Chapter Three: Ring

Chiunque fosse entrato nella sala comune dei Serpeverde, avrebbe visto un ragazzo seduto a gambe divaricate in una poltrona di pelle nera, davanti ad un grande camino, circondato da divanetti vuoti. Draco Malfoy aveva la mano sinistra davanti al viso, le sue labbra poggiavano sull'anello in argento su cui vi era inciso una "M".
La sua famiglia, la sua croce.
Era assorto nella lettura di una lettera in carta di pergamena in filigrana spessa, retta dalla mano sinistra. Le dita affusolate brandivano delicatamente le parole di sua madre, Narcissa.

"Mio Caro Draco,

Il primo giorno di Ottobre avrà luogo al maniero una cena molto importante che comprenderà la compagnia di numerosi amici di tuo padre.
Presiederà anche la famiglia Morgan, di cui non ricorderai granché, ma ti illumino sul fatto che abbiamo condiviso tre anni della nostra vita con loro, anni or sono.
Tu legasti molto con l'erede, Aprilia. Voglio che tu riprenda quella relazione con Aprilia Morgan, e che la inviti alla magione per la cena. Frequenterà Hogwarts per ragioni di sicurezza, a quanto pare Ilvermorny non lo era più; quando leggerai questa lettera sarà già arrivata. Io e tuo padre contiamo su di te per riuscire in questo semplice compito: vedervi insieme farà apparire la figura dei Malfoy e dei Morgan come unico punto di riferimento per il Signore Oscuro, oltre che scoraggiare le altre famiglie dal tradirci.
Vedrai che recupererai facilmente l'amicizia con Aprilia; era una splendida bambina quando eravate piccoli, che proviene da un'altrettanto ottima famiglia.

Brucia questa lettera quando avrai finito di leggerla.

Ti vogliamo bene."

Draco la rilesse velocemente, per essere sicuro di ciò che doveva fare, poi si allungò il necessario per gettare con un gesto disinteressato la lettera fra le fiamme scoppiettanti del camino.
Con un tonfo, ritornò seduto, stavolta con i gomiti poggiati sulle ginocchia e la schiena ricurva. Si passò le mani sul viso, strofinandolo un paio di volte: le infilò fra i capelli dorati, che alla luce delle fiamme acquisirono dei riflessi arancioni.
Suo padre era stato arrestato per la Battaglia all'Ufficio Misteri.
Sarebbe riuscito a renderlo fiero anche da dietro le sbarre di Azkaban?
Sarebbe riuscito a riportare a galla l'onore della famiglia?

Tirò su col naso, fissando il rosso ardente davanti a sé: non si ricordava minimamente di questa Aprilia Morgan, e tantomeno avrebbe voluto averci nulla a che fare.
L'unica consolazione era quella di avere la certezza che fosse una Purosangue, ergo, se avesse tentato di relazionarsi con lei non si sarebbe infettato di Sangue Sporco.

In quel momento, Zabini e Parkinson entrarono in sala comune, ma tutto ciò che videro fu un Draco che leggeva con aria disinteressata un tomo preso a caso dalla libreria dalla copertina scura.

🗝

-Come hai detto che si chiamano?-

-Thestrals. Hanno l'aspetto dei cavalli babbani, ma sono senza pelo e hanno le ali... sono dotati anche di delle piccole corna, molto graziose-

E Luna Lovegood sollevò i mignoli dopo aver portato le mani di fronte a sé, quasi a voler riportare alla mente quelle creature così singolari.

Aprilia e Luna stavano percorrendo le scalinate che le avrebbero portate alla Sala Grande, pronte per una lauta colazione per iniziare al meglio la giornata. La sera prima Aprilia era talmente spaesata da essere stata notata da Luna, che la prese quasi sotto la sua ala per abituarla alle mura di Hogwarts.
Quel martedì mattina avrebbero avuto Pozioni e Incantesimi, rispettivamente con Piton e Vitious.

Aprilia ridacchiò -Mi devo ricordare, oltre a tutto il resto, che qui voi li chiamate Babbani. Che strano termine, forse lo preferisco a No-Mag.-

Si sedettero alla tavolata, e le pietanze erano già state servite: infatti la maggior parte dei componenti delle case stava quasi per terminare la colazione.

-Mi dicevi dei tuoi amici Grifondoro-

Aprilia riprese un discorso abbandonato da quella mattina, quando da appena svegliata Luna si era accorta della scomparsa delle sue Converse preferite. Additò i Nargilli, e raccontò alla compagna Corvonero che il suo amico Harry Potter si era offerto più volte di aiutarla a ritrovare i vari oggetti nascosti da quelle piccole e dispettose creature.

