Chapter Eighteen: A Garden of Unspoken Words
Aprilia scosse leggermente le spalle, aprendo gli occhi poco per volta, anche se non c'era da abituarli molto alla luce: le tende pesanti coprivano l'ampia finestra, dove però filtrava una luce tenue e fredda. Forse era l'alba, o una mattina molto nuvolosa.
Si accorse di dov'era, realizzando gli avvenimenti della sera prima, e con un sorriso abbassò lo sguardo, guardando Draco Malfoy ancora sul suo petto, con il braccio avvinghiato al suo sterno.
Si accorse però che dopo una notte passata con il peso non indifferente di Draco sullo sterno, le mancava il fiato.
Poggiò una mano sulla sua spalla, e lo fece scivolare lentamente verso il cuscino, facendo grossi respiri per togliersi di dosso quella sensazione di occlusione.
Il ragazzo mugugnò ad occhi chiusi; alcune ciocche di capelli gli andavano a coprire il viso, laddove la luce toccava la sua pelle essa si mostrava essere alabastrina. I muscoli della schiena si contrassero per stiracchiarsi, ed Aprilia si morse la lingua.
Non resistette alla tentazione ed iniziò a passare le dita lungo i solchi di quei muscoli.
-Ti diverti, Morgan?- La voce rauca di Malfoy la prese senza preavviso.
Lo guardò, ed aveva gli occhi socchiusi ed un piccolo ghigno sulle labbra.
-Mai quanto te, Malfoy. Stanotte ho sacrificato il mio apparato respiratorio per farti dormire in grazia di Dio.- Finse un lamento, indicando i suoi seni.
Draco posò gli occhi dove aveva alluso ed il suo ghigno si allargò.
-Mi sento particolarmente riposato, è vero.-
Anche Aprilia sorrise, e fece quel che le venne d'istinto: si allungò verso di lui, posando le labbra sulle sue. Draco la baciò con convinzione, iniziando a svegliarsi man mano che approfondivano il contatto.
Allungò una mano verso il fondoschiena della ragazza, stringendolo in una presa quasi possessiva; poi sfruttò la posizione della mano per sistemare meglio la giovane addossandola al proprio torso.
Aprilia lo stringeva a sé tramite le braccia sulle spalle larghe. La bocca del ragazzo scese verso il collo diafano della ragazza, ritrovando la chiazza violacea che le aveva fatto il giorno prima sul treno.
Cominciò a succhiarlo nuovamente senza preavviso, e questo provocò un piccolo ed acuto gemito da parte di Aprilia, che nonostante si stesse letteralmente godendo quei momenti, assunse poi un'espressione preoccupata.
-D-Draco no, poi diventa troppo grosso e..-
Le parole le morirono in gola non appena sentì i denti del Serpeverde stringersi su quell'area del collo. L'aveva in pugno, la stava controllando. A quel morso la pancia di Aprilia le provocò una fitta quasi dolorosa da quanto potente. Le intimava non verbalmente di stare ferma, e lei gli ubbidì, socchiudendo gli occhi ed infilando una mano fra i suoi capelli.
Non appena Malfoy fu soddisfatto si allontanò il necessario per osservare ciò che aveva fisicamente ribadito. Quella sua possessività era in maniera contorta ciò che intrigava di più Aprilia.
Bramava quei morsi, quelle strette improvvise, quelle occhiatacce. Bramava di essere qualcuno di talmente importante da essere desiderato al punto da diventare gelosi.
Ed essere fra le priorità di Draco Malfoy non le dispiaceva affatto.
🗝
A colazione si sedettero vicini, come la sera prima, ed incontrarono le loro madri che dialogavano a bassa voce sedute al tavolo.
Di Marcus o Lucius nemmeno l'ombra.
Dalle loro espressioni sembravano discutere di qualcosa di importante. Non appena li video, però, iniziarono a sorridere l'una all'altra, e a simulare di più una chiacchierata.
Questo atteggiamento stava facendo venire l'orticaria ad Aprilia; se il giorno prima era accaduto con Draco e Narcissa, adesso stava accadendo con quest'ultima e Diana.
-Buongiorno ragazzi. Dormito bene?- fece la madre di Aprilia, passando il tè alla figlia, conoscendo i suoi gusti al mattino.
Lei afferrò la teiera, offrendone con lo sguardo a Draco, che scosse la testa. Quindi si servì, facendo attenzione a non far cadere il coperchio di porcellana sul tavolo. Poi si sedette, allungando la mano verso qualche biscotto. Malfoy si versò dell'acqua aromatizzata tenuta in un contenitore più largo, per poi accingere anche lui al piattino di biscotti al burro.
Entrambi si erano cambiati e sistemati in abiti più consoni, Aprilia si era accollata nuovamente un vestitino diurno e aveva raccolto i capelli in uno chignon ordinato.
-Hai dormito bene, Aprilia? Come ti sembra la magione?
-Si, ho dormito benissimo.- e si trattenne dal rivolgere uno sguardo sghembo a Malfoy.
-Per quanto riguarda la magione sono ansiosa di visitarla, oggi. Con la luce del giorno deve essere davvero maestosa.-
-Ah, io l'ho vista all'alba, è un incanto!- Disse Diana sorseggiando il suo tè.
