Chapter Twenty-Two: I Don't Fear Death


Fortunatamente per lei, non era tutto da buttare, anzi. Amanda arrivò proprio il giorno dopo, e fu smistata in Tassorosso.
Aprilia non abbracciava così forte qualcuno da quando aveva stretto Draco a sé, la notte in cui si era innamorata di lui.

-Che accoglienza! Come stai, pasticcino?- Amanda la accolse con le sembianze di una madre, Aprilia non riusciva a levarsi il sorriso da orecchio a orecchio.

-Non puoi capire come mi senta sollevata adesso che sei qui.- ammise lei.

Amanda sollevò le sopracciglia -Accidenti, hai una cera orribile... è per Malfoy?-

Le due si erano tenute in contatto tramite una fitta rete di corrispondenza, ed Aprilia aveva trovato la forza di parlare almeno in parte del suo stato emotivo palesemente pronto per essere gettato nell'umido.

Aprilia strinse le labbra -Si e no. Diciamo che è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma non voglio tediarti, vieni, ti faccio conoscere gli altri, sicuramente gli piacerai.-

-Wo, gli altri?- fece lei, cauta.

-Si, ho degli amici che stanno in Grifondoro. Spero che mi perdoneranno di essere sparita.. diciamo che ho passato una settimana un po' sotto tono.-

-Tutto questo per Malfoy?- ricalcò Amanda leggermente stupita mentre seguiva l'amica in un enorme salone, la Sala Grande.

-Ti ho detto, c'entra fino a un certo punto... ma si, anche per lui.-

Inutile dire che il gruppo fu al settimo cielo quando Aprilia si ripresentò davanti a loro, e ancora di più quando conobbero Amanda. Iniziarono una conversazione che durò fino a dopo cena, e furono spinti dall'incombenza del coprifuoco che dovevano rispettare. Aprilia aveva accantonato per un paio d'ore il baule di emozioni negative che si portava sulle spalle come un asino da soma, rassegnata però al fatto che non appena si sarebbe distesa a letto lo avrebbe risentito al petto, quel peso, e non l'avrebbe lasciata dormire.

-E fate anche Babbanologia, qui?! Incredibile! A Durmstrang è quasi proibito parlare dei babbani!- Amanda parlava animatamente con Harry e gli altri, quando Aprilia notò le divise da Quidditch dei tre amici.

Si schiaffò una mano in fronte -È vero, oggi avete la partita d'inizio stagione, buona fortuna!-

Harry, Ron e Ginny ringraziarono, sembravano carichi di energia, pronti a gettarsi in campo e a distruggere i Serpeverde.
I Serpeverde.
Di fronte a lei non c'era più il trio, ma c'era un ragazzo alto dai capelli biondi ed il viso algido. Lei gli assicurava le protezioni al busto e agli avambracci, lui le lanciava una frecciatina, lei arrossiva e lo baciava, augurandogli ciò che adesso stava dicendo alla squadra avversaria.

-Aprilia? Stai.. piangendo?- Amanda, preoccupata, si chinò verso la ragazza, che si riscosse subito, in un mito di stizza verso sé stessa.

Mentre camminavano verso lo stadio, Aprilia parlò a bassa voce.

-Quanto ci mette a passare una cotta?-

-Una cotta? Mh, dipende da quanto è forte, secondo me varia di caso in caso. Chi è il fortunato?- fece maliziosa lei.

-..Lo sai chi è.- ancora stizzita dal suo comportamento da ragazzina immatura, Aprilia lanciò uno sbuffo.

-Aspetta, ma parli di Malfoy? Ma non eravate fidanzati?-

Fidanzati. Merlino, in quel momento stava soffrendo come un cane, esternare tutti quei sentimenti e mettere alla luce del sole i fatti nudi e crudi era terribile.

-Era tutto falso- un battito in meno -Almeno da parte sua non c'era niente di vero.-

Amanda tacque per qualche secondo, e prima di entrare nello stadio la prese da parte, per le spalle.
-Aprilia, come ti senti? Sembri davvero... al limite.-

-Lo sono?- la giovane emise una risatina ironica che si tramutò in un singhiozzo.
Presto le iniziarono a sgorgare copiose lacrime dagli occhi grigi.

-No, no! Merlino, la d-devo smettere!-
Amanda la vide infilarsi le mani fra i capelli in un gesto frenetico, e strinse le labbra in un'espressione da genitore in pensiero.

