Chapter Ten: A Snake
Il tavolo dei Grifondoro era di gran lunga più esuberante di quello Corvonero, ed Aprilia non sapeva se riconoscerla come una qualità o no.
Era accanto a Hermione e Ginny con la quale aveva chiarito con un lungo abbraccio da parte della rossa, e adesso era in mezzo a quei fiumi di parole che tutti si scambiavano a fine giornata. Ma lei aspettava una cosa in particolare, da quando aveva lasciato cadere a terra quel pezzo di carta. Si era domandata più volte se l'avesse notato, se avesse capito o anche lentamente immaginato cosa le volesse comunicare la ragazza.
Stava seguendo un discorso di Fred e George su come avessero ingannato Gazza nella loro fuga dalla punizione, quando sentì un brivido alla gamba destra, che le fece fare una capriola al cuore. Un piccolo serpente di carta si stava arrampicando sulla sua gamba, stringendosi attorno ad essa per non cadere.
Aprilia trattenne a stento un sorriso a quel gesto, nonostante fosse terribilmente spaventata: i serpenti erano una delle sue fobie più grandi.
C'era sicuramente dell'ironia in tutto questo, da parte del destino.
Quella serpe non poteva che provenire da una serpe ancora più grossa.
-Finite Incantatem- sussurrò, facendo un leggero movimento con la bacchetta, sempre sotto al tavolo.
Il serpente si tramutò in un foglietto ben disteso, che Aprilia fece attenzione a non far vedere a nessuno.
"Dopo cena alla biblioteca, quarta finestra a sinistra"
🗝
Draco Malfoy aspettava Aprilia da quando aveva finito la sua zuppa di fiori di zucca, ed era volato in biblioteca. Aveva avuto una bella idea, quella ragazza: suggerirgli un incantesimo Chartanime per comunicare con lei era stato molto astuto, quasi intimo.
Non appena avvertì passi veloci avvicinarsi, volse la testa, giusto per vedere arrivare la ragazza dai capelli bianchi.
Lo scrutò, poi gli rivolse un piccolo sorriso.
-Lieta che tu abbia capito ciò che ti volessi dire.- iniziò lei, entrando nella piccola aerea circoscritta da delle mura di legno. Accanto a loro, fuori dalla finestra, aveva preso a piovigginare.
-Lieto che il mio messaggio sia arrivato.- fece Malfoy, sogghignando.
Aprilia rivolse uno sguardo veloce al paesaggio oscuro, per poi incrociate le braccia sotto al seno.
-Allora?-
-Perché non vuoi che ti parli davanti ai tuoi amichetti Grifondoro?-
Sul volto della ragazza uno sguardo contrariato.
-Cosa? Era questo che mi dovevi chiedere?-
-Aspettavi un'altra domanda?- Malfoy alzò le sopracciglia, levandosi il mantello e rimanendo in camicia. In seguito, incrociò anche lui le braccia.
Aprilia, rassegnata all'idea di dover combattere per uscire viva da quella conversazione, si portò due dita sul ponte del naso.
-Perché sei loro nemico e li tratti male, ma loro sono gentili con me. Quindi ti avverto, se continui a dargli fastidio inizierò ad andarti contro anche io.-
Draco ridacchiò -Non cambierai nulla, è così da anni. Io odio loro, loro odiano me.-
La ragazza sospirò esasperata da quei due minuti snervanti di dialogo, che sembravano prospettare un discorso molto più ampio.
-Senti, andiamo dritti al punto- disse, decisa a chiudere la faccenda.
Malfoy alzò un sopracciglio, in seguito sogghignò.
-Non ti facevo così... intraprendente.- disse con voce melliflua.
Aprilia attese qualche secondo prima di rispondere, processando quel che le aveva detto, ed osservando il suo volto per capire se dicesse sul serio.
-Ma cosa hai capito?-
-Quello che vuoi farmi capire.-
-Evidentemente no, dato che continui a fare allusioni sessuali!-
-Hai utilizzato te la parolina magica, Morgan.-
Aprilia si lasciò andare in un grugnito di frustrazione -Parlavo della cena del primo di ottobre, ottuso!-
Draco roteò gli occhi -Cielo, ma non ridi mai?-
-Sono stanca, Malfoy! E dovremmo già essere nei dormitori a quest'ora. Quindi per favore, dimmi quel che devi.-
Draco si appoggiò alla finestra, scostandosi i capelli ricaduti maldestramente davanti gli occhi.
-Volevo parlarti di una cosa importante, a dire il vero. Una cosa che riguarda noi due in prima persona.-
Di punto in bianco, quelle parole così sincere furono una fulmine a ciel sereno, ed Aprilia si ritrovò sbigottita.