-Inoltre ha dei giardini molto simili alla nostra proprietà, dovresti proprio vederli.-
Poi si rivolse a Narcissa -Sai, Aprilia si allena nei giardini della magione in estate, passa tutto il tempo fuori!-
-Allora è un'affinità in più con Draco.- fece Narcissa, meno entusiasta rispetto alla prima ma ugualmente interessata -Lo facciamo allenare da quando aveva sei anni. Era quasi d'obbligo per lui entrare a far parte della squadra di Quidditch Serpeverde. A proposito-
Volse la testa verso Aprilia, che stava finendo la bevanda calda -Possiamo farti entrare in Serpeverde se vuoi. Così staresti con più persone del tuo calibro.-
Anche se Narcissa non intendeva dire nulla di male, Aprilia gonfiò il petto per non rispondere a tono, e cercò di vedere solo la nota positiva di quella frase, che animava gli occhi della donna dal viso austero ma tenero.
-Non si preoccupi, Narcissa. Mi trovo benissimo anche in Corvonero.- e tirò un sorriso.
🗝
Diana aveva ragione, i giardini di casa Malfoy erano davvero stupefacenti. Salici piangenti si abbandonavano su un laghetto dentro al quale aleggiavano ninfee in fiore. I cespugli erano rigorosamente ordinati, così come il prato. Andando più avanti poteva osservare un piccolo labirinto, al centro del quale poteva chiaramente udire lo scroscio di una fontana.
Alla fine trovò ciò che stava cercando: l'albero di glicine che posava proprio sotto una panchina in marmo.
Si sedette, inspirando l'aria mattutina così frizzante del luogo, e chiuse gli occhi per qualche attimo.
Quando li riaprì vide Narcissa nella sua visione periferica; stranita, si alzò immediatamente.
-Oh no, tesoro. Rimani pure seduta, ti stavo per raggiungere.- fece lei con un sorriso.
Si ritrovarono l'una vicino all'altra, e dentro di Aprilia si stava svolgendo una bella lotta per non arrossire, pensando al figlio e alla scorsa notte.
-Tu e Draco andate d'accordo?- pregò che non sapesse leggere nel pensiero, quindi annuì.
-È un ragazzo molto- malizioso, carino, sensuale -educato.-
Narcissa sorrise per l'accurata scelta di parole di Aprilia.
-Anche tu lo sei. In effetti, sei rimasta molto simile a quando ti conobbi la prima volta. Avevi sette anni.- raccontò la matrona.
Aprilia ascoltava, ma Narcissa non sembrava intenzionata a dire molto altro.
Quindi si affrettò -Non ricordo molto, mi dispiace.-
-Eravate molto piccoli- quella giustificazione suonò storta alle orecchie di Aprilia, per il tono usato dalla Malfoy.
Il silenzio era rotto da quante cornacchia solitaria che svolazzava qua e là, con l'ansia di Aprilia che si sentiva sempre di più.
-Ho visto Draco felice- ammise Narcissa, guardando davanti a sé.
Non afferrando, la ragazza le diede ragione.
-È sicuramente sollevato dagli esiti dei compiti di Pozioni, è molto bravo...-
-No, è per te.- queste quattro parole fecero sudare freddo Aprilia.
-Io noto tutto. E la complicità con la quale hai guardato mio figlio per chiedergli se volesse del tè, quel solo gesto mi ha fatto capire che ciò che state facendo non può che giovare a entrambi.-
-N-non capisco...-
-Non vedevo Draco così rilassato e felice da anni. Mio figlio è tutto ciò che ho, Aprilia. Io ho commesso numerosi errori, così come Draco stesso, ma tu... tu puoi tornare a farlo essere quello di prima. Con la tua sola presenza sento il suo animo farsi sempre più leggero, lo leggo dai suoi occhi che è estasiato ogni volta che siete vicini.-
Aprilia aveva la bocca secca, totalmente esterrefatta.
-Non so se questo sia amore, e non sono nessuno per definire o etichettare ciò che siete quando state insieme. Ma di sicuro vi siete giurati fiducia l'un l'altro senza neanche esservi accorti di averlo fatto.-
Aprilia aveva le labbra dischiuse, e le parole ferme in gola. Narcissa, notando lo stato della ragazza, si affrettò a prenderle le mani e a minimizzare tutto.
-Con questo non volevo dire nulla! O meglio, non volevo fartelo pesare!-
Aprilia scosse la testa, cercando di tranquillarla.
-Ciò che volevo farti capire è che... grazie. Grazie e scusami se mi sono fatta trasportare, ma sai,- e qua liberò una risatina -quando si tratta di mio figlio, nulla è più importante.-
Sul volto della ragazza si dipinse un sorrise da orecchio a orecchio leggendo negli occhi della donna la più totale sincerità e purezza d'animo. Aveva una grande considerazione di lei, e si vedeva che aveva osservato attentamente il piccolo rapporto che avevano instaurato lei e Draco. Se da una parte l'aveva caricata di responsabilità, dall'altra le aveva mostrato un semplice spiraglio dell'immenso amore materno che provava per suo figlio.
E se si confidava con lei significava che non aveva avuto modo di dimostrarglielo così spesso.
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