Andò verso di lei e la strinse nuovamente in un abbraccio.
-Tesoro, non puoi tenerti tutto dentro, perché poi ti porta ad esplodere. Se stai soffrendo devi accogliere questa sofferenza come... come un gradino più alto degli altri. Dopo un po' ti verrà naturale scavalcarlo, forse nemmeno ti sarai resa conto di averlo fatto. È un processo doloroso, ma va affrontato, e di certo non puoi arrivare a trascurarti così tanto.-

La prese per poco sotto le spalle, guardando l'espressione contratta e dolorosa dell'amica.
Aprilia tirò su col naso, facendo grossi respiri, e tentando di recuperare il suo aplomb.

-Ciò che provi per Draco cosa pensi che sia?-
Le chiese la mora, asciugandole un'ultima lacrima sulla guancia appiccicata.

-Non lo so- squittì in risposta la giovane.
-Ma so che da quando sono tornata ad Hogwarts non ho smesso di pensare a lui un solo momento, non un solo, misero, attimo. Come un'ossessione, se ci pensavo stavo bene. Se ripensavo a quelli giorni dai Malfoy, ero... felice.- Aprilia non si trattenne, e fece la tanto agognata domanda.

-Ma perché? Perché mi ignora? Cosa ho fatto di male? L'ho offeso? Perché non mi parla, dopo che abbiamo... che ho condiviso con lui delle sensazioni così importanti? Dove ho sbagliato?-

Amanda osservò la ragazza con tenerezza, accarezzandole il viso e prendendole il mento.
-Piccina, se c'è una cosa che non devi fare, è darti delle colpe. Tu non hai fatto assolutamente nulla. Non cercare motivi per dannarti, non ce ne sono.-

-Io...- Aprilia guardò in basso, sentendosi spogliata delle sue più grandi maschere.
-Io voglio solo essere di nuovo felice.-

🗝

-...ed ecco che Serpeverde ha preso la Pluffa! Se la lanciano velocemente, con dei passaggi che fanno venire i brividi... si avvicina al portiere Grifondoro... e segna. Strano che non abbiano usato i soliti stratagemmi per fare punto.-

-JORDAN!-

-Scusi Professoressa-

Quel teatrino era presente da tanti anni ad Hogwarts, eppure le piccole liti tra la McGranitt e Lee Jordan, in diretta dalla tribuna, non stancavano mai nessuno.
Hermione e Luna stavano accanto ad Aprilia e Amanda, che avevano colto la partita per distrarsi e fare dell'ottimo tifo per il Grifondoro.

-Ecco che Mac Tyron avanza fra i Grifondoro, scambia la Pluffa con Pucey... che è intercettata da Ginny Weasley!... sfreccia come una saetta fra i Cacciatori Verde e Argento... Oh! Ha schivato per un pelo quel bolide!.. si avvicina alla porta... PUNTO A GRIFONDORO!-

Gli spalti dove stavano Aprilia e le altre esplose in un tugurio di urla di gioia, mentre sventolavano orgogliosamente le loro bandiere dorate e scarlatte.
Harry e Draco stavano l'uno di fronte a l'altro, sicuramente intenti a scambiarsi frecciatine, a detta di Hermione. Ma a parere delle quattro, il biondo sembrava più distratto che mai. Evitava per miracolo i bolidi che gli venivano indirizzati contro dai gemelli Weasley, ma non si era tuffato alla ricerca del Boccino d'Oro nemmeno quando Harry credeva di averlo avvistato. Era un falso allarme, ma questo Malfoy non poteva saperlo; perché non aveva provato? Guardandolo bene, Aprilia poté leggergli in faccia il totale disinteresse nel viso per quella partita. Avrebbe pagato oro per sapere a cosa stesse pensando, cosa fosse più importante della partita d'inizio stagione del Quidditch.

D'un tratto, un bolide gli andò contro, e prese di striscio il suo manico laccato di nero. La botta fu abbastanza forte da farlo scuotere e mettere sull'attenti. Il bolide fece una curva stretta, ed avrebbe colpito il ragazzo in verde, se lui non si fosse piegato abbastanza in fretta.
Aprilia aggrottò le sopracciglia, attirando l'attenzione delle ragazze.
Hermione riconobbe subito i segni inderogabili di una fattura sul bolide.