-Dimmi pure.-
Malfoy sospirò, il vetro della finestra era appannato.
-Non so la tua, ma mia madre continua a dirmi che già ci conoscevamo, e che abbiamo passato degli anni insieme, ma personalmente non mi ricordo di te.-
Aprilia, vedendo la situazione, si strinse nelle braccia, alzando le spalle.
-Forse eravamo troppo piccoli per ricordarcene.-
-Eppure a quanto so abbiamo passato insieme tre anni. Per quanto piccoli fossimo stati qualcosa ci dovremmo per forza ricordare.-
Lo scroscio della pioggia prese parola in quel breve lasso di tempo dove non una parola venne proferita. Aprilia osservò il ragazzo dal volto illuminato dalla luce lunare, seminascosta dalle nuvole: andava a delineare la linea della fronte, poi il naso dritto, gli zigomi alti ed il mento acuto.
-Mia madre non mi ha detto nulla, se non della cena, che sarà molto importante e presiederanno altre famiglie.-
Aprilia ruppe il silenzio, per poi continuare.
-Come ci dovremmo comportare?-
Draco tacque per qualche attimo, poi la guardò.
-Non saranno famiglie chiunque, ma famiglie estremamente importanti. Si parla dei Carter, dei Welfare, dei Rosey.- spiegò.
La sua espressione si fece improvvisamente più dura -Tutti bastardi il cui unico scopo è quello di denigrare la figura di mio padre.-
Strinse i pugni, portandoli dal davanzale della finestra ai fianchi.
-Non glielo permetteremo, tranquillo.-
Aprilia, in un primo momento leggermente nervosa per la reazione del ragazzo, decise poi di rassicurarlo, perché era l'unica cosa di cui aveva bisogno in quel momento.
Di sicurezza.
Gli posò una mano sulla spalla, stringendola, giusto per fargli capire che lei c'era, e lo comprendeva. Evidentemente per lui il prestigio della famiglia significava molto, ed anche se Aprilia non aveva quell'argomento molto a cuore, poteva capire il suo stato d'ansia rispetto alla faccenda.
L'erede di una famiglia Purosangue doveva essere l'emblema della famiglia stessa: doveva rappresentare la perfezione, la forza, l'astuzia.
Doveva essere qualcosa da temere, da rispettare, come la famiglia stessa.
Realizzò che entrambi portavano sulla schiena i macigni che erano il nome delle loro famiglie.
Malfoy e Morgan.
Draco, a quell'azione della ragazza, rifletté sullo scostarsi o meno, ma trovò quasi piacevole quella strana sensazione di aver ottenuto qualcosa con la sua ricerca di attenzioni.
-Visti i legami fra le nostre famiglie, mia madre mi ha consigliato una cosa, ma non sono sicuro che ti piacerà.- disse Draco, improvvisamente non più sicuro di quel che volesse dire.
Aprilia, avendo realizzato cosa le stesse per chiedere, strinse i denti.
-È una cosa stupida.- Mormorò a denti stretti, allontanandosi di scatto dalla figura di Draco.
-Ma indispensabile, e tu lo sai.-
Il ragazzo biondo, quasi ferito da quella reazione, e privato del calore della sua mano, continuò a parlare, nel vago tentativo di far ragionare la ragazza.
Lei sbuffò, sbattendo le mani sui fianchi.
-Andrebbe a finire malissimo, e tu lo sai.-
Ripetè in falsetto le ultime parole, per prenderlo in giro.
Per sdrammatizzare, Malfoy riprese il ghigno di prima -Abbiamo una visione molto diversa di "malissimo".- virgolettò con le dita l'ultima parola.
Aprilia, anche se non sapendo il perché, si lasciò andare in un breve risolino. Il suo obbiettivo di rimanere seria e determinata se ne era andato da quando era entrata in biblioteca.
Alla fine erano in quel casino entrambi, incolpare lui sarebbe stato controproducente e sbagliato.
Meglio collaborare in coppia, letteralmente.
Draco, al risolino di Aprilia, sembrò essersi levato un gran peso dal petto. Quindi si mise dritto con la schiena.
-Allora questo è un accordo.-
Aprilia lo guardò, scoccandogli uno sguardo di sfida -Oh, no. Questo è un pari ad un Voto Infrangibile-
Draco sembrò colpito dalla scelta di parole della ragazza, quindi allungò una mano verso di lei -Vedo che siamo preparati sull'argomento, Morgan.-
-Più di quanto tu creda.-
Lei gli strinse la mano, ma nessun incantesimo venne effettuato, per loro fortuna. La morte, almeno in quel frangente, era stata tirata fuori dal dialogo di due Purosangue.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top