Luna masticò con gusto una mela verdognola, per poi risponderle -Sono molto simpatici, ti piacerebbero.-

Proprio in quel momento due piccole mani si posarono sulle spalle di Luna, la quale quasi non si strozzò con un altro morso di mela.

-Buh!- fece Ginny, sedendosi accanto a lei.

Luna tossì un paio di volte, per poi calmarsi e ridacchiare -Questo è un esempio della loro innata simpatia.- disse con un pizzico di ironia.

La Weasley si girò verso di Aprilia, la quale tentò di fare il sorriso più convincente del mondo per fare nuove amicizie.
Ginny ricambiò, forse un po' stranita da quel sorriso così tirato, ma le allungò la mano.

-Piacere, Ginny Weasley. Sei nuova? Non ti ho mai vista ad Hogwarts- fece la rossa, mantenendo il sorriso e facendo muovere quelle adorabili lentiggini sul suo viso.

Aprilia le paragonò mentalmente agli spruzzi di pennello di Ofelia, quando dipingeva.

-Aprilia Morgan, piacere tutto mio.- fece lei, stringendo la mano decisa -E si, vengo da Ilvermorny. Luna mi stava spiegando un po' le gerarchie scolastiche e come non perdermi per arrivare in orario a lezione.-

Ginny afferrò un chicco d'uva davanti a lei, mettendolo in bocca -Vai, ti aiuto. Chi avete stamattina?-

-Pozioni?- Aprilia chiese conferma con lo sguardo a Luna.

-Uh!- Ginny fece un gesto con la mano -Buona fortuna. La insegna il professor Piton, che favoreggia senza vergogna i Serpeverde, casa di cui lui è Capo.-

Aprilia buttò giù un sorso di té, sconvolta.
-Cosa? E può farlo?!-

-A quanto pare si, non che la cosa mi faccia piacere, ovvio- disse Ginny con una scrollata di spalle, continuando a saccheggiare il grappolo d'uva davanti a lei.

Dopo essersi guardata attorno quasi per far prova di quello che stava per dire, la ragazza dai capelli bianchi aggiunse -Mi sembra quasi di notare un certo astio verso questi Serpeverde; come mai?-

Ginny emise un verso frustrato.
-Era la casata in cui Colui-Che-Non-Deve-Essere-Noninato fu smistato. Là sono messi i furbi, i poco di buono, i figli di Mangiamorte.-

A quella parola Aprilia rabbrividì.

-E poi sono convinti di essere superiori a noi tutti solo perché vengono da famiglie facoltose circondati da elfi domestici. Di loro non ci si può fidare.- borbottò in conclusione la piccola Weasley, ricordando tutto ciò a cui era andata incontro durante il suo primo anno scolastico.

Aprilia finì il suo té, quasi sentendosi presa in causa dalle parole della rossa -Ci sono persone pericolose in Serpeverde?-

Luna si versò dell'altro latte nella sua ciotola con i cereali -Con Silente nessuno può davvero uccidere qualcuno...- Ginny le scoccò un'occhiataccia, quindi la bionda di affrettò a rispondere -..a meno che non sia un assassinio premeditato.-

La rossa volse gli occhi al cielo -In questo momento mi vengono in mente Tiger e Goyle, quei due armadi che si ingozzano a fine tavolo... poi Blaise, il ragazzo nero accanto alla Parkinson, che è fastidiosa. Ah-

Schioccò le dita -C'è una persona in particolare dalla quale devi stare lontana, ed è..- rizzò la schiena per vedere se incontrava lo sguardo gelido di Malfoy, ma trovò qualcosa di sconcertante.

Aggrottò le sopracciglia, sgranando gli occhi, ed attirò l'attenzione della bionda.
-Luna, ma è una mia impressione o Malfoy sta guardando proprio verso di noi?-

L'amica sollevò lo sguardo dai cereali per poi alzare le sopracciglia -Non sta guardando noi-

Entrambe si volsero verso Aprilia, la quale assunse un'espressione pensierosa, non appena sentì il nome "Malfoy".

-Avete detto "Malfoy"?-

Ginny rivolse un'occhiata a Luna -Si, Draco Malfoy. È il più pericoloso è subdolo Serpeverde che io conosca: qualunque cosa succeda fai in modo di stargli il più lontana possibile.-

Aprilia avrebbe ribattuto o perlomeno si sarebbe alzata per vedere meglio questo ragazzo, ma un gufo passò velocemente davanti ai suoi occhi, depositandole una lettera sulle posate.

Il timbro era della famiglia Morgan.

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