata sopprimeva un sorriso tirato.
"Potremmo fare una foto" propose allora, aprendo la fotocamera. La stanza bianca non permetteva alla figure di vedersi nel piccolo schermo, accecante com'era, per cui nonostante si misero tutti in posa, era quasi impossibile che fosse riuscita.
Eppure anche l'altra Tamara tentò di fare un selfie, cercando quanto meno di ipotizzare la figura di tutti e quattro nella foto. Quando scattarono e riposero il telefono in tasca, ci fu nuovamente silenzio e i due ragazzi si avvicinarono ulteriormente, stando così vicini da sentire l'uno il fiato caldo dell'altro. Le prese delle due Tamara erano ancora salde su di loro.
"Grazie per esserti preso cura di lei" disse il primo, guardando la sua fidanzata appena di fronte a lui.
L'altro Harry annuì, sollevando il libro all'altezza dei suoi occhi. "Grazie anche a te per averla tenuta a bada."
"Sono felice di vederti."
"Strano a dirsi, ma ne sono felice anche io." Poi Harry allungò il libro verso il suo sosia. "Questo l'ha scritto tuo padre" l'altro ragazzo sussultò un attimo, "e parla di noi sotto altre spoglie. In questo libro viene raccontata in linea di massima la nostra storia e si parla anche di un ipotetico modo attraverso cui i due si riscambiano. Sei pronto a provarci?" disse, allungando la mano libera verso di lui.
Harry guardò Tamara di sottecchi e strinse la presa intorno alla sua mano invisibile ormai. Stavano svanendo entrambe.
Guardò la mano del suo sosia, soppesando la portata di quel gesto e capì. Solo un leggero sfioramento, e tutto sarebbe tornato come prima.
"Se fossimo stati tutti e quattro nello stesso mondo, saremmo stati una squadra invicibile" disse, guardando tutti i presenti uno alla volta.
Harry, con ancora il braccio steso avanti a lui, alzò gli occhi al cielo. "No, credo invece che essendo opposti saremmo stati la rovina del nostro pianeta." Guardò di sfuggita la ragazza ancorata alla sua spalla, poi di nuovo il riccio davanti a sè. Le due Tamara erano ormai svanite nel nulla, nonostante i due ragazzi sentissero ancora le loro prese delicate. Harry tirò un grosso sospiro. "E' stato bello conoscerti."
L'altro annuì con il capo, poco convinto. "Okay, va bene" ammise alla fine, "anche per me." Dopodichè si guardarono negli occhi mentre avvicinavano le loro mani callose e dalle nocche violacee. Quando si unirono in una salda presa, ci fu il rumore di un tuono, un vento impetuoso e una forza che solo un'altra volta i due ragazzi avevano avvertito. Poi il nulla, il bianco li avvolse.

Quando Harry riaprì gli occhi, si ritrovò inginocchiato ai piedi di una pozzanghera, le ginocchia immerse nell'acqua, un libro appoggiato accanto al suo fianco e i jeans che si bagnavano rapidamente. Quando spostò lo sguardo alla sua sinistra, vide la sua mano stretta intorno a quella della sua Tamara.
Lei aveva i capelli bagnati, il trucco colato sulle guance e gli occhi luminosi di lacrime. "Ha-Harry" disse, per paura che non fosse lui.
Il ragazzo sentì il cuore scoppiargli nel petto e le si buttò addosso, stendendosi sull'asfalto bagnato. "Sì, sono io." La pioggia ricominciò a scendere, ma ad Harry non importò nulla. Si avvicinò alla sua donna e la baciò dopo quella che gli era sembrata un'eternità.
"Ti amo" le sussurrò sulle labbra. Lei gli infilò le mani tra i capelli, stringendoli alla radice come a non volerlo fare scappare, mentre le loro lingue ballavano passionalmente insieme, assaporandosi fino a rimanere senza fiato, con la pioggia che scendeva sempre più scrosciante addosso a loro, a cui non importava più niente del resto del mondo.

Un rumore sordo lo destò dalla trance in cui era caduto, un vetro che andava in frantumi e le orecchie leggermente ovattate. Quando Harry riacquistò lucidità, la vista gli si schiarì. Era ai piedi delle sue scale, le scale di casa sua. Un pezzo di vetro era rotto ai suoi piedi e la mano di Tamara era ben salda alla sua spalla. La ragazza staccò la presa e gli si mise di fronte. Harry la guardò per qualche secondo, con il respiro mozzato in gola. Si leccò le labbra, perlustrandole il volto magro e i capelli legati in una coda sfatta, gli occhi struccati e puntati sul suo viso pallido.
"Tam" sussurrò.
La ragazza aprì la bocca. "Sei tornato."
Dopodichè Harry la strinse a sè, sentendola piccola e fragile tra le sua braccia leggermente più muscolose di prima. Tamara appoggiò la testa sul suo petto, sentendo il cuore del ragazzo battere all'impazzata.
Harry le baciò ripetutamente i capelli sulla fronte, con gli occhi chiusi per cacciare indietro le lacrime, poi le afferrò il volto tra le mani callose e l'avvicinò alle sue labbra umide, i capelli bagnati che gli solleticavano il collo e i vestiti che gocciolavano sul pavimento. La baciò con una delicatezza inaudita, assecondando i suoi movimenti con dolcezza. Tamara gli inebriava la mente, e sentirla accanto a sè, gli fece capire quanto le fosse mancata.
"Ti amo" le disse, ad un soffio dalle sue labbra, dopodichè lei si accucciò al suo petto ad iniziò a piangere di gioia, mentre Harry la teneva attaccata a sè, come a non voler più scappare via.


N/A
Taadaaaaan, ecco l'ultimo capitolo di questa fanfiction. Ma non sparite, sabato prossimo pubblicherò l'epilogo. Fin quando non lo avrò pubblicato, questa storia non avrà termine ahaha
Ringrazio davvero di cuore le persone che spendono parte del loro tempo dedicandosi alla lettura di questa fanfiction. Vi voglio bene!
Alla settimana prossima!🌻

P.s andate a leggere If this was a movie!

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