-Il bolide è stato stregato! Svelti, prima che Malfoy cada giù, cercate qualcuno che tiene lo sguardo fisso sul bolide!-

-Ma Hermione- fece calma, Luna -sono troppe persone, non faremo mai in tempo a individuare chi sia il colpevole.-

Hermione si rivolse verso Aprilia -Pensa, c'è qualcuno che tu sappia che di recente abbia subito un torto abbastanza pesante da Malfoy?-

Non ci volle tanto, ed Aprilia strabuzzò gli occhi -Il fratello di Oliver, Samuel Prescott! Sta in Tassorosso!-

Amanda s'intromise nella conversazione per dare una mano -Ho visto un gruppo di Tassorosso quando stavamo salendo.-

-Dove li hai visti?- chiese Hermione.

-Più o meno... lì, si, eccoli!-

Aprilia non fece in tempo a localizzare Samuel, che i movimenti di Malfoy attirarono la sua attenzione. Il giovane aveva iniziato una vera e propria fuga dal bolide impazzito, che sentiva gorgogliare come un ringhio perpetuo ogni qualvolta si avvicinasse troppo alle sue calcagna. Di curva in curva, attirava sempre di più l'attenzione del pubblico su di sé, adesso anche Lee Jordan aveva preso a fare la telecronaca su ciò che stava succedendo al Purosangue.
Aprilia tirò fuori la bacchetta, e la puntò, ma in quel momento non gli veniva in mente nessun Incantesimo che non avrebbe potuto fare male a Draco, semmai l'avesse colpito.
Il ragazzo stesso adesso stava percorrendo il campo in lungo e in largo per evitarlo, quando si rese conto che se avesse schivato quegli spalti, il bolide avrebbe sicuramente colpito Aprilia.
Il giovane Malfoy, senza neanche la benché minima esitazione, frenò all'istante, a mezz'aria. A poca distanza dalla ragazza dei suoi sogni, a cui pensava continuamente senza darsi pace su ciò che le stava facendo. Ripensò alle parole che le aveva sentito pronunciare poco prima della partita, e poi la osservò minuziosamente. Non aveva quelle occhiaie una settimana prima, e sicuramente i suoi capelli erano più lucidi, le guance meno scavate. Cosa diavolo le stava facendo?
Aprilia fissò il ragazzo che amava stare lì, a pochi metri da lei; lo sentì vicino, ma allo stesso tempo lontano. Lo voleva, lo bramava.
Ma non si capacitava del perché si fosse fermato.

La risposta non tardò ad arrivare. Il bolide lo colpì violentemente alla spalla con cui stava proteggendo Aprilia, provocando un grido spezzato da parte del ragazzo.
Venne scaraventato con altrettanta brutalità all'angolo fra gli spalti ed il vuoto del campo.
Scivolò velocemente verso quei trenta metri che lo avrebbero sicuramente reso una frittata una volta arrivato al contatto col terreno, quando non sentì più l'aria sferzargli il viso.
Una presa al suo avambraccio lo stava trattenendo. Alzò lo sguardo, e lo accolse il viso paonazzo per lo sforzo di Aprilia, che aveva afferrato con entrambe le mani la protezione sul braccio di Malfoy.

Prese a scivolare anche lei, ed i suoi amici non fecero in tempo a fare nulla per impedire che entrambi cadessero. Non si mollavano, anche se si muovevano sconclusionati in aria.
Aprilia tese la mano verso il ripostiglio dove erano poggiati i manici di scopa per gli allenamenti delle squadre, ed ecco che il lucchetto si ruppe dopo sonori colpi ben assestati da Betty. Sfrecciò attraversando l'intero campo in pochi secondi, fino ad arrivare nella mano di Aprilia, che lo afferrò prontamente, mentre con l'altra reggeva Malfoy. Purtroppo, data la velocità con la quale Betty arrivò, ad Aprilia il suo manico servì solo per attutire la caduta, dato che la fermò solo per qualche secondo a qualche metro da terra. A quel punto il manico le scivolò dalla mano ed entrambi i due giovani caddero come due sacchi di patate sulla sabbia del campo.

Non fece in tempo a riaprire gli occhi dalla caduta, che Draco la prese per le spalle ed iniziò a gridarle di aprire gli occhi.
Quando lo fece, il Purosangue la fissava irato e spaventato allo stesso tempo.

-Perché?- sibilò a denti stretti.

Aprilia tossì secca -Arrivata a questo punto, credi davvero che mi importerebbe qualcosa di morire?